Carne con farmaci, tutto a scapito del sistema immunitario

Scritto da: Graziano Fornaciari
Fonte: http://www.primapaginadiyvs.it/carne-con-farmaci-tutto-a-scapito-del-sistema-immunitario/

 hqdefaultPerché continuare a mangiare carne? Ognuno è libero di fare quello che vuole, e ci mancherebbe altro, ma perché non informarsi sui benefici di una dieta, quantomeno, vegetariana, anche in considerazione del fatto che la carne che si trova in commercio risulta, in massima parte, contaminata da elementi non certo salutari… poi, suvvia, mangiare animali significa ingurgitare elementi digeribili con difficoltà, convivendo con tossine estremamente dannose, nutrendo, tra l’altro, una natura emotiva che favorirà l’incentivazione delle paure e la conseguente aggressività.

Una ricerca dei dipartimenti di Veterinaria dell’Università di Torino avvalora tutto questo, dandoci elementi importanti, perché il rischio di contaminazione da farmaci negli alimenti di natura animale sono più che fondati, sia per i cibi destinati a cani e gatti, sia per wurstel e hamburgher destinati agli esseri umani, ma in generale tutti i cibi presenti nei fast food o street food. Il rischio deriva dagli allevamenti zootecnici intensivi, dove sono stati riscontrati residui di ossitetraciclina, un antibiotico usato con frequenza.

Difficile non trovare elementi nocivi nella carne che ci viene propinata, e lo studio al riguardo, pubblicato sulla rivista internazionale Poultry Science, ha messo in evidenza che nei sottoprodotti di macellazione, i macinati d’osso, si trovano i residui della ossitetraciclina, un vero e proprio veleno per le cellule, che produce una costante e progressiva intossicazione, agendo direttamente, e in modo marcato, sul sistema immunitario con la formazione di sostanze che provocano infiammazioni.

Siamo quello che mangiamo, ricordiamocelo qualche volta, e ricorrere ad una alimentazione sana e naturale, ritengo sia una mossa intelligente. Non si può chiudere gli occhi difronte alla evidenza dei fatti, visto che siamo davanti a cibi sempre più adulterati, dove la logica del profitto vuole produrre a costi bassissimi per aumentare la “forchetta” del guadagno. Tutto questo a scapito di un consumatore sempre più depresso per la situazione contingente e in difficoltà dal punto di vista economico, terreno fertile per propinare questa robaccia, che costa poco, ti riempie e ti fa ammalare.

Le multinazionali in questo modo guadagnano in ogni caso, sul cibo che propongono e sulle malattie che si creano, perché se vai a squilibrare il sistema immunitario, sarai per sempre in balia di coloro che ti propongono la guarigione, ma che sanno bene che non avverrà mai completamente, perché il loro intento è quello di creare dipendenza.

Pressione in equilibrio grazie al tiglio

Fonte:http://www.riza.it/benessere/erbe-e-fitoterapia/3265/pressione-in-equilibrio-grazie-al-tiglio.html

Grazie alle infiorescenze e alla corteccia, il tiglio possiede un’azione sedativa utile al sistema cardiovascolare: con la passiflora, contrasta il nervosismo

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Le sue parti più utilizzate sono le infiorescenze, ma anche l’alburno (la corteccia più esterna) possiede importanti virtù terapeutiche. Il tiglio ha un’importante azione sedativa generale, ansiolitica e antispasmodica. Contiene principi attivi quali polifenoli, flavonoidi (tiliroside), mucillaggini e oli essenziali. L’effetto calmante del tiglio è prezioso in tutti i casi di nervosismo e agitazione concomitante a gastralgie, colite con spasmi all’addome, cefalea e colon irritabile. Il tiglio presenta anche un’azione vasodilatatrice e coadiuvante nell’ipertensione, probabilmente grazie a una diminuzione delle resistenze vascolari periferiche; per questo è utile come coadiuvante in caso di cefalee vasomotorie o muscolo tensive.

L’infuso di tiglio

Il tiglio si usa in infuso: mettere in infusione 2 grammi di pianta in una tazza di acqua bollente e lasciare riposare per 10 minuti circa. Tre tazze al dì.

L’idea in più: insieme ai fiori di sambuco e di camomilla, in parti uguali, il tiglio è super rilassante.  Mettete in infusione 3 cucchiaini di miscela in una tazza d’acqua bollente; filtrate dopo 10 minuti e bevete.

Gocce e capsule anti ipertensive

Molto usato è il macerato glicerico  (Tilia tormentosa MG 1 DH), ottenuto dalla macerazione di gemme fresche di tiglio. Utile in caso di stress accompagnato da ipertensione e palpitazioni, è particolarmente indicato in tutti quei casi in cui una componente ansiosa coinvolge in modo importante anche lo stomaco che risulta più teso e contratto.

Come usarlo

Le dosi sono: 30-40 gocce fino a tre volte al dì in poca acqua (da sorseggiare lentamente) lontano dai pasti. Per i bambini, la dose varia da tre a 10-15 gocce a seconda dell’età.

Insieme a Passiflora vince il nervosismo

Il tiglio è utilizzato anche in tintura madre (Tilia cordata TM). La posologia è di 30 gocce tre volte al dì, sciolte in poca acqua.

Come usarlo: In caso di nervosismo, associare le tinture madri di Passiflora, Escholzia e Tiglio, in parti uguali. Prendere 30 gocce tre volte al dì della miscela.

L’estratto secco, il più pratico

Un’altra formulazione facilmente reperibile è l’estratto secco, in capsule da 50, 100 mg . La dose è di 1-2 capsule, 3 volte al dì.

Curiosità

Anche la pelle si giova dall’uso del tiglio. Un impacco esterno con il decotto di fiori di tiglio ha un’azione decongestionante e rinfrescante su occhiaie e palpebre gonfie e infiammate, emolliente sulla pelle sulle mucose arrossate; risulta ottimo infine per scottature, eritemi solari e dermatiti.

Come si distrugge l’industria alimentare italiana

Scritto da: Torquato Cardilli
Fonte: http://www.litaliano.it/index.php/italia1/italia-news/commenti/1374-come-si-distrugge-l-industria-alimentare-italiana

