TRAUTONIUM, o dei suoni oscuri

Scritto da: Danilo Arona
Fonte: http://www.carmillaonline.com/archives/2012/05/004323.html

Sacre scritture e cinema restano ancora tra i più potenti generatori di mitologie, tuttora definibili come “contemporanee”. Se nell’Apocalisse di Giovanni le Trombe del Giudizio non sono che uno dei passaggi dei vari gradi del rendiconto finale, il cinema degli anni Sessanta, in almeno due casi tanto celebri quanto diversi, ha saputo cogliere l’efficacia metafisica del terrore sonoro “che viene dall’alto”. Il primo, filtrato – ma sino a un certo punto – in chiave di commedia, ci arriva nel 1961 da Vittorio De Sica nel film Il giudizio universale. Lo spunto è fornito dalla stentorea e impressionante voce del cantante lirico Nicola Rossi-Lemeni che, in un normale mattino della Napoli dell’epoca, annuncia dall’alto dei cieli che «alle ore 18 comincia il giudizio universale», con effetto tonitruante alla stregua di un gigantesco e invisibile megafono sospeso sulle teste degli umani. L’altro è quello che si ode nel capolavoro di Hitchcock Gli uccelli di due anni dopo, in cui la colonna sonora, virtualmente naturalistica, è del tutto ricreata da uno speciale apparecchio a tastiera denominato Studio Trautonium che mima in modo elettronico dei suoni naturali come i versi dei vari uccelli assalitori, creando una straordinaria scenografia sonora dalla quale è bandita in modo totale il tradizionale approccio musicale “descrittivo”. In tutti e due i casi, è il suono l’elemento cardine della paura. Nell’uno la parola dell’invisibile araldo sparsa nel cielo nel film di De Sica, nell’altro la cacofonia sonora dei pennuti in Hitch che, nel celeberrimo finale, si spinse fino alla creazione di un silenzio elettronico e artificiale, in realtà una sorta di angoscioso rumore di fondo in crescendo.

Nel 2008 assieme all’amico Alessandro Defilippi, psicanalista junghiano e finissimo scrittore di cui ho spesso intessuto le lodi, mi recai a Torino, al Castello di Rivoli, per tuffarmi nell’installazione sonora ordita da Roberto Cuoghi a partire dalla demoniaca imago del sumerico demone alato Pazuzu. Chi conosce qualcosa della mia opera, sa che al personaggio ho dedicato saggi, libri e racconti vari. Perché? E chi lo sa… Quella figura demoniaca mi entrò dentro grazie a quel capolavoro in levare che era – e che resta – il preambolo de L’esorcista di Friedkin, e questo credo di averlo già scritto un centinaio di volte. Il diario della visita a Rivoli lo trovate su Carmilla nell’articolo intitolato SUILLAKKU – Quando Pazuzu volò su Torino, pubblicato in data 15 agosto 2008 e non c’è nulla da riportare qui, se non il riannotare che Alessandro ci stette male, tanto intenso e propenso a conficcarsi nel profondo era quel bombardamento sonoro. Di interessante, in quasi quattro anni, c’è stato che Roberto Cuoghi, artista a 360° che spazia dal disegno al video, dalla musica alla scultura, dalla fotografia alla pittura, spostandosi (come la Sabina Spierlein di Cronenberg, e come Cronenberg stesso) – sull’onda dell’idea di Metamorfosi, ha portato Pazuzu – ma non le sue “voci” – al Museo Hammer di Los Angeles. A Rivoli ci eravamo prima imbattuti in una statua di sei metri raffigurante il demone (idea anche questa già presente nel preambolo de L’esorcista), operazione resa possibile dal beneplacito del Museo del Louvre, e poi nella possente “lamentazione” prodotta da Cuoghi a evocazione della fuga e della sofferenza della gente di Ninive, caduta tra il 612 e il 609 a. C. sotto gli attacchi dei Babilonesi. Urla umane, guaiti, lamenti, invocazioni disperate, suoni da un altro mondo: un mix “sparato” da un numero imprecisato di casse acustiche disposte lungo il percorso, mentre la gigantesca statua di Pazuzu troneggia nell’idea pagana, condivisa da Cuoghi, che “il demone abita la sua statua”. Del gruppo di opere presentate in America faceva parte anche una nuova scultura di Pazuzu, in una versione più piccola dell’enorme scultura del Castello di Rivoli. Altezza sui due metri, in marmo nero di Carrara. I suoni dell’Apocalisse di Ninive sono rimasti a Rivoli, ridotti forse al rango di fantasmi sonori.

