Le Confessioni di un Illuminato

Fonte: www.unoeditori.com/ecom/article/le-confessioni-di-un-illuminato-vol1

Autore: Leo Lyon Zagami

Editori: Uno editori
Anno pubblicazione: 2012
Formato: 13,50 x 20,50
Pagine: 310
Nel primo volume delle Confessioni di un illuminato Leo Lyon Zagami ci introduce con dovizia di particolari nella complessa gerarchia delle Societa’ Segrete che fanno capo al segretissimo mondo degli illuminati.Le varie scuole, la storia segreta, le pratiche e le tradizioni che si nascondono in questo mondo misterioso e sconosciuto, legato alla creazione di un Nuovo Ordine Mondiale e a un’elite che da sempre governa, dietro le quinte della storia, i destini dell’umanita’. 

Ma Zagami non e’ solo un giornalista investigativo o il classico teorico della cospirazione, egli ha vissuto questa esperienza in prima persona, rimanendo coinvolto in spiacevoli esperienze quali le numerose minacce di morte, l’internamento in istituti mentali, la tortura , il successivo arresto per spionaggio, l’allontanamento dal figlio e la continua persecuzione da parte degli ex soci della famigerata Loggia Monte Carlo, iniziata dopo aver deciso di uscire da ambienti legati a pratiche di magia nera e satanismo come l’Ordo Templi Orientis.

Zagami in questo saggio ci mostra per la prima volta, documenti e immagini che provano senza ombra di dubbio non solo l’esistenza del network dei cosiddetti illuminati, ma anche i legami dell’elite con entita’ extradimensionali , e il loro modus operandi nel settore dell’intelligence.

Si prosegue così nella rivelazione dei piani segreti per la creazione di un Nuovo Ordine Mondiale, piani legati alla visione messianica del particolare periodo storico che stiamo vivendo e che vivremo con sempre maggiore intensita dal 2012 .

Leo Zagami, con questo libro, il primo di una trilogia dedicata alle sue Confessioni, vuole portarci gradualmente a una nuova e piu’ matura realizzazione della realta’ che stiamo vivendo, cosi da entrare realmente in un Eta’ Nuova dove sara’ assolutamente necessario un nostro risveglio per poter sopravvivere a tutte le tribolazioni che incombono sull’umanita’, ricordandoci che, come diceva Giordano Bruno : “Chi accresce il sapere aumenta il dolore.”

Leo Lyon Zagami

Leo Lyon Zagami nato il 5 Marzo del 1970 a Roma e figlio del Prof.Elio Zagami noto analista junghiano, scrittore e co-fondatore del G.A.P.A. (Gruppo Autonomo di Psicologia Analitica di cui era presidente), nipote del Senatore e saggista Leopoldo Zagami noto per aver scritto i libri piu’ autorevoli sulla storia delle Isole Eolie, e figlio di Jessica Lyon Young membro della famiglia della Regina Madre d’Inghilterra, a sua volta figlia degli scrittori Henry Lyon Young e Felicity Mason collaboratrice di William Burroughs nota come Anne Cumming.

Sostenuto dalla creatività dell’ambiente in cui è nato, fin dalla tenera eta’ si dedica allo studio e alla ricerca in campo esoterico, storico, e filosofico parallelamente alla sua passione per i media e la musica, che lo porterà a collaborare con radio e televisioni in tutto il mondo (BBC inglese, ABC Australiana, la NRK norvegese…), cosa che lo ha portato a essere il primo speaker radiofonico estero a parlare liberamente sulla Radio Russa dopo il crollo del muro di Berlino e a organizzare un party di beneficienza nel celebre Bolshoi di Mosca nel 2002 con le massime autorita’ delle istituzioni russe.

Dal 2006 inizia, non senza problemi ma coraggiosamente, la sua attivita’ divulgativa sul web riguardante il suo coinvolgimento diretto con il Nuovo Ordine Mondiale e le Societa’ Segrete ad esso collegate comunemente note come gli illuminati. Dal 2009 diventa autore di ben 4 libri di saggistica e geopolitica pubblicati in Giappone e diventati presto best sellers, vendendo oltre 50 mila copie.

I primi due libri sono stati scritti insieme al noto giornalista ed ex responsabile della prestigiosa pubblicazione Forbes Magazine Benjamin Fulford, il terzo insieme alla Principessa del Giappone Koaru Nakamaru, il quarto invece, pubblicato il 1 Novembre del 2011, è la sua prima opera solista in campo letterario, cosi come i due volumi di prossima uscita per Uno Editori.

