L’eredità di McGuinness, la vittoria dell’Ira e la sconfitta dell’Eta

Fonte: http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/leredita-di-mcguinness-la-vittoria-dellira-e-la-sconfitta-delleta-59818/

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Derry, 21 Mar. – Veglie di preghiera notturna si sono susseguite in tutta l’Irlanda per rendere omaggio a Martin McGuinness, morto a 66 anni ieri, in seguito a una malattia genetica rara. L’ex Capo di Stato Maggiore dell’Ira dal 1979 al 1982, dopo essere spirato all’ospedale di Derry, è stato trasportato verso casa a spalle, nella bara avvolta nella bandiera irlandese lungo le strade della città. Una folla commossa ha seguito il feretro interrompendo il silenzio con qualche applauso.Il leader repubblicano, cattolico, esponente del partito Sinn Fein è stato quasi un’istituzione per l’Irlanda del Nord, e la sua vita testimonia il successo della battaglia militare e politica dell’IRA e del Movimento Repubblicano irlandese.

Il tragico Bloody Sunday di Derry dal 1972, con l’annessa la rivolta del quartiere cattolico Bogside di cui Guiness  fu uno degli artefici e dove ancora campaggia un murales la famosa scritta “You are now entering in Free Derry”. La guerriglia dell’Ira. Gli accordi di pace del Venerdì Santo del 1988 che misero fine alla guerra civile nordirlandese costata quasi tremila vite. E infine l’arrivo al governo dell’Ultster come vicepremier, carica abbandonata lo scorso gennaio per motivi di salute. Questa in estrema sintesi è la parabola politica di Martin Mc Guiness per molti anni numero 2 dell’Esercito repubblicano Irlandese e poi braccio destro dello storico leader Gerry Adams. La sua scomparsa coincide con la nuova speranza di un referendum per la riunificazione dell’Irlanda dopo il travolgente successo elettorale delle recenti elezioni politiche.

Ma mentre il Sinn Fein di Mc Guiness il partito politico che ha sempre affiancato e sostenuto le istanze politiche dell’Ira è tornato al massimo del suo splendore, la stessa cosa non si può dire per l’Eta basca che sta per arrendersi e consegnare le armi.Quella dell’Ira e dell’Eta sono due lotte dai tratti comuni, una per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord e l’altra per la medesima istanza dei Paesi baschi. A essere diversi però sono gli interpreti e le opposte fini. Da una parte ci sono gli irlandesi, con legami e comunità di immigrati in tutto il mondo che mandavano finanziamenti, capaci di trasmettere oltre alla solidarietà anche le sensibilità di quello che si pensava dell’Ira nel mondo. Dall’altra un mondo, quello basco, ripiegato su se stesso, incapace di dialogare con i nemici di Spagna e Francia e soprattutto senza supporti e legami forti all’estero.

Quello che gli irlandesi hanno capito e che quello che i baschi non hanno capito è stata la portata emotiva e politica dell’11 settembre. Con l’attacco alle Torri Gemelle l’Occidente rompe irrimediabilmente con ogni forma di terrorismo. L’Ira capisce il cambio di paradigma storico e tratta con Londra deponendo le armi, e ottenendo il pieno riconoscimento politico. L’Eta all’opposto continua autisticamente, anche dopo l’attacco aereo a New York, con l’uso della violenza terroristica fino alla consunzione politica e militare del movimento. La tragedia dei baschi è stata quella di non avere una leadership politica in grado di guidare il passaggio dalle armi alla politica.

Insomma a Bilbao e dintorni non ci sono stati personaggi politici della statura di Martin Mc Guiness e Gerry Adams. Uomini di guerra e uomini di pace.

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