Dal cielo, all’apparenza, provengono gli “strani suoni” che da un paio d’anni impazzano sotto forma di filmati in rete (basta digitare su Google “strani suoni dal mondo” e avrete di che passare il tempo). Del fenomeno ci siamo marginalmente occupati anche in questa rubrica nel settembre 2009, riflettendo sul Taos Hum di provenienza messicana, mistero ancora irrisolto. La “qualità”, se così si può chiamare, dell’ultima generazione è però diversa, perché trattasi di profonde vibrazioni ad andamento periodico che si percepiscono come una bizzarra via di mezzo tra il barrito, la tromba e la percussione metallica. Molti di questi – basta “ascoltare” un po’ di filmati per rendersene conto – si assomigliano veramente troppo, quantunque registrati a migliaia di chilometri di reciproca distanza. E molti dei documenti sono indubbiamente dei fake – in qualcuno di questi si ode persino lo stesso cane che abbaia in sottofondo… -, la cui produzione e condivisione in rete appaga in qualche modo il miserrimo ego dei falsari. A dispetto di questi ultimi però il mondo scientifico, con tutti i “distinguo” del caso, ritiene autentico il fenomeno. Da Mario Tozzi del CNR che lo ha dichiarato pubblicamente dagli studi di Radio Montecarlo la mattina del 12 maggio al fisico russo Elchin Khalilov, passando per la nota e sempre prudentissima rivista italica “Focus”, la realtà di queste emissioni acustiche – al netto delle contraffazioni – è indiscutibile. E la causa sarebbe l’aumento progressivo e sinergico di tanti processi energetici tra la Terra e il cosmo. Soprattutto l’incremento dell’attività solare, in grado di destabilizzare magnetosfera, ionosfera e atmosfera superiore, potrebbe entrare in “risonanza” anche con il nucleo terrestre, provocando onde di rifrazione con il campo geomagnetico. Da qui deriverebbero gli spaventosi suoni a bassa frequenza che si odono in diverse parti del nostro pianeta. Sottolineata anche dallo stesso Tozzi, la fase di iper-attività del sole starebbe bombardando la Terra con particelle magnetiche, riscaldando e ampliando il nucleo del pianeta, il che potrebbe causare spaccature della crosta con un ulteriore tipo di commento sonoro provocato dal vapore in fuoriuscita. Al di là delle scuole di pensiero in fase di costruzione, le posizioni ufficiali non negano affatto l’esistenza delle “Trombe del Giudizio”. E l’agenzia scientifica internazionale Wosko non esclude che nei prossimi mesi, data l’intensificazione energetica in atto, possano aumentare i cataclismi, soprattutto quei fenomeni estremi che nessuno ormai smentisce. Non più tardi di una settimana fa nel Vercellese si è formato un twister “americano” che nessuno da quelle parti ha mai visto. Né “sentito”.