Villa Almerico-Capra detta ‘La Rotonda’ – Vicenza

Fonte: http://www.magicoveneto.it/Vicenza/Vicenza/Villa_Almerico_Capra_La_Rotonda-1.htm

Commissionata al Palladio dal Cardinale Paolo Almerico nel 1570, era ancora non completata alla morte dell’architetto avvenuta nel 1580. Vincenzo Scamozzi realizza il tetto a cupola rotonda, da cui l’appellativo della villa, e la porta a termine nel 1585.
E’ uno degli ultimi capolavori del Palladio.

Libero da vincoli e sfruttando mirabilmente le simmetrie e la conformazione della lieve e rotondeggiante altura, egli può esprimere e allo stesso tempo concentrare tutte le sue idee. Una realizzazione dalla simmetria perfetta, senza apparenti lati focali, un’icona della monumentalità.

E’ sicuramente l’opera più famosa del grande genio, anche se, a detta di molti critici, non la più geniale e nemmeno la più bella. Sicuramente non è un edificio particolarmente adatto ad essere abitato, né, tantomeno, a svolgere il ruolo di residenza di campagna di un tipico proprietario terriero nell’epopea veneziana di terraferma, come lo sono quasi tutte le altre dimore (specie quelle non palladiane), dove la villa padronale è punto di riferimento attivo e direttivo delle proprietà terriere.

La ‘Rotonda’ è stata concepita principalmente come prestigioso luogo di rappresentanza e tranquillo rifugio di meditazione e studio per il ricco proprietario.
In questo sta il genio dell’artista: concretizzare le aspirazioni di apparire e stupire, da parte del committente, la sua cultura ed il suo concetto di bellezza assoluta, classicheggiante, in un oggetto – la casa – al tempo stesso simbolo di proprietà intimistica, rifugio privatissimo.
In questo senso la ‘Rotonda’ è opera compiuta che trascende le sorti del suo primo e, sotto questo aspetto, ‘unico’ proprietario per diventare icona di quella filosofia, quasi una versione ‘privata’ degli ideali rinascimentali.
Al tempo stesso è sunto e testamento dell’artista, che concretizza le esigenze della committenza mescolandole alle sue intuizioni, alla sua genialità, alla sua fantasia, alla sua percezione della classicità.

GHEDDAFI FINANZIO’ IL FONDO ELETTORALE PRESIDENZIALE DI SARKOZY NEL 2007. IL FIGLIO LO AFFERMA

Fonte: http://www.guardian.co.uk/world/2012/mar/12/gaddafi-contributed-sarkozy-2007-election
Traduzione: http://cafedehumanite.blogspot.com/

Sono emerse nuove lesive rivendicazioni sulle sovvenzioni alla campagna elettorale di Nicolas Sarkozy’ del 2007 e i suoi collegamenti con l’ex leader libico Muammar Gaddafi .
Il sito francese investigativo Mediapart afferma di aver visto una nota “riservata “che induce a pensare che Gheddafi contribuì fino a 50 milioni di euro, al fondo elettorale di Sarkozy, 5 anni fa.

Simili imputazioni emersero  un anno fa quando il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, affermò che la
Libia aiuto’ il finanziamento della campagna del 2007 e chiese al presidente francese , che condusse la guerra contro i leader libico, di restituire il denaro.

In una intervista con Euronews TV channel, Saif al-Islam, attualmente trattenuto in Libia dopo la sconfitta e morte del padre, ha minacciato di rendere pubblici i dettagli dei trasferimenti bancari (…)

Le ultime imputazioni arrivano in un momento cruciale per Sarkozy che sta cercando un secondo mandato in una elezione a due rounds in meno di 6 settimane. Il giornalista di Mediapart, Fabrice Arfi ha detto al Guardian di avwer visto documenti  trapelati  da un dossier legale sulLa faccenda, attualmente sotto investigazione da parte di un giudice.

“Sapevamo che questi documenti esistevano ma è la prima volta che abbiamo avuto dettagli di cosa contenessero ” ha detto. “E ci sono molti dettagli, incluso date, luoghi e ammontari.”

