Italia

Fonte: http://freenfo.blogspot.com/

Penso alla frustrazione dei padroni, quando guardando alla situazione politico-economica italiana, si sentano così depressi per non aver più nemmeno la forza di mettere a segno i soliti mini provvedimenti per lo smantellamento dello stato sociale. Li immagino sulle loro poltrone di pelle umana a chiamare i portaborse con le istruzioni da dare ai ministri e ai banchieri per accelerare questo processo e mettere in piedi qualche ultimo decreto dell’ultima ora prima del banchetto finale. In paesi più diligenti e allineati del nostro, tutto è più semplice per i padroni, c’è sempre l’uomo giusto al posto giusto che mette subito le cose in ordine.

Ma si sa, l’Italia è un Paese a se, un Paese ricco di contraddizioni, in cui si parla ogni giorno di crisi guardando il Tg sul megaschermo da 90 pollici, si parla di aumento di prezzi mentre si prende un aperitivo da cinque euro al bar sotto casa.

L’Italia è un Paese fantastico e forse per la sua innata pigrizia passerà la crisi che ancora deve arrivare pensando che in fondo ancora si sta bene…del resto poco importa la Verità, poco importa chi e come gestisce le nostre vite, in fin dei conti l’importante è non avere pensieri…e se un fantoccio presidente può permettersi tutto questo, perché noi allora non possiamo? Ma arriva un giorno in cui ci si alza dal letto e si arriva allo specchio con gli occhi ancora appiccicati e incollati, a fatica si intravede una figura che non assomiglia più ad un uomo, ma è la copia discount dell’Immagine che Qualcuno aveva creato così bene, in modo così armonico e perfetto.

A quel punto non rimane che sputarsi in faccia e in fondo riconoscere che siamo proprio arrivati alla frutta. È giunto il tempo in cui tutto quel cotone che abbiamo infilato nelle orecchie per non sentire quello che veniva detto più volte, va rimosso velocemente, che è tempo di comprendere come funzionano le cose, non perché da soli abbiamo la possibilità di cambiarle, semplicemente perché questo rappresenta il più grande atto di umiltà che possiamo concedere a noi stessi, riconoscendo una volta per tutte che dobbiamo vivere secondo Regole che non sono dettate dall’ego umano, ma da una Perfezione che va al di là della nostra comprensione, che in fondo possiamo scorgere se veramente siamo onesti con noi stessi…

Italia. Fondo monetario e quesiti sulla democrazia

Scritto da: Angelo Miotto
Fonte: http://it.peacereporter.net/articolo/31380/Italia.+Fondo+monetario+e+quesiti+sulla+democrazia

Ispettori ue e del Fmi sulle riforme dettate dalla banca centrale europea. Colpo durissimo per democrazia rappresentativa.

I rumors sul ruolo del Fondo monetario internazionale rispetto alle scadenze promesse dal governo Berlusconi sono diventati realtà. Già il Corriere della Sera, questa mattina, raccontava di un incontro fra Berlusconi, Tremonti, la presidente del Fmi Lagarde, gli europei Van Rompuy e Barroso e gli immancabili Merkel e Sarkozy. Tema: i 44 miliardi di euro di precautionary credit line, linea di credito precauzionale, da iniettare subito e potenzialmente il doppio tra un anno, tutti crediti rinnovabili per un biennio. In contropartita – riferiva l’articolo del Corsera – il Fondo vorrebbe verificare che il Paese stia affrontando sul serio le proprie vulnerabilità.

Questa mattina fonti europee dicevano: intervento del Fondo, ma senza il via libero italiano al credito. Poi fonti italiane hanno smentito la richiesta del credito, ma hanno ammesso che abbiamo accettato l‘attività di monitoraggio(eufemismo per giustificare un’imposizione). Che verrà svolta da Unione europea e Fondo monetario, appunto.

La notizia c’è ed è di una certa gravità, per chi ricordi cosa significhi finire sotto l’azione del Fondo monetario internazionale, anche se per un semplice monitoraggio (sulla cui invasività resta ancora tutto da chiarire). L’Italia ricorse al Fondo solo nel 1974 nel periodo del cosiddetto shock petrolifero: in quel caso il prestito avvenne. Un’era fa.

Il tema della sovranità nazionale e di quanto della stessa stiamo appaltando a soggetti che si trovano a invadere un’area in cui non sono legittimati da nessun riconoscimento scaturito dalle urne, si fa drammatico. Forse anche tragico, anche se nel concetto classico la tragedia greca prevedeva che l’eroe cercasse con tutti i mezzi di sottrarsi a un destino inevitabile, senza però riuscire a sottrarvisi. Qui di sforzi eroici non c’è traccia. I fiumi di inchiostro che hanno irrorato negli ultimi giorni i quotidiani nostrani, ma soprattutto stranieri, riguardano un’agonia di governo che nessuno riesce a terminare. Nemmeno quelli che una volta erano considerati poteri forti. Nemmeno i salotti di una finanza ormai sconvolta. Il perché rimane, per ora, oscuro.

Lo iato incolmabile fra il Palazzo, tutto, è la realtà che vive la società ‘normale’ vive a sua volta della scissione che si sta conclamando fra maggioranza e governo. Ma il tema di fondo riguarda la salvaguardia della democrazia rappresentativa. Se i cittadini votano per i propri rappresentanti politici, risulta particolarmente divaricato il meccanismo per cui sia poi la Banca centrale europea a dettare gli impegni e le riforme, e più ancora che il Fondo monetario internazionale si palesi a mo’ di avvoltoio sulla spalla. È tempo di stabilire delle priorità, come dice in maniera chiara Rossana Rossanda oggi dalla prima pagina del Manifesto, denunciando il silenzio assordante che ha fatto seguito al ricatto dei Grandi rispetto all’esigenza – per fini politici o meno in questo momento non è influente – del premier greco di chiedere un parere al popolo. Cosa di più normale in una democrazia?

Oltre alla voce di Rossanda, c’è un altro intellettuale – Luciano Canfora – che torna dalle pagine de l’Unità a esercitare una memoria ormai assopita nell’opinione pubblica. Sempre sulla cessione di sovranità nazionale a soggetti terzi, non rappresentativi. “Al premier Papandreou – sostiene Canfora – è stato persino imposto di riformulare il quesito, in modo da estenderlo alla permanenza stessa nell’euro. Un atteggiamento semi-coloniale, e la conclusione, cioè la rinuncia della Grecia alla consultazione, è uno scacco mortale alla democrazia. I capi dell’Europa si sono mossi come il brigante Mackie Messer dell’Opera da tre soldi di Brecht, con il coltello in mano”.

Tornando allo squallore politico romano. Resta la pistola alla tempia che si chiama spread, cioè – come gli italiani hanno imparato ormai a memoria – il differenziale fra i rendimenti dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi. Stamane, dopo le voci sull’intervento del Fondo, siamo rimasti in apertura dei mercati a 428 punti, un paio sotto i 430 di ieri sera. Non un buon segnale. La pressione persiste, forte. Sulla fiducia si gioca un copione ormai scritto. Chi ha rotto, non pagherà. I cocci sono tutti nostri.

 

I veleni della marina dietro le cozze tossiche

Fonte: http://www.terranews.it/news/2011/11/i-veleni-della-marina-dietro-le-cozze-tossiche

TARANTO. Più grave del previsto l’inquinamento nelle acque pugliesi. Lo certifica l’Ispra. E lo ribadisce l’assessorato all’Ambiente della Regione, che mette sotto accusa l’area dell’arsenale.

Tutta la verità sull’inquinamento del Mar piccolo di Taranto. Quello che ha fatto esplodere il caso delle cozze al Pcb (policlorobifenile) la scorsa estate. Quello che ha imposto la distruzione di centinaia di tonnellate di mitili. Quello che costringe un’attività millenaria a migrare in cerca di altra acqua. Perché la stessa Ispra ha dichiarato in una lettera al ministero dell’Ambiente che anche ampie zone di Mar grande, il mare aperto, il Mar Ionio, sono interessate a fenomeni di inquinamento.

Cozze senza casa, cozze senza pace. Emblema della città inquinata alla deriva se non si interverrà con un ampio e stringente programma di bonifica. Tre sono le fonti che possono aver inquinato Mar piccolo, secondo lo studio del Servizio riciclo rifiuti e bonifica dell’assessorato all’Ambiente della Regione Puglia. Ne ha discusso la giunta regionale, con l’intervento dell’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro. Non si nasconde la gravità della situazione e l’urgenza di rimedi rapidi che interrompano l’avvelenamento da Pcb nel Mar piccolo. E nelle cozze.

Possibile fonte primaria, cioè «sorgente attiva che incrementa il flusso massiccio della sostanza inquinante nel mare» è ritenuta, dal servizio regionale di controllo, cui è stato commissionato il monitoraggio dall’Ispra, l’azienda San Marco Metalmeccanica. Si tratta di una ditta impegnata in attività di rifacimento impiantistico e opera nell’indotto Ilva. Si trova all’interno dell’area industriale fra Taranto e Statte: «È stata accertata – si legge nella relazione – la presenza di una cava colmata, tra l’altro, da materiale contenente Pcb. La diffusione della contaminazione non è stata accertata, ma l’ipotesi di un rischio non nullo appare verosimile, in considerazione del fatto che il moto delle acque della falda carsica profonda avviene verso Mar Piccolo». Il Servizio regionale sui rifiuti e le bonifiche, che ha operato per conto dell’Ispra, nell’ambito dei controlli voluti dall’organismo nazionale per la protezione ambientale, ha poi puntato sulle aree dell’arsenale gestite dalla Marina Militare. In questo caso non si parla di possibile fonte primaria.

A giudizio della Regione è «accertata la presenza di Pcb nei terreni e nella falda superficiale; la contaminazione – si spiega – è veicolata dalla falda superficiale». Dalle aree dell’arsenale a Mar piccolo. Esiste, infine, una fonte secondaria. Proprio i sedimenti del Mar piccolo, già inquinati e che propagano la contaminazione restando sospesi in acqua naturalmente o perché favoriti dall’attività umana. La Regione individua un’area in corrispondenza dell’arsenale e un’altra a nord del primo seno di Mar piccolo verso la penisola di Punta penna. «In entrambi i casi – si legge nella relazione – la diffusione dell’inquinante avviene verosimilmente attraverso la ripetuta sospensione di sedimenti contaminati presenti sul fondo». Industrie e attività umane sotto la lente d’ingrandimento. Nella riunione della giunta regionale, l’assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, non ha nascosto le difficoltà che una simile emergenza comporta.

«Il quadro ambientale – ha dichiarato l’assessore – è critico come ha riferito l’Ispra che evidenzia la necessità di adottare misure volte a ridurre la presenza dei contaminanti ed il loro potenziale bioaccumulo con un maggiore controllo delle fonti ancora attive di contaminazione primaria, con misure volte alla messa in sicurezza e bonifica mediante rimozione dei sedimenti contaminati, nonché misure di limitazione d’uso delle aree contaminate e di protezione delle aree sensibili». Nicastro ha una sua idea precisa su come affrontare l’emergenza e l’ha esposta alla giunta regionale: una proposta al ministro dell’Ambiente perché sia istituito un tavolo di concertazione, invitando gli enti locali. Obiettivo: mettere a punto strategie e modalità di intervento nelle aree contaminate del Mar piccolo. «Costituire un apposito tavolo tecnico – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente – con la partecipazione di Ispra, Arpa Puglia ed enti pubblici di ricerca operanti sul territorio che supporti il tavolo di concertazione nell’adozione di strategie di intervento ritenute più idonee».

Per una nuova indagine sull’11 settembre 2001

Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/

Mike Gravel, ex senatore dell’Alaska (noto per avere rivelato al mondo i Pentagon Papers, che documentarono l’inganno del Golfo del Tonchino, con cui l’America fu portata in guerra contro il Vietnam) e Ferdinando Imposimato, magistrato di gran parte delle inchieste italiane più scottanti contro l’eversione terroristica, annunciano due sensazionali iniziative:

– il primo con l’avvio di una procedura che potrebbe consentire di istituire, negli Stati Uniti, una Commissione d’inchiesta per riaprire il “caso” dell’11 settembre, dotata di poteri inquirenti e in grado di interrogare “sotto giuramento”;

– il secondo per chiamare l’Amministrazione Bush a difendersi, tra l’altro, dall’accusa di “concorso in strage” di fronte al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja.

Lo faranno insieme, in pubblico, a Roma, il 3 novembre, alle ore 11 nella Sala delle Bandiere della rappresentanza dell’Unione Europea a Roma, via IV novembre, invitati da Gianni Vattimo, dall’ex senatore Fernando Rossi e dal sottoscritto (per inciso gli unici tre parlamentari italiani che hanno dichiarato in questi anni di non credere alla versione ufficiale della tragedia).

Immaginando le inevitabili geremiadi sul “complottismo” (ma definire Gravel e Imposimato in questo modo non sarà facile), …

Operazione internet invisibile

Fonte: http://osservatorioitaliano.org/read.php?id=85103

Roma – L’Amministrazione Americana esce allo scoperto e annuncia ufficialmente di aver dato il via ad un piano di investimenti pari a 50 milioni di dollari per fornire strumenti informatici che possano contrastare le censure preventive dei ‘Governi dittatoriali’. Si tratta di qualcosa che Obama ha definito ‘internet invisibile’, che abbiamo già visto in azione con l’incendio del Nord Africa, in Siria e nella stessa Italia.

Gli Stati Uniti, che hanno forse solo apparentemente contrastato il progetto di WikiLeaks, si fanno oggi promotori di quei progetti e di quei movimenti che nascono sul web e che hanno come scopo quello di rovesciare i Governi. Questo tipo di operazione è stata denunciata dal fondatore della Etleboro oltre sette anni fa, parlando di ‘Crimine Invisibile’, divenuto oggi una realtà di cui hanno preso atto sempre più Governi. “Le operazioni di internet invisibile non sono altro che azioni che vengono fatte in ambito Nato, e dunque sferrate anche contro Paesi alleati, e la grande stranezza è che questo avviene ormai da sei anni”, afferma Michele Altamura, Direttore dell’Osservatorio Italiano.

Spiega così che i tanti forum che nascono per caso, come il ‘Popolo Viola’, ‘Le forchette rotte’, le stesse ‘rivoluzioni dello yougurt’ e tante altre associazioni, sono delle macchinazioni di queste sottospecie di ‘internet ombra’.”I Paesi dei Balcani sono un vespaio di ONG e movimenti che fomentano il rovesciamo dei Governi, come avvenuto in Croazia, in Serbia, poi in Montenegro ed ora in Bosnia”, afferma Altamura.

“Si tratta di una trovata dei contractor della CIA per spillare soldi al governo americano e gestire blogger in giro per il mondo. In Facebook e in Twitter esistono molte identità sintetiche, cioè create artificialmente, che commentano e sono i più accaniti, fomentando false tesi e incoraggiando piccoli assembramenti di persone. Il tipo di personaggi che cercano sono della classe medio bassa, ha  uno specifico target di persone da colpire. Fasce deboli che sono affette dalla ‘Internet addiction disorder’. Si parla di democrazia partecipata e di rivoluzioni democratiche, ma bisogna stare attenti, perchè dietro di loro vi è un crimine invisibile”, osserva.

Barak Obama ha confermato quello che la Etleboro ha detto 7 anni fa, e che costituisce il concetto di fondo della Etleboro, che ha di fatti scoperto la grande truffa mediatica informatica avuta inizio con Al Qaeda, esasperata poi con le speculazioni e le oscillazioni dei sistemi telematici della Borse. “Per capire cosa si nasconde dietro tali sistemi, basta pensare che euro e dollaro sopravvivono solo grazie alla fiducia, perchè non hanno nessun controvalore. La democrazia stessa si basa sulla fiducia, per cui i processi mediatici contro la classe politica costituiscono il prodotto interno lordo di questa specie democrazia: se cade questo sistema, scompariranno gli Stati come oggi noi li conosciamo”, conclude.

Laser tenterà di bucare lo spazio-tempo

Fonte: http://www.ditadifulmine.com/2011/11/laser-tentera-di-bucare-lo-spazio-tempo.html

Un laser da 200 petawatt può risultare utile in molte applicazioni, dalla fisica al settore militare. Ma il laser “ELI” (Extreme Light Infrastructure), progettato all’ Ultra-High Field Facility, ha in programma qualcosa di molto più ambizioso: creare una frattura nel tessuto spazio-temporale.

Giusto per dare un’idea della potenza coinvolta, 200 petawatt corrispondono bene o male a 100.000 volte la produzione di energia su tutto il pianeta. Anche se può sembrare un controsenso il fatto di poter generare una quantitativo così estremo di energia rispetto a quanta se ne produca sulla Terra, occorre specificare che quella potenza verrà sprigionata da un sistema di laser che concentrerà i 200 petawatt in uno spazio minuscolo, emettendo un lampo della durata di un trilionesimo di secondo.
Il sistema laser ELI prevede la costruzione di 10 laser puntati contro un piccolo volume di materia. Questo, secondo gli scienziati, consentirebbe di ricreare le condizioni del nucleo del nostro sole, concentrando l’equivalente dell’energia che la Terra riceve dalla nostra stella in uno spazio grande quanto una capocchia di spillo. La speranza è che questa immensa energia concentrata in un singolo punto possa creare uno strappo nello spazio-tempo, aprendo il campo ad una nuova era della fisica.
Quello che intriga gli scienziati è la possibilità che possano esistere delle “particelle fantasma”, particelle virtuali che potrebbero essere in qualche modo “domate” dalla frattura nel tessuto spazio-temporale e fornirci una prova dell’esistenza di dimensioni extra.
“Ci hanno sempre insegnato a pensare che il vuoto sia sostanzialmente spazio senza materia, ma anche nel vero e proprio vuoto sembra ci siano coppie di molecole che appaiono nel nostro universo per un brevissimo periodo di tempo” spiega Wolfgang Sandner, coordinatore del Laserlab Europe network. “Un laser estremamente potente potrebbe separare queste particelle e mantenerle in vita più a lungo”.
Per dirla in soldoni, pare che nel vuoto si generino spontaneamente delle coppie di particelle composte da materia e antimateria. Se suona strano parlare di generazione spontanea nel XXI° secolo, queste coppie pare nascano effettivamente dal nulla, specialmente in presenza di enormi fonte di energia o perturbazioni gravitazionali.
Ma trattandosi di materia e antimateria, è naturale che l’annichilazione sia sempre dietro l’angolo: queste particelle collidono e scompaiono in tempi brevissimi, impedendo agli scienziati di studiarle a fondo.
L’unico modo per fermare l’annichilazione è tentare di separare la materia dall’antimateria attraverso un potentissimo campo gravitazionale o energetico, come quello di un buco nero.
Attorno ai buchi neri si verificherebbero fenomeni estremamente curiosi: materia e antimateria verrebbero creati dal nulla tramite sottrazione di energia dal buco nero, ma dato che tra loro interferisce l’enorme campo gravitazionale, alcune di queste particelle riuscirebbero a sfuggire all’annichilazione, facendo pian piano evaporare il buco nero e diventando delle particelle reali, non più virtuali o “fantasma”.
L’esperimento ELI non vuole ricreare un buco nero, ma per lo meno avvicinarsi al campo gravitazionale di uno di questi mostri cosmici, per poter permettere agli scienziati di studiare a fondo le particelle fantasma. “Ci sono molte sfide che dobbiamo ancora superare per trasformarlo in realtà, ma è principalmente questione di scalare la tecnologia che abbiamo ora per produrre la potenza necessaria” spiega Sandner.
I primi prototipi sono in fase di costruzione in Repubblica Ceca, Ungheria e Romania, ma solo nel 2015 si saprà se l’ambizioso progetto da oltre 1,6 miliardi di euro sarà portato a termine, e la location definitiva del sistema ELI.
“Eli ci porterà in zone della fisica non ancora esplorate. Potrebbero esserci molte soprese” conclude Thomas Heinzl, professore di fisica teorica della Plymouth University.

 

Papandreou mostra i Muscoli su ordine della NATO = Terroristi.

Scritto da : Corrado Belli
Fonte: http://www.mentereale.com/articoli/papandreou-mostra-i-muscoli-su-ordine-della-nato-terroristi

Da alcuni giorni tra Parigi e Berlino c’è un frenetico via vai dopo che in Grecia la situazione si è fatta bollente, le motivazioni del perché Sarkozy ha chiamato con urgenza la Merkel a una seduta straordinaria con la partecipazione di alti Ufficiali dell’esercito e della Nato stessa, è da associare all’imminente Colpo di Stato che i vecchi Generali greci hanno deciso di attuare per mandare all’Inferno Papandreou e i suoi scagnozzi.

Qualcuno ha spifferato quello che si stava preparando per il periodo in cui Papandreou sarebbe andato al Summit del G 20, un Colpo di Stato in piena regola da parte dei generali che hanno già dichiarato di non sopportare l’idea di svendere la Grecia ai banchieri, per questo in questi giorni c’è un cambio della guardia in tutto l’apparato Militare greco, la presenza di truppe straniere in Grecia (vedi Eurogendfor) e armati fino ai denti ha fatto scattare la scintilla di rabbia dei Generali che hanno manifestato il loro scontento nei confronti del Governo di Papandreou ormai incapace di gestire la situazione e ha lasciato che i Sciacalli della UE prendessero in mano le redini del Paese, di fretta e furia il Primo Ministro Papandreou ha deciso di mandare in pensione i più alti comandanti delle Forze Armate greche e sostituite con i giovani istruiti secondo l’ideologia della NATO, in questi giorni il caos regna e secondo voci indiscrete la Germania e la Francia sarebbero pronte a un intervento Militare in Grecia, (e L’Italia?) si notano movimenti navali nel mediterraneo composte da Navi Inglesi e Americane, anche lo stato di Israele è presente ma smentisce ogni partecipazione alle manovre.
Cosa avrà fatta scattare la molla per la quale avrà fatto decidere ai Generali di dare luogo a un Colpo di Stato?

Solamente la crisi finanziaria o le parole scaturite dalla bocca del solito Psicopatico Francese che minaccia tutti coloro che si rifiutano di salvare le sue Banche e quelle Francesi?

E’ chiaro che la Merkel vede un fallimento nell’arraffarsi le risorse Greche dopo aver fatto di tutto per riempire le casse dei suoi datori di lavoro e che secondo lei il popolo greco doveva pagare.
I datori di lavoro della Merkel, coloro che hanno svuotato le casse e le tasche del Popolo greco, lo stesso vuole fare Sarkozy con L’italia, vogliamo riempire le loro casse per morire di fame noi?

I cambiamenti che sono stati fatti al comando delle forze armate Greche:

Generale, Ioannis Giagkos, sostituito con il Tenente Generale Michalis Kostarakos;

Tenente Generale, Fragkos Fragkoulis, sostiutito con il Tenente Generale Kostantinos Zazias;

Tenente Generale, Vasilios Klokozas, Aviazione. Sostituito con il Maresciallo Antonis Tsantirakis;

Vice ammiraglio, Dimitrios Elefsionitis, sostituito con il Contrammiraglio Kosmas Christidis;

Già si notano fughe di ministri e apparteneti al Governo Papandreou.

Milena Apostolaki ha abbandonato il suo posto nella fazione dei parlamentari del partito PASOK.

Il ministro delle finanze Evangelos Venizes si è fatto ricoverare in Ospedale per un presunto mal di pancia e problemi allo stomaco, questo alcune ore prima di del Referendum Popolare, nel frattempo il referendum non viene accettato e si chiedono nuove Elezioni, cosa che ha messo in allarme la UE, Sarkozy e la Merkel.

Le nomine sono state scelte dal comando NATO dato che i nuovi generali e comandanti delle Forze Armate Greche sono stati istruiti nelle scuole Militari USA / Anglosassoni e la loro ideologia è basata sulla violenza contro popoli in rivolta e non al fine di servire il proprio popolo, dunque mercenari pagati per sopprimere qualsiasi richiesta di democrazia anche dentro la propria patria.

Come citato in un precedente Articolo, i carri armati che erano stazionati nelle basi USA in Germania si trovano già in Grecia, altri 370 sono già stati imbarcati direzione diversi porti della Grecia, chi dovrebbe far parte degli equipaggi dei Carri armati? La Merkel e Sarkozy hanno consigliato di usare equipaggi dei loro eserciti, a giorni si saprà quali altri Stati della UE prenderanno parte a una imminente aggressione alla Grecia che si rifiuta di pagare il debito-truffa che i banchieri = Rothschild hanno creato al fine di appropriarsi di un altro stato sovrano.

Il piano di distruzione che Henry Kissinger aveva studiato per sottomettere il Popolo greco si sta attuando, dopo toccherà all’Italia.

Grecia, crisi di governo sfiorata e ricambio ai vertici militari

Scritto da: Margherita Dean (da Atene)
Fonte: http://it.peacereporter.net/articolo/31317/Grecia%2C+crisi+di+governo+e+inquietudini+militari

Il 27 ottobre, ad accordo raggiunto a Bruxelles circa la riduzione del 50 per cento del debito greco, il Primo Ministro, Ghiorgos Papandreou, ha cercato di presentare il patto fra Ue e investitori privati come un’ennesima vittoria della Grecia ”che riesce a convincere circa la serietà degli intenti”. Eppure, dopo poche ore, alcuni dubbi erano ben presenti a tutti: l’accordo significa, per la Grecia, essere commissariata per i prossimi dieci anni, durante i quali, peraltro, le politiche di austerità non faranno che protrarsi. Ulteriore problema, ancora non chiarito, sono le modalità attraverso le quali la casse di previdenza e pensione parteciperanno allo ”haircut” volontario, dal momento che molte di esse sono massicciamente esposte ai titoli di stato greci.

Papandreou ha subito cercato di rispondere ai dubbi: il commissariamento e la limitazione della sovranità nazionale sarà cosa buona, ha dichiarato il Primo Ministro, visto che ”abbiamo tanto da imparare dagli europei”. Quanto alle pensioni: nessun problema, era il motto, i fondi dispongono di liquidità sufficiente e, ci fosse mai bisogno, lo Stato saprà fare la sua parte.

Più o meno così è passato il 27 ottobre. Il giorno dopo, festa nazionale, i greci hanno fatto il possibile per far capire al loro governo di non credere a tutto il buono e bello che questi prometteva in virtù dell’accordo del giorno prima. Durante i festeggiamenti ufficiali, in molte città della Grecia hanno avuto luogo proteste che hanno fatto sì che si interrompessero le parate militari e si allontanassero, insultati e offesi, gli esponenti politici del Paese, sorte condivisa, peraltro, dallo stesso Presidente della Democrazia, Karolos Papoulias.

Dopo un fine settimana di quiete apparente, disturbato solo da un sondaggio per il quale il 58,9 per cento ha dichiarato di giudicare negativamente il patto di Bruxelles, ieri sera Papandreou ha pronunciato una parola, referendum, che dalla mattina non ha dato tregua alle borse di mezzo mondo (Atene ha chiuso con un ribasso del 7 per cento) e ha causato l’ira dell’Ue, della Cancelleria tedesca e della Presidenza francese. Merkel e Sarkozy hanno prontamente ”invitato” a Cannes, ai margini del G20, il Primo Ministro greco ”reo” di aver l’intenzione di chiedere ai cittadini greci il loro consenso ad attuare le previsioni dell’accordo del 27 ottobre. Contestualmente, Papandreou ha chiesto il voto di fiducia (per venerdì) al Parlamento.

I riflessi referendari del Primo Ministro, in realtà, non sono un fatto nuovo: era tarda primavera quando si sono esplicitati per la prima volta a fronte della crescente insofferenza per la politica economica ma anche per gli errori e ritardi dell’esecutivo, in seno al partito di governo Pasok e all’elettorato.
Intestardito nel non voler indire elezioni anticipate, il Primo Ministro usa lo strumento referendario come arma di ricatto e le dichiarazioni di questa sera di J.C. Junker, esplicitano la posta in gioco: o con noi o senza di noi, dice, in sostanza, Junker e Papandreou pone lo stesso dilemma all’elettorato: o accettiamo quello che ci danno, rispettando tutti i termini dell’accordo o la Grecia dichiara fallimento, rischiando anche di uscire dall’Euro.
Il referendum, però, non ha scatenato solo la paura dei mercati e l’ira delle istituzioni internazionali ed europee; ha provocato una crisi di governo. La deputato Milena Apostolaki si è dimessa dal partito, mentre sei parlamentari di Atene, membri del Consiglio nazionale del Pasok, hanno inviato una lettera a Papandreou, chiedendone le dimissioni.

Vaso Papandreou, membro storico del partito, ha dichiarato che il Paese sta rischiando molto, invitando Ghiorgos Papandreou a farsi da parte, al fine di formare un governo di ”salvezza nazionale”, come viene chiamato in Grecia, che porti a compimento il necessario per l’attuazione dell’accordo del 27 ottobre e, poi, indica elezioni.
È proprio sulle elezioni anticipate, del resto, che si trovano in accordo tutte le opposizioni che, da molti mesi, ormai, non perdono occasione per sottolinearne la necessità. Un refendum-ricatto, un quesito che pone la scelta tra la vita e la morte, non è il miglior esercizio di democrazia, sostengono le opposizioni di sinistra.

In serata sera riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri. Papandreou ha confermato la volontà di ricorrere al referendum. Ad Atene l’aria, però, si è ulteriormente appesantita da una notizia inquietante: nel corso del pomeriggio i vertici dell’esercito sono stati tutti sostituiti per ordine del ministro competente.

Rilassati per abbassare la pressione arteriosa

Scritto da: Filippo Ongaro
Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/rilassati-abbassare-pressione-arteriosa.php

L’ipertensione arteriosa colpisce oggi un numero enorme di persone. Alcune stime indicano che il 31% degli italiani ha la pressione troppo alta e il 17% ha valori limite.

