Mario Tozzi: “Il supervulcano dei Campi Flegrei sta per svegliarsi, potrebbe essere una catastrofe. Lì si è costruito di tutto”

Scritto da: Ignazio Dessi
Fonte: http://notizie.tiscali.it/interviste/articoli/tozzi-intervista-campi-flegrei-supervulcano-si-sta-svegliando/

Se il mostro dei Campi Flegrei dovesse svegliarsi potrebbe seminare morti e distruzione, trattandosi del supervulcano più grande d’Europa, il secondo al mondo dopo quello del famoso Parco di Yellowstone, negli Stati Uniti. Ebbene gli esperti sono concordi nel ritenere che una eruzione potrebbe essere più vicina di quanto si creda e lanciano l’allarme, come ci conferma al telefono il noto geologo e primo ricercatore del Cnr Mario Tozzi.

Tozzi, il suo ultimo libro ha come titolo “Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate” (Edizioni Einaudi), nel caso di cui parliamo è sbagliato tenere alta la guardia?
“Nel caso in questione non direi. Anzi, il problema è proprio che non si teme la catastrofe, visto che nei Campi Flegrei  ci hanno fatto di tutto, da un ippodromo a un ospedale e a una base militare. Tutto tranne quello che si sarebbe dovuto fare, ovvero un  parco naturale per la visita come, per esempio, hanno fatto a Yellowstone”.

I Campi Flegrei e nel riquadro Mario Tozzi

Perché la situazione è tanto pericolosa?
“Quello è il più grande supervulcano d’Europa nella cui zona ci sono almeno 600mila persone a rischio e l’eruzione è probabilmente molto più vicina di quanto si pensasse in passato, stando ai dati del CNR, il Centro Nazionale Ricerche, e di INGV, il Centro Nazionale Terremoti. Per questa ragione dovevamo starci più attenti prima. Va anche detto che quando si è pensato di scavare un pozzo per stabilire come stavano le cose i cittadini hanno temuto il pozzo e non il vulcano, e questo è un po’ paradossale”.

E perché si ritiene l’eruzione vicina, quali sono i sintomi di tale pericolo?
“Sono il cambiamento di temperatura, quantità e qualità delle emissioni gassose delle fumarole, il rigonfiamento del terreno e la portata del pozzo pilota. Ciò ci dice che il magma sta crescendo, spinge (almeno per una parte) e produce il rigonfiamento del suolo”.

Cosa dovrebbero fare le autorità per apprestare le contromisure necessarie a fronteggiare una eventualità del genere?
“La prima cosa è educare i cittadini, spiegare il rischio a tutti e fare esercitazione di evacuazione, perché bisogna sapere cosa fare in caso di pericolo. Del resto ci sarebbe probabilmente qualche giorno di tempo prima della manifestazione vulcanica più importante visto che parliamo del vulcano più monitorato del mondo”.

Temiamo sempre le catastrofi sbagliate” recita il suo libro, è per questo che si continua a costruire anche in un posto pericolosissimo come i Campi Flegrei? La speculazione insomma non ha mai limiti?
“E’ proprio così. Questo è il motivo per cui si continua a costruire anche dove non si dovrebbe e per cui ci si dimentica dei fenomeni vulcanici. La nostra memoria corta un po’ fa bene perché non si può sempre pensare alle catastrofi evitando magari qualsiasi attività, ma il monito dovrebbe rimanere. Invece in Italia non è così. Siamo ancora governati dal profitto e dalla dimenticanza, dalla scarsa attenzione e dalla scarsa memoria”.

Nelle foreste gelate con Tolstoi a Tchaikovsky

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/it/blog/69-news-en/climate/1141-nelle-foreste-gelate-con-tolstoi-a-tchaikovsky.html

Vi benedico foreste, scrive Tolstoi. Vi benedico foreste, canta Tchaikovsky. Sono le foreste russe.
“Tolstoj è una fonte inesauribile di testi per la musica – scrive Tchaikovsky – è uno dei poeti che mi sono più congeniali” e lo segue sul cammino dei pellegrini e dei vagabondi, fin nel cuore delle foreste.

E dalle lirica della natura del poema il poema Giovanni Damasceno, Tchaikovsky ha preso i testi del canto  canto “Vi benedico foreste” (Vi benedico, foreste op. 47 n. 5). La Russia stessa si è sempre definita come la terra tra le foreste settentrionali e la steppa meridionale. In Tchaikovsky la natura è la protagonista assoluta: i versi di Tolstoj, musicati da Petr Ciaikovski, squadernano foreste, campi, monti, acque.