(…)poco dopo la elezione di Sarkozy, il colonnello Gheddafi fu invitato a  Parigi e gli fu consentito di montare la su tenda beduina sui terreni di una residenza ufficiale francese vicino al palazzo Eliseo Veniva descritto dai francesi come “fratello capo”

Un portavoce del palazo Eliseo, alla domanda relativa alle accuse di Saif al-Islam, precedentemente fatte ha dettto:  “Neghiamo, con molta evidenza”

 

Finmeccanica è sempre più NATO

Fonte: http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/

Le società produttrici di armi controllate da Finmeccanica si confermano importanti contractor dell’Alleanza Atlantica. Selex Elsag, specializzata nella progettazione e nello sviluppo dei sistemi di comunicazione militare, si è aggiudicata in collaborazione con il colosso statunitense Northrop Grumman, un contratto di circa 50 milioni di euro per l’implementazione e la gestione del programma Computer Incident Response Capability (NCIRC) – Full Operating Capability (FOC) dell’agenzia NC3A della NATO.

“Il programma NCIRC consentirà di monitorare e rispondere rapidamente ed efficacemente alle minacce e ai problemi di vulnerabilità alla cyber security, in linea con gli obiettivi stabiliti dai capi di Stato dei paesi NATO nel novembre 2010 a Lisbona”, spiegano i manager di Finmeccanica. “Il contratto riguarda un servizio completo per garantire la sicurezza delle informazioni a oltre 50 tra comandi e siti in 28 paesi dell’Alleanza”. Alla commessa è prevista la partecipazione di Vega, la società con sede in Gran Bretagna acquistata da Finmeccanica nel 2008, attiva nella consulenza ingegneristica e tecnologica nei settori della difesa e aerospaziali.
“Questo risultato dimostra chiaramente la capacità di Finmeccanica di integrare le migliori competenze del Gruppo per fornire soluzioni avanzate di protezione da attacchi cyber a un’organizzazione internazionale di tale importanza”, ha commentato Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato della holding. Particolarmente soddisfatto per la partnership con Finmeccanica si è dichiarato Mike Papay, vicepresidente di Northrop Grumman Information Systems, società dell’omonimo gruppo leader nella produzione di cacciabombardieri, sistemi missilistici convenzionali e nucleari e dei famigerati velivoli senza pilota “Global Hawk” che le forze armate Usa e NATO stanno dislocando principalmente nella base siciliana di Sigonella.
“Northrop Grumman – ha dichiarato Papay – è lieta di contribuire a questo programma con le proprie risorse ed un’esperienza pluridecennale nella realizzazione e gestione di centri di cyber security management, sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito, al fine di proteggere le reti della NATO da minacce di natura cyber”. Northrop Grumman, insieme a MCAfee Security, ha pure firmato contratti per 189 milioni di dollari con il Dipartimento della difesa e la Defense Information Systems Agency (DISA) per lo sviluppo dell’Host Based Security System (HBSS), un software destinato alla protezione della rete dei terminali militari Usa.
Sempre in ambito NATO, un paio di mesi fa, la filiale britannica di Selex Elsag aveva sottoscritto un contratto dell’ordine di decine di milioni di euro per gestire l’ammodernamento dei centri di telecomunicazioni satellitari e delle infrastrutture collegate. Il contratto, in particolare, prevede l’installazione di un centro per le comunicazioni via satellite in Belgio, l’ammodernamento delle stazioni di terra ad antenna multipla di Kester (Belgio) e Lughezzano (Verona) e dei siti ad antenna singola di Oglaganasi (Turchia) e Atalanti (Grecia). I tecnici dell’azienda italiana sono pure chiamati alla formazione e all’addestramento del personale militare dell’Alleanza presso la NATO Communications & Information Systems School di Borgo Piave, Latina.
Nel maggio 2011, a Selex era andato un altro importante contratto della NACMA – NATO Air Command and Control System Management Agency, del valore di circa 30 milioni di euro, per la fornitura e l’installazione di sistemi di comunicazione in diversi siti terrestri, nell’ambito della cosiddetta “Rete Link 16” che consentirà lo scambio dati con i vettori aerei a 29.000 piedi di altitudine nello spazio aereo europeo, migliorando il sistema di “difesa missilistica” della NATO. I terminali saranno consegnati a partire di quest’anno a quattordici paesi (Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Turchia e Ungheria).
Con NACMA, Selex Sistemi Integrati (altra controllata Finmeccanica), aveva siglato nel 2011 un contratto del valore di 10 milioni di euro per lo sviluppo del programma interalleato Air Command and Control System (ACCS). L’azienda curerà la progettazione e la realizzazione entro il 2015 di due siti ACCS (uno in Ungheria e l’altro in Norvegia) per la gestione delle operazioni aeree. Le attività prevedono l’installazione di 173 posti operatore e l’integrazione con i sistemi nazionali e gli altri centri ACCS NATO. Nel febbraio 2010, ancora l’agenzia NACMA della NATO aveva affidato a Selex Sistemi Integrati i lavori d’“integrazione di 230 sensori per tutti gli undici siti di replica ACCS” (valore 14,5 milioni di euro). Sempre nel 2010, Selex Sistemi Integrati ha ottenuto un contratto del valore di circa 5 milioni di euro dalla NATO Consultation, Command and Control Agency (NC3A) per fornire alle forze armate polacche tre sistemi radar secondari del tipo IFF (Identification Friend or Foe). La società italiana dovrà garantire anche il supporto logistico e l’addestramento degli operatori.
“Con questo nuovo contratto, Selex Sistemi Integrati conferma la sua posizione di fornitore di riferimento nel mercato dei sistemi radar per la difesa aerea in Europa ed in particolare per la NATO”, hanno dichiarato i responsabili di Finmeccanica. “Il sistema radar IFF incrementa la capacità di trasmissione dei dati tra aeromobili e centri di controllo a terra, migliorando le tecniche di riconoscimento ed aumentando la sicurezza del sistema e la protezione delle informazioni”. I nuovi radar saranno integrati con i tre sistemi per la difesa aerea RAT 31DL che la stessa Selex Sistemi ha recentemente installato in Polonia.
Foto: http://www.finmeccanica.it/