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Uno dei proverbi che abbiamo ascoltato sin dalla tenera età “non è tutto oro quel che luccica”, ripetutoci dagli anziani con l’intento di metterci in guardia da possibili imbrogli materiali, affettivi, spirituali che possono capitare quando si è superficiali nelle valutazioni, è un detto antichissimo. Risale addirittura a Esopo ed ha avuto una larga diffusione, prima nel mondo letterario e poi nell’uso comune, per essere stato inciso da Shakespeare sullo scrigno che lo spasimante principe del Marocco offre a Porzia, nell’opera il mercante di Venezia.
Ma in Europa pare che non sia più così. A Bruxelles hanno scoperto la pietra filosofale per trasformare le sostanze ed arricchire i soliti noti.
A nessuno verrebbe in mente di vendere per oro ciò che oro non è; oppure di vendere per diamante un fondo di bottiglia ben tagliato; oppure per seta pura una semplice fibra artificiale ecc.; se lo facesse sarebbe un falsario, un truffatore a qualsiasi latitudine.
Eppure in Europa sul piano dei prodotti alimentari e della gastronomia non vale la stessa regola e lo stesso metro di giudizio quando c’è da salvaguardare l’interesse delle multinazionali del latte in polvere e le lobby degli affamatori.
Purtroppo per noi cittadini i italiani, i Governi degli ultimi quindici-venti anni non hanno fatto altro che favorire la deindustrializzazione del paese in omaggio ai principi del liberalismo a perdere e , delle privatizzazioni che lasciavano ai privati i profitti ed addossavano alla collettività le perdite.
E’ tramontata l’epoca d’oro del miracolo italiano dell’auto, dell’acciaio, dell’elettronica, della chimica, della telefonia, dell’energia, dell’elettricità. L’Italia è stata rinchiusa dai poteri sovranazionali, con l’acquiescenza dei nostri rappresentanti, nello stretto ambito dei prodotti da sussistenza.
E in Europa, dove ogni giorno vengono prese decisioni sempre più stringenti sull’austerità, sulla limitazione della libertà dei cittadini e della libertà di impresa, abbiamo sempre mandato gli scarti della politica nazionale, sempre assenti al momento delle votazioni decisive (basta guardare le statistiche del Parlamento Europeo). Il che è tutto dire quanto a livello, data la comprovata inettitudine e produttività di quelli che stanno a Montecitorio o a Palazzo Madama.
Per loro sedere nel Parlamento europeo e nella Commissione europea è sempre stata una vincita alla lotteria, una sine cura, un bancomat di prebende e privilegi, di lussi e di rimborsi facili, anche non dovuti.
Quanto al governo nazionale chi ricorda una battaglia vinta per la difesa degli interessi del suo popolo? Forse che abbiamo dimenticato la vicenda penosa delle multe sulle quote latte?
Pochi giorni fa la Commissione europea ci ha inviato un’ennesima lettera di richiamo. Siamo da tempo sotto schiaffo su temi di grande rilevanza come l’inquinamento ambientale, la giustizia, il pagamento dei debiti della P.A., la corruzione, la libertà di stampa, l’evasione fiscale o le carceri, ma anche per questioni minori come la grandezza delle vongole e dei cetrioli e questa mossa non fa che allungare l’elenco delle materie nelle quali il nostro Governo è imbelle e non sa prendere una posizione.
La diffida che ci chiede di porre fine al divieto vigente, risalente ad una legge italiana del 1974, di detenzione e di utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, andrebbe considerata un vero e proprio insulto ai nostri prodotti locali,  un attentato all’economia italiana, al nostro made in Italy alimentare che deve lottare sui mercati del mondo per contrastare le imitazioni e le contraffazioni.
La nostra legge è ritenuta troppo penalizzante contro i surrogati del latte fresco ed è considerata un ostacolo alla conclamata libera circolazione delle merci, dato che nel resto dell’Unione europea è considerato normale la produzione di “latticini senza latte” (formaggi, yogurt, gelati).
Come dire cari italiani a noi di Bruxelles interessa poco che il formaggio lo facciate con il latte fresco, anzi vogliamo che lo si possa fare anche da voi con altri prodotti di base (venduti da noi), che costano meno e ci fanno guadagnare di più e pretendiamo che consentiate a tutti di farlo come diciamo noi. E chi se ne importa della vostra vantata qualità!.
E tutto questo proprio mentre celebriamo con l’Expo di Milano il festival dell’alimentazione sana!.
Poiché dietro ogni decisione c’è un interesse di fondo, bisogna chiedersi a chi fa comodo sollevare il dito accusatorio contro questa legge italiana, varata oltre 40 anni fa, a difesa dei prodotti  tipici delle nostre regioni, a tutela della specificità e della qualità della nostra tradizione alimentare, a garanzia e protezione dei gusti della cucina degli italiani, a sostegno di un artigianato alimentare sempre più spinto in un’area da riserva indiana da parte delle multinazionali.
Per i burocrati di Bruxelles e per i loro mandanti causa, la qualità delle numerose specialità tipicamente italiane, dalla mozzarella al pecorino sardo, dal parmigiano dop alla più plebea caciotta possono essere imitate liberamente utilizzando latte in polvere con l’obiettivo di favorire immonde speculazioni e truffe alimentari.
Il fatto che in tutta Europa venga utilizzato abitualmente latte in polvere e latte concentrato sarebbe un motivo in più per rendere invece ancora più vincolante da parte nostra il mantenimento delle precise caratteristiche organolettiche dei formaggi italiani.
All’Europa che si dimostra ogni giorno sempre più lontana dai bisogni dei cittadini e dal progetto principale di solidarietà e di unione tra i popoli (e lo schiaffo del referendum di Atene ne è una riprova), va detto chiaro e tondo che è ora di finirla con i divieti, con le misure distruttive delle specificità; basta con il predominio globale in economia da parte della Troika e in politica della Germania.
Oggi l’Europa, a dispetto della Mogherini, sparisce quando le si chiede solidarietà ed aiuto (ad esempio sull’emergenza dell’immigrazione) e riappare energicamente pronta ad assecondare le lobby quando si tratta di imporre manovre di austerità come l’ultimatum alla Grecia o di abbassamento di parametri qualitativi. Questo sistema non funziona più.
L’ultimo diktat della burocrazia dell’Ue che ha già partorito troppi danni con incomprensibili decisioni sulla nostra tavola (dal vino senza uva, al cioccolato senza cacao, agli insaccati pieni di polvere di latte, fino alla carne annacquata) che hanno allontanato dai sentimenti dei cittadini e delle imprese l’orgoglio di far parte dell’Europa, va interpretato come un atto di ostilità contro l’economia italiana.
Se la Germania intende comandarci anche nel latte, assecondando le  multinazionali con una congerie di norme fatte ad hoc per danneggiarci dobbiamo opporre un  no alto e forte.
Al primo ministro, che non perde occasione per manifestare la sua lontananza dalla gente del lavoro e la sua vicinanza a quella del capitale, diciamo che è fin troppo facile gridare contro l’Europa e far finta di essere coraggiosi in parlamento, quando si è a distanza di sicurezza. Vada a Bruxelles  e non torni indietro fino a che non avrà portato a casa un risultato.

E’ possibile vedere il futuro?