Le foreste della Russia sono l’ultima grande foreste primaria d’Europa sostanzialmente intatta, che si estende fino alle pendici occidentali degli Urali. Per millenni ha assicurato la sopravvivenza a numerosi animali e  piante: orsi, scoiattoli volanti, aquile e gufi, ora gravemente minacciati.
E’ la foresta delle casette di legno e delle slitte con i campanelli, delle immense foreste di betulle e della neve per cinque mesi all’anno.

Qui vivono popolazioni indigene, i pastori di renne Saami, concentrati nella regione di Murmansk, mentre la regione di Arkhangelsk e la Repubblica Komi sono le basi delle culture tradizionali Komi e Nenets (o Samoyeds).
Ora queste foreste sono finite nel mirino dell’industria forestale finlandese, che ha avanzato un progetto di investimenti nell’industria cartaria russa. A suffragare questa ipotesi è lo stesso vicepresidente dell’Associazione finlandese dell’industria forestale Anders Portin, che descrivendone gli obiettivi, annuncia l’esportazione in Russia di macchinari industriali per il prelievo. Dall’altro lato della barricata, il Presidente Russo Putin starebbe lavorando per assicurare un ambiente economicamente favorevole agli investitori finlandesi. Un rapporto del WWF ricorda che proprio dalla Russia e attraverso la Finlandia entrano ogni anno in Europa 10,4 milioni di metri cubi di legname di origine sospetta o illegale. Circa la metà di questo legno entra nell’Unione Europea attraverso la Finlandia, dove viene impiegato per produrre cellulosa e carta, che a loro volta vengono esportate verso altri paesi europei.

Vi benedico, foreste, valli, campi, montagne, acque,
Benedico la libertà e cieli blu.

Benedico le mie cose ei miei umili stracci.
E la steppa, dall’inizio alla fine,
E la luce del sole e le tenebre della notte,

E il sentiero che percorro, povero come sonpo,
E nel prato ogni filo d’erba,
e ogni stella nel cielo!

Oh! se solo potessi comprendere tutta la vita,
E unire la mia anima con la vostra.
Oh! se solo potessi abbracciare tutti voi,
Nemici, amici, fratelli, e tutta la natura,
E avvolgere tutta la natura fra le mie braccia!

In Russia si trova un quinto delle foreste mondiali. Esse si estendono per  763 milioni di ettari. La riserva totale di legno è stimata sui 75 miliardi mi metri cubici di legno. La produzione si concentra nelle aree più facilmente raggiungibili e dove il legno è di migliore qualità. Secondo i dati ufficiali, il volume del legno estratto legalmente è di 732.000 metri cubici l’anno.
Pratiche di sfruttamento sostenibile non sono sviluppate: al contrario, l’attività di disboscamento distrugge interi ecosistemi, sgretolando l’ambiente di specie rare e popolazioni native.

Povertà alimentare in Italia: i dati del Censis sono drammatici

Scritto da: Ernesto Ferrante
Fonte: http://www.opinione-pubblica.com/poverta-alimentare-italia-dati-del-censis-drammatici/

C’è chi paga 850 euro per ascoltare il discorso di Barack Obama a Seeds&Chips, la manifestazione in tema di innovazione e sostenibilità del cibo, e chi, oltre due milioni di famiglie, non può nemmeno mangiare in maniera dignitosa.

Più di cinque milioni di persone, in Italia, sono in condizioni di povertà alimentare, cioè possono spendere per l’acquisto di generi alimentari risorse inferiori rispetto a una soglia standard accettabile.

E il loro numero continua a crescere: l’aumento è stato del 57% negli ultimi 10 anni.

E’ quanto emerge da una ricerca del Censis su come mangiano gli italiani presentata in occasione dell’inaugurazione di “Tuttofood”, la rassegna specializzata di Fiera Milano in corso fino a giovedì.

La povertà alimentare, troppo spesso nascosta per vergogna, è un fenomeno sociale diffuso e crescente nel tempo anche nelle aree più benestanti del Paese.

In dieci anni, 800mila nuclei familiari non hanno avuto denaro a sufficienza per mangiare in alcuni periodi dell’anno (+57%, pari a 2,2 milioni di persone). E sono aumentate dell’87% le famiglie che non possono permettersi un pasto a base di carne o pesce almeno una volta ogni due giorni (1,4 milioni di nuclei familiari in più, pari oggi a 3 milioni).