Fornero l’aristocratica: italiani fannulloni e mangiaspaghetti

Scritto da: Debora Billi
Fonte: http://crisis.blogosfere.it/2012/03/fornero-laristocratica-italiani-fannulloni-e-mangiaspaghetti.html

Certo che questi ministri. Devono proprio ringraziare la stampa nostrana, zerbinata, servile e inginocchiata quant’altre mai se ancora non sono stati crocifissi come degni eredi di Berlusconi, anzi come allievi che superano il maestro.

L’ultima è della Fornero, che ha osservato: “Col reddito base, la gente si siederebbe a mangiare pasta al pomodoro”. L’ho saputo solo stamane via Facebook, io che sto tutto il giorno su Internet: non un cane che lo abbia riportato con dovizia. Eppure, ricordo, ogni sparata del precedente premier causava levate di scudi, girotondi, raccolte di firme, urla dai palchi e satire televisive.

Stavolta nulla, malgrado gli esponenti del governo si siano esibiti in una serie di uscite stile Maria Antonietta che li espongono appieno come membri di un’aristocrazia con la puzza sotto il naso che pretende di legiferare su ciò che profondamente disprezza. Ossia noi, il popolino nullafacente, amante del noioso posto fisso, che si laurea da sfigato a 28 anni, e che con 400 euro di reddito base si siederebbe a magnare tutto contento senza far nulla.

Una cosa disse Berlusconi di giusto: “Questi coglioni che li votano, contro i propri interessi.” All’epoca mi unii alla solita indignazione generale, ora rivaluto tale profetica sentenza. Il 60% degli italiani approva il governo Monti, poveri fessi che applaudono a contesse e principini i quali avrebbero disgusto anche a stringere la mano dei loro entusiasti potenziali elettori. Siamo solo un branco di bestie che loro hanno il fastidioso compito di guidare, un volgo disperso che nome non ha.

E ancora incastrato nell’incubo orwelliano: dopo aver tanto citato 1984, siamo precipitati ne La Fattoria degli Animali.

Foto – La Fattoria degli Animali di George Orwell

Happy Days…

Fonte: http://digilander.libero.it/happydays/la_storia.htm

La nostalgia per gli anni 50 divenne un grande business a metà degli anni 70 e questa versione aggiornata della vita dei teenagers della metà degli anni 50 seguì l’onda in voga di allora.Iniziò in modo modesto e aumentò la sua popolarità sino a quando nel 1976-77 Happy Days fu il numero uno dei programmi televisivi in tutta America. Happy Days cambiò radicalmente rispetto alle serie premiate il 15/01/1974.
In origine era la storia di due ragazzini delle scuole superiori; Richie Cunningham e il suo compagno Warren “Potsie” Weber, alla Jefferson High School in Milwaukee, Wisconsin.
Howard Cunningham, il padre di Richie, aveva un negozio di ferramenta, mentre Chuck era il fratello più grande di Richie e Joanie la sua sorellina di 12 anni.