Scritto da: Mario Bruschi
Fonte: http://www.altrogiornale.org/e-possibile-vedere-il-futuro/

linea - universo“La maggior parte delle persone crede che il tempo scorra, in realtà esso sta sempre là dov’è”
Dogen – maestro Zen

E’ possibile conoscere il futuro? Cosa ha da dire la scienza attuale a proposito di un argomento come questo che da sempre è al centro dell’interesse e dell’immaginazione umana? Se la domanda significa conoscere anticipatamente eventi futuri, prevedere il futuro, allora bisogna ammettere che la scienza (nata in effetti per questo!) riesce a farlo, nei suoi limiti, con notevole efficacia: semplicemente guardando il mio orologio (uno dei tanti gadget accessibili ora all’uomo comune) riesco a sapere la posizione dei pianeti del sistema solare per il prossimo secolo, posso prevedere (e sarei disposto a scommettere su tale previsione) che, ad esempio, il 20 marzo del 2015 ci sarà un’eclissi solare o che, al prossimo passaggio della cometa di Halley, il massimo avvicinamento alla Terra avverrà il 29 Luglio 2061. Tuttavia, pur sottolineando l’importanza e la meraviglia di una tale conoscenza, riconosco che comunemente con la suddetta domanda non si intende conoscere il futuro come prodotto o conseguenza più o meno necessaria del passato e del presente; non si vuole una conoscenza come estrapolazione scientifica dell’informazione che possediamo, ma piuttosto ci si chiede se è possibile acquisire informazioni che provengano direttamente dal futuro: in altri termini, ci si chiede se è possibile vedere il futuro. Certo penseremmo che la scienza, così come il senso comune, risponda decisamente no a tale domanda. In fondo tutti sappiamo che il passato è esistito, è una realtà già attuata di cui conserviamo tracce, memorie etc.; il presente esiste, è la realtà in atto; il futuro non esiste, è solo una realtà in potenza: come potremmo quindi vederlo? (la sola possibilità di un futuro già dato, esistente, porrebbe enormi problemi e pratici e filosofici, basti pensare al “libero arbitrio”). Eppure, anche se sembrerà strano, diversa è la posizione della scienza attuale. Anzi, i possibili modelli di spiegazione di una fenomenologia che comporti acquisizione di informazione dal futuro o addirittura “viaggi” nel tempo sono così numerosi ed intrinseci alle moderne teorie fisiche che un fisico moderno non dovrebbe essere sorpreso se tale fenomenologia fosse provata sperimentalmente. Voglio essere più che chiaro su questo punto: non sto dicendo che la scienza moderna ha provato l’esistenza di fenomeni come la precognizione, la profezia o i viaggi nel tempo (anche se su questo si potrebbe discutere, vedi dopo); infatti spetta solo all’esperimento fornire una tale prova di esistenza e i pochi lavori seri in questo campo non hanno dato ancora un’evidenza sperimentale netta e indiscutibile di tali fenomeni. Quello che sto dicendo è che, qualora l’esistenza di tali fenomeni fosse provata, le attuali teorie scientifiche sarebbero in grado di fornire non uno ma più possibili meccanismi di spiegazione.

Per poter esaminare alcuni di questi possibili modelli esplicativi, è utile che sappiate leggere un “diagramma spazio – tempo“. Non spaventatevi! Non è poi così difficile da capire. Immaginiamo che voi siate comodamente seduti sulla vostra poltrona preferita che si trova, diciamo, a 2 metri dalla porta alla vostra sinistra e a 3 metri dalla finestra sulla vostra destra. Bene, tracciamo un asse dello spazio e segniamo il punto P (la porta), poi a 2 centimetri sulla destra (2 metri in scala 1 a 100!) segniamo il punto A che rappresenta voi sulla poltrona e ancora a 3 centimetri sulla destra il punto F, cioè la finestra.

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Chiaramente questa raffigurazione è insufficiente: non dice, ad esempio, quanto è alta la porta né che avanti a voi c’è un tavolo; in altre parole non tiene conto che lo spazio “vero” ha tre dimensioni e non una, o, in altri termini ancora, stiamo disegnando solo lo spazio a sinistra e a destra, ignorando il davanti/dietro e il sopra/sotto ma questo sarà sufficiente per i nostri scopi).

Ora veniamo all’aspetto tempo. Supponiamo che in questo preciso istante facciate partire il cronometro che avete in mano e aspettiate poi 10 secondi; controllate la Figura 1b:

linea - universo 1b

Se all’istante zero voi eravate rappresentati dal punto A, dopo 10 secondi siete rappresentati dal punto B (la lunghezza del segmento AB dice, in scala, quanto tempo è passato e anche in che direzione: se un punto sta sopra (più in alto) di un altro, rappresenta un evento che è futuro, avviene dopo, rispetto all’evento rappresentato dal punto che sta sotto (e viceversa, ovviamente). Notate che nel diagramma spazio – tempo non si può restare fermi: in effetti voi, seduti sulla poltrona per 10 secondi siete stati sì fermi nello spazio , ma avete viaggiato nel tempo, precisamente vi siete spostati in avanti, verso il futuro, di 10 secondi (1 cm. nella scala usata). Supponiamo inoltre che ora voi vi alziate e camminiate lentamente verso la finestra che raggiungete dopo 15 secondi: bene, spero che vi sarà chiaro che il punto che vi rappresenta ora è C, che si trova esattamente sopra F; l’evento C (in parole: voi alla finestra 25 secondi dopo aver fatto scattare il cronometro) si trova direttamente sopra quindi ha la stessa posizione spaziale dell’evento F (la finestra al momento dello scatto del cronometro stesso) ma è avanti nel tempo di appunto 25 secondi (nella Figura 1b potete ugualmente vedere che C è 3 cm., cioè 3 metri nella realtà, a destra e 1,5 cm., cioè 15 secondi, in alto (nel futuro) rispetto all’evento B – voi in poltrona che state alzandovi -).

La linea che congiunge A a B e poi a C si chiama, tecnicamente, linea – universo ( in questo caso è la vostra linea – universo! ); le freccette indicano il verso in cui è percorsa (in questo caso, dal passato al futuro ): notate che il tratto AB, in cui eravate fermi, è verticale ( pendenza zero rispetto alla verticale = velocità zero ), il tratto BC ha invece una certa pendenza rispetto alla verticale che rappresenta la velocità con cui vi siete mossi andando dalla poltrona alla finestra (nella fattispecie, 3 metri in 15 secondi cioè 0,2 metri al  secondo ).

E’ chiaro che se voi foste andati più velocemente, la pendenza del tratto BC sarebbe aumentata, cioè la retta BC si sarebbe avvicinata di più all’orizzontale. Tuttavia per avere una retta (linea – universo) esattamente orizzontale è necessaria una velocità infinita che, sembra, non può essere raggiunta in natura. Ne segue che eventi simultanei (tipo P, A, F cioè la porta della vostra stanza, voi in poltrona e la finestra nel preciso istante in cui fate scattare il cronometro) non possono essere collegati da nessuna linea – universo e quindi da nessun segnale fisico, neanche dalla luce che, pur essendo velocissima, ha comunque una velocità finita e dunque una linea – universo non orizzontale… detto in altri termini: non è possibile vedere il presente!

Ora che siete diventati esperti in diagrammi spazio – tempo, considerate il seguente:

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Il diagramma descrive un processo abbastanza comune nei nostri laboratori, precisamente l’annichilazione di una coppia elettrone – positrone. Vediamo di leggerlo: sulla sinistra in basso c’è la linea – universo   [linea blu] di un elettrone (e) che avanza nello spazio verso destra e in avanti nel tempo (le freccette sono rivolte verso l’alto); nel punto A (cioè nella posizione S e al tempo T) l’elettrone si scontra con un positrone (e+) che proveniva da destra e avanzava anche lui nel tempo [linea rossa]; le due particelle si distruggono nello scontro producendo un quanto di luce (il fotone g) rappresentato dalla linea – universo tratteggiata nella parte superiore del diagramma [linea verde]. L’elettrone è una delle particelle fondamentali della natura e delle più diffuse (in un vostro dito ce ne sono miliardi di miliardi di miliardi di…); il positrone, che pure è quasi identico all’elettrone, è invece un “animale”‘ raro nel nostro universo, esso costituisce l’antiparticella dell’elettrone stesso. In realtà, per ogni parte di quella che chiamiamo materia esiste una controparte detta antimateria che ha la stessa “dignità” della materia normale, nel senso che un mondo o un universo fatto di tutta antimateria potrebbe esistere e anzi sarebbe a tutti gli effetti indistinguibile dal nostro; è comunque un bene che dalle nostre parti ce ne sia così poca (di antimateria) perché quando materia e antimateria si incontrano, il risultato è piuttosto…”esplosivo”: tutta la massa viene convertita in energia! (pensate che in una esplosione atomica solo una piccola percentuale della massa diviene energia).

