Il mondo ha realizzato che esiste l’emergenza rifugiati

Fonte: http://www.ilcambiamento.it/editoriale/emergenza_rifugiati.html

siria_distrutta

Ci voleva quello che è arrivato. Quello che ci è piovuto davanti agli occhi sugli schermi delle televisioni, che si risvegliano solo quando i fiumi di disperati varcano i confini del mondo occidentale per “invaderlo”. Perché solo quando questo accade si attivano i nostri neuroni e le nostre emozioni, brutte o belle che siano.

Ci sono più rifugiati ora di qualsiasi altro momento storico dopo la fine della seconda guerra mondiale, il numero è cresciuto tre volte dal 2001. Eppure il problema viene trattato come se fosse qualcosa che accade oggi, che è iniziato ieri, mentre invece questo fenomeno sta andando avanti da lungo tempo, da quando (pensateci) la guerra continua e disseminata è divenuta la strategia, la leva per smuovere e ricostruire equilibri ed interessi. Ciò che vediamo oggi sugli schermi delle nostre televisioni è morte, disperazione e miserie cresciute costantemente negli ultimi decenni: decine di milioni di persone che abbandonano e hanno abbandonato la loro casa e il loro paese alla ricerca di un futuro incerto, nebuloso ma sempre comunque meglio della morte e del nulla in cui intere popolazioni vivono da almeno vent’anni. Pensiamo forse che il problema dei rifugiati inizi e finisca dove inizia e finisce la fila delle persone che attraversano le frontiere? Quelle file chilometriche sono solo un sintomo di una molto più ampia e profonda, brutale realtà. Una realtà che, purtroppo, l’aiuto umanitario non basterà a cambiare.

Chi lascia oggi il proprio paese deve affrontare molti più pericoli di quanti gliene si potevano parare davanti vent’anni fa, eppure i flussi divengono sempre più imponenti.

Ma perchè milioni di persone lasciano i loro paesi? Nella maggior parte dei casi, nei luoghi da cui questa gente proviene impera la distruzione portata dalle guerre e nella maggior parte di queste guerre l’Occidente ha un ruolo di primo piano, diretto o indiretto. Eppure la stragrande maggioranze degli occidentali si ostina a non vedere. Ci sono interi paesi e intere popolazioni sotto le bombe, dove si vive con il coprifuoco, con i cecchini, senza acqua e corrente elettrica, senza cibo e con negli occhi solo violenza, che non risparmia nemmeno i bambini perchè non c’è scrupolo alcuno in ciò che accade. Ed ecco allora che fiumane di persone arrivano dall’Africa sub sahariana come Somalia, Sud Sudan, Nigeria, Repubblica Centrafricana e Congo, e poi ancora dal Medio Oriente come Siria, Libia e Iraq. Quando si leggono numeri con sei zeri la fatica maggiore che si fa è riconoscere in essi degli esseri umani, degli individui con speranze, emozioni, affetti, paure, sogni. Si rischia di essere travolti dalla potenza dei numeri e vedere solo quelli. E’ quello che succede a molti. «A me viene facile pensare che i fomentatori delle guerre, realizzando i loro piani imperialisti e di destabilizzazione mondiale, sappiano bene cosa stanno facendo e le conseguenze» ha detto il corrispondente dall’Europa del The Greanville Post, Gaither Stewart. «In gran parte l’Europa è già in uno stato di vassallaggio nei confronti della potenza capitalistico-imperialista che è l’America» ha aggiunto. «E con queste ondate migratorie lo potrà diventare ancora di più e più facilmente», più schiacciata, più impressionabile, più confusa, più controllabile.

Si è di fronte ad un esodo di massa di proporzioni epocali e non sono pochi i cittadini europei che si rendono conto delle implicazioni di quanto accade e molti fanno tanto anche individualmente per dare una mano. Ma l’Europa è piccola e affollata e la maniera in cui gestirà questa disperazione e questa miseria sarà la misura della sua moralità e della sua ipocrisia. Le cause di quanto sta accadendo sono da ricercare nelle guerre continuamente alimentate dalle potenze imperialiste occidentali e poco risolverà andare a bombardare l’Isis a casa sua, creatura creata grazie proprio al denaro americano. Allora, se si affronta “l’emergenza profughi”, è bene prendere atto di ciò che ci sta dietro e agire di conseguenza con scelte di coerenza che condannino i veri responsabili e tolgano il fiato a chi soffia sulle braci.

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