Iran: ayatollah Khamenei, gli Usa non hanno mantenuto le loro promesse

Fonte: http://parstoday.com/it/news/iran-i3379-iran_ayatollah_khamenei_gli_usa_non_hanno_mantenuto_le_loro_promesse

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MASHAD – Gli americani non hanno mantenuto le loro promesse dopo l’accordo sul nucleare, sulla carta hanno detto di si ma in pratica hanno cercato in tutti i modi di ostacolare i progressi dell’Iran.

Ad affermarlo oggi è stato la Guida suprema iraniana, sommo ayatollah Khamenei d’innanzi a migliaia di fedeli nella citta nord-orintale di Mashad, riferisce l’Irna. Perchè l’Iran ha missili a lungo gittata, perchè i suoi missili colpiscono con la massima precision i bersagli, perchè compie test missilistici e perche esegue le manovre militari, queste sono le domande che pongono oggi gli Usa per non mantenere i loro obblighi dopo l’accordo nucleare di Vienna tra l’Iran e i paesi del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Gb, Francia, Cina piu’ Germania), ha sottolineato il supremo leader. Gli americani nella regione del Golfo Persico che dista migliaia di kilometri da loro Paese eseguono regolarmente manovre militari con uno dei paesi della regione e tutto ciò mentre loro non hanno nessuna responsabilità in quest’area. Iran, ha concluso il sommo leader, esegue manovre militari in casa propria e riguardo alle sue attività militare non è obbligata a dare spiegazioni a nessun paese del mondo.

LA SICCITA’ SPAVENTA ANCHE I GENERALI.

Scritto da: Magda Piacentini
Fonte: http://www.primapaginadiyvs.it/la-siccita-spaventa-anche-i-generali/

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Un’ altra parziale ammissione sulle manipolazioni climatiche da parte di un’ auterevole fonte: il generale Gianni Sulis, generale di Divisione in congedo, che il 15.2.2016 pubblica su notizie.admaioramedia.it un articolo intitolato ”Guerra alla siccità con la manipolazione del clima: fantascienza o realtà?”

L’acqua che è un bene di fondamentale importanza, in un breve futuro è destinato a scarseggiare sempre di più in tutto il mondo e per quanto riguarda l’Europa saranno soprattutto la penisola Iberica e l’Italia le nazioni maggiormente colpite, con la Sardegna in primo piano. Il generale Sulis è sardo e conoscendo le cose più a fondo di noi, è preoccupato per la sua Terra. Questa poco allegra prospettiva deriva al Generale Sulis da uno studio condotto negli stati Uniti in cui si sostiene che già a partire dal 2030 la metà della popolazione mondiale dovrà affrontare il problema della scarsità dell’acqua e a quel punto saranno inevitabili vere e proprie lotte per il controllo e la gestione delle riserve. Questo è il motivo per cui lo studio della meteorologia è diventato sempre più importante e richiama molta attenzione. Così scrive il Generale:

Cosa potrebbe accadere se un giorno si potesse controllare il clima? Manipolare il clima, essere capaci di inviare un ciclone o provocare della siccità potrebbe essere l’arma assoluta. E’ noto che in Alaska l’esercito americano lavora da anni a un programma di ricerca scientifica e militare sulla ionosfera. Si tratta di Haarp (High frequency active auroral research program)  una installazione militare per la ricerca sulla manipolazione ionosferica, sui campi elettrostatici e su altri sistemi in grado di modificare l’ambiente. Tale programma potrebbe essere considerato il proseguimento di alcuni tentativi posti in essere fin dagli anni 60. Le prime prove furono fatte  in Vietnam, ove effettivamente, grazie a dei processi fisico-chimici, si cercò di creare delle condizioni estreme: nel 1967 gli americani riuscirono a propagare le piogge torrenziali monsoniche fino alle basi dei loro avversari, versando una sostanza chimica al di sopra delle nuvole. Sebbene sia stato accertato che Haarp modifichi profondamente la ionosfera, non esistono tuttavia prove ufficiali che il suo obiettivo sia la manipolazione del clima per scopi militari. Di fatto, però, si riscontrano sempre più frequentemente esperimenti di manipolazioni climatiche, così come può essere verificato su diversi articoli nel web. Senza entrare nel merito della ‘bontà’ di tali articoli, non si può ignorare che il fenomeno della manipolazione climatica esista anche se non sono esplicitamente evidenziati gli obiettivi che si vogliono raggiungere; tutti però sono concordi nel ritenere che, in futuro, chi controllerà il clima sarà in grado di dominare sul mondo intero. In sostanza, la capacità di innescare un fulmine e dirigerlo su un determinato obiettivo, così come l’essere in grado di modificare la traiettoria delle correnti di flusso dell’atmosfera, alterando modelli meteorologici globali quali la siccità e le precipitazioni, non sembra essere fantascienza, ma una possibilità che sta sempre più assumendo caratteristiche reali. Saranno in grado Enas e Abbanoa di raccogliere questa sfida?”

