Scritto da: Francesca Mancuso
Fonte: http://www.nextme.it/tecnologia/robotica/9412-microvast-capsula-arterie
Si muove nel sangue e distrugge le placche aterosclerotiche presenti. Si chiama MicroVast ed è la speciale capsula robotica realizzata dall’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa.
MicroVAST sta per “Microsystems for VAscular diagnosticS and Intervention”. Finanziato dalla Fondazione Pisa, il progetto ha lo scopo di ideare e realizzare tecnologie in grado di contrastare le malattie cardiovascolari.
La piccola capsula è a locomozione magnetica, viene controllata dall’esterno da un robot. Una volta in circolo, quando rivela una placca aterosclerotica, libera delle particelle magnetiche e delle microbolle tramite focalizzati e infine recupera gli eventuali frammenti.
“Il progetto MicroVAST si propone di sviluppare strategie innovative per la diagnosi e la terapia del sistema vascolare, che rappresenta uno degli scenari più impegnativi per robotica medica. La piattaforma comprende strategie dal macro al micro-scala, coniugando microutensili (capsula esempio magnetico, funzionalizzato micro-particelle) con comando esterno, principalmente magnetico e energia acustica. Diversi moduli si concentrerà sugli scambi pre e strategie innovative post-operatorie, insieme con l’applicazione delle tecnologie esistenti” spiega l’Istituto.
I risultati del progetto sono stati illustrati il 2 aprile scorso in occasione dell’Open day organizzato dalla Fondazione. A illustrarli è stato il prof. Paolo Dario, Direttore dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore S. Anna di Pisa e Responsabile Scientifico del progetto:
“La messa a punto di una piattaforma robotica con due manipolatori, uno per la navigazione magnetica e uno per la guida ultrasonica, validata con test in vitro ed ex-vivo, la dimostrazione dell’attacco di trombi in vitro tramite ultrasuoni focalizzati, il recupero magnetico dei frammenti di placca e trombi in simulatore in vitro e sistemi per il rilascio di farmaci anti-infiammatori post-terapia nei vasi, tramite supporti nanostrutturati. Ora proseguiremo il lavoro per sviluppare soluzioni utilizzabili nella pratica clinica”.
Un altro passo avanti della robotica in aiuto della medicina.