Come qualcuno sa, questa è una rubrica “di confine” senza presunzioni scientifiche, che fa soprattutto leva su un sempre più diffuso senso di condivisione connettivista. In parole povere c’è sempre più gente là fuori che percepisce le stesse cose (suoni, sogni, visioni), spesso non parlandone con nessuno, pena l’essere escluso socialmente per manifesta follia. Abbiamo quindi riflettuto più volte sui sognatori planetari della Grande Onda, senza saltare ad alcuna conclusione, però possiamo anche permetterci di ricordare come Jung, in perfetto sincrono con l’avvento del nazismo, sognava nottetempo di una grande e oscura massa liquida che dal nord precipitava sull’Europa, sommergendola. Questo per affermare, una volta di più, un concetto ovvio più volte richiamato ne La luce oscura: esiste nel mondo una condivisione “sensoriale” di percezioni, idee, frammenti energetici vaganti, stati onirici e altro ancora che fa riferimento a una serie di cambiamenti in corso d’opera nel macrocosmo. Senza scomodare Maya e 2012 (ma il processo mediatico in corso su certi temi “di tendenza” è compartecipe alla condivisione di cui sopra…), certi cambiamenti sono oggettivi e innegabili, in primo luogo l’apocalisse economica in atto un po’ dappertutto sul pianeta. Dal macrocosmo si dipana un riflesso destabilizzante sul microcosmo. E non occorre l’immagine dell’uomo vitruviano per trovarne conferma. Basta leggere con attenzione i giornali alla ricerca dei “segnali”. C’era un certo Charles Fort che iniziò a farlo in troppo in anticipo sui tempi.

Per dovere di cronaca si può segnalare la notizia, un po’ controversa, a proposito di una strana nuvola di fotoni che sta avvolgendo il sistema solare, provocando bizzarri fenomeni di risonanza collegati a quell’incremento di attività solare di cui parlavamo prima. La nube sarebbe diretta responsabile dei suoni per effetto di una gigantesca “elettrificazione” del pianeta. In ogni caso la NASA, la ESA e la National Academy of Science hanno lanciato un’allerta per il 2012 riguardo una tempesta solare senza precedenti. I flussi magnetici, interagendo con la magnetosfera del sole e i campi della Terra, potrebbero causare mutazioni al nucleo, anomali vortici in superficie, mutazioni polari magnetiche, super-tempeste, condizioni atmosferiche instabili, fenomeni tellurici oltre la media quantitativa e anche gli impressionanti suoni provenienti dall’atmosfera e dal sottosuolo capaci di essere uditi da tutti in ogni parte del pianeta. In una recente intervista rilasciata a “Geochange Magazine”, il succitato Elchin Khalilov ha dichiarato che una causa possibile degli strani suoni potrebbe risiedere nel nucleo della Terra sottoposto a stress energetico anche dall’arrivo nella nostra galassia dell’enorme nube fotonica. Notizie che non siamo in grado di interpretare. Ma, aggiornando il finale di un antico film di fantascienza, “ascoltate il cielo”…

Ragni invadono villaggio indiano e uccidono due persone.

Fonte: http://articles.timesofindia.indiatimes.com
Traduzione: http://www.ditadifulmine.com/2012/06/ragni-invadono-villaggio-indiano.html

Lo scorso 8 maggio il villaggio di Chaulkhowa Nagaon, nella regione indiana di Assam, è stato invaso da un’orda di ragni nel bel mezzo di una funzione religiosa notturna. Ad alcuni è sembrata una scena uscita direttamente da un horror movie di serie B, ma il fatto pare essere accaduto realmente, costringendo al ricovero diversi abitanti del villaggio morsi dai poderosi cheliceri degli aracnidi invasori.

