Fonte: http://aerostoria.blogspot.it/2009/11/il-volo-reazione-ditalia-il-magnifico.html
Il CAMPINI CAPRONI a Vigna di Valle
di Marco SERINO
Progetti rimasti sulla carta a causa degli eventi bellici.Il 27 agosto 1940 il primo prototipo del Campini Caproni fu provato in volo per 10 minuti sul campo di Taliedo dal grande pilota Mario De Bernardi. 1941 – Il 30 novembre alle ore 14:47 Mario De Bernardi e l’ing.Giovanni Pedace (segretario della Associazione Pionieri d’Italia) compirono un volo ufficiale, a bordo del secondo prototipo, tra l’aeroporto di Milano-Linate Forlanini e quello di Guidonia a Roma, atterrando alle 16:58 dopo aver percorso 475,554 km alla media di 217,147 km/h; senza mai attivare il “postbruciatore” per risparmiare carburante.Nel 1942 progetta due mini sommergibili monoposto, su commissione della Regia Marina, azionati da idrogetti con una potenza di 1000 cv e un dislocamento di 7 tonnellate per una velocità prevista di 30 nodi e autonomia di 1000 km; i prototipi ultimati con i propulsori già collaudati andarono distrutti nel 1944. Rimasero solo sulla carta altri progetti come un bireattore da bombardamento e un velivolo da caccia con il sistema di propulsione Campini. Nel 1948 si trasferisce negli Stati Uniti dove ideò un elicottero quadriposto con turbina da 200 CVNel 1949 progetta un grande elicottero con rotore azionato da due turbine capaci di sollevare un carro armato del peso di 40 tonnellate. Su richiesta del Governo Americano disegnò un turbogetto da 6000 kg di spinta a grande autonomia, studiò la sostituzione dei 4 motori a elica del bombardiere Northrop YB-35 con dei turbogetti e la costruzione del bombardiere strategico B-49L’Ing.Secondo Campini si è spento a Milano il 7 febbraio 1980.
Il motoreattore di Secondo Campini è da considerarsi più un ibrido che un vero e proprio propulsore a getto: un motore a combustione interna di tipo alternativo, nel nostro caso un Isotta Fraschini L. 121/R.C. 40 da 900 CV faceva funzionare un compressore composto da 2 eliche intubate, seguite da una elica raddrizzatrice del flusso per renderlo il più possibile privo di turbolenze; degli iniettori disposti su un anello (bruciatori) immettevano kerosene, la cui combustione aumentava il volume della massa gassosa e la velocità di scarico.
Il motore progettato da Campini aveva molti altri difetti, quali il peso, l’ingombro, la complessità del tipo di motore impiegato per azionare il compressore, il basso rendimento del bruciatore (comunque vicino al limite tecnologico per il suo tempo) e la potenza notevolmente limitata. La soluzione tedesca fu quindi la caposcuola della tecnologia dei moderni motori a reazione, mentre la soluzione italiana ha oggi un valore puramente storico. Il tutto rappresentò un grande successo per la nazione italiana che ricevette i complimenti di 33 stati. L’esemplare NC4849, una volta consegnato al Centro Sperimentale della Regia Aeronautica presso l’ aeroporto di Guidonia, ricevette la matricola militare MM487 e fu provato in volo dal 13 gennaio 1942 al 27 agosto 1942. Fu quindi sistemato in un hangar dell’aeroporto di Guidonia e rimase gravemente danneggiato da un bombardamento il 24 ottobre 1943. Dopo la liberazione fu recuperato da una commissione inglese che lo trasferì a Farnborough per essere studiato. Fu quindi demolito.
L’esemplare NC4950 non fu mai consegnato alla Regia Aeronautica. Rimase conservato presso le Officine Caproni di Taliedo e quindi preso in carico dall’Aeronautica Militare che lo espose presso il Museo dell’Aria di Torino negli anni sessanta e quindi al Museo dell’Aeronautica di Vigna di Valle dove è tuttora conservato.