Tutto ciò è interessante, ma cosa c’entra con il tempo ed il nostro quesito iniziale? C’entra; anzi, dopo il lungo preambolo, siamo ora in grado di dare la prima delle risposte promesse. In effetti, il processo sopra descritto potrebbe avere un’interpretazione ben diversa: l’elettrone egiunto in A, cioè nella posizione S al tempo T , emette un fotone g (luce!) e di conseguenza rincula nel tempo viaggiando verso destra dal futuro verso il passato (vedi Figura 2b: notare le freccette verso il basso nella linea – universo dell’elettrone sulla destra di A!  la linea stessa non è più disegnata in rosso in quanto non è la linea-universo di una diversa particella (il positrone di Figura 2a): a destra di A ora abbiamo ancora lo stesso elettrone e quindi la sua linea universo è in effetti la continuazione di quella blu a sinistra solo che va verso il basso, cioè indietro nel tempo).

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Questa descrizione non solo è compatibile con le leggi fisiche note, ma, alla luce delle teorie fisiche attuali, è del tutto indistinguibile dalla precedente: in altri termini, possiamo dire che l’antimateria non esiste, ciò che vediamo come antimateria non è altro che materia normale che però viaggia indietro nel tempo (!). Quindi, almeno nel mondo microscopico, i viaggi nel tempo sono, nel senso sopra specificato, una realtà. Almeno in linea di principio: in pratica, la relativa rarità di tali inversioni temporali anche a livello microscopico (ossia, se volete, la scarsezza di antimateria) unitamente alla piccolissima durata di questi viaggi indietro nel tempo, fanno sì che nessuna applicazione “macroscopica” sia finora ipotizzabile.


Una seconda possibilità di vedere il futuro ci è fornita da certe strane particelle denominate tachioni. La parola tachione deriva dal greco; una brutta ma efficace traduzione in italiano suonerebbe come “velocione” o “rapidone” e metterebbe in risalto la caratteristica fondamentale di tale particella: il tachione infatti si muove con velocità maggiore di quella della luce e questo implica strane conseguenze riguardo al tempo. Le caratteristiche osservabili del tempo, così come lo concepiamo in Fisica, sono durata e sequenza.

Ritornando al diagramma in Figura 1b, la durata è data (in scala) dalle lunghezze in verticale delle linee – universo (la lunghezza del segmento AB dice che siete rimasti seduti in poltrona per dieci secondi dallo scatto del cronometro). L’orientamento delle linee-universo (le freccette!) danno invece la sequenza o successione temporale (percorrendo la vostra linea – universo in Figura 1b nel senso indicato dalle frecce, si vede che l’evento A precede l’evento B che a sua volta è seguito da C). Il punto è che finora abbiamo tacitamente ammesso che la scena descritta dal diagramma spazio – tempo in Figura 1b sia stata osservata da qualcuno fermo rispetto alla stanza: come sarebbe descritta la stessa scena da qualcuno che, per esempio, sia su di una astronave in rapido allontanamento dalla terra? Ebbene la Teoria della Relatività e il cosiddetto “paradosso dei gemelli” ci dice che più velocemente viaggia la nave, più corti sembrerebbero,  misurati con un orologio sulla nave!, gli intervalli di tempo: il nostro ipotetico astronauta, viaggiante ad una discreta percentuale della velocità della luce, potrebbe dire che in realtà noi siamo restati seduti solo per un secondo ed abbiamo raggiunto la finestra in un secondo e mezzo; al limite, se la nave potesse (ma non può…) raggiungere la velocità della luce, gli intervalli di tempo tra i vari eventi sarebbero zero, cioè la durata sarebbe completamente annullata.

Ricapitolando, all’aumentare della velocità dell’osservatore (o delle cose osservate) gli intervalli di tempo tra gli eventi diminuisce (cioè mentre sulla  Terra tra A e C sono trascorsi 25 secondi, sulla nave sono trascorsi solo 2.5 secondi: sulla terra si invecchia più rapidamente! – paradosso dei gemelli: se di una coppia di gemelli uno rimanesse sulla terra e uno partisse per un viaggio a velocità prossima a quella della luce, il gemello astronauta al suo ritorno sarebbe più giovane di quello rimasto a casa…). Tuttavia la sequenza degli eventi stessi rimane invariata: l’astronauta vedrebbe pur sempre prima voi seduti far scattare il cronometro, poi vedrebbe voi alzarvi e poi ancora, camminando, raggiungere la finestra. Ma se la nave fosse fatta di tachioni e viaggiasse quindi a velocità superiore a quella della luce, anche la sequenza potrebbe cambiare: il nostro astronauta (anche lui fatto di tachioni!) potrebbe ben vedere la stessa scena così: ecco, voi siete vicini alla finestra [Figura 1b, evento C], quindi camminate lentamente all’indietro e vi sedete in poltrona [B] e poi, dopo un pò di tempo, fate fermare (!) il cronometro (A). Ovviamente a questo punto vi starete domandando: perché non è in vendita un qualche aggeggio (telescopio, televisione…] a tachioni per poter sbirciare la schedina vincente della prossima settimana? Certo lo vorrei anch’io, ma sfortunatamente finora nessuno ha mai trovato un tachione! Sto dicendo che i tachioni sono oggetti possibili secondo le nostre teorie fisiche e, se esistessero, si comporterebbero necessariamente come sopra descritto: epperò, benché essi siano ricercati con varie tecniche da molti anni in molti laboratori di molti paesi, a tutt’oggi la ricerca, la caccia, è stata infruttuosa. Tuttavia la storia e l’esperienza ci hanno insegnato che gli oggetti previsti dalle teorie prima o poi vengono trovati anche sperimentalmente: a.e. il positrone (l’elettrone che viaggia indietro nel tempo!) previsto dal fisico teorico P.M. Dirac fu trovato sperimentalmente solo due anni dopo la previsione, mentre per il neutrino, un’altra affascinante ed elusiva particella, prevista teoricamente negli anni ’30, sono stati necessari quasi trenta anni di infruttuosi tentativi prima di poter aver la conferma sperimentale della sua esistenza. Sembra proprio quindi che ciò che può esistere, alla fine effettivamente esista: quindi, anche se non abbiamo ancora strumenti che interagiscano con i tachioni, se i tachioni esistono, potremmo ben avere tali strumenti in un futuro più o meno prossimo. Secondo la fisica attuale, c’è ancora almeno un’altra possibilità di vedere il futuro (tra l’altro la mia preferita); ma dovremo allora addentrarci nel complesso Universo dell’eterno presente!