Il Sadiya Civil Hospital ha dovuto ricoverare diverse persone per morsi di tarantola. Alcuni pazienti sono addirittura arrivati alla struttura ospedaliera portandosi dietro alcuni degli aggressori.
Una delle vittime, Juntu Gogoi, è stata ricoverata all’ospedale Sadiya per via di un dolore lancinante causato dal morso di una di queste tarantole. Ma altre due, come il suo vicino di casa Purnakanta Buragohain, non sono stati così fortunati, morendo dopo qualche ora sul letto d’ospedale.
I ricoveri hanno causato un’ondata di panico tra la popolazione locale, e l’attivazione delle autorità locali del distretto di Tinsukia. Si è pensato a sterminare gli aracnidi con il DDT, ma non è stata giudicata una soluzione effettiva, dato che dopo l’attacco non si aveva alcuna informazione sulla reale provenienza dei ragni, e nemmeno sulla loro esatta specie d’appartenenza.
Due settimane dopo l’incidente, un team scientifico guidato dal dottor L. R. Saikia della Dibrugarh University ha tentato di svelare alcuni degli aspetti più curiosi dell’incidente eseguendo una ricerca sul campo per 48 ore, e catturando alcuni esemplari di tarantola che presumibilmente avrebbero attaccato il villaggio di Chaulkhowa Nagaon.
“Per quanto ne sappiamo ora, non possiamo dare alla specie un nome ben preciso. E’ simile alla tarantola, ma potrebbe essere una specie totalmente nuova. Non ci sono molti esperti di aracnidi nelle regioni nord-orientali, per cui ci vorrà un po’ di tempo per identificarla. Ma qualunque sia la specie, è un ragno molto aggressivo” spiega Saikia.
“Salta addosso a qualunque cosa gli si avvicini. Alcune delle vittime sostengono che il ragno sia rimasto agganciato a loro dopo averli morsi. Se così fosse, bisogna maneggiarlo con molta cura. I cheliceri di questo animale sono molto potenti; ma è troppo presto per chiamarlo ragno assassino. Infatti, non abbiamo ancora testato il veleno e scoperto la sua tossicità”.
Anche se l’aggressione delle tarantole sembra aver causato alcuni decessi, non è ancora possibile collegare le morti con il veleno dei ragni. “Non possiamo dire con certezza che le fatalità sono state causate dal veleno; potrebbe essere stata una reazione allergica al veleno, che ha causato un arresto cardiaco nelle vittime. Ma tutti i pazienti morsi si sono prima recati da un dottore, che ha aperto le ferite con un rasoio, ha risucchiato il sangue al loro interno e le ha cauterizzate. Anche questo avrebbe potuto far ammalare le vittime. Inoltre, non è stata somministrata alcuna dose di siero antiveleno, dato che non eravamo sicuri che il ragno fosse velenoso” afferma il dottor Anil Phatowali, sovraintendente del Sadiya Civil Hospital.
Che si tratti di una nuova specie o di una già nota è ancora troppo presto per dirlo. L’unica certezza è che questo ragno sembra essere una novità nella regione di Assam, sulla quale non c’è alcuna ricerca moderna o documento storico in grado di testimoniare la presenza di un aracnide di questo genere.
“Sadiya non è estranea al terrore. Questa località era nota per i sacrifici umani fino alla metà del XIX° secolo, quando l’Impero Britannico mise fine a questa pratica barbara. La regione ha inoltre sofferto immensamente durante i terremoti del 1897 e del 1950. A quel punto arrivò l’insurrezione. Ci sono state battaglie brutali nel Dibru-Saikhowa National Park pochi anni fa tra l’esercito e i ribelli. Recentemente, quattro sospetti maoisti sono stati uccisi qui. Persone così abituate al terrore non si fanno prendere dal panico per via di alcuni ragni, a meno che non ci sia qualcosa di davvero terrificante nell’episodio”.
Il ragno sembra somigliare al “Black Wishbone” (Aname Atra), una specie australiana nota per la sua aggressività, ma nessuno ha la minima idea di come possa aver raggiungo l’India. Rimane quindi possibile che si tratti di una specie del tutto nuova.
“Ci sono molti animali che devono ancora essere scoperti. Questa potrebbe essere una grossa scoperta. Comunque, rimane preoccupante il modo in cui questi aracnidi sono apparsi all’improvviso mordendo chiunque incontrassero. Il loro comportamento dimostra che non sono abituati alla presenza umana; per questo motivo, c’è la possibilità che questa specie sia stata introdotta accidentalmente o intenzionalmente nel nostro ecosistema”.
Il 28 maggio i ragni sono apparsi a Nalbari, a circa 600 km da Sadiya, aggredendo una donna che ha avuto il sangue freddo per catturare uno degli aracnidi e recarsi all’ospedale più vicino da sola.
Non solo i ragni sono apparsi a centinaia di chilometri di distanza dal primo incidente in neanche 20 giorni, ma sembrano apparire sempre in gruppo, comportamento decisamente anomalo. “Gli sciami di ragni sono rari, anche se abbiamo dei rapporti solitamente dopo le inondazioni, quando gli aracnidi sono alla ricerca di zone elevate e asciutte” spiega il naturalista britannico Vejay K Singh.
“Questo ragno” continua Singh, “è certamente un teraphosidae, comunemente noto come tarantola. Probabilmente appartiene al genere selenocosmia o lyrognathus. Sono notturni, cosa che spiega perchè l’attacco si è verificato di notte. I selenocosmia sono ragni aggressivi e mordono senza preavviso quando provocati. Comunque, non sono ragni sociali come i poecilotheria che vivono in India e Sri Lanka. Per cui l’idea dello sciame è curiosa. Forse, può essere un caso di boom della popolazione nell’area. E anche se aggressivi per natura, questi ragni non sono considerati pericolosi in quanto a tossicità, ed è improbabile che possano causare un morso letale in un individuo sano”.