I dati diffusi dal Censis, indicano poi che la povertà alimentare è piu diffusa al Nord-Est (il 9,2% delle famiglie) e al Sud (9%), tra le famiglie con oltre tre figli (6,5%) e con capofamiglia straniero (il 14,1% contro il 7,5% di quelle con capofamiglia italiano).

E colpisce di più le famiglie di chi è diventato maggiorenne nel nuovo millennio (il 14%) rispetto a quelle dei nati dal 1946 al 1964 (8,3%) e degli anziani (6%).

Degli italiani che non hanno il problema della spesa alimentare, più di un milione sono ingordi, mangiano troppo di tutto; 1,4 milioni sono vegetariani e vegani; 14,5 milioni sono pragmatici, cioè mangiano di tutto un po’. 7,3 milioni sono amanti dei prodotti tipici e dei cibi genuini; 6,4 milioni sono salutisti.

Ci sono poi 3,1 milioni di sperimentatori, dediti alle nuove pietanze e alle nuove diete, contro 2,4 milioni di abitudinari, che mangiano quasi sempre le stesse cose.

Non mancano gli eccessi e le cattive abitudini. Sono complessivamente 36 milioni gli italiani che buttano il cibo avanzato in tavola o rimasto inutilizzato oltre la data della scadenza (4,9 milioni lo fanno regolarmente).

Lo spreco alimentare è trasversale alla società, ma sprecano di più i millennial (80,2%), le persone laureate (78,3%) e i benestanti (72,7%).

 

Fatima, profezia avverata e da avverarsi

Scritto da: Rodolfo Casadei
Fonte: http://www.tempi.it/fatima-profezia-avverata-e-da-avverarsi#.WRXES8YlG00

Venerdì 12 e sabato 13 papa Bergoglio sarà a Fatima, in Portogallo, dove proclamerà santi Giacinta e Francesco, due dei tre pastorelli a cui la Madonna apparve sei volte fra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917. La ricorrenza del centenario dei fatti non poteva non riaccendere l’attenzione, non solo da parte dei vertici della Chiesa cattolica, su quello che resta il più sensazionale evento con risvolti inspiegabili dell’ultimo secolo. La danza del sole davanti a 70 mila paia di occhi che potevano fissarlo senza restare accecati, la sua roteazione e colorazione iridescente con fulmineo asciugamento delle vesti bagnate della folla, scossero le certezze del più importante, anticlericale e massonico quotidiano del Portogallo, O Seculo, che titolò in prima pagina: “Cose sbalorditive: come il sole danzò a mezzogiorno a Fatima”. Come inspiegabile resta la forza d’animo con la quale i tre bambini (10, 9 e 7 anni) resistettero a minacce e ricatti di chi voleva costringerli ad ammettere di aver mentito oppure a rivelare i messaggi ricevuti dalla «signora vestita di bianco» che lei stessa aveva chiesto di tenere segreti. E poi le profezie sulla Russia comunista prima che il comunismo salisse al potere, sul pontificato di Pio XI prima che questi venisse eletto, sullo scoppio della Seconda Guerra mondiale e sulla “luce sconosciuta” (il 25 gennaio 1938 una grandiosa aurora boreale fu visibile in gran parte d’Europa) che l’avrebbe annunciata.

Ma Fatima è anche la storia di un segreto rimasto tale per 83 anni: la terza parte della visione che i tre bambini ebbero il 13 luglio 1917, messa per iscritto dalla superstite Lucia (i suoi due compagni Giacinta e Francesco erano morti rispettivamente nel 1920 e nel 1919) nel 1944, fu rivelata e letta in pubblico per disposizione di Giovanni Paolo II soltanto nel 2000. Quel troppo lungo intervallo ha dato la stura a perduranti controversie sull’interpretazione del messaggio, se si riferisca al passato o al futuro, se il testo arrivato a noi corrisponda alla rivelazione del 1917 o abbia subìto manomissioni, se non sia stato occultato un “quarto segreto” (o quarta parte dell’unico segreto) contenente un giudizio troppo severo sulla Chiesa.

Complottismi a parte, il comportamento della Chiesa cattolica nei riguardi degli eventi di Fatima non è stato sempre lineare: la natura soprannaturale delle apparizioni è stata ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa nell’ottobre 1930, ma la richiesta della Madonna che il papa in comunione con tutti i vescovi del mondo consacrasse la Russia al suo Cuore Immacolato per evitare al mondo grandi sofferenze non è stata soddisfatta fino al 1984; la terza parte del segreto avrebbe dovuto essere resa nota, secondo quanto suor Lucia afferma esserle stato detto dalla Madonna, a partire dal 1960, ma quattro papi di seguito hanno lasciato che il tempo passasse fino a quando Giovanni Paolo II, negli ultimi anni del suo pontificato, ha permesso la pubblicazione.