LA GUERRA OCCULTA ALLA GHIANDOLA PINEALE

Fonte: https://sites.google.com/site/lapazienzaefinita/la-guerra-occulta-alla-ghiandola-pineale

La Ghiandola pineale produce ciò che e’ comunque conosciuto come DMT, sostanza in grado di portare l’individuo ad avere viaggi extradimensionali, e extratemporali.
Ciò accade di notte durante i sogni, quando la Ghiandola pineale e’ maggiormente attiva. Apparentemente, ad oggi non si da’ molta importanza al terzo occhio come in passato ciò ha portato ad atrofizzare graduale di tale organo ed alla perdita di valori “obsoleti” quali la spiritualità, l’amore per il prossimo ma ciò coincide “incredibilmente” anche con un rimbambimento delle masse.

All’interno della Ghiandola pineale scorre acqua, che con il passare del tempo calcifica. Questo porta ad una atrofizzazione della Ghiandola. Tale processo di calcarizzazione ed atrofizzazione viene accelerato prevalentemente a causa dell’alimentazione moderna:in particolare con l’uso dei composti di Fluoro usati come additivi nelle acque, bevande, alimenti e presidi medici comuni, come i dentifrici bibite gassate, acqua fluorizzata, zuccheri raffinati.

La Ghiandola pineale si attiva e si “decalcifica” di notte, con l’oscurità e con il sonno, pertanto per riattivare tale organo atrofizzato, nella maggior parte della gente sono necessarie queste due azioni: dormire e meditare.

Il consiglio è quindi di evitare il più possibile l’assunzione di fluoro, leggete le etichette dell’acqua in bottiglia se ancora ne fate uso, cercate dentifrici senza fluoro

altre fonti di assunzione di fluoro sono:

chewingum
medicinali
bevande gassate (coca cola – pepsi etc…)
te in bottiglia o lattina
gatorade
bastoncini di pesce (meccanicamente disossati)
bastoncini di pollo (meccanicamente disossati)
cibi cucinati in contenitori col fondo in teflon (Il fluoro è impiegato nella produzione di plastiche a bassa frizione come il teflon, e in liquidi refrigeranti come il freon.)
alcuni sali da cucina fluorati
alcuni tipi di anestetici (Enflurane, Isoflurane & Sevoflurane)




 

LA GHIANDOLA PINEALE

(detta anche corpo pineale, epifisi cerebri, epifisi o “terzo occhio”) è una piccola ghiandola endocrina nel cervello dei vertebrati. Essa produce la melatonina, derivato della serotonina, un ormone che influenza la modulazione di veglia/sonno e le funzioni dei modelli stagionali. La sua forma assomiglia ad una piccola pigna (da cui il nome), e si trova vicino al centro del cervello, tra i due emisferi, nascosta in una scanalatura in cui aderiscono i due corpi arrotondati dell’ipotalamo.

TOP SECRET- CIO’ CHE NON VOGLIONO FARVI SAPEREIn ogni essere umano la Ghiandola Pineale o terzo occhio può essere attivato a frequenze del mondo spirituale e vi permette di avere il senso della conoscenza del tutto, dell’euforia divina e dell’unità intorno a voi. La ghiandola pineale, una volta sintonizzati su frequenze proprie con l’aiuto della meditazione, yoga o vari esoterici metodi occulti, permette ad una persona di viaggiare in altre dimensioni, popolarmente conosciuti come viaggio astrale o proiezione astrale o visione remota.Con la pratica avanzata e i metodi antichi è anche possibile controllare i pensieri e le azioni di persone nel mondo fisico. Sì, è bizzarro, ma gli Stati Uniti, i governi dell’ex Unione Sovietica e le varie organizzazioni occulte hanno fatto questo tipo di ricerca per età e hanno avuto successo ben oltre la nostra immaginazione.

La Ghiandola pineale è rappresentata dalla Chiesa Cattolica Romana, ecco nell’immagine il “cortile della pigna” nei Musei Vaticani.( foto)

Le società antiche come gli Egizi e Romani ne conoscevano i benefici e l’hanno esemplificato nelle loro vaste simbologie contenenti il simbolo di un occhio.Un riferimento alla ghiandola pineale è anche sul retro della banconota da un dollaro negli Stati Uniti con quello che viene chiamato “occhio che tutto vede”, che si riallaccia alla capacità di un individuo (o gruppo di individui) di utilizzare questa ghiandola per andare verso l’altro lato (nel mondo spirituale) e, eventualmente, controllare i pensieri e le azioni di persone nel mondo fisico sapendo cosa stanno pensando in ogni momento nel nostro mondo fisico.Varie ricerche condotte fino ad oggi confermano che ci sono alcuni periodi nella notte, tra l’una e le quattro del mattino in cui vengono rilasciate sostanze chimiche nel cervello che provocano sentimenti di connessione alla propria fonte superiore.

COME STANNO UCCIDENDO LA NOSTRA GHIANDOLA PINEALE

Alla fine degli anni ’90, uno scienziato di nome Jennifer Luca realizza il primo studio sugli effetti di fluoruro di sodio sulla ghiandola pineale. E determina che la ghiandola pineale, situata al centro del cervello, è stata un obiettivo per fluoruro. La ghiandola pineale semplicemente assorbe più fluoro rispetto a qualsiasi altra parte fisica del corpo, anche le ossa.La ghiandola pineale è come un magnete per il fluoruro di sodio. Questo calcifica la ghiandola e ne blocca la fondamentale funzione di bilanciare gli interi processi ormonali nel corpo.Varie ricerche sul fluoruro di sodio hanno dimostrato che esso va ad accumularsi proprio nella pineale, che di gran lunga è la ghiandola più importante nel cervello. Il fluoro è l’unica sostanza in grado di attaccare il centro più importante del cervello. Il Fluoruro è di sodio è prevalente negli alimenti, nelle bevande e nell’acqua potabile e da bagno: è messo nel 90% delle acque . I filtri per l’acqua che si acquistano nei supermercati non tolgono il fluoro dall’acqua. Solo la distillazione e il processo di osmosi inversa è in grado di farlo. Il modo più economico per evitare il fluoruro è quindi quello di acquistare un distillatore d’acqua.Il Fluoruro di sodio è nel nostro approvvigionamento di acqua, cibo, pepsi, coke e letteralmente instupidisce le masse. Il fluoruro è stato introdotto in acqua dai nazisti e dai russi nei loro campi di concentramento per rendere la popolazione del campo docile e non in discussione con le autorità.Io non sono un teorico della cospirazione, ma credo che se si disattiva la sede dell’anima, questa disconnette la nostra unità con il nostro Dio e la potenza della nostra fonte di spiritualità e ci trasforma in uno schiavo mondano di società segrete, di organizzazioni occulte che controllano mostruosamente il mondo delle imprese.