Scoperta una lingua dimenticata

Fonte: http://ilfattostorico.com/

Le prove di un’antica lingua perduta, risalente a più di 2.500 anni fa, sarebbero state trovate dagli archeologi in Turchia. I ricercatori che lavorano a Ziyaret Tepe, probabilmente il sito della città assira di Tušhan, ritengono che la lingua potrebbe essere stata parlata da persone deportate provenienti dai monti Zagros, al confine tra gli odierni Iran e Iraq.

In linea con una politica ampiamente praticata in tutto l’Impero assiro, queste persone potrebbero essere state spostate con la forza dalla loro madrepatria e reinsediati in quello che oggi è il sud-est della Turchia, dove sarebbero stati rimessi al lavoro.

Le prove della lingua arrivano da una singola tavoletta di argilla, che si è conservata dopo essere stata cotta nell’incendio che distrusse il palazzo verso la fine dell’VIII secolo a.C. Scritta con caratteri cuneiformi, la tavoletta è essenzialmente una lista di nomi di donne.

“Sono conservati circa 60 nomi”, dice John MacGinnis del McDonald Institute for Archaeological Research presso l’Università di Cambridge. “Uno o due sono in realtà assiri e qualcun’altro potrebbe appartenere ad altre lingue conosciute del periodo, come il luvio o l’hurrita, ma la grande maggioranza appartiene a una lingua sconosciuta”.

“Se [queste persone] venivano effettivamente dall’Iran occidentale, allora potremmo completare il quadro del primo impero multietnico al mondo. Sappiamo dai testi esistenti che gli Assiri sottomisero delle popolazioni di quella regione. Ora sappiamo che esiste un’altra lingua, forse dalla stessa zona, e magari altre prove della sua esistenza che aspettano di essere scoperte”.

La tavoletta è stata trovata in quella che forse era la sala del trono del palazzo del governatore, costruito dal re assiro Ashurnasirpal II (883-859 a.C.).

MacGinnis ha decifrato in totale 144 nomi, 59 dei quali possono ancora essere letti. La sua analisi esclude sistematicamente non solo le lingue parlate all’interno dell’impero assiro, ma anche quelle dell’epoca, tra cui l’egizio, l’elamitico, l’urartea e le lingue semitiche nord-occidentali. Secondo la sua valutazione, solo 15 dei nomi leggibili appartengono ad una lingua nota.

È possibile che la lingua misteriosa possa essere lo shubriano – la lingua indigena parlata nella zona di Tušhan prima dell’arrivo degli Assiri che, per quanto ne sanno gli storici, non fu mai scritta.

Un’altra teoria è che era la lingua parlata dai Mushki – un popolo che in quell’epoca stava migrando nell’Anatolia orientale. Questa idea sembra però meno plausibile: visto che compaiono in una lista dell’amministrazione assira, queste persone si sarebbero dovute infiltrare nell’impero o essere catturate, e gli storici non ne hanno prove.