Richie e la maggior parte dei suoi amici frequentavano il Drive-In di Arnold, una tavola calda vicino alla scuola. Richie era l’innocente adolescente e Potsie il suo compagno chiaccherone.
I Produttori decisero di aggiungere un motociclista, un ragazzo con i capelli ingelatinati di nome Arthur “Fonzie” Fonzarelli, per dare un tocco in più allo show. Questo fu il motivo per cui ben presto il programma fu tra i più visti.
Invece che essere incentrato sulla relazione Richie-Potsie, lo show fu incentrato sulla relazione tra il duro Fonzie ed il ragazzo per bene Richie Cunningham. Henry Winkler impersonò la figura di un Fonzie tridimensionale, vulnerabile anche da una sciocchezza.

Come la popolarità di Fonzie esplose (la sua mossa, il suo “Hey !!” e il suo giacchetto di pelle divennero ben presto segni di riconoscimento e di comportamento) lo show divenne una hit sempre più grande. Winkler passò presto da 5° al 3° posto tra i personaggi preferiti dai produttori, poi 2° dietro a Ron Howard (Richie) e poi 1° quando Howard lasciò il programma nel 1980.

Ma la regola volle che non ci fosse più un vero seguito perché senza il contrasto Richie-Fonzie, Happy Days non aveva più ragione di esistere. Non solo il personaggio di Fonzie cambiò man mano che la serie cresceva, ma cambiò anche la sua casa. Nella stagione 1975-76 Fonzie andò ad abitare in un piccolo appartamento sopra il garage dei Cunningham.

Lui era sempre disponibile a dare a Richie consigli sulla vita e ovviamente sulle ragazze. I cambiamenti nel cast degli attori furono meno recepibili nei primi anni dello show. Dozzine di studenti delle superiori andavano e venivano e il fratello di Richie (interpretato da tre differenti attori) sparì ben presto dalla famiglia senza farvi più ritorno.

Arnold, (interpretato da Pat Morita) l’uomo giapponese proprietario di Arnold’s mostrò la sua faccia per la prima volta nel 1975 in un doppio appuntamento con Richie e Potsie (presto ebbero la loro propria serie “Shirley & Laverne”).
Chachi Arcola (Scott Baio) arrivò nel 1977 come cuginetto di Fonzie, la stessa stagione in cui Richie iniziò a frequentare Lori Beth (Lynda Goodfriend).

Alla fine della stagione 1976-77, come i ragazzi terminarono le scuole superiori, sembrò che Fonzie fosse ormai tagliato fuori, ma all’ultimo minuto successe che Fonzie, continuando a lavorare come meccanico di giorno, andò alle scuole serali e prese anche lui il diploma.

Richie, Potsie e Ralph si iscrissero all’università del Wisconsin a Milwaukee, con Fonzie sempre intorno che li consigliava sempre sull’amore e la vita.

Richie si iscrisse a giornalismo, Potsie a Psicologia mentre Ralph seguì le orme del padre per diventare un oculista anche lui.
Nel 1980 iniziarono grandi cambiamenti sia nel cast che nella storia di Happy Days. Richie e Ralph passati gli esami del college, si arruolarono nell’esercito e furono spediti in Groenlandia (Ron Howard e Donny Most lasciarono lo show).
Da laggiù l’invisibile Richie corrispondeva e sposava Lori Beth per telefono con Fonzie per testimone. Lori Beth lo andò a trovare di volta in volta e nel 1981 ebbe un figlio, Richie Junior.
A Milwaukee Fonzie, diventato un ragazzo quadrato, era il co-proprietario di Arnold’s, un insegnante e un dipendente dell’officina Bronco. Mr. “DURO” ebbe un duro colpo d’amore nel 1982-83 quando combattè per la divorziata Ashley Pfster (impersonata da Heather O’Rourke), ma non lasciò.
Nel 1983 si unì al nipote di Marion, Roger Phillips (Ted McGinley) un insegnante in carriera di inglese e di basket alla scuola Jefferson, Roger fu nominato preside della Scuola George S. Patton Vocational High School, una scuola di teppistelli e Fonzie si unì a lui come “Preside dei Ragazzi”.
Potsie il perenne studente, andò a lavorare nella ferramenta dei Cunningham. Ma questi erano gli anni 60 e il programma puntò l’obiettivo sulle nuove generazioni, soprattutto sull’amore tra Joanie e Chachi. Ebbero il loro proprio Show, chiamato “Joanie Loves Chachi”, per un breve periodo nel 1982-83 ma non lasciarono mai del tutto Happy Days.
Dopo un tentativo come cantante, Joanie prese la via dell’università come insegnante nella scuola di Roger. Altre serie degli anni 60 videro Joanie indipendente, con la sua amica pazza per i ragazzi Jenny Piccalow (Cathy Silvers) finalmente apparsa sullo schermo dopo anni che veniva solo rammentata.