*Mi piace concludere il mio articolo con questa citazione …

“Non credere in qualcosa semplicemente perché l’hai sentito. Non credere in qualsiasi cosa semplicemente perché se ne parla da parte di molti. Non credere in qualsiasi cosa semplicemente perché si trova scritto nei tuoi libri religiosi. Non credere in qualsiasi cosa soltanto per l’autorità dei tuoi insegnanti e degli anziani. Non credere nelle tradizioni perché sono state tramandate per molte generazioni. Ma dopo l’osservazione e l’analisi, quando scopri che qualcosa è d’accordo con la ragione e favorisce il bene e beneficio di tutti, allora accettala e vivi su di essa.“-Buddha-

Cresce ancora il giro d’affari delle Ecomafie

Fonte: http://www.improntaecologica.it/

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Continua a crescere in modo allarmante il giro d’affari delle così dette Ecomafie che, stando al rapporto di Legambiente, nel corso del 2014 ha raggiunto i 22 miliardi di euro, con un incremento di ben 7 miliardi rispetto all’anno precedente.
Nello stesso anno i reati accertati sono stati oltre 29 mila, l’equivalente di 80 al giorno, cioè quasi quattro ogni ora, con un aumento delle infrazioni di +26% nel settore dei rifiuti e +4,3% in quello del cemento, comparti dove la corruzione sembra trovare terreno ben fertile.
La Puglia è in testa alla classifica regionale degli illeciti, il Lazio è la prima regione del centro Italia, la Liguria la prima del nord mentre la Lombardia è al top per le indagini sulla corruzione.
Più della metà del totale delle infrazioni si è registrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, ovvero Puglia, Sicilia, Campania e Calabria, con 12.732 denunce, 71 arresti, 5.127 sequestri.
Spiccano poi i numeri degli ecoreati in ambito agroalimentare dove il giro d’affari vale 4,3 miliardi con quasi 8 mila illeciti rilevati.
A seguire il racket degli animali che colleziona poco più di 7.800 reati.

Condividere il cibo è un atto d’amore

Fonte: http://www.terraemadre.com/2015/07/01/combattere-lo-spreco-alimentare-grazie-a-i-food-share/

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Combattere lo spreco alimentare è diventata una priorità. Infatti, più di 8 miliardi di euro di cibo all’anno vengono gettati nella spazzatura. Questo è quanto emerge dal Rapporto 2014 Waste Watcher – Knowledge for Expo presentato ad Expo 2015 in questi giorni.

“Non sprecare” è l’appello che il 63% degli italiani rivolge al proprio Paese, l’auspicio per un’Italia futura più parsimoniosa soprattutto in campo alimentare. Un’Italia che oggi si presenta tendenzialmente attenta agli sprechi e che è migliorata rispetto al 2013, sa leggere le etichette e controlla se il cibo scaduto è ancora buono prima di gettarlo (lo fa l’81% degli italiani).

Cosa fare? Come avevo detto qui, per esempio, utilizzare una app per offrire il cibo in eccesso. Oppure ancora c’è Last Minute Market, una società spin-off dell’Università di Bologna che nasce nel 1998 come attività di ricerca. Dal 2003 diventa realtà imprenditoriale ed opera su tutto il territorio nazionale sviluppando progetti territoriali volti al recupero dei beni invenduti (o non commercializzabili) a favore di enti caritativi.

Per tutti però, c’è I Food Share, una piattaforma on line che permette la condivisione del cibo in eccedenza per la lotta allo spreco alimentare.

Chiunque può donare prodotti agroalimentari e metterli in condivisione per evitarne semplicemente lo spreco.

I Food Share permette la condivisione di piccoli e grossi quantitativi di prodotti alimentari, possono aderire cittadini, grande distribuzione, piccoli esercenti, panificatori e aziende agricole.
Per poter donare o beneficiare delle ceste messe a disposizione nel sistema I Food Share è necessario registrarsi dall’apposita area.
Il sistema tramite registrazione permette a donatori e beneficiari di mettersi in contatto tramite sistema di messaggistica interna e concordare le modalità di consegna/ritiro.

Accedendo dalla propria area riservata, è possibile inserire varie ceste alimenatri che saranno automaticamente pubblicate dal sistema e richiedibili da qualsiasi utente/cittadino privato o organizzazione, parrocchia o enti di ogni genere.
Non appena l’utente carica un prodotto, il sistema lo pubblicherà automaticamente con la città di riferimento in cui il prodotto è disponibile e con l’indicazione della data di scadenza inserita.
Se un prodotto viene richiesto non è più richiedibile e visibile.

Per richiedere le ceste inserite nel sistema è necessario registrarsi e avviare una ricerca per città, per controllare se vi è disponibilità di ceste alimentari nel proprio territorio.
Basterà di conseguenza richiedere la cesta tramite il sistema di messaggistica interna e concordare con il donatore le modalità di consegna/ritiro.

 

L’Euro si spacca. Ecco come farlo (e non faranno)

Scritto da: Maurizio Blondet
Fonte: http://www.disinformazione.it/Spaccare_euro.htm

euro_spaccato

E’ difficile pensare in queste ore che il “progetto europeo” (ossia eurocratico) e la sua pseudo-moneta, l’euro, possano sopravvivere. Del che – nonostante le difficoltà e i drammi che ci procureranno – non cesseremo di essere grati a Schauble e Merkel. E’ anche il momento di dare a questi due la parte di ragione che hanno; una ragione che incenerisce – finalmente – le vacue illusioni degli “europeisti” dogmatici. Precisamente di quelli che, dal Quirinale a Radio Radicale, per decenni, davanti ad una nuova crisi europoide, ci hanno sgonfiato i marroni sentenziano: “Ci vuole più Europa, non  meno Europa” . Ci vuole il “federalismo”. Trasformare l’euro in una vera moneta, con una fiscalità unitaria europea, eccetera eccetera.
In questi giorni, costoro ci hanno spiegato mille volte che se il Kentucky entra in crisi, non è che viene cacciato dall’area dollaro; lo stato federale mette a contribuzione la California. E’ una unità di trasferimento, l’area dollaro, ciò che l’euro non è.

Benissimo e verissimo. Jacque Sapir evoca in un suo bell’articolo quello che i “federalisti” del “Più Europa” non dicono mai: quanto costerebbe alla Germania aderire a questa unità di trasferimenti – perché inutile dire che sarebbe dalla Germania, in surplus, che dovrebbero partire i flussi verso i paesi in deficit, Spagna, Italia, Portogallo, Grecia.   Il calcolo l’ha fatto lui stesso ( Sapir J., « Le coût du fédéralisme dans la zone Euro », note publiée sur le carnet RussEurope, 10 novembre 2012,http://russeurope.hypotheses.org/453) ed anche se i dati sono del 2012, dicono quel che basta.
“Allora (il finanziamento dei trasferimenti) ammontava a circa 260 miliardi di euro l’anno, per un periodo  di 10 anni, solo per aiutare i quattro paesi del Sud” sopra citati. “Tra l’85 e il 90% sarebbe fornito dalla Germania. Ciò avrebbe significato un prelievo della ricchezza prodotta in Germania sull’8-9% del Pil ogni anno, anzi sul 12 secondo un’altra fonte (Patrick Artus, «La solidarité avec les autres pays de la zone euro est-elle incompatible avec la stratégie fondamentale de l’Allemagne: rester compétitive au niveau mondial? La réponse est oui», NATIXIS,Flash-Économie, n°508, 17 juillet 2012).