Per il centenario stanno uscendo molti libri o edizioni aggiornate di libri già disponibili sull’argomento. Fra le new entry segnaliamo 2017 Fatima centro del mondo di Luciano Garibaldi, inviato speciale, caporedattore, vicedirettore e collaboratore di molte testate: da Gente a La Notte, da Il Giornale ad Avvenire. Arrivato nelle librerie nel marzo scorso per le edizioni Mimep-Docete, questo testo presenta molti pregi e alcune originali suggestioni. Riassume correttamente la cronaca degli eventi, ripropone le parole della Madonna e i contenuti delle visioni così come suor Lucia li ha messi per iscritto a varie riprese dietro richiesta del vescovo di Leiria, contiene la riproduzione di struggenti foto color seppia dei protagonisti degli eventi del 1917 e anni seguenti, comprese quelle delle prime folle radunate nella Cueva di Iria e delle prime pagine dei giornali portoghesi del tempo, e quelle a colori che vanno da Giovanni Paolo II ai giorni nostri. Un capitolo è dedicato a “Fatima nella missione di nove pontefici” dove è raccontato che cosa è stato fatto o non fatto dai nove papi che si sono succeduti dai giorni delle apparizioni ad oggi. In chiusura due appendici: il Commento teologico col quale l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede card. Joseph Ratzinger accompagnò la pubblicazione del cosiddetto terzo segreto e la Dichiarazione comune sottoscritta da papa Francesco e dal patriarca di Mosca Kirill il 12 febbraio 2016. Se il primo testo è quasi un atto dovuto per un libro che voglia trattare in stile divulgativo ma serio la vicenda delle apparizioni e dei messaggi della Madonna di Fatima, il secondo serve di supporto a una delle chiavi interpretative del libro di Garibaldi. Gli elementi originali del testo sono infatti due: che la “conversione della Russia” predetta dalla Madonna a Fatima se quel paese le fosse stato consacrato è nei fatti avvenuta; che c’è continuità fra le apparizioni di Fatima, approvate dalla Chiesa, e quelle di Civitavecchia, sulle quali la Chiesa non si è pronunciata. A proposito della Russia Garibaldi nota come la caduta del Muro di Berlino e la fine della dittatura comunista in Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est sono successive alla consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, e sono state seguite da eventi altamente simbolici come il dono di preziose icone da parte di Vladimir Putin a papa Francesco e la firma dello storico documento de L’Avana, coincidente col primo incontro diretto di tutta la storia fra Papa di Roma e Patriarca di Mosca. Si potrebbe aggiungere – il libro non lo dice – che secondo i sondaggi dell’americano Pew Research Institute nel 2015 il 70 per cento dei russi si dichiarava religioso, percentuale molto più alta di quella dei paesi che un tempo si chiamavano “del mondo libero” impegnato nella lotta contro il comunismo: negli Usa si dichiara religioso solo il 56 per cento della popolazione, in Francia il 40, in Germania il 34 e nel Regno Unito il 30.

Per quanto riguarda Civitavecchia, dove una statuina della Madonna portata da Medjugorje pianse lacrime apparentemente di sangue per 14 volte fra il 2 febbraio e il 15 marzo 1995, e dove la famiglia Gregori proprietaria della statua afferma di avere avuto molte apparizioni della Vergine fra il 2 luglio 1995 e il 17 maggio 1996, risulta che uno dei messaggi trasmessi nel corso di un’apparizione contenesse un riferimento esplicito a Fatima: «Le tenebre di Satana stanno oscurando ormai tutto il mondo e anche la Chiesa di Dio. Preparatevi a vivere quanto io avevo svelato alle mie piccole figlie di Fatima». Jessica Gregori, che per prima, quindicenne, vide le lacrime e poi ricevette messaggi dalla Madonna, sostiene che alcuni di essi riguardano il terzo segreto di Fatima e che lei è tenuta a non rivelarli, fino a quando la Madonna non le manderà un segno.