Il giovane fratello di Roger, (Flip) e la nipote di Howard K.C. che veniva dal Texas, che per anni visse con i Cunnigham.
L’ultima stagione della serie fù un tempo di ritrovi e addii. Richie e Lori Beth tornarono solo per una visita, con Richie Jr. sul passeggino ed un altro bimbo in arrivo.
Richie si intestardì per andare a Hollywood per realizzare il suo grande sogno, diventare regista.

Nell’ultimo episodio Richie e altri vecchi personaggi riapparvero per l’ultima volta e Fonzie portò a casa un piccolo orfano adottato di nome Danny e Joanie e Chachi furono sposati dal fratello gemello di Alfred Padre del vecchio.
Con entrambi i loro figli adesso sposati (anche se dimenticarono Chack), Howard e Marion ringraziarono il pubblico per avere preso parte alla storia della loro famiglia e fecero un addio strappalacrime.

Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) reclutano anche le giovanissime

Scritto da: Dott. Gianni Battaglion
Fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/210685/le-bambine-che-combattono-nellesercito-dei-ribelli/

Ci sono anche ragazze giovanissime tra le fila delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), l’esercito di guerriglieri comunisti che il governo dello stesso paese sudamericano, gli Stati Uniti e L’Unione Europea considerano a tutti gli effetti un’organizzazione terroristica.

VIOLENZE E ABORTI – Le regole destinate alle donne, indipendentemente dalla loro età, sono le stesse che valgono per gli uomini: su tutto essere disposti a tutto, senza mai dare segno di demoralizzazione, scoraggiamento, sconforto. Cedere sul piano psicologico può valere fino alla pena di morte. Un rischio che pesa tantissimo, ancor più che agli uomini, alle ragazze arruolate, alle quale viene impedito di avere figlio e sono costrette ad abortire senza la possibilità di mostrare il benchè minimo disappunto. E’ proprio quello successo a Mary (nome di fantasia), la cui storia viene raccontata da El Mundo. Reclutata alla tenera età di 12 anni, oggi 21enne, Mary è riuscita a sottrarsi all’inferno delle Farc fuggendo via insieme ad un altro compagno guerrigliero. Durante i suoi otto anni nelle Forze Armate la ragazza ha subito tre aborti forzati. Era un’iniezione letale a causare la morte del feto. E quando l’iniezione non andava in porto era una coltellata al cuore del bambino ad opera di un altro soldato ad uccidere.

LA CAMPAGNA DEL MINISTERO – Durante la sua presenza tra i guerriglieri Mary ha dovuto scavare tincee, trasportare legna, preparare cibo. Per impedire che altre ragazze finiscano nella rete Farc ha aderito alla campagna ‘Torna ad essere una donna’, promossa dal Ministero della Difesa colombiano nelle aree di maggiore influenza del gruppo terroristico. Lo scopo è sottrarre soldatesse all’esercito dei guerriglieri (dal 2002 ne sono state recuperate circa 4.600) ed impedire che altre possano arruolarsi.

L’eventuale attacco all’Iran verrà deciso da Israele

Fonte: http://uk.news.yahoo.com/israel-decide-iran-itself-says-fm-085030385.html
Traduzione:  Cristina Bassi  per cafedehumanite.blogspot.com

Israele prenderà da solo, come “stato indipendente”, decisioni sulle attività nucleari dell’Iran. Cosi ha detto domenica il Ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, alla vigilia del summit USA-Israele a Washington.

“Ovviamente gli USA sono il potere mondiale più grande ed il paese più grande ed importante che sia amico di Israele, ma noi siamo uno stato indipendente”, ha detto Lieberman ad una radio pubblica israeliana

“Infine, lo stato di Israele prenderà le decisioni che sono più appropriate e che si baseranno sulla valutazione della situazione”, ha detto.

