10 errori da non fare a colazione

Scritto da: Francesa Biagioli
Fonte: http://www.greenme.it/mangiare/11216-10-errori-da-non-fare-a-colazione

colazione_sana

La colazione è probabilmente il pasto più dimenticato e sottovalutato della giornata. Spesso si va di fretta, non si ha tempo da dedicare a preparare qualcosa di sano e gustoso e si ricorre così a cibi confezionati, a una semplice tazza di caffè o, peggio ancora, ci si dimentica completamente che sarebbe necessario mangiare qualcosa di nutriente per iniziare al meglio la giornata con l’energia giusta.

Ma anche chi fa colazione ogni mattina probabilmente commette qualche errore, senza saperlo. Vediamo quali sono i più comuni…

1) Mangiare cibi pieni di zucchero

In Italia la colazione per antonomasia è dolce, difficile rinunciare a cornetti, torte, biscotti, cereali al cioccolato, ciambelle, pane con la marmellata, ecc. Ma mangiare sempre e solo questi alimenti all’inizio della giornata non è esattamente consigliabile dato che, ricchi come sono di zuccheri, fanno sì che la fame venga saziata sul momento ma poi ne vada a risentire il metabolismo complessivo. Questi cibi, infatti, comportano un picco della glicemia che poi però, inevitabilmente e repentinamente, crolla. E’ per questo che dopo una colazione dolce, nel giro di un paio di ore si ha di nuovo fame.

2) Attenzione a succhi di frutta e yogurt

Quando a colazione o come spuntino nel corso della giornata si pensa a succhi di frutta e yogurt si è convinti che siano sempre e in ogni caso sani. Non è così, i succhi di frutta confezionati sono ricchi di zucchero e lo stesso vale anche per gli yogurt. Meglio quindi sostituire i succhi confezionati con succhi, centrifughe o frullati fatti in casa sul momento o, se non si ha tempo, meglio mangiare direttamente un frutto intero che tra l’altro mantiene inalterate tutte le sue proprietà (vitamine, minerali, ecc.). Anche gli yogurt possono essere preparati in casa e, in alternativa a quelli di latte vaccino, si può optare per quello di soia.

 

3) Non bere acqua

Spesso ci dimentichiamo di una delle più grandi risorse che abbiamo, fondamentale anche per il nostro benessere mattutino: l’acqua. La prima cosa da fare quando ci si sveglia sarebbe appunto quella di bere un bicchiere d’acqua tiepida per pulire a fondo l’organismo dopo la notte di digiuno trascorsa, mantenerlo idratato e pronto a riprendere tutte le sue attività. In alcuni periodi, potete aggiungere al semplice bicchiere d’acqua del succo di limone appena spremuto, una semplice abitudine che può portarvi molti benefici.

4) Mangiare troppo in fretta

In un mondo in cui tutti corrono, spesso si va di fretta anche nel fare colazione: c’è chi afferra una tazza di caffè prima di uscire di casa e chi addirittura mangia di fronte al computer o arrivato a lavoro quando già tutte le preoccupazioni della giornata si sono addensate nel cervello. Niente di più sbagliato! La colazione dovrebbe avere un proprio spazio di riguardo: almeno 15 minuti di calma in cui si può stare seduti e assaporare il cibo concentrandosi il più possibile su di esso e masticando con tranquillità in modo tale che il cervello abbia il tempo di “registrare” l’avvenuto pasto.

5) Mangiare troppo tardi la mattina

Non solo non bisogna mangiare in fretta, non bisogna neppure mangiare troppo tardi nel corso della mattinata. Gli esperti consigliano infatti di fare colazione entro un’ora dal momento in cui ci si è alzati, perché più si va avanti nel corso della giornata e più c’è il rischio di veder aumentare il senso di fame e quindi di abbuffarsi, compromettendo così anche il secondo pasto della giornata, ovvero il pranzo. Inoltre la colazione serve proprio a dare il primo carburante utile al nostro organismo, se viene fatta troppo tardi il cibo si brucia peggio e non svolge appieno la sua funzione.

