La Papua Nuova Guinea blocca la svendita delle foreste alle imprese straniere

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/

Il governo della Papua Nuova Guinea ha bloccato i contestati permessi di concessioni agricole speciali (Special Agricultural and Business Leases – SABL) sulle terre tribali a imprese private e ordinato una commissione d’inchiesta. Tutti i permessi sono quindi sospesi per tutta la durata delle commissione d’inchiesta, che riferirà al Parlamento.
Secondo quanto dichiarato dal primo ministro pro-tempore Sam Abal al Post Courier, “la Commissione studierà la concessione dei permessi di cessione, che coprono circa 5,2 milioni di ettari di terre tribali, per assicurare che siano rispettate le norme di legge”.
Abal spiegato che il governo si sta occupando del caso e ha voluto assicurare che i diritti e gli interessi delle comunità tradizionali saranno protetti. Abal anche annunciato un’immediata moratoria sul rilascio di ulteriori permessi di concessioni agricole speciali fino alla conclusione dell’indagine da parte della commissione d’inchiesta.
“Inoltre, tutte le Autorità deforestazione concessi nell’ambito dei contratti in vigore devono essere sospesi fino a quando la Commissione d’inchiesta processo è stato completato: “Questo per garantire che le foreste non vengano abbattute dove non vi siano seri progetti di sviluppo agricolo”.
In Papua Nuova Guinea vi sono due tipi di proprietà fondiaria: le terre tradizionali, di proprietà collettiva dei popoli indigeni, e la cui titolarità dei diritti e gli interessi sono regolati in base alle tradizioni, e i terreni a proprietà privata. Solo il 3 per cento della superficie di PNG è di proprietà privata mentre il 97 per cento è di proprietà tradizionale.
L’introduzione delle concessioni agricole speciali ha portato di colpo al 10 per cento l’area data in proprietà ai privati. Gli abitanti dei villaggi nel Nord, dell’East New Britain, della Provincia Centrale, del Golfo e la Provincia Occidentale sono scesi sul piede di guerra col governo, che aveva ceduto oltre 5 milioni di ettari di foresta incontaminata in concessioni agricole speciali, senza il loro consenso, come previsto ai sensi della legge. Per gli indigeni si tratta di un vero e proprio furto delle terre tribali.

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