Com’è noto, il cosiddetto terzo segreto consiste, nella forma in cui è stato comunicato, in una visione al culmine della quale una persona indicata prima come “vescovo vestito di bianco” e poi “Santo Padre” viene ucciso sotto a una croce di tronchi grezzi da un gruppo di soldati, insieme a vescovi, sacerdoti e laici, mentre due angeli «ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, raccoglievano il sangue dei martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio». Giovanni Paolo II la intese come un preannunzio dell’attentato contro la sua vita compiuto da Mehmet Ali Agca, al quale sarebbe sfuggito per l’intervento della mano materna di Maria: la pallottola estratta dal suo corpo fu poi incastonata nella corona di cui è ornata la statua della Madonna a Fatima. Questa interpretazione è indirettamente avallata dal commento teologico dell’allora cardinale Ratzinger, dove si legge: «l’immagine che i bambini videro non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva». Libertà di Dio, libertà degli uomini, libertà di Maria che ha detto “sì” all’angelo: «Il fiat di Maria», concludeva Ratzinger, «ha cambiato la storia del mondo, perché ha introdotto in questo mondo il Salvatore – perché grazie a questo “sì” Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale ora rimane per sempre. Il maligno ha potere in questo mondo, lo vediamo e lo sperimentiamo continuamente; egli ha potere, perché la nostra libertà si lascia continuamente distogliere da Dio. Ma quando Dio stesso ha un cuore umano e ha così rivolto la libertà dell’uomo verso il bene, verso Dio, la libertà per il male non ha più l’ultima parola».

Adunata Nazionale Alpini 2017 a Treviso – Adunata del Piave – dal 12 al 14 maggio 2017

Fonte: http://www.marcadoc.com/adunata-alpini-2017-a-treviso-adunata-del-piave-dal-12-al-14-maggio/

Adunata2017-logo

La sfilata dentro le mura di Treviso

La sfilata degli alpini si svolgerà lungo l’anello interno delle mura, come nell’adunata del 1994, il palco delle autorità verrà allestito in piazza della Vittoria, vicino al monumento ai Caduti. Fuori dalle mura la gente potrà sfruttare appositi parcheggi gratuiti. Queste sono le prime indicazioni fornite dal comitato organizzatore.

Per l’accoglienza alberghiera, oltre a Treviso e provincia, ci si appoggerà sugli alberghi di Padova, Jesolo e del litorale. Ci sarà anche un ospedale da campo, più alcune postazioni mediche. E saranno 15 i campi attrezzati fuori mura, come alla porta del Leon.

Si stima siano 500 mila persone le persone che, tra alpini e famiglie, verranno a Treviso dal 12 al 14 maggio del 2017 per partecipare alla grande adunata nazionale a celebrazione del centenario della Grande Guerra, la cosiddetta ‘Adunata del Piave‘.
La possibilità di ritornare in alcuni dei luoghi simbolo dell’epopea delle penne nere – il Piave, il Grappa, il Montello – nella straordinaria ricorrenza del centenario della Grande Guerra (nella Sinistra Piave il 1917, anno di occupazione, e’ ricordato con l’An de la fam – l’anno della fame), insieme al già di per sè fortissimo radicamento alpino del Triveneto, promettono di far battere ogni record all’Adunata nazionale del Piave del 2017.

Le 4 Sezioni dell’Associazione Nazionale Alpini, ANA, della Provincia di Treviso – Treviso, Conegliano, Vittorio Veneto e Valdobbiadene – sono al lavoro e, oltre alla sfilata di Treviso, stanno organizzando diverse manifestazioni collegate in tutto il territorio. Mostre, rievocazioni storiche, commemorazioni, iniziative culturali e sportive, fino all’imminenza del raduno, quando cominceranno le cerimonie ufficiali. Tra gli appuntamenti più sentiti, una sorta di maratona non competitiva, a staffetta, dalle sorgenti alla foce del Piave, inframmezzata da una serata dedicata ai cori Ana a Valdobbiadene.

La dittatura ha calato la maschera

Scritto da: Marcello Pamio
Fonte: http://www.disinformazione.it/Dittatura_vaccini.htm

Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul fatto che in Italia stiamo vivendo sotto la cappa di una dittatura di stampo fascistoide è bene che se li tolga dalla testa quanto prima.
Non passa giorno senza che ingiurie, censure, attacchi, segnalazioni e radiazioni dagli ordini avvengano.
E’ palese che nel nostro paese a governare la politica sia la finanza internazionale e a governare la scienza e la medicina e a dettarne le linee guida siano le potentissime industrie del farmaco.
I media in tutto questo sono il megafono ufficiale. Tutti fagocitati, indottrinati e indirizzati verso il mono-pensiero di regime.