I commenti di Lieberman sono arrivati poco prima dell’incontro che il Primo Ministro Israeliano Benjamin Netanyahu terrà a Washington, oggi 5 marzo 2012, con il Presidente USA Barack Obama: un incontro che ci si aspetta si concentri molto sulle attività nucleari dell’Iran.

 

Israele, Washington e molta della comunità internazionale crede che il programma nucleare dell’Iran mascheri una spinta verso l’armamento nucleare, un’accusa che Tehran rinnega. I servizi segreti USA si dice pensino che l’Iran NON intenda attualmente produrre armi nucleari, anche se potrebbe essere alla ricerca di questo suo potenziale e Washington ha sottolineato l’importanza delle sanzioni come deterrente e della diplomazia.

Ma Israele sembra desideroso di muoversi più velocemente e in modo decisivo contro le attività nucleari dell’Iran, usando una mossa militare per impedire all’Iran di raggiungere anche solo la capacità per decidere di produrre armi nucleari.

“Il file iraniano è ben noto,” ha detto Lieberman. “La direzione presa dall’Iran è ben chiara.” Ma ha aggiunto che ogni decisione dovrà essere presa “con calma, soppesando i pro e i contro. Tutta questa chiacchiera non aiuta nessuno”.

Lieberman ha anche messo in guardia sul fallimento della comunità internazionale a gestire il bagno di sangue in Siria, dove misure restrittive su dimostranti anti-regime, hanno ucciso migliaia di persone, mostrando così che Israele non ha potuto che contare solo su se stessa per proteggersi.

“Se la comunità internazionale è incapace di fermare il massacro in Siria, che valore ha la sua promessa di proteggere la sicurezza di Israele?”.

Obama ha cercato di rassicurare Israele sul fatto che non tollererà un Iran armato nuclearmente, come indicato in una intervista all’Atlantic Monthly magazine, pubblicata venerdì (2 marzo 2012). “Penso che il governo di Israele riconosca che, come Presidente degli Stati Uniti, non faccio dei bluff,” ha detto alla rivista.

Nonostante i commenti, i quotidiani israeliani di domenica hanno detto che l’incontro tra i due leaders sarà probabilmente teso.

Yisrael Ziv, un importante generale israeliano in pensione, scrivendo sul Maariv daily, ha detto che Netanyahu cercherà di ottenere una promessa di impegno di una azione militare USA in Iran, oppure un tacito sostegno ad un attacco israeliano.

Ma ha anche messo in guardia sul fatto che Israele e Washington continuano ad avere differenti posizioni sulla minaccia posta dall’Iran e sul timeline (linea di tempo, cronologia) per gestire la questione e l’efficacia delle sanzioni.

“Netanyahu può cercare di assicurarsi la promessa di Obama sul fatto che gli USA considereranno una mossa più intensificata dopo le elezioni,” ha detto.

“Netanyahu può portare a casa la volontà americana di aumentare la pressione politica e persino quella di minacciare direttamente Tehran. Può strappare una vaga affermazione da cui si potrebbe dedurre che se Israele dovesse fare una mossa indipendente, questa riceverà sostegno da Washington. Questo è tutto quello che potrà ottenere.”

“Ma Netanyahu non cercherà di ottenere che Israele si astenga da una azione militare unilaterale”, ha scritto il famoso corrispondente USA Yediot Aharonot. “Fonti politiche autorevoli ed esperte hanno chiarito che Israele non gradirà impegnarsi per un non-attacco militare contro l’Iran” ha scritto Orly Azulai.

Germania e Bielorussia litigano

Fonte: http://www.ilpost.it/2012/03/06/germania-e-bielorussia-litigano/

«Meglio dittatore che gay», ha detto il presidente bielorusso al ministro degli esteri tedesco, riaprendo una crisi diplomatica e politica.

Domenica il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa BelTA, che secondo lui è «meglio essere dittatori che gay». La frase faceva riferimento al ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, che è gay e qualche giorno prima aveva definito la Bielorussia «l’ultima dittatura d’Europa» (definizione molto usata e sensata, vista la situazione del paese). Westerwelle ha risposto a sua volta dicendo che questi commenti «dimostrano che tipo di persona è Lukashenko».