E’ ovvio che un tal salasso distruggerebbe l’economia germanica. Non è solo che Berlino non vuole che l’euro sia una vera moneta come il dollaro; non può. Non può permetterselo.
Il discorso è chiaro. Se Berlino avesse detto agli altri, con onestà intellettuale, che questo “federalismo” non se lo può permettere, gli altri governi avrebbero rinunciato all’euro, e amici come prima. Saremmo ciascuno con la nostra moneta, magari agganciata ad un sistema di cambi semi-fissi.

Un poker dove barano tutti
Questa onestà è scandalosamente mancata. Da parte tedesca, che per anni ha lasciato credere che aderiva alle speranze di “più Europa”, che un giorno si sarebbe instaurato il federalismo, con quel che segue; non diceva né sì né no. Ma ancor più disonesti i governi come la super-indebitata Italia: che sono entrati in un euro che non è una vera moneta, con la intenzione inconfessata (ma fin troppo chiara a Berlino) che un giorno l’eucrazia, a forza di regolamenti, fatti compiuti e normative avrebbero realizzato “il federalismo”, e costretto la Germania, in qualche inimmaginabile modo, a coprire la nostra nota-spese. Secondo me è a causa questo retro-pensiero furbesco (e da mendicante stupido) che l’Italia, paese fondatore e terza potenza industriale, ha accettato via via sempre più abusi della “costruzione europea”, direttive sempre più cervellotiche, perdite di sovranità sempre più irreparabili cedute alle burocrazie più irresponsabili. Ha sempre detto sì, anche quando la Corte di Karlsruhe, con una famigerata sentenza per cui la Germania avrebbe accettato solo le direttive europidi che non contrastavano con la Costituzione germanica, e l’esame se lo arrogava   la Corte medesima: giustissimamente, ma allora la UE cambiò natura. Perché mentre noi dovevano ratificare le direttive europee, la Germania era il solo paese a restare sovrano….Ma che importa? Siccome siamo così tanto indebitati, dobbiamo scodinzolare e vedrai che, quando i mercati ci aggrediscono chiedendo interessi enormi per i nostri Bot e Btp, la Germania, Bruxelles, Francoforte “ci aiutano”: Stiamo o no andando verso “più Europa?”. Ci leghiamo mani e piedi al “progetto”; ci facciamo mettere i ceppi a piedi, poi le manette, poi il collo nel cappio. Per fortuna ci hanno lasciata libera la coda, per scodinzolare. Quando hanno voluto loro, ci siamo presi Monti, poi Letta, poi Renzi. Abbiamo accettato le lezioncine, le male parole. Abbiamo accettato le cure di austerità.

Nel frattempo, i nostri politici avevano il loro tornaconto: indebitare il paese a tassi bassi (tedeschi) per le loro clientele e i loro sprechi e furti, rendersi totalmente irresponsabili in economia (“Ci pensa l’Europa”) come in politica estera (“Ci pensa la NATO”), dunque diventare ancor più incompetenti di quanto già fossero.
L’austerità l’hanno accettata scodinzolando (tanto paghiamo noi) perché la Germania e la BCE di Francoforte facevano balenare: sì, d’accordo, un giorno ci sarà l’Unione dei Trasferimenti…ma per prepararla, bisogna che i paesi colpevoli si avvicinino alla “convergenza”, taglino il debito, raggiungano l’avanzo primario.  Non prima.   Fate i compiti a casa, poi si vedrà. Dice Sapir: “I governi della zona euro hanno creduto di trovare la salvezza in una combinazione di cure di austerità i cui effetti recessivi hanno fragilizzato le economie europee, e di una politica relativamente espansiva da parte della Banca Centrale Europea; che se ha permesso di far abbassare i tassi d’interesse, non ha risolto il problema. Come voler curare la polmonite con l’aspirina”.

L’effetto è stato che la divergenza fra Germania e paesi “colpevoli” invece di ridursi, è aumentata; sempre più divaricata, quanto più sono stati applicati programmi di austerità più violenti. Ma il peggio è stato questo: le austerità “esasperano le popolazioni, alzano quelle dei paesi con meno problemi contro quelle dei paesi che soffrono di più. Altro che essere un fattore di unità e solidarietà! L’euro scatena gli egoismi degli uni e degli altri e fa’ crescere le tensioni politiche in seno all’Unione.   L’euro stesso, per la sua stessa esistenza, è la fonte della crisi”.
Sulla crisi greca, Dijsselbloem (il capo dell’eurogruppo) e Juncker hanno mostrato apertamente “il profndo spirito antidemocratico che domina nelle istituzioni della UE”. Sapir non dimentica Barroso (e Van Rompuy) “Le cui pratiche hanno largamente contribuito alla perdita di credibilità della istituzione”. A cita un sondaggio del novembre 2012, dove s’è scoperto che le persone che non hanno fiducia nell’Unione sono il 42% in Polonia, il 53% in Italia, il 56 in Francia, il 59% in Germania, ed il 72% in Spagna…

Agire subito
Proprio per salvare l’Europa “bisogna ammettere che l’Euro non è sostenibile. e cambiare il quadro attuale, passare al “federalismo” invocato dai veri credenti, è impossibile. Bisogna tirarne le conseguenze e procedere ad uno smontaggio coordinato della zona euro. Riflettiamoci bene: proprio lo smontaggio, se realizzato in modo coordinato, sarà un atto di unità”.
Ma il vero ostacolo, inquietante, è che per molti dirigenti dei paesi della UE “l’euro è un feticcio, un nuovo idolo. Non uno strumento ma una religione, coi suoi grandi sacerdoti e le sue scomuniche”. Sicché ci si sta avviando al Grexit, la scomunica “che è un atto inaudito di violenza” ma peggio, di cui il mondo intero capirà che è solo l’inizio di un processo.   Espulsa la Grecia, gli sguardi si poseranno sul prossimo, e poi sul successivo. La conclusione sarà la fine della zona euro in una gehenna di insulti, litigi e recriminazioni reciproche, di cui le ultime riunioni dell’Eurogruppo sono state un esempio” iniziale.

Allora ricordiamoci anche di ringraziare Barroso. Van Rompuy. Di ringraziare Napolitano e Mario Monti. Di ringraziare Prodi che ci ha portato dentro col trucco; ma anche Berlusconi che non ha eccepito nulla, anzi ha scodinzolato e s’è persino preso il merito. Senza dimenticare di ringraziare quelli che, in anni ormai lontani, hanno voluto il divorzio fra Bankitalia e Tesoro, che era il prodromo del progetto di soffocamento della sovranità monetaria, chiamato euro. Ringraziamo i giudici che misero in galera – con accuse totalmente false – i due capi di Bankitalia perché si opponevano non alla cosa, ma al “come”…Ma che dico? Inutile elencare.   Nel giorno della liberazione, non basteranno i lampioni per ringraziare tanti benefattori.

In Italia allarme sfratti. In alcune regioni fino a +98%

Fonte : http://www.wallstreetitalia.com/article/1820337/immobiliare/in-italia-allarme-sfratti-in-alcune-regioni-fino-a-98.aspx

Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL: “E’ desolante che la politica e chi ha una responsabilità di Governo, non aggredisca questo tema con forza, coniugandolo con l’altra grande emergenza…”
Emergenza abitativa in Italia. Il corteo dei movimenti contro gli sfratti.

