Cina fra crescita economica, profitti e rifiuti: quale speranza?

Fonte: http://www.howtobegreen.eu/

Cina, crescita economica accelerata, rifiuti e logica del profitto prima di tutto. In Cina, si stima che oltre il 90 percento dei rifiuti industriali non sono riciclati che questi rifiuti, provenienti dai migliaia di cantieri avviati negli ultimi anni, vengono ammassati a cielo aperto in discariche abusive inquinando terra e acqua.

Che cosa alimenta tutta questa crescita economica? Per lo più la speculazione edilizia. La crescita è divenuta negli ultimi anni così irresistibile da diventare insostenibile in quanto di fatto tutta poggiante sulla corsa al CEMENTO quale conseguenza diretta di 460 miliardi di euro messi in gioco per la rinascita economica cinese.

Allo stato attuale sono in costruzione quasi 40 milioni di case popolari, 100 aeroporti, migliaia di chilometri di linee ferroviarie e quasi due miliardi di metri quadri fra uffici e appartamenti costruiti OGNI ANNO.

Quale la conseguenza? La Cina si mangia oltre il 40 percento dell’acciaio e del cemento prodotto in tutto il mondo. Come riportato su Greenreport.it “Nella sola Pechino, su 100 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno, il 40 percento proviene dai cantieri edili, una quota sette volte più alta della media dei Paesi industrializzati occidentali. Solamente il 5 percento di questi rifiuti è trattato secondo la legge ed appena l’1 percento è riciclato”.

Si pensi che il metallo abbandonato quando arrugginisce contamina fortemente il suolo e le falde freatiche. Non solo, anche il cemento inquina liberando importanti livelli di carbonato di calcio. Questo comporta aumento dell’acidità nel suolo e l’impossibilità di coltivarlo.

E pensare che il governo ha una legislazione che obbliga tutti i produttori/costruttori di riciclare i loro rifiuti. E perchè nessuno controlla? Perchè ci sono troppi interessi economici in ballo e nessuno ha nell’interesse all’aumento dei costi legati allo smaltimento e riciclaggio dei propri rifiuti.

Uno fra i più importanti centri per i rifiuti di Pechino, lo Yuantaida Buildings Materials Science and Technology Corporation, è in grado di trattare fino ad 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno ma in realtà ne tratta soltanto tra le 300 e 500 mila tonnellate, ovvero un terzo in meno della propria capacità. E perchè? Secondo Wu Jianmin, il direttore del centro della Yuantaida, “I costruttori non hanno interesse a conferirci i loro rifiuti perché i nostri costi vanno ad appesantire le loro fatture. Come centro abbiamo anche difficoltà ad essere competitivi in quanto, per esempio, i nostri mattoni riciclati sono più cari dei materiali classici”.

Ovvero? La solita logica del denaro-profitto porta alla convenienza di continuare ad inquinare e non riciclare. In un modello capitalista ciò che non conviene economicamente viene scartato. E intanto il pianeta può attendere.

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