I pessimi rapporti tra Lukashenko e Westerwelle fanno parte però di uno scontro diplomatico molto più ampio tra Europa e Bielorussia. Dopo le contestate elezioni del dicembre 2010, vinte ufficialmente da Lukashenko tra accuse di brogli, e la repressione del governo bielorusso contro l’opposizione, i già precari rapporti tra Bielorussia e Unione Europea si sono deteriorati sempre di più. La settimana scorsa l’UE ha imposto nuove sanzioni contro la Bielorussia per non aver rispettato i diritti umani, congelando i beni e vietando l’ingresso nell’UE a 21 autorità giudiziarie e di polizia del paese. La Bielorussia allora ha richiamato i suoi ambasciatori da Bruxelles e dalla Polonia (il Parlamento polacco pochi giorni prima aveva chiesto ufficialmente all’Unione di esprimere solidarietà agli attivisti bielorussi) e lo stesso ha fatto l’UE con i suoi ambasciatori in Bielorussia.

Come sottolinea lo Spiegel, Lukashenko ha paura che l’Unione Europea possa imporre anche sanzioni economiche alla Bielorussia, che colpirebbero severamente la sua industria petrolifera: la Bielorussia, per esempio, è uno dei maggiori esportatori di petrolio proprio per Germania e Polonia. Secondo lo Spiegel, in caso di sanzioni economiche la fragile economia della Bielorussia, sostenuta sinora da una forte svalutazione della moneta, potrebbe subire pesanti ripercussioni dopo appena tre mesi. La settimana scorsa però due paesi dell’UE, Slovenia e Lettonia, si sono opposti a sanzioni volte a interrompere del tutto gli scambi commerciali con la Bielorussia.

Non è la prima volta che Lukashenko dice cose omofobe. L’anno scorso, riferendosi alla repressione successiva alle elezioni del 2010 e alle critiche dall’estero, aveva già detto: «Hanno cominciato a rimproverarmi per aver condannato i gay. Beh, a me i gay non piacciono e io gli ho detto ‘A me non piacciono i gay’». Su Westerwelle, invece, Lukashenko aveva dichiarato: «Gliel’ho detto sinceramente, guardandolo negli occhi: ‘Dovresti condurre una vita normale’».

foto: AP/Nikolai Petrov, BelTA

A DUE PASSI DAL DELIRIO

Scritto da: Gianni Tirelli
Fonte: http://www.oltrelacoltre.com/

“E’ partito il conto alla rovescia e, il Sistema, come una bomba ad orologeria, è sul punto di esplodere. Gli individui della società delle illusioni, ricurvi sulle loro debolezze, paure e, incapaci di qualsiasi rinuncia, si sono resi responsabili e complici di quella immane tragedia che segnerà un punto di svolta radicale e di non ritorno, nella storia dell’umanità”

Pensando alle nostre società moderne e all’insensatezza dei nostri comportamenti, mi è apparsa l’immagine di un padre che ha trascorso la sua vita lavorando, risparmiando e rinunciando ad ogni effimero piacere, per lasciare ai suoi figli, sicurezza materiale e dignità. Un uomo con la schiena ricurva sotto il sole, con un grande cuore colmo di valori e di inossidabili punti di riferimento che, nella sana tradizione e nella consapevolezza della brevità dell’esistenza, aveva riposto tutte le sue aspirazioni, etiche e religiose e gli intenti delle sue passioni. Poi, un giorno, il padre li lasciò, sereno e appagato, dopo averli, con un sorriso innocente, salutati e ricordando loro, ancora una volta, responsabilità e doveri, affinché il senso, che aveva dato alla sua vita, non fosse stato vano. I figli, accecati dalla stupidità e dalle lusinghe della città industriosa, presto abbandonarono i campi e la fattoria ma, in poco tempo, ogni risorsa si esaurì. Per sopravvivere, escogitarono i modi più abietti e deprecabili, tradendo ogni loro impegno morale, e infangando, così, la memoria del padre.
Una notte di pioggia e di vento, ubriachi, a bordo di una macchina di lusso rubata, precipitarono giù da un alto ponte per finire fra le acque gelide di un fiume in piena. Di loro non si seppe più nulla.

Noi oggi, siamo quei figli: sordi alle grida di dolore della Madre Terra, stuprata e vilipesa – ciechi, dentro il buio di un presente assente che ha privato le nuove generazioni dell’orizzonte di un futuro e, nudi, di fronte alle ragioni del nostro esistere.