6) Non mangiare sufficienti fibre

Le fibre a colazione sono ottime perché aumentano il senso di sazietà e contribuiscono a ridurre l’assorbimento di grassi e zuccheri. Inoltre, come tutti sanno, aiutano le funzioni intestinali e sono quindi un must da inserire in una sana alimentazione mattutina. Il modo migliore per ottenere fibre è quella di prediligere i cereali integrali da mangiare, ad esempio, componendo un gustoso muesli unendo frutta secca, semi oleosi e, perché no, un po’ di cioccolata fondente.

7) Dimenticarsi delle proteine

Le proteine, a differenza dei carboidrati, ci mettono molto tempo ad essere digerite. A colazione quindi possono essere d’aiuto per sentirsi sazi più a lungo evitando di fare troppi spuntini nel corso della mattinata. Questo non significa che bisogna mangiare ogni mattina uova, formaggio o prosciutto (pesanti e calorici), le proteine si trovano anche nel pane integrale e nei legumi, un’alternativa alle solite colazioni può essere dunque una bella fetta di pane arricchita con humus di ceci.

Leggi anche: Pane integrale e hummus di ceci

8) Non mangiare, mangiare poco o bere solo caffè

Saltare la colazione non è una buona cosa come anche ritenere che un piccolo frutto o peggio un solo caffè possa bastare fino all’ora di pranzo. Sono tanti gli svantaggi di chi non fa colazione, tra questi la possibilità di rallentare il metabolismo del corpo e di conseguenza aumentare la tendenza ad ingrassare. C’è poi da dire che bere il caffè a stomaco vuoto provoca un’ipersecrezione gastrica che, a lungo andare, può comportare la comparsa di problemi all’apparato digerente come gastriti e reflusso esofageo.

9) Fare colazione a buffet

Quando ci si trova di fronte ad un buffet, la tentazione è davvero troppa ed è difficile resistere a tante prelibatezze tutte insieme e ben disposte di fronte ai nostri occhi. Il rischio, naturalmente, è quello di farsi prendere dalla gola, mangiare più del necessario e mischiare insieme troppi alimenti con la possibilità di alzarsi da tavola non carichi di energia ma, al contrario, decisamente appesantiti!

10) Pensare che la colazione non sia importante

Ricordate il vecchio detto che dice “fai colazione come un re, pranza come un principe e cena come un povero”? Beh tenetelo sempre a mente: è ancora valido!

Iniziare ad allevare qualche gallina? Ecco l’ABC

Scritto da: Nicoletta
Fonte: http://www.soloecologia.it/06092013/iniziare-ad-allevare-qualche-gallina-ecco-labc/6069

galline-allevate-a-terra

Se tenere un orto sul balcone è una nuova e intelligente tendenza che permette anche ai residenti in città di nutrirsi con ortaggi sani e a chilometro zero, allevare galline sul terrazzo è decisamente meno consigliabile. Ma per chi possiede una casa con cortile in campagna o in una zona suburbana, l’idea è tutt’altro che balzana. Si tratta invece di un’esperienza divertente, altamente educativa anche per i bambini e magnificamente ecologica. In Rete si trovano informazioni di ogni tipo, in questo articolo vogliamo limitarci ai fondamentali creare e gestire un pollaio.

Prima di tutto, qualche buona ragione per mettersi ad allevare galline:
* Sono facili ed economiche da mantenere (sicuramente molto più di altri animali domestici);
* Forniscono quasi ogni giorno un uovo ciascuna. E si tratta di uova non solo freschissime, ma anche di ottimo sapore e ricchissime di nutrienti;
* Costituiscono un modo del tutto ecologico per eliminare insetti ed erbacce;
* Producono il miglior fertilizzante del mondo.

Qualche consiglio spiccio:
* Verificare che i vicini non siano infastiditi dalla presenza delle galline. Eventualmente, evitare di tenere un gallo nel pollaio e… prospettare il frequente dono di uova fresche;
* Acquistare i pulcini nei mesi che vanno da febbraio a giugno. Più complicato è far schiudere le uova da soli, con l’aiuto di un’incubatrice;
* Nei primi 60 giorni:
– coprire il suolo con segatura o foglie di pannocchie di granoturco (evitare i fogli di giornali perché non assorbono bene i liquidi e diventano scivolosi);
– nutrire i pulcini con briciole o becchime a grana fine e procurare un abbeveratoio con acqua cambiata di frequente;
– giocare frequentemente con i pulcini per insegnare loro a non aver timore delle persone.