L’italiota medio, quello che si informa grazie alla tv, è a dir poco annichilito cerebralmente, ha smesso da molti anni di pensare con la propria testa e ripete come un disco incantato il medesimo mantra.
Siamo arrivati al punto folle di assistere a litigi negli asili tra le mamme per via dei bambini non vaccinati, i quali sarebbero secondo loro dei piccoli untori pericolosi per i loro figli vaccinati!
Il potere del lavaggio del cervello della tivù è unico e purtroppo l’ignoranza, il vuoto culturale si sono ormai stratificati e incarnati non solo nell’inconscio ma anche nel DNA stesso dell’individuo. La paura fa il resto.
Siamo assistendo alla guerra tra i poveri (di mente e di spirito) che fa tanto comodo al Sistema.
Estremamente comodo per il Divide et Impera.

Menti completamente labili – per non dire psicolabili – che invece di puntare il dito contro gli ultimi governi privi del consenso popolare; contro una medicina fagocitata e gestita dalle lobbies del farmaco; contro una classe medica sempre più lontana dalle persone e sempre fredda e disumanizzata, cosa fanno? Si scannano tra loro per via dei bimbi vaccinati e non.
Mai l’umanità è arrivata ad un livello di coscienza e di intelligenza così basso, e i media, i social e internet hanno una responsabilità enorme.
Chiediamoci come mai nell’età della comunicazione, dell’informazione, degli sms, dei whatsapp, la gente è più ignorante di quando non esisteva internet?
Lo tsunami di byte, notizie, aggiornamenti, articoli spazzatura (gossip, trasmissioni tv, telegiornali, ecc.) sta intasando ad arte i cervelli e le menti delle persone, per cui non viene lasciato spazio libero per una sana e corretta comprensione degli eventi e per lo sviluppo e la nascita di un pensiero critico.
Ecco la triste realtà: le persone non sono più in grado di pensare fino in fondo con la propria testa!
Mentre il gregge disorientato e cerebralmente annichilito litiga e si divide tra pro-vax e anti-vax (classica e mirabile divisione delle masse messa in atto dal Sistema), il regime colpisce a destra a manca richiamando, radiando medici e bloccando iniziative culturali come congressi, proiezioni di documentari e riunioni.

L’ultima inquietante censura è avvenuta in questi giorni al Palacongressi di Rimini dove la casa editrice Macro aveva in programma una interessante tavola rotonda sui vaccini.
In Italia però, come detto, è illegittimo riunirsi per discutere pubblicamente di salute senza il permesso del Ministero della Verità. E così puntualmente è arrivato il divieto imposto dall’alto. La censura ancora una volta è calata come una scure sulla libertà.
Ecco la democrazia in Italia!!!
Ma le cose tra la popolazione stanno cambiando anche grazie – e forse soprattutto – proprio a quello che sta accadendo. La legge fisica di Azione e Reazione lo insegna. Più il Sistema si accanisce e più la reazione, cioè il risveglio delle coscienze, si fa sentire. E’ automatico.
Qualche esempio? L’assurdo per non dire fantomatico caso dell’infermiera di Treviso che non avrebbe fatto migliaia di vaccini (rispolverato ad arte in un momento perfetto) sta facendo passare notti insonni ai dirigenti ULSS che si ritrovano con migliaia di bambini senza copertura vaccinale, eppure sanissimi. Esami e controesami del sangue per verificare la risposta immunitaria non solo ai bambini che forse non sono stati vaccinati, ma anche tra quelli sicuramente vaccinati. Come mai? Cosa cercano? Non sono sicuri di cosa?
Per fortuna qualche genitore ha mangiato la foglia e ha iniziato a farsi qualche domanda…
Le decisioni di alcuni sindaci che impediscono illegittimamente e incostituzionalmente ai bambini non vaccinati di accedere ai nidi e agli asili stanno portando alla nascita di nidi privati e di nidi in famiglia.

Le persone si stanno svegliando e la prova è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere….
Per ultimo ieri all’Hotel BHR in provincia di Treviso c’è stata l’assemblea tra i genitori e i dirigenti dell’Azienda ULSS 2 sul caso dell’infermiera. In una sala da oltre 700 posti erano presenti soltanto circa 70 persone!
Se calcoliamo che tra queste vi erano giornalisti, medici, dirigenti ospedalieri, mariti, mogli e accompagnatrici varie, le persone e i genitori interessati sono stati pochissimi.
Indubbiamente un fallimento mediatico e di immagine epocale!
E purtroppo per loro, avverrà sempre più spesso…

Black Shuck, il cane malvagio che infestò l’Inghilterra

Fonte: http://fantasmitalia.it/black-shuck-cane-malvagio-infesto-linghilterra/

Trovato scheletro di un cane lungo più di 2 metri, si tratta forse del Black Shuck ?