Essere ipertesi non è uno scherzo in quanto una pressione arteriosa elevata è un indicatore importante di una vita più breve ed un fattore di rischio per molte malattia, ictus e infarto in testa. Il modo più semplice per abbassare la pressione arteriosa è quella di assumere una pillola.

Ma le terapie farmacologiche costano molto, danno effetti collaterali e spesso sono sufficienti a tenere completamente sotto controllo i valori. Si possono allora introdurre altre misure terapeutiche come l’esercizio fisico regolare, il controllo del peso e di altri parametri metabolici come glicemia e insulina.

Ma un metodo che sembra essere molto efficace per controllare alla radice l’ipertensione è il rilassamento. L’ipertensione infatti solo raramente è causata da un danno organico. Più spesso si tratta di una risposta fisiologica ad una condizione di tensione mentale che viene definita ipervigilanza.

Spesso la persona è inconsapevole ma i suoi meccanismi percettivi vedono pericolo anche dove esso non c’è e mandano un segnale d’allarme che, tra le altre cose, aumenta la pressione dei vasi.Una recente ricerca svolta ad Harvard ha confermato la grande efficacia di interventi di rilassamento sulla regolazione della pressione che in alcuni casi permette perfino di ridurre le terapie farmacologiche.

Il Prof. Herbert Benson, autore dello studio, ha sviluppato una piccola routine di esercizi che sembra particolarmente efficace nell’indurre una risposta di adattamento:
– Seleziona una parola come “pace” o una breve frase che ti trasmetta emozioni positive
– Siediti in una posizione comoda e chiudi gli occhi
– Rilassa i muscoli partendo dai piedi e salendo ai polpacci, alle cosce, all’addome, fino al torace, al collo e alla faccia
– Respira lentamente attraverso il naso, con l’addome e, mentre espiri, ripeti mentalmente la parola o la frase che hai scelto
– Se altri pensieri ti distraggono non preoccuparti e cerca semplicemente di riportare l’attenzione sulla frase scelta
– Fai questo esercizio per 10 minuti al giorno

Oltre a contribuire a ridurre la pressione, queste tecniche di rilassamento eserciteranno innumerevoli altri effetti benefici sull’organismo, ci faranno essere più sereni e ci aiuteranno perfino ad accumulare meno grasso!

L’esercito indonesiano attacco raduno papuano: sette vittime

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/201110241584/lesercito-indonesiano-attacco-raduno-papuano-sette-vittime.html

La polizia indonesiana ha aperto il fuoco su centinaia di Papuasi riunitisi presso il capolugogo della provincia di Papua, nell’isola di Nuova Guinea. Si teme che in seguito i disordini abbiano causato almeno sette vittime. I rappresentanti di varie tribù di Papua si erano incontrati per scegliere un nuova leadership e per discutere il futuro politico della regione. La Papua Occidentale è controllata dall’Indonesia dal 1963. La polizia ha confermato il ritrovamento dei corpi di cinque Papuasi uccisi: due gettati dietro le caserme dell’esercito e tre sulle montagne. Secondo Survival ne sarebbero stati uccisi almeno altri due, i cui corpi non sono ancora stati rinvenuti.

I Papuasi stavano partecipando al loro Terzo Congresso Nazionale nella città di Abepura. Mercoledì, soldati armati e polizia hanno circondato il luogo e, dopo aver udito una dichiarazione d’indipendenza dall’Indonesia, le forze di sicurezza hanno preso d’assalto lo stadio, sparando e usando gas lacrimogeni per disperdere la folla.

Secondo Survival sono stati arrestati circa 300 partecipanti, tra cui donne e bambini; mentre venivano portati via, molti sono stati picchiati selvaggiamente.

Molti degli arrestati sono poi stati rilasciati, ma i leader, appena eletti al raduno, sono ancora sotto custodia. Cinque di loro sono stati accusati di tradimento – un’accusa che ha visto molti Papuasi condannati a oltre 20 anni di carcere.

Il Reverendo Benny Giay è stato preso di mira dalle forze speciali di élite dell’esercito indonesiano, spalleggiata dagli Stati Uniti, e ha ricevuto numerose minacce di morte per aver più volte denunciato le violazioni di diritti umani nella regione. “Vogliamo che il governo indonesiano la smetta di usare il terrore, deve rispettare i nostri diritti – ha dichiarato a Survival – I Papuasi chiedono il dialogo, mediato da terze parti, per trovare una soluzione al conflitto. Gli Indonesiani ci stanno uccidendo, è giunta l’ora del dialogo”.