Si ammette quindi la realtà della manipolazione climatica e anche se gli obiettivi che si perseguono non sono esplicitamente evidenziati, non ci vuole molto a comprenderli.

Il Generale termina questo articolo con una frase abbastanza incomprensibilePer intanto facciamoci sopra una grassa risata” …sarà un mio limite, ma non capisco l’umorismo militare.

 

La sciocchezza del tempo

Scritto da: Leonardo Rubino
Fonte: http://www.altrogiornale.org/la-sciocchezza-del-tempo/

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Si sente parlare di un universo vecchio di miliardi di anni, ma che senso ha parlare di così tanti anni? Fino a che punto il periodo di un anno ha senso? L’uomo e tutti gli esseri viventi, notoriamente, misurano le cose in base a se stessi ed alla loro esistenza. Un filo d’erba è piccolo per un uomo, ma è una sequoia gigante per una formica. Il concetto di anno sussiste e può essere scandito finché esiste una Terra che ruota intorno al suo Sole, con degli esseri umani (misuratori del tempo) che associano all’anno il suo peso e la sua importanza (ad esempio, un lungo anno di scuola, che ti fa passare da una classe all’altra), ma prima che un sistema solare prenda forma, che senso ha parlare di anni? Tutti quei miliardi di anni antecedenti all’era della Terra intorno al Sole possono razionalmente essere considerati come un singolo istante. Non c’era una Terra in rotazione intorno al Sole che poteva scandire questi (presunti) miliardi di anni. Un secondo ed un miliardo di anni fanno lo stesso effetto.

Ed è qui che il noumeno incontra e supera il fenomeno. Tutto ciò che è e che è stato (e che sarà) non è altro che un singolo istante: qui e ora. Vivere nel mondo dei fenomeni, immersi nel tempo e scandendo il tempo, equivale a voler assolutamente vedere un film, dall’inizio e con la curiosità di vedere come va a finire, di piangere ed emozionarsi. Nel mondo dei noumeni, lo spettatore conosce il mondo del cinema e sa già, dal titolo del film, come il film stesso si svolgerà e come andrà a finire; in altre parole, ogni film è un film già visto, dunque egli non necessita della visione del film stesso, ossia della scansione del tempo, pur possedendo già l’epilogo, dunque pur disponendo già del risultato massimo.

L’epilogo, che a livello temporale si completa alla fine, è in realtà presente sin dall’inizio, ed è questo concetto che neutralizza o vanifica lo scandire il tempo; ciò che è alla fine del tempo, in realtà è presente sin dall’inizio, facendo sì che tutto l’universo sia semplicemente un singolo istante, qui ed ora.

E tanto più si dà importanza ai dettagli, tanto meno questi concetti risulteranno chiari. Io non so se tra vent’anni andremo a lavorare in macchina o in pullman o in treno, ma è certo che noi siamo esseri che devono andare, che non godono dell’ubiquità e che devono recarsi da un posto all’altro; il resto son dettagli. Ciò è la virtù del vedere il generale nel particolare e non viceversa. Per dirla in un linguaggio un tantino più orientaleggiante, c’è chi raggiunge il Nirvana (colui che non necessita più di (ri)vedere il film, dall’epilogo scontato) e colui che non lo raggiunge (riavvolge sempre la pellicola e la riproietta). Invece, in termini un po’ più freudiani (ossia di importazione schopenhaueriana del tipo volontàrappresentazione) vi è l’inconscio, che vuole senza ragionare, in quanto ragionare significa far scaturire un qualcosa (mentre l’inconscio è noumenico, ossia esso “è” sin dall’inizio e dunque non scaturisce); e poi c’è la coscienza, la quale effettua ragionamenti e fa scaturire cose da altre cose. L’inconscio, notoriamente, è noumenico; infatti, esso è ciò che spinge il marinaio a buttarsi a mare e morire per la salvezza della nave con tutti i suoi passeggeri, così dimostrando di riconoscere il generale nel particolare, ossia la vita di tutti nella vita del singolo. Tornando a noi ed al concetto di tempo, ovvio che considerando un freddo parametro fisico come, ad esempio, il tempo impiegato da un raggio di luce per percorrere un metro, ci si può poi imbattere in tempi di miliardi di anni concepiti anche in ere in cui la Terra in rotazione a scandire l’anno non c’era, ma, ripeto, quei miliardi di anni fanno lo stesso effetto di un singolo istante. E senza contare che, in fisica, il tempo è comunque fisicamente relativo di per sé.