Dopo i primi 2 mesi:
* Procurarsi una stia o un recinto in cui i pulcini possano muoversi liberamente. L’ideale è che abbiano a disposizione una zona coperta per la notte (munita di porta, per proteggerli dai predatori) e un praticello su cui muoversi durante il giorno
* Iniziare a nutrire i pulcini con ortaggi e frutta (amano molto le foglie di scarto dell’insalata, nonché buccia, torsolo e semi di pomodori, semi e torsoli di peperoni, buccia e semi di melone e cocomero, bucce di fichi, patate cotte), ma anche avanzi di pane (meglio se ammollato in acqua), pasta e riso (sempre cotti), briciole di dolciumi di ogni tipo, ritagli di carne, pesce e formaggi. Anche i polli hanno bisogno di un’alimentazione variata e, specialmente in estate, di cibi ricchi di acqua.

Etienne De La Boétie, Discorso sulla Servitù Volontaria

Fonte: http://www.gamerlandia.net/2013/09/03/etienne-de-la-boetie-discorso-sulla-servitu-volontaria/

SRVvol-300x200

Etienne la Boetie, tratte dal suo “Discorso sulla servitù volontaria“. Spero vi facciano riflettere:

“… quel che avviene in tutti i paesi, ogni giorno, fra tutti gli uomini, ossia che uno solo ne opprima centomila privandoli della libertà, chi potrebbe mai crederlo se ne sentisse soltanto parlare e non ne fosse testimone?

Se accadesse soltanto in paesi stranieri e in terre lontane, e ce lo venissero a raccontare, chi di noi non penserebbe che si tratta d’invenzione, di una trovata, e non della verità? Per di più, non c’è bisogno di combattere questo tiranno, né di toglierlo di mezzo; si sconfigge da solo, a patto che il popolo non acconsenta alla propria servitù.

Non occorre sottrargli qualcosa, basta non dargli nulla […]

Sono dunque i popoli stessi che si lasciano incatenare, perché se smettessero di servire, sarebbero liberi.

È il popolo che si fa servo, che si taglia la gola da solo, che potendo scegliere tra servitù e libertà, rifiuta la sua indipendenza e si sottomette al giogo; che acconsente al proprio male, anzi lo persegue”.

Embargo a Cuba: gli USA multano l’Intesa San Paolo

Scritto da: Giulio Chinappi
Fonte: http://news.you-ng.it/2013/09/06/embargo-cuba-gli-usa-multano-lintesa-san-paolo/

Intesa-San-Paolo-2

Iniziato nel 1962, l’embargo imposto dagli Stati Uniti ai danni di Cuba prosegue ancora oggi, sotto la presidenza di Barack Obama, che di certo non si è mostrata più morbida delle precedenti per quanto riguarda il blocco economico nei confronti dell’isola caraibica.

Il Minrex, il Ministero degli Esteri di Cuba, continua a denunciare le politiche statunitensi, che del resto sono state condannate innumerevoli volte dalla quasi totalità dei Paesi ONU (o meglio, gli unici favorevoli all’embargo restano gli stessi USA ed Israele). Molto spesso, infatti, alcune imprese, sia statunitensi che europee, vengono pesantemente multate per avere dei rapporti economici più o meno stretti con Cuba.

È così che il governo degli Stati Uniti, attraverso l’OFAC (l’Ufficio per il Controllo dei Fondi Stranieri del Dipartimento del Tesoro USA) ha sanzionato l’Intesa San Paolo S.p.A., applicando una multa di quasi tre milioni di dollari (2.949.030 $). La “grave colpa” della banca italiana sarebbe di aver effettuato 53 bonifici bancari verso Cuba tra il 2004 ed il 2008, contravvenendo quindi al diktat statunitense.

Qualche tempo fa una sorte simile era toccata all’American Express, condannata a pagare 5,2 milioni di dollari per essere “rea”, secondo il Dipartimento del Tesoro, di aver erogato oltre 14.000 banconote ai possessori di carta bancomat che si erano recati in vacanza a Cuba tra il 2005 ed il 2011, mentre diverse compagnie navali europee sono state multate per il semplice motivo di aver fatto approdo presso i porti dell’isola.