Emergenza abitativa in Italia. Il corteo dei movimenti contro gli sfratti.

ROMA (WSI) – Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL, commenta gli ultimi dati sugli sfratti che sono stati resi noti dal Ministero degli Interni. Di fatto, nel 2014 sono stati emessi 77.278 provvedimenti di sfratto nel 2014 (un incremento del 5% rispetto all’anno 2013) di cui 69.015 per morosità.Nel comunicato si legge che “si rileva, inoltre, una richiesta di 150.076 esecuzioni presentate all’Ufficio Giudiziario. La Lombardia risulta essere la regione con il maggior numero di sfratti emessi con 14.533 provvedimenti (18% del totale nazionale), seguita dal Lazio con 9.648 (12,5%), il Piemonte con 8.256 (10,7%), l’Emilia Romagna con 6,800 (8,8%). Dallo studio emerge che la maggiore variazione rispetto al periodo precedente di sfratti emessi lo hanno avuto le regioni: Molise (+98,75%), Emilia Romagna (+38,11%), Trentino Alto Adige (+37,57%)”.Così Loy: “Le cause di questa espressione di fortissimo disagio sono, sia il crescente numero di persone in sofferenza economica, dovuto in gran parte dalla mancanza di occupazione più o meno stabile, sia la ridotta offerta di abitazioni a costi compatibili con ciò che sono in grado di spendere moltissime famiglie. E’ desolante che la Politica e chi ha una responsabilità di Governo, non aggredisca questo tema con forza, coniugandolo con l’altra grande emergenza che sta colpendo la nostra economia: il crollo, in termini di contributo alla crescita del Pil, del comparto delle costruzioni. Un grande, rapido, efficace piano di recupero e risanamento urbano, contribuirebbe, significativamente alla, almeno parziale, soluzione sia alla domanda di alloggi che alla ripresa di un settore decisivo della nostra economia”.

I finanzieri vogliono togliersi le “stellette”.

Scritto da: Marco Comellini
Fonte: http://notizie.tiscali.it/socialnews/Comellini/16192/articoli/I-finanzieri-vogliono-togliersi-le-stellette.html

151_capolupo

Nei giorni scorsi il Consiglio Centrale della rappresentanza militare (Cocer) del Corpo della guardia di finanza, l’organismo che rappresenta presso i vertici militari il volere di tutti i militari appartenenti al Corpo, ha inviato una accorata lettera al Comandante Generale, generale di Corpo d’Armata Saverio Capolupo, per chiedere – si legge nella nota – di «traghettare il Corpo e il suo personale verso un cambiamento che i tempi richiedono» e «rivedere in chiave moderna la nostra organizzazione – scrivono i finanzieri – non significa stravolgerla., anzi, sarebbe il viatico per intraprendere un nuovo cammino».

La nota dell’Organismo di rappresentanza non manca poi di puntare il dito verso la Difesa che, con la legge sulla revisione dello strumento militare e il “Libro Bianco”, «ha intrapreso un definito percorso di cambiamento e di ristrutturazione che trae origine da esigenze tipiche della loro funzione» militare e si conclude con l’espressa richiesta di «salvaguardare i finanzieri e l’autonomia ed il ruolo della Guardia di Finanza quale moderna polizia economico-finanziaria al servizio del Paese e delle Istituzioni».
La posizione del Cocer della GdF è chiaramente in linea con gli emendamenti che il Vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, ha presentato al ddl Madia (C. 3098, recante deleghe sulla P.A.) attualmente in discussione presso la I Commissione (Affari costituzionali) per la smilitarizzazione della Guardia di Finanza e l’unificazione dell’Arma dei carabinieri con la Polizia di Stato.
Nel caso specifico, per quanto riguarda il Corpo della guardia di finanza, la proposta firmata da Giachetti è volta ad attualizzare alcune disposizioni di carattere ordinativo e funzionale relative al Corpo, tenendo anche conto delle particolari peculiarità e dell’assetto organizzativo generale della pubblica amministrazione, in piena coerenza e a completamento dell’assetto delineato dalla legge delega n. 78 del 2000 e dai relativi decreti attuativi che hanno confermato e rafforzato il ruolo del Corpo quale Forza di polizia a competenza generale in materia economica e finanziaria alle dirette dipendenze del Ministro dell’economia e delle finanze e con compiti ad elevata specializzazione.
Dopo anni di tentativi e di raccolta firme per i referendum promossi dai Radicali, tutti naufragati contro il muro eretto dai vertici militari a difesa del loro status e della loro militarità, ora non può essere né taciuta né messa da parte la forte presa di posizione dei rappresentanti di tutti i finanzieri che da anni chiedono un vero cambiamento che oggi il Governo, e in primo luogo il premier Renzi, non ha alcuna ragione di negare come ha fatto chi lo ha preceduto perché «la smilitarizzazione del Corpo della guardia di finanza è il passo essenziale da compiere se si vuole abbassare la barriera di segretezza che separa l’operato del Corpo dalla coscienza di tutti i cittadini.»
Era il 7 gennaio 1991 quando il leader radicale Marco Pannella lanciò un appello ai gruppi democratici e quelle parole non hanno mai perso la loro cruda attualità: «per la smilitarizzazione e la professionalizzazione dei carabinieri e dei finanzieri, sia per il funzionamento dello Stato, sia per salvare i componenti delle due Armi dal duplice assalto della criminalità mafiosa e di quella politico-militarista. Tenere legati non alla deontologia ed alla capacità professionale di tutori dell’ordine e degli interessi dello Stato e dei cittadini carabinieri e finanzieri, ma costringerli istituzionalmente all’obbedienza militare, contro o al di fuori dell’obbedienza alla giustizia ed alle leggi, premiare i peggiori e colpire i migliori, attrezzarle come esercito, e non come polizia e come amministrazione, è quanto si ottiene e si vuole ottenere rifiutando questa riforma. Non vi sarebbe stata la sequela di menzogne, di reticenze, di falsità, di complotti, di false testimonianze, di complicità con i politici di ogni mafia e obbedienza, con l’esecutivo invece che con il diritto e la coscienza, da De Lorenzo in poi, che ha fatto dei vertici dell’Arma dei carabinieri, per decenni, un modo di vivere; non vi sarebbe stata la situazione esplosa con i delitti dei Comandanti della Guardia di finanza, alla Lo Prete ed alla Giudice, senza il carattere militare delle due Armi. L’incredibile passività, per non dire altro, del Parlamento nei confronti della deposizione, nelle scorse settimane, del generale Ferrara, è un sintomo di quanto occorra intervenire perché carabinieri e guardie di finanza non si trovino a dover combattere sotto il duplice attacco della malavita e dell’aberrante sistema istituzionale nel quale sono costretti, e da vittime, ad operare».
Sono passati 24 anni da quell’appello e ora il Governo, solo accogliendo gli emendamenti presentati da Giachetti, avrebbe l’occasione di porre rimedio alla lunga e inaccettabile disattenzione del Parlamento. Lo hanno chiesto con forza e determinazione i membri del Cocer a nome di tutti gli appartenenti al Corpo della guardia di finanza.