Un enorme cane dal lungo pelo nero, probabilmente una creatura diabolica, che si aggirava per le campagne dell’Inghilterra occidentale seminando morte e panico sul suo cammino. Si palava così nell’Inghilterra del XVI secolo, una diceria popolare, di una bestia infernale, venuta in terra per diffondere la sua maledizione tra i poveri contadini della regione. Il suo nome era Black Shuck, occhi rossi fiammeggianti e artigli affilatissimi, una vera e propria macchina di morte per l’epoca.
Ora un team di archeologi, durante una serie di scavi effettuati nell’abazia di Leiston a Suffolk, ha portato alla luce un numero elevato di ossa appartenente a diversi cani sepolti tutti insieme, ma tra essi uno risalta subito per le sue dimensioni fuori dal comune.
Gli archeologi parlano di cane la cui lunghezza raggiungeva o addirittura superava i 2 metri. La scoperta è avvenuta tra due chiese in cui si dice che il Black Shuck abbia ucciso alcuni fedeli durante un temporale scatenatosi nell’agosto dell’anno 1577. La tentazione di porre subito in collegamento il cane ritrovato e la leggenda inglese a quasi 500 anni di distanza è forte, le ipotesi di scavo inducono a ritenere che il cane possa essere vissuto proprio nel periodo in questione – poca era la terra che ricopriva i resti – ma saranno le analisi al carbonio 14 sulle ossa a verificare con più esattezza la data di morte.

La leggenda ha inizio nella chiesa della Santissima Trinità di Blythburgh, quando un tuono inconsueto si schiantò sulle porte della chiesa facendo saltare i cardini: subito al suo interno imperversò una grossa bestia nera che cominciò a fare strage dei fedeli chiusi al suo interno, senza risparmio per nessuno dei presenti, nemmeno per i bambini. Alcune tracce di bruciato presenti ancora sulle pareti della chiesa sono ritenute essere le impronte degli artigli del Black Shuck. Poco dopo quel tempo un fatto strano si verificò nella chiesa di St Mary, nella vicina cittadina di Bungay, dove due uomini furono brutalmente uccisi: uno di essi venne ritrovato come raggrinzito mentre stava pregando.
In un pamphlet risalente al 1577, A Sraunge and the Terrible Wunder, il reverendo Abraham Fleming scriveva che la bestia di Satana era giunta a seminare morte e terrore.
Siamo davvero in presenza di uno di quei casi rarissimi in cui il dato archeologico riesce a dare conferma ad una leggenda popolare, o forse dobbiamo, molto più umilmente, considerare di trovarci dinnanzi ai resti di uno splendido cane da caccia appartenuto ad un abate vissuto tra il XVI ed il XVII secolo?
Come spiegare altrimenti il seppellimento di più cani nello stesso luogo?

I misteri della Ghiandola Pineale

Scritto da: Gabriele Luzzini
Fonte:http://www.sogliaoscura.org/i-misteri-della-ghiandola-pineale-di-gabriele-luzzini/

 

 

 

 

 

La Ghiandola Pineale oppure Epifisi è una ghiandola endocrina che è presente nel cervello dei vertebrati e ci sono diverse informazioni che la riguardano, sia di natura scientifica che di natura mitica.