Ed il tempo non è niente altro che il nome che viene dato ad una relazione matematica di rapporto tra due spazi differenti; quando dico che per andare da casa al lavoro ho impiegato il tempo di mezz’ora, dico semplicemente che il percorrimento dello spazio che separa casa mia dall’azienda in cui lavoro è corrisposto allo spazio di mezza circonferenza orologio percorsa dalla punta della lancetta dei minuti. E’ dunque sempre e solo lo spazio tridimensionale che ci dà il senso della proporzione ed il senso fisico delle cose. Addirittura anche le grandezze elettromagnetiche sono subordinate allo spazio e traggono significato da esso: io constato che due elettroni si respingono nella misura in cui essi tendono ad incrementare lo spazio tra loro. E’ dunque la proporzione il noumeno; ed infatti essa è un concetto. Il fenomeno, ossia lo spazio fisico, è solo il suo “temporaneo” ed occasionale supporto.

Grazie per l’attenzione.
Leonardo Rubino

Il lato oscuro di Sanremo. Ecco i cospicui cachet dei conduttori e superospiti

Fonte: http://oltrelamusicablog.com/2016/02/11/ecco-i-cospicui-cachet-dei-conduttori-e-superospiti/

È un edizione low cost quella di Sanremo 2016”. Questo è ciò che riportano le più importanti testate giornalistiche. In effetti quest’anno Sanremo costerà agli italiani “soltanto” 16 milioni di euro: 6 in meno rispetto ai 22 degli anni precedenti. Economicissimo, no?
No! Sono ancora tanti. Troppi. Esagerati. La mia non vuole essere una critica nei confronti della professionalità degli artisti che, come tali, vanno ricompensati. Per carità, nulla in contrario, è il loro lavoro ma le cifre ufficiali sui cachet dei presentatori e superospiti è davvero imbarazzante. Uno schiaffo morale a quell’Italia che lotta per sopravvivere.

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Dagli ultimi dati ISTAT emerge che il 37,9% dei giovani italiani sono disoccupati. Si tratta di uno dei “tanti” problemi del nostro Paese, un male non solo economico ma anche psicologico e culturale per quei giovani che si ritrovano costretti a lasciare la propria terra pur di lavorare.
Sì, è vero, i costi di Sanremo non risolverebbero il problema della disoccupazione in Italia ma contribuirebbero a sanare quella criticità che attanaglia buona parte del popolo italiano. Perché non usare quei soldi per investire in nuovi posti di lavoro, in concorsi, in infrastrutture? Perché non utilizzarli per aiutare le piccole e medie imprese? Perché un attore, un cantante, un comico per 10-15 minuti di esibizione sul palco dell’Ariston deve incassare oltre 300mila euro? Chi lo stabilisce? Qual è il metro di misura?
Stiamo parlando di cifre spropositate.

Noi comuni mortali, una cifra del genere la vedremmo solo se vincessimo alla lotteria.
La stampa parla di “cifre contenute rispetto le edizioni precedenti”. 16 milioni di euro per una kermesse di 5 giorni sarebbe una spesa contenuta di cui esserne anche fieri?
“Contenuto” è un padre di famiglia quando prova a mettere da parte dei risparmi per far crescere dignitosamente i propri figli.
“Contenuta” è quella madre costretta a girovagare per i supermercati in cerca dell’offerta migliore, pur di arrivare a fine mese.
“Contenuti” sono quei giovani italiani che, disincantati dalla triste situazione italiana, abbandonano i loro sogni e i loro progetti.
Spendere 16 milioni di euro per una gara canora non è una spesa contenuta. Assolutamente! Per di più, stiamo parlando di SOLDI PUBBLICI!

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Credo la società di oggi abbia perso di vista le priorità. Sì, Sanremo oltre ad essere un evento artistico è anche un evento culturale: fa parte della nostra storia, della nostra cultura ma è inconcepibile affrontare spese del genere – superflue, forse inutili – quando c’è gente che si suicida per aver perso il proprio posto di lavoro (l’ultimo fatto di cronaca risale al 10/02/2016 quando un uomo di 54 anni si è dato fuoco in quel di Palermo dopo aver perso il suo lavoro Fonte: Giornale di Sicilia).

E intanto, mentre noi giovani italiani sogniamo un lavoro, un piccolo impiego per realizzare i nostri “miseri” progetti, c’è chi incassa queste modeste cifre “contenute”:

CARLO CONTI: 550mila euro
MADALINA GHENEA: 15mila euro
GABRIEL GARKO: 42mila euro
VIRGINIA RAFFAELE: 42mila euro
LAURA PAUSINI: 250mila euro
EROS RAMAZZOTTI: 200mila euro
POOH: 200mila euro
RENATO ZERO: 200mila euro
ELTON JOHN: 300mila euro
NICOLE KIDMAN: 300mila euro

Le performance dei superospiti di turno, che non superano i 10-15 minuti, costano più di un attico con vista Colosseo. Se avessero incassato “qualcosina” meno non credo sarebbero morti di fame. Ma d’altronde è sempre stato così: chi è povero resta povero, chi è ricco continua ad arricchirsi.

Il peso del bue. Come fuggire dalla consuetudine

Scritto da: Salvatore Primiceri
Fonte: http://buonsenso.eu/il-peso-del-bue-come-fuggire-dalla-consuetudine/

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Il buonsenso non è sempre alleato del senso comune. Mentre il primo rappresenta una naturale capacità intellettiva dell’uomo che indica la via del saggio e del giusto, il secondo è una conseguenza dell’abitudine che finisce spesso per farci credere che qualcosa sia giusto per il solo fatto di essere un evento consolidato nella società e nell’ambiente in cui viviamo.

L’opinione comune così come tante azioni comuni sono spesso il frutto di una “pigrizia mentale“, una sorta di conservazione dello status quo rispetto a determinate situazioni che sembrano apparirci come giuste ma che in realtà ci impediscono il salto di qualità verso una o più vie di miglioramento personale e sociale.
Quante volte facciamo una cosa perchè “si è sempre fatta così” senza mai domandarci nulla a proposito nè se esistano alternative per farla meglio.
La consuetudine è l’arma a doppio taglio del senso comune. Talvolta un atteggiamento, una regola, un’azione possono divenire consuetudine perchè effettivamente giuste, cioè produttrici di effetti positivi per tutta la comunità. In tal caso la consuetudine precede la formazione delle norme e diviene fonte del diritto.
In molti altri casi, però, la consuetudine è un elemento bloccante del cambiamento. E’ da questo tipo di consuetudine che dobbiamo fuggire imparando a riconoscerla.
Montaigne in uno dei suoi celebri saggi racconta la storia di una donna che, abituata ad accarezzare e portare un vitellino fra le braccia fin dalla nascità, continuò a portarlo fra le braccia anche quando diventò un grosso bue, con ovvie conseguenze in termini di fatica.
La consuetudine, ci ricorda Montaigne, é una maestra di scuola prepotente e traditrice perchè ci mette addosso, a poco a poco, senza parere, il piede della sua autorità. Ciò che all’inizio ci può apparire umile e dolce, col tempo si trasformerà in furioso e tirannico.
Non bisogna aspettare di scoprire il volto più severo dell’abitudine e della consuetudine per potersene liberare.
Prestiamo quindi attenzione a non farci attirare e trascinare dal senso comune, dalle opinioni diffuse, dal comportamento generalizzato senza prima aver indagato le vie della ragione e del buonsenso, ovvero la continua ricerca della virtù, della verità e della giustizia.

 

Colesterolo e salute del cuore: i benefici del Tai Chi

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/colesterolo-cuore-tai-chi.php

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Arti marziali cinesi come il Tai Chi abbassano pressione del sangue, triglicridi e colesterolo, migliorando la salute di persone che soffrono di cuore. È quanto confermano i ricercatori dell’Università dello Sport di Shanghai, che hanno esaminato 35 studi in materia in un’analisi pubblicata sul Journal of American Heart Association.