Più convincente è pensare che la lingua sia stata parlata da un popolo di una qualche altra parte dell’Impero assiro che venne trasferito con la forza. Questa era una pratica comune per i re assiri, in particolare dopo l’inizio dell’espansione dell’impero nel corso del IX secolo. “Era una pratica che li aiutava a consolidare il potere eliminando il controllo delle élite nelle aree appena conquistate”, spiega MacGinnis.

Anche se gli storici sanno già che i Monti Zagros erano in una regione che venne invasa e annessa dagli Assiri, oggi essa rimane l’unica area occupata dagli Assiri per la quale non esiste una lingua conosciuta. È allettante l’idea di collegare il testo sulla tavoletta con quella regione. Un re assiro, Esarhaddon, menzionò addirittura una lingua non identificata: il “mekhraniano” – presumibilmente si riferiva ai monti Zagros, ma in pratica l’area era probabilmente un mosaico di regni e si parlava più di un dialetto.

Università di Cambridge

Journal Of Near Eastern Studies

Vedi anche: Rassegna stampa archeologica/12

Protezione Civile Associazione Nazionale Alpini

Fonte: http://www.ana.it/page/protezione-civile-2011-03-02

La Nascita. La Protezione civile dell’ANA nasce in pratica all’inizio degli anni ottanta, come attività organica ma si può dire che il germe sia stato gettato nel 1976 nel Friuli devastato dal terremoto in cui l’Associazione Nazionale Alpini , prendeva coscienza di avere nelle sue fila un patrimonio di esperienze, volontà entusiasmo che poteva essere canalizzato là dove se ne rilevava la necessità.

Da allora è stato un crescendo di coinvolgimenti, addestramenti, acquisizioni di materiali, mezzi ed esperienze ma anche e, forse, soprattutto di realizzazioni di interventi.

La nostra Protezione civile è sempre presente dove viene richiesta, sia al livello di Dipartimento della Protezione civile presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, sia nei territori montani per l’antincendio boschivo e nelle opere di prevenzione in cooperazione con Comuni, Province, Comunità Montane e Regioni.

Sempre pronta per interventi di emergenza, la Protezione civile ANA è comunque impegnata costantemente nelle importanti e strategiche attività di prevenzione e previsione con interventi di recupero, bonifiche ambientali e salvaguardia dei territori soprattutto montani.

Da ricordare anche l’ospedale da campo, realizzato nel corso degli anni e gestito da volontari ANA, che è stato attivo in Armenia, in Albania ed anche con aliquote in tutte le emergenze nazionali, non ultimo a Roma per il Giubileo mondiale dei giovani.

I DATI IN SINTESI
(aggiornati al 2010)

  • Sono 14.336 i volontari attivi, divisi in quattro Raggruppamenti. Il 1º comprende i volontari di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta; il 2º quelli della Lombardia e dell’Emilia Romagna; il 3º gli alpini del Triveneto e il 4º gli alpini del Centro Sud. Tutti i Raggruppamenti dispongono di magazzino dove sono disponibili materiali d’emergenza, veicoli, attrezzature adeguate ad un veloce impiego.
  • Oltre 400 mezzi operativi;
  • Utilizzo di frequenze radio riservate, autorizzate dal Ministero delle Poste Telecomunicazioni;
  • Convenzioni stipulate con Regioni, Provincie, Comunità Montane e altri enti territoriali;
  • 1 ospedale da campo composto da 20 shelter con unità operatorie, radiologiche, cardiografiche, di analisi, farmacia, 13 tensiostrutture di supporto, officina, cucina, ecc;
  • 5 magazzini con materiali ed attrezzature;
  • 113 unità cinofile;
  • 81 squadre sezionali attive a livello provinciale con autosufficienza logistica ed operativa;
  • 3 Sezioni a rotazione sempre allertate 24 ore;
  • 19 squadre antincendio boschivo (A.I.B.) di 2° livello.

I DATI IN SINTESI
(aggiornati al 2010)

  • Sono 14.336 i volontari attivi, divisi in quattro Raggruppamenti. Il 1º comprende i volontari di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta; il 2º quelli della Lombardia e dell’Emilia Romagna; il 3º gli alpini del Triveneto e il 4º gli alpini del Centro Sud. Tutti i Raggruppamenti dispongono di magazzino dove sono disponibili materiali d’emergenza, veicoli, attrezzature adeguate ad un veloce impiego.
  • Oltre 400 mezzi operativi;
  • Utilizzo di frequenze radio riservate, autorizzate dal Ministero delle Poste Telecomunicazioni;
  • Convenzioni stipulate con Regioni, Provincie, Comunità Montane e altri enti territoriali;
  • 1 ospedale da campo composto da 20 shelter con unità operatorie, radiologiche, cardiografiche, di analisi, farmacia, 13 tensiostrutture di supporto, officina, cucina, ecc;
  • 5 magazzini con materiali ed attrezzature;
  • 113 unità cinofile;
  • 81 squadre sezionali attive a livello provinciale con autosufficienza logistica ed operativa;
  • 3 Sezioni a rotazione sempre allertate 24 ore;
  • 19 squadre antincendio boschivo (A.I.B.) di 2° livello.

SPECIALIZZAZIONI

  • Alpinisti;
  • Subacquei;
  • Sanitari;
  • Telecomunicazioni radio (T.L.C.);
  • Squadre antincendio boschivo (A.I.B.);
  • Unità cinofile di soccorso (U.C.S.).

LA FORZA

La direzione e il coordinamento di Protezione civile sono a Milano presso la sede nazionale dell’ANA di via Marsala, 9.
La Protezione civile dispone di magazzini con materiali di pronto impiego (tende, containers, servizi igienici e docce, letti ed altre attrezzature) ad Asti, Atessa, Latina, Cesano Maderno e Vicenza.

Il Centro Coordinamento Interventi Operativi (CCIO) è il braccio operativo nazionale della Protezione civile che durante le emergenze e le grandi esercitazioni nazionali ha il compito di coordinare e controllare le varie operazioni di soccorso e di supporto, nonché le operazioni logistiche ed amministrative svolte a supporto di Raggruppamenti impiegati sul terreno. E’ composto da veterani provenienti da tutti i Raggruppamenti, persone che hanno alle spalle numerosi anni di attività e svariate missioni compiute in Italia ed all’estero.

L’ospedale da campo aviotrasportabile è depositato all’aeroporto militare di Orio al Serio.

  • Alpinisti;
  • Subacquei;
  • Sanitari;
  • Telecomunicazioni radio (T.L.C.);
  • Squadre antincendio boschivo (A.I.B.);
  • Unità cinofile di soccorso (U.C.S.).

La direzione e il coordinamento di Protezione civile sono a Milano presso la sede nazionale dell’ANA di via Marsala, 9.
La Protezione civile dispone di magazzini con materiali di pronto impiego (tende, containers, servizi igienici e docce, letti ed altre attrezzature) ad Asti, Atessa, Latina, Cesano Maderno e Vicenza.

Il Centro Coordinamento Interventi Operativi (CCIO) è il braccio operativo nazionale della Protezione civile che durante le emergenze e le grandi esercitazioni nazionali ha il compito di coordinare e controllare le varie operazioni di soccorso e di supporto, nonché le operazioni logistiche ed amministrative svolte a supporto di Raggruppamenti impiegati sul terreno. E’ composto da veterani provenienti da tutti i Raggruppamenti, persone che hanno alle spalle numerosi anni di attività e svariate missioni compiute in Italia ed all’estero.

L’ospedale da campo aviotrasportabile è depositato all’aeroporto militare di Orio al Serio.

 

 

 

 

 

 

La bufala del resveratrolo: il principio anti-age estratto dal vino rosso non è un elisir ma il risultato di una frode scientifica

Scritto da: Agnese Codignola
Fonte: http://ilfattoalimentare.it/resveratrolo-frode-antiossidanti.html

Anche se diversi commentatori sottolineano che la frode scientifica firmata da Dipak Das (nella foto), direttore del Cardiovascular Research Center dell’Università del Connecticut, è un caso isolato, per il resveratrolo si annunciano tempi duri. Il principio attivo contenuto nel vino rosso oggetto di decine di studi e candidato da più parti al ruolo di: elisir, antinfiammatorio, cardioprotettore ecc., probabilmente da oggi sarà finalmente studiato per quello che è: un antiossidante per certi aspetti benefico, ma privo di virtù miracolose. 

La storia inizia nel 2009, quando una segnalazione anonima invita a osservare con attenzione gli studi pubblicati da Dipak Das, fino a quel momento osannato capo della ricerca cardiovascolare dell’ateneo, detentore di numerosi brevetti e in affari con alcune aziende per la commercializzazione dei principi attivi del vino rosso. L’Università coinvolge l’agenzia federale Office of Research Integrity e affida a un analista interno, Kent Morest, lo studio della vicenda.

A tre anni di distanza i risultati dell’inchiesta raccolti in un rapporto lungo addirittura 60.000 pagine, riassunte in un documento (a questo indirizzo: bit.ly/xkyS4A): risultano clamorosi. Nei lavori pubblicati da Das si rilevano almeno 145 frodi grossolane, consistenti per lo più nel taroccamento di foto di gel utilizzati per seguire le proteine nei campioni biologici e in altri fantasiosi inganni. Immediata la reazione dell’ateneo: il portavoce ha annunciato che saranno restituiti 890.000 dollari asseganti al signor Das come sovvenzione per studi sul resveratrolo dal National Heart, Lung and Blood Institute dei National Institutes of Health, e che le pratiche per il licenziamento del ricercatore sono già state avviate.

C’è di più, l’università ha preso contatti con 11 riviste scientifiche (tra le quali il fin qui autorevole Journal of Agriculture and Food Chemistry e Antioxidants & Redox Signalling, della cui commissione scientifica Das era membro) che in passato hanno pubblicato gli studi di Das, invitandole a pubblicare smentite e scuse.

 

La vicenda, al di là dei singoli aspetti, è per molti versi esemplare di quanto accade sempre più spesso nel mondo della ricerca. La questione è sempre la stessa, in tempi di scarsità di risorse pubbliche e di necessità di ricorrere a fondi privati in misura crescente, un colossale conflitto di interessi sempre più spesso vizia la conduzione delle ricerche e la diffusione dei risultati. Magra consolazione, contemporaneamente la facilità di accesso ai dati sembra accrescere la sensibilità verso la correttezza dei ricercatori, che negli ultimi mesi ha portato ad altri casi clamorosi, come la rivelazione della natura fraudolenta degli studi condotti negli anni ottanta sul ruolo dei vaccini per bambini e l’autismo.

Per quanto riguarda il resveratrolo è opportuno ricordare che gli interessi commerciali sono enormi. Nel 2008 la GlaxoSmithKline ha sborsato 720 milioni di dollari per acquisire Sirtris, una piccola company biotech che lavorava sul resveratrolo, salvo poi abbandonare gli studi a causa dei risultati poco entusiasmanti. Un’altra azienda americana di Las Vegas, la Longevinex, dopo avere apertamente sostenuto la bontà dei risultati ottenuti da Dipak Das, invitandolo in trasmissioni televisive dove il resveratrolo veniva presentato come l’aspirina del terzo millennio. Ci sono poi altre aziende che hanno stabilito partnership commerciali con vari centri di ricerca in previsione di un successo commerciale dato per scontato. A coronare il tutto, solo pochi mesi fa Dipak Das è stato insignito di un prestigioso premio da parte dell’International Association of Cardiologists.

 

La domanda a questo punto sorge spontanea: com’è possibile che nessuno, e in primo luogo le riviste scientifiche, si sia mai accorto di nulla? Con che criterio il comitato scientifico di una rivista, che non dovrebbe tener conto di interessi commerciali, esamina una ricerca? Come valuta i dati? E come enti governativi quali il National Heart, Lung and Blood Institute o il National Institutes of Health attribuiscono i fondi? La questione sta diventando sempre più pressante a causa del moltiplicarsi di casi che hanno coinvolto ricercatori molto stimati, ed è oggetto di un acceso dