Scoperto il nome della dea Uni in un tempio etrusco

Fonte: http://blog.smu.edu/research/2016/08/24/one-of-the-most-significant-etruscan-discoveries-in-decades-names-female-goddess-uni/
Traduzione/Fonte: https://ilfattostorico.com/2016/09/01/scoperto-il-nome-della-dea-uni-in-un-tempio-etrusco/#more-17363

(Mugello Valley Project)

(Mugello Valley Project)

In una rarissima iscrizione trovata sul muro di un antico tempio etrusco, gli archeologi hanno scoperto il nome di Uni, la suprema dea del Pantheon etrusco.

La scoperta indica che Uni, una divinità della fertilità e forse una dea madre in questo luogo, potrebbe essere stata la dea venerata nel santuario di Poggio Colla, un insediamento chiave della civiltà etrusca.

(Mugello Valley Project)

Il nome è stato scoperto in un testo sacro; forse la più lunga iscrizione etrusca mai trovata su pietra, dice l’archeologo Gregory Warden, professore emerito presso la Southern Methodist University, sponsor principale dello scavo.

La pietra faceva parte del muro di un tempio del VI secolo a.C. A Poggio Colla, in provincia di Firenze, sono stati ritrovati numerosi oggetti etruschi, tra cui la più antica scena di parto europea su un frammento di ceramica. Un’ulteriore prova del culto della fertilità in questa città, dice Warden.

Attualmente gli esperti stanno cercando di tradurre tutto il testo. È molto raro riuscire a identificare quale sia la divinità venerata in un santuario etrusco.

I resti del santuario (Mugello Valley Project)

I resti del santuario (Mugello Valley Project)

(Mugello Valley Project)

(Mugello Valley Project)

«Il luogo della scoperta – un posto dove venivano fatte delle prestigiose offerte – e la possibile presenza del nome di Uni nell’iscrizione, oltre alla cura nell’incisione, che forse seguì fedelmente un modello trasmesso da uno scriba attento e istruito, suggeriscono che il documento avesse un carattere dedicatorio», dice Adriano Maggiani (Università Ca’ Foscari Venezia), uno degli esperti al lavoro nella decifrazione.

«È anche possibile che esprima le leggi del santuario; una serie di prescrizioni legate alle cerimonie che si tenevano là, forse in connessione con un altare o un altro spazio sacro», spiega Warden, condirettore del Mugello Valley Archaeological Project.

Tutto sarà più chiaro una volta decifrato il testo, che consiste di almeno 120 caratteri. Sebbene gli archeologi conoscano la grammatica etrusca, alcune parole e l’alfabeto, le parole nuove sono difficili da tradurre, soprattutto perché non sono di carattere funerario. Le iscrizioni etrusche sono infatti rare, dato che di solito scrivevano su tessuti di lino o tavolette di cera. I testi che si sono conservati sono piuttosto brevi e provengono dalle tombe.

(Mugello Valley Project)

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«A questo punto possiamo affermare che si tratta di una delle più importanti scoperte etrusche degli ultimi decenni», dice Warden. «Non solo ci fornirà delle preziose informazioni sulle pratiche sacre di Poggio Colla, ma anche sui concetti e sui rituali degli Etruschi, oltre a dei nuovi dati sulla loro scrittura e forse sul loro linguaggio».

Oltre a essere forse la più lunga iscrizione etrusca su pietra, è anche uno dei tre più lunghi testi sacri finora scoperti. Una sezione del testo si riferisce a Tinia, la più importante divinità etrusca, marito di Thalna o di Uni, e che corrisponde allo Zeus greco o al Giove romano.

Oltre a Maggiani, sta studiando il testo anche Rex Wallace, linguista e professore di studi classici presso la University of Massachusetts Amherst.

La pietra è in parte scheggiata e bruciacchiata. Il suo restauro in corso nei laboratori della Soprintendenza Archeologica Toscana di Firenze aiuterà a leggere l’iscrizione.

(Mugello Valley Project)

(Mugello Valley Project)

Gli archeologi del Mugello Valley hanno annunciato le loro scoperte nel corso della mostra “Scrittura e culto a Poggio Colla, un santuario etrusco nel Mugello”, dal 27 agosto al 31 dicembre 2016 a Firenze. Uscirà anche un articolo sulla rivista accademica Etruscan Studies.

 

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