Forza, flessibilità e equilibrio sono le qualità che le arti marziali cinesi potenziano, combinandole insieme ad attività fisica dolce, meditazione, consapevolezza del corpo e attenzione ad una corretta respirazione. Già precedenti ricerche ne avevano confermato i benefici per pazienti con demenza e tumore.

Nella nuova revisione di studi scientifici sono stati presi in considerazione i dati relativi a 2.249 pazienti con malattie cardiovascolari provenienti da 10 diversi paesi. Tutti erano stati seguiti per al massimo un anno, durante il quale hanno praticato esercizi tradizionali cinesi, come quelli del Tai chi o del Qui Gong, senza altri cambiamenti nelle abitudini quotidiane.

I benefici erano evidenti: si notava in media una riduzione della pressione arteriosa sistolica di oltre 9,12mmHg (millimetri di mercurio) e della pressione diastolica di oltre il 5 mmHg, insieme a significative riduzioni nei livelli di colesterolo cattivo e trigliceridi. Inoltre a diminuire era anche la depressione. Come ha precisato uno degli autori dello studio, Yu Liu, si tratta di “esercizi a basso rischio che consentono un intervento potenzialmente utile per migliorare la qualità della vita nei pazienti con malattie cardiovascolari, la principale causa di invalidità e di morte nel mondo”.

Guerra in Libia: conto alla rovescia verso l’abisso

Fonte: http://www.ilcambiamento.it/guerre/guerra_in_libia_.html

«Tutto pronto per la nuova guerra di Libia, a conduzione italiana. Viene presentata come un’operazione militare, richiesta dalle autorità locali, per fermare l’avanzata dei combattenti con bandiera dello Stato Islamico, ma in realtà sarà un intervento bellico voluto dal Pentagono per la messa in sicurezza dei giacimenti petroliferi e per determinare la futura ripartizione libica ed il suo controllo»: non le manda a dire Mao Valpiana, direttore di Azione Nonviolenta.

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«La storia si ripete – spiega Valpiana amareggiato – Sembra di sentirlo l’esulto dannunziano degli aviatori fascisti che colpivano il bersaglio: “Eia!” era il grido con cui Alessandro Magno incitava il suo cavallo, “Alalà!” era l’urlo di guerra greco. “Eia, Eia! Alalà!” rispolvera il presidente Renzi: “torniamo in Libia” (scordando il ripudio della guerra). Viene messa in campo solo l’opzione militare, perché è l’unica che è stata adeguatamente preparata e finanziata. Ma come tutte le guerre, si sa come inizia, non si sa come finirà. Una cosa è certa: non sarà con un’altra guerra che la democrazia potrà affermarsi nel mondo arabo».

«Fosse vero che i moventi sono il contrasto del terrorismo, la risoluzione del dramma dei profughi costretti a fuggire sui barconi, la difesa dei diritti umani violati, la protezione dei civili e garantire assistenza umanitaria, noi saremmo d’accordo con un intervento internazionale e persino con l’uso della forza per limitare i danni che già sono in corso sul campo. Perché difendere le vittime inermi è doveroso. Ma prima di tutto ciò andrebbe riconosciuto che il disastro attuale è frutto diretto del dissennato intervento militare attuato in Libia nel 2011. Nessuno dei conflitti iniziati dal 1991 ad oggi — Iraq, Somalia, Balcani, Afghanistan, Libia, Siria — ha risolto i problemi sul campo, anzi sono stati tragicamente aggravati. I milioni di profughi lasciati allo sbando fuggono dalle conseguenze nefaste delle recenti guerre. Questo è il punto. Bisogna intervenire, ma con obiettivi, strategia e mezzi giusti. Esistono altre strade. Il caos libico non accetta scorciatoie. Occorre agire per mettere in sicurezza vite umane, spegnere il fuoco, ma senza produrre ulteriori vittime. Sono tante le cose da fare: la ricostruzione dell’assetto statuale libico, sostenendo con la diplomazia e la politica l’iniziativa per un accordo tra le parti e per un’azione internazionale sotto egida Onu di contrasto all’IS; la valorizzazione e la partecipazione della società civile; il coinvolgimento della Lega araba e dell’Organizzazione degli stati africani, anche al fine di mettere alle strette Qatar e Arabia saudita che finanziano le guerre in corso; bloccare le fonti di finanziamento del terrorismo, la vendita delle armi, lo sfruttamento dei disperati; garantire da parte dell’Europa assistenza umanitaria ai profughi; mettere in campo un’operazione di salvataggio in mare».

«Quando la prima bomba sarà stata sganciata, a nulla servirà dire “basta”, essa cadrà e molte altre ne seguiranno. Non serviranno mobilitazioni che si limiteranno a proteste e condanne di ciò che è già avvenuto. Non basterà mettere a verbale il nostro “no” alla guerra. Non dobbiamo cadere nella rabbia sterile o nella rassegnazione impotente. Dobbiamo reagire con lucidità e consapevolezza. E’ a noi stessi, dunque, che vogliamo rivolgere un appello contro la guerra libica: prepariamo tenacemente le iniziative di pace che ne costituiscono gli anticorpi e le alternative concrete. Come spesso ci ricordava il nostro caro amico della nonviolenza Nanni Salio “un euro al giorno toglie la guerra di torno”. Significa che il nostro dovere, prima ancora della protesta contro la guerra, è la proposta per la pace. Assume pieno significato la Campagna “Un’altra difesa è possibile”, per la difesa civile, non armata e nonviolenta, come alternativa seria e possibile. Contro la guerra finanziamo la pace. Diamo un euro al giorno, per ogni giorno di guerra in Libia, al Movimento Nonviolento che tenacemente, da oltre 50 anni, costruisce politiche e pratiche di nonviolenza, con iniziative locali e campagne nazionali, informazione e formazione, cultura e ricerca. E’ la nostra protesta/proposta, la nostra obiezione/azione».

 

PENSIERI SILENZIOSI

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2016/03/09/pensieri-silenziosi/

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Uso questo piccolo spazio, visto che ormai siamo una community che quotidianamente viene visitata dalle 5000 alle 8000 anime al giorno, per cercare di far comprendere cosa sia in realtà Icebergfinanza.

Icebergfinanza è un blog nato nel lontano 2007 soprattutto per condividere un sistema alternativo di fare economia e finanza, molti di Voi se lo ricorderanno, per anni all’inizio ogni sabato si parlava di finanza ed economia responsabile, condividendo, esperienze e modelli di successo, cercando di proporre soluzioni alternative ad un modello FALLITO!

Ho cercato per ben tre anni di condividere questo messaggio alternativo, moltissimi sono stati i rimandi positivi ma erano pur sempre piccole gocce in un oceano di totale disinteresse.

Allo stesso tempo grazie alla mia passione, ai miei studi, alle mie competenze ho messo a disposizione in modo generalizzato, analisi, visioni macroeconomiche e tecniche che potessero aiutare anche chi correva il rischio di essere travolto da questa tempesta perfetta, che, se qualcuno non se ne è ancora accorto, non è mai finita.

Credo in nove anni di esposizione mediatica di aver dimostrato che attraverso le studio continuo e la passione, attraverso la comprensione dei messaggi della storia, si possa cercare di comprendere quello che potrebbe accadere.

Certo, chi vive come uno struzzo con il collo costantemente immerso nel sottosuolo della finanza, di una certa finanza, ha ritenuto conclusa questa tenpesta per il semplice fatto che alcuni indici fossero decollati realizzando plusvalenze cospicue.

Questi sono gli ottimisti di maniera, gente che vive nell’agiatezza fregandosene in tutto e per tutto di chi ha bisogno, di chi non ha avuto fortuna e che ogni tanto si mette a fare il filantropo con i soldi rubati ad altri.

Oltre ad aver contribuito a mettere in guardia dall’arrivo della tempesta perfetta nel 2007, in questi anni abbiamo scoperto insieme cosa significa aver a che fare con una deflazione da debiti. la truffa del secolo con l’attacco speculativo al nostro Paese e la conseguente svendita, il fallimento dell’Euro e soprattutto il sequestro della democrazia da parte della finanza speculativa e delle elites.

La libertà che esiste su Icebergfinanza di esprimere le Vostre idee, i Vostri pensieri, condividere le Vostre paure o certezze, difficilmente la trovate su un altro blog, ma questo è stato possibile, grazie al reciproco rispetto sempre nei limiti di una normale dialettica, con qualche episodio circoscritto di eccessi gratuiti.

CIO’ NON SIGNIFICA CHE IO SIA D’ACCORDO CON TUTTO CIO’ CHE VIENE SCRITTO!

Il mio pensiero, le mie visioni sono quelle che trovete ogni giorno nei miei post, il resto sono solo fantasie, di chi interpreta solo ciò che vuole, ad immagine e somiglianza propria, o meglio a seconda del proprio interesse.

Se scrivo che sta per arrivare la tempesta del secolo è perchè ne sono convinto, se proprio vogliamo aggiungerci qualcosa, basta dire che non lo ho scritto io ma è stato scritto sul sito della Banca delle Banche Centrali, gli unici “isitituzionali” che attraverso uno studio continuo e sistematico della realtà hanno messo in guardia dai pericoli di una finanza deregolamentata.

Più volte Vi ho confidato che non appena avessi intravvisto la possibilità di un mondo migliore, di un sistema migliore, lo avrei comunicato con gioia, ma oggi nulla è cambiato, anzi le potenti lobbies della finanza e in altri settori, hanno fermato quella rivoluzione o quel necessario cambiamento che ogni crisi porta con sè, quelle opportunità che servono per migliorare o riformare un sistema.

Ma certo, sai la tecnologia si è evoluta, le banche centrali hanno tutto sotto controllo, i mercati sono saliti, ma non hai visto quante riforme sono state fatte in questi anni?

Della più grande riforma necessaria, quella ANTROPOLOGICA non c’è alcuna traccia, ZERO ASSOLUTO. Vedo ancora in giro, le solite cose, enormi conflitti di interesse, avidità, egoismo, sete di potere, esaltazione personale, bandiere al vento, uomini e donne che sia vendono quotidianamente per carriera o denaro e via dicendo, ma in fondo il mondo è sempre andato così e sempre così sarà.

Io posso solo cercare di condividere questi mondi alternativi, perchè credo davvero inegli uomini e donne di ogni giorno, che in silenzio vivono la vita con gioia accupandosi degli altri, chiunque essi siano, che esprimo passione, creatività, fantasia in ogni cosa che fanno, che sanno cooperare e condividere, lottare contro il male dovunque si trovi.

Posso solo cercare di condividere le mie competenze e conoscenze per aiutare a sopravvivere in questo mondo di squali che è la finanza e in parte l’economia, ma non dimenticate che non tutto è così che ci sono  molte realtà sane che purtroppo rischiano di essere messe in pericolo dal sistema stesso, che aiuta a sopravvivere dei veri e propri mostri per anni amministrati da incompetenti esaltati avidi e spietati.

QIUNDI IL CAMBIAMENTO INIZIA DA OGNUNO DI NOI; NELLA SUA PICCOLA REALTA’, SOLO UNA RIVOLUZIONE DAL BASSO PUO’ CAMBIARE QUESTO SISTEMA!

Non tutto è da buttare, ma sono moltissime le cose da riformare, ma se non sapremo riformare noi stessi prima, nulla sarà possibile.

Abbiamo bisogno di più coraggio di nuovi pensieri silenziosi, abbiamo bisogno di tutti gli uomini di buona volontà!

C’è chi chiede soluzioni, suggerimenti, se arriverà una nuova tempesta finanziaria non sarà una novità, siamo già nell’occhio del ciclone e probabilmente ci resteremo ancora per un pò di tempo, ma non sarà la fine del mondo, tutte le tempeste prima o poi passano, quotidianamente ci troviamo ad affrontare le tempeste della vita, dipende da cosa è più importante per ognuno di noi.

Personalmente ho dovuto affrontare mille tempeste nella vita e tuttora in questo periodo ne sto affrontando in ogni ambiente, per fortuna esiste LA FAMIGLIA e gli AMICI e soprattutto le proprie convinzioni, i propri sogni.

Un sorriso, un abbraccio, una parola condivisa sono il sole che spunta ogni mattino.

… aI amar prestar aen. Il mondo è cambiato. Han mathon ne nen. Lo sento nell’acqua. Han mathon ne chae. Lo sento nella terra. A han noston ned ‘wilith. Lo avverto nell’aria. Molto di ciò che era si è perduto… ma l’alternativa esiste aggiungo io!

«“Avrei desiderato che tutto ciò non fosse mai accaduto ai miei giorni” esclamò Frodo. “Anch’io” annuì Gandalf “come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è stato dato”. […] “Affinché il male prevalga, è sufficiente che gli onesti non facciano nulla. […]. Ma non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo una terra sana e pulita da coltivare”» (John Ronald Reuel Tolkien).

La Turchia ci chiede altri soldi per i profughi (e noi glieli daremo)

Scritto da: Eugenio Palazzini
Fonte: http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/la-turchia-ci-chiede-altri-soldi-per-i-profughi-e-noi-glieli-daremo-41369/

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Bruxelles, 7 mar – La Turchia batte cassa e chiede altri soldi per la gestione dei profughi. Al vertice di Bruxelles all’ultimo minuto Ankara ha avanzato la richiesta di ulteriori finanziamenti oltre ai 3 miliardi stanziati dall’Ue a novembre 2015. In realtà la pretesa turca non sorprende più di tanto, considerando che il primo ministro Ahmet Davutoglu nel faccia a faccia di fine gennaio scorso aveva già richiesto “più soldi” alla cancelliera tedesca Angela Merkel per ridurre il flusso di immigrati verso l’Europa. Al vertice di Bruxelles il premier turco non ha perso tempo per chiedere inoltre l’ingresso nell’Unione Europea della Turchia, a suo avviso fondamentale anche per risolvere il problema profughi. A ben vedere quindi Ankara utilizza la questione immigratoria come arma di ricatto nei confronti dell’Ue e non ci gira neanche troppo intorno.

I profughi attualmente ospitati in Turchia sono in gran parte cittadini siriani per i quali l‘Ue non ha mai pensato di stanziare fondi da destinare direttamente a Damasco. Sarebbe stata la scelta più opportuna, visto che soltanto nella regione di Latakia, confinante con la Turchia, quasi un milione di profughi interni in fuga dalle zone occupate dai jihadisti sono ospitati da anni in strutture allestite dal governo siriano e che Assad più volte ha chiesto finanziamenti ai paesi europei per aiutarli a rimanere nella loro terra. Invece no, ci siamo affrettati a chiudere le ambasciate in Siria, porre l’embargo per gli aiuti salvo poi accusare Damasco dei peggior crimini umanitari e adesso ci ritroviamo a finanziare la Turchia. La stessa Turchia che ha creato un confine poroso, facendo di fatto entrare in Siria migliaia di terroristi la cui folle guerra è la causa prima del problema profughi. Stiamo insomma assistendo all’ennesimo capolavoro politico dell’Unione Europea.

Cibo e cambiamenti climatici: la dieta impoverita ucciderà 500mila persone l’anno

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/cambiamenti-climatici-dieta.php

cibo-e-cambiamenti-climatici-la-dieta-impoverita-uccidera-500mila-persone-l-anno_4569

A causa dei cambiamenti climatici la dieta alimentare sarà sempre meno sana e questo, entro il 2050, potrebbe causare la morte di oltre mezzo milione di persone all’anno, tre quarti solo in Cina e India, ma con effetti gravi anche in Paesi come l’Italia. Come emerge da un nuovo studio pubblicato su Lancet, a causa dei mutamenti del clima la popolazione globale avrà a disposizione sempre meno frutta e verdura nei prossimi decenni, alimenti vitali contro malattie cardiache, infarti, cancro.

L’aumento delle temperature, siccità più frequenti, fenomeni meteo sempre più estremi provocano gravi sofferenze all’agricoltura globale e quindi alla disponibilità di cibo.

Il gruppo di ricerca, guidato dall’Università di Oxford, ha preso in esame uno dei peggiori scenari dei modelli sui cambiamenti climatici, in cui la temperatura del globo è di due gradi al di sopra di quella del periodo 1986-2005. A queste condizioni si stima che nel 2050 la disponibilità di cibo possa calare del 3,2%: le persone mangeranno il 4% in meno di frutta e verdura e lo 0,7% in meno di carne. Consumi che si tradurranno in centinaia di migliaia di morti evitabili, poco più di mezzo milione all’anno. Se non ci fossero gli effetti dei mutamenti climatici, invece, la disponibilità globale di cibo aumenterebbe di oltre il 10% e si potrebbero salvare almeno 2 milioni di vite.

I Paesi più colpiti sarebbero quelli con redditi bassi o medi, per lo più nella regione del Pacifico occidentale e nel Sud-est asiatico. Tre quarti delle morti legate ai cambiamenti del clima in Cina (248 mila) e India (136 mila). Tuttavia in rapporto alla popolazione anche Grecia e Italia risulterebbero colpite. In Grecia la stima è di 124 decessi su un milione di abitanti e in Italia 89 morti su un milione.