In Abruzzo si combatte la crisi con una nuova moneta

Fonte: http://www.coscienzeinrete.net/economia/item/1522-in-abruzzo-si-combatte-la-crisi-con-una-nuova-moneta

Marso

Ad Avezzano (L’Aquila) i nuovi acquisti si faranno con il Marso, la moneta cittadina coniata dal Comune per i suoi cittadini.

Lo riporta Il Centro di oggi, che spiega come il progetto abbia il preciso compito di rilanciare l’economia locale e ridare fiato ai negozi di vicinato.

È un soldo virtuale che non potrà essere incassato in quanto non sostituisce l’euro ma che sarà valido nei negozi e nelle aziende convenzionate.

Le banconote saranno di carta colorata, con tanto di simboli, valori e sistema anti-falsificazione, da usare esclusivamente in città.

Il progetto che ha introdotto questa iniziativa è battezzato “Avezzano solidarietà che cammina (Scec) – La Chimera Marso” e ha avuto il via libera della giunta con un’apposita delibera.

Presentato ieri dai componenti delle associazioni di categoria: Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Cna è stato spiegato anche come funziona.

Ogni avezzanese che si iscriverà gratuitamente all’associazione avrà 100 Marso. I tagli dovrebbero essere di 0,50, 1, 2, 10, 20 e 50 Marso. Il valore della nuova moneta potrà essere sia cartacea che elettronica e il valore è di uno a uno: un euro equivale a un Marso. E chi utilizzerà questa moneta potrà anche usufruire di buoni sconti.

Il progetto ha già trovato radici in altre parti d’Italia, a Napoli con i Napo, a Parma con lo Scec, in Val di Non con i Nauno.

“I cittadini di Avezzano, grosso centro in provincia dell’Aquila, avranno presto, insieme ovviamente agli euro, un’altra “moneta” nel portafoglio. È il “marso” , che prende il nome dagli antichi abitatori del vasto territorio in cui sorge Avezzano: i Marsi, appunto. Tecnicamente, il marso è un buono locale che serve a ottenere uno sconto (dal 5 al 30 per cento) negli esercizi commerciali aderenti al progetto. In pratica, il minor prezzo di un bene è compensato dal buono. Poiché il marso è destinato, nelle intenzioni, a circolare nel territorio di Avezzano ed ha pertanto un, seppur limitato, valore di scambio, il “buono” diventa a tutti gli effetti moneta, accrescendo in tal modo, vedremo di quanto, la circolazione delle merci in ambito locale. L’obiettivo – dice il sindaco del centro abruzzese Giovanni Di Pangrazio – è quello di «aumentare i consumi e dare un po’ di forza alla nostra economia, in particolare alla produzione agroalimentare». A dispiacersi, in prospettiva, dell’esperimento dovrebbe essere la grande distribuzione, perché, spiega sempre il primo cittadino di Avezzano, il progetto tende a contrastare il «continuo drenaggio di ricchezza che prende strade lontane e non viene reinvestita».

Con il marso, Avezzano aderisce al progetto dell’associazione Arcipelago Scec, che porta avanti esperimenti analoghi in tutta Italia. Un’esperienza simile è quella del “Bristol pound”, nel Sud-Ovest dell’Inghilterra. Questo tentativo di “battere moneta” è una risposta, che nasce dalla base stessa della società, alla crisi economica di questi anni, una crisi derivante, tra le altre sue cause, dalla concentrazione delle ricchezza nelle banche e nei grandi investitori finanziari. E quindi al di fuori dell’economia reale della produzione e dei commerci.

L’esperimento del marso e di Arcipelago Scec è indubbiamente recente, ma la sua ispirazione viene da lontano, nel senso che l’idea di una sorta di “riappropriazione” popolare del dominio sulla moneta è un’esigenza avvertita fin dal cuore del Novecento. Poiché il sindaco Di Pangrazio ha studiato nell’Università abruzzese di Pescara, avrà sicuramente avuto informazione delle tesi di un geniale economista abruzzese (che la destra italiana conosce bene), il quale insegnava all’Università di Teramo: Giacinto Auriti, scomparso nel 2006, e teorico della “proprietà popolare della moneta”. Auriti era profondamente influenzato dalle idee di Ezra Pound contro l’usura (sulle quali il compianto Giano Accame scrisse un importante pamphlet, Ezra Pound economista). Per l’economista abuzzese, la moneta appartiene al popolo – e non alle Banche centrali che la emettono – perché il suo valore non è reale ma convenzionale (prima dell’invenzione della cartamoneta il valore della moneta stessa derivava dal metallo in cui era coniata). 

Va da sé che le tesi di Auriti, politicamente scorrettissime , ancorché semplicissime (ma, come scriveva il grande scrittore cattolico André Frossard, l’ «uomo moderno capisce tutto, tutto meno ciò che è semplice»), sono sempre state tenute accuratamente fuori dai circuiti ufficiali. Auriti, per l’establishment, era uno stravagante signore di cui “non valeva la pena” parlare. Eppure, in una occasione, la Banca d’Italia, a seguito di un’istanza presentata dall’economista al Tribunale di Roma, fu costretta a rispondere ufficialmente. Così, tra le altre così, si legge nel documento di Bankitalia: «Il valore della moneta trae il proprio fondamento solo e unicamente da norme dell’ordinamento statale». Il battere moneta è in sostanza espressione della sovranità statale. E già, però questo discorso poteva valere (forse) per il passato. Ma come la mettiamo oggi, che lo Stato italiano ha perso la sovranità sulla moneta? Dove (e a chi) è andato a finire il signoraggio sulle bancononte? Nulla da stupirsi dunque se, oggi che il Re è Nudo (e pure spiantato), tornano d’attualità le tesi di Giacinto Auriti.”

(Fonte:http://www.secoloditalia.it/2013/08/contro-la-crisi-avezzano-batte-moneta-nasce-il-marso-e-la-rivincita-postuma-di-giacinto-auriti-2/ )

 

 

Primo contatto con una specie aliena: prima direttiva e riflessioni etiche

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/02/09/2013/primo-contatto-con-una-specie-aliena-prima-direttiva-e-riflessioni-etiche/

civiltà-extraterrestreE’ necessario avere un quadro di riferimento etico per le attività umane nel cosmo? Stiamo andando ad incontrare, oppure abbiamo intenzione di sfruttare?

Nel mese di agosto, nella città texana di Dallas, si è tenuto lo ‘Starship Congress‘, nel quale si sono tenuti una serie di dibattiti incentrati sull’attività umana nello spazio e, in ultima analisi, la progressiva trasformazione della nostra specie in una ‘civiltà interstellare’.

 

Sebbene sembra un argomento della più spinta fantascienza, l’espansione dell’uomo nel cosmo, in un arco di tempo sufficientemente ampio, è percepito dai congressisti come un imperativo evolutivo.

 

Supponiamo per un momento di aver risolto le grandi sfide tecnologiche che richiede lo sviluppo di navi stellari capaci di raggiungere, almeno i sistemi stellari più vicini, cominciando una nuova era di colonizzazione galattica.

 

Supponiamo anche che la questione dell’esistenza di altre civiltà intelligenti abbia trovato risposta positiva, scoprendo che le leggi fisiche e chimiche operino allo stesso modo in ogni punto dell’universo, rendendo la biologia ovunque possibile.Una volta che ci trovassimo faccia a faccia con i nostri vicini extraterrestri, come dovremmo comportarci? Da questa semplice domanda nascono una serie di questioni etiche alle quali i congressisti hanno cercato di dare risposta.

 

La necessità di un quadro etico di riferimento, rispetto all’esplorazione spaziale, è stata affrontata anche dalla fantascienza. Uno degli esempi più noti è la cosiddetta ‘Prima Direttiva’ di Star Trek, una legge basilare utilizzata nell’universo immaginario della serie per evitare interferenze culturali tra gli esploratori umani e le altre civiltà aliena in via di progresso.Nella realtà, sarebbe necessario avere un quadro di riferimento etico per le attività umane nel cosmo? La futura esplorazione umana dello spazio potrebbe prendere in prestito l’idea partorita dagli autori di una serie televisiva di fantascienza?

 

Secondo i ricercatori, la prima domanda da porsi è se ci si trova di fronte ad alieni ‘intelligenti’ (o che almeno sembrano essere senzienti), oppure se si tratta di organismi agli albori della loro evoluzione, come microrganismi unicellulari.

 

Les Johnson, presidente del Tennessee Valley Interstellar Workshop e vice-direttore del NASA’s Advanced Concepts Office al George C. Marshall Space Flight Center di Huntsville, Alabama, ha delineato alcuni criteri logici per i nostri pronipoti spaziale, nel caso, un giorno, dovessero imbattersi in una qualsiasi vita extraterrestre.

 

“Il primo criterio dovrebbe essere quello di imparare tutto quello che puoi imparare, prima di assumerti qualsiasi rischio”, spiega Johnson. “Il secondo dovrebbe essere di non entrare in contatto se sembra vivo. E il terzo, quello di evitare di importare campioni dal pianeta esplorato, dato che non si è sicuri al 100% della sua compatibilità con il nostro ecosistema”.Il terzo criterio è stato attenuato da Jim Benford, presidente della Microwave Sciences Inc., il quale ha sostenuto che non bisogna preoccuparsi eccessivamente del rischio che un microbo alieno possa ‘infettare’ noi o danneggiare la nostra biologia.

 

Anzi, Benford ritiene che, nel caso si incontri un mondo alieno, sia necessario creare un avamposto destinato a svolgere approfondite indagini scientifiche. Saremmo così diversi dalla biologia aliena, da non correre alcun rischio nell’interazione con la biosfera extraterrestre.Nella sua replica, Johnson ha ricordato i numerosi guasti causati, in passato, dall’introduzione di specie invasive in ecosistemi vulnerabili, causando danni incalcolabili. In mancanza di predatori o di limitazioni ambientali, l’introduzione di una nuova specie aliena nel nostro ambiente potrebbe prendere il sopravvento sulle specie autoctone, fino a minacciare la nostra sopravvivenza.

A sostengo di Johnson, altri relatori hanno detto che portare nuove specie aliene nel nostro ecosistema, potrebbe non essere una buona idea.Kelvin Long, cofondatore dell’Institute for Interstellar Studies, Inghilterra, ha ribadito la necessità di creare linee guida in materia di contatto extraterrestre, ma anche sottolineato che queste regole etiche potrebbero essere interpretate in modi differenti, a seconda delle situazioni e del tempo storico nelle quali si applicheranno.

Tuttavia, in questo stadio della nostra evoluzione, la ricerca di pianeti simili alla Terra, per ampliare il nostro spazio vitale, potrebbe essere un’attività molto meno importante per la sopravvivenza della nostra specie. L’interesse sarebbe più di tipo scientifico che di tipo coloniale.A rincarare la dose è Marc Millis, fondatore della Tau Zero Foundation, il quale crede che il quadro etico di riferimento sarà inevitabilmente interpretato in modi diversi e che sarà altamente probabile che possano esserci degli errori durante le esplorazioni.

A convenire con la necessità di stabilire principi etici solidi è Richard Obousy, presidente e cofondatore Icarus Interstellar. Tuttavia, egli si ritiene un ‘pro-umano’, concetto secondo il quale l’esplorazione spaziale deve avere come obiettivo il meglio per l’uomo e che la presenza di forme di vita indigene non deve limitare lo sfruttamento di eventuale pianeta extrasolare (vedi ‘Avatar’, n.d.N.).

Quindi, secondo Obousy, l’etica è valida finchè non intralcia gli obiettivi umani, una sorta di etica a ‘responsabilità limitata’. Qualche attenzione in più è richiesta solo se la vita extraterrestre è di tipo senziente, con la quale il contatto deve essere intrapreso solo se considerato assolutamente necessario. Colonizzare o non colonizzare?

Un interessante contributo è giunto da Armen Papazian, economista finanziario e vincitore dell’Alpha Centauri Award. Papazian pensa che la storia e la politica umana abbiano confuso, nel corso del tempo, i concetti di ‘esplorazione’ e ‘colonizzazione’.“Qui c’è un problema di linguaggio e un problema storico”, ha detto Papazian. “Nel contesto della storia umana, la ‘colonizzazione significa un sacco di cose differenti in tutto il pianeta”.

In definitiva, Papazian si è chiesto quale debba essere la motivazione che spinge l’uomo ad esplorare la galassia: “Stiamo andando ad incontrare, oppure abbiamo intenzione di sfruttare? Stiamo cercando di esportare il nostro modello economico basato sulla scarsità?”. Ai posteri l’ardua sentenza.