Innanzitutto, la Ghiandola Pineale è fondamentale per la salute fisica e mentale e il suo benessere è legato alla memoria, alla creatività, all’intuizione e alle capacità di pensiero critico. È anche sensibile alla luce e svolge un ruolo importante nei cicli di sonno e di veglia. Quando la luce colpisce la retina, percorre il sistema nervoso e penetra nella ghiandola. Quando la luce si spegne, viene inviato un segnale all’Epifisi per iniziare a secernere la melatonina, attivando lo stato di sonno.
La Ghiandola Pineale si forma all’interno dell’embrione umano dopo 49 giorni, che è lo stesso tempo in cui i tibetani credono occorra a un’anima per reincarnarsi. Oltre ad essere la stessa quantità di giorni necessari all’embrione umano per diventare maschile o femminile. Nell’antico sistema di energia vedica dei chakra, tale ghiandola è chiamata chakra ‘Ajna’ o ‘Terzo Occhio’.
Studi moderni rivelano che l’interno acquoso della ghiandola contiene bacchette e coni – proprio come quelli che si trovano nella retina. Perciò, ha quindi una struttura notevolmente simile ai due occhi fisici.
Gli studi effettuati hanno dimostrato che l’Epifisi secerne una sostanza chiamata Dimethyltriptamine (DMT), che è presente come principio allucinatorio nella birra sciamanica sudamericana chiamata Ayahuasca. Non è da sottovalutare che la DMT provoca esperienze che possano portare al di là di stati comuni di consapevolezza.
Questo è forse il motivo per cui la Ghiandola Pineale è conosciuta in molte culture come la ‘Sede dell’Anima’, la ‘Porta all’Universo’, un vero e proprio occhio della mente e un ingresso verso i Reami più alti (come sostiene la letteratura al riguardo, ‘Doorway to Higher Realms’ – altre dimensioni).

ENRICO MATTEI…UN ITALIANO!

Parole dal passato per il nostro presente
“Ho lottato contro l’idea fissa che esisteva nel mio Paese: che l’Italia fosse condannata ad essere povera per mancanza di materie prime e di fonti energetiche. Queste fonti energetiche le ho individuate e le ho messe in valore e ne ho tratto delle materie prime. Ma, prima di far tutto questo, ho dovuto fare anch’io della decolonizzazione perché molti settori dell’economia italiana erano colonizzati anzi, direi, che la stessa Italia meridionale era stata colonizzata dal Nord d’Italia!”. (Enrico Mattei – Discorso a Tunisi, 10 giugno 1960)

Il governo brasiliano abbandona gli indigeni

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/it/popoli-indigeni/4286-il-governo-brasiliano-abbandona-gli-indigeni.html

Il governo brasiliano ha deciso di abbandonare le tribù incontattate in balia di taglialegna e allevatori, secondo quando denunciato da Survival International: le tutte le unità governative responsabili della protezione delle le tribù incontattate del Brasile dalle invasioni di taglialegna e allevatori rischiano infatti di essere smantellate.

Gli agenti del FUNAI, il Dipartimento agli Affari indigeni del paese, svolgono un ruolo essenziale nella protezione dei territori dei popoli incontattati, impedendovi l’accesso illegale di taglialegna, allevatori, minatori e altri invasori. Alcune squadre sul campo sono già state ritirate, e ulteriori riduzioni sono pianificate nel prossimo futuro. Secondo Survival, non appena la protezione sarà annullata, migliaia di invasori si precipiteranno all’interno di questi ricchi territori, che fanno gola a molti.

Si stima che in Brasile vi siano più di 100 tribù incontattate, ben oltre due terzi della popolazione mondiale di popoli non ancora entrato in contatto con la cultura occidentale. Molti di loro vivono all’interno di territori indigeni, per un totale di 54,3 milioni di ettari di foresta pluviale protetta, un’area grande quanto la Francia.

Questi territori sono monitorati da appena 19 squadre del FUNAI, dedicate alla loro protezione. È possibile che tutte le 19 le squadre siano eliminate dal budget statale brasiliano, nonostante i fondi necessari per mantenerle siano pari al salario medio e ai benefit annuali pagati a appena due membri del Congresso brasiliano.

Queste proposte sono le ultime di una lunga lista di azioni intraprese dal governo Temer, salito al potere nel 2016 dopo l’impeachment di Dilma Rousseff, che rischiano avere conseguenze catastrofiche per i popoli indigeni.

Paulo Marubo, un indigeno della valle di Javari nell’Amazzonia brasiliana ha dichiarato: “Se le squadre di protezione verranno eliminate, tornerà tutto come prima, quando molti Indiani venivano massacrati e morivano a causa delle malattie… Se i taglialegna arriveranno qui, vorranno contattare gli indigeni incontattati, diffonderanno malattie e li ammazzeranno.”

Gran parte degli indigeni del Brasile sono stati appunto uccisi dalle malattie portate dall’Europa, contro le quali non hanno gli anticorpi: un semplice raffreddore può uccidere un’intero popolo indigeno.

Secondo i ricercatori, lo stretto legame tra il governo e le potenti lobby dell’allevamento e dell’agribusiness – che considerano i territori indigeni come un ostacolo alla loro espansione – potrebbe aver giocato un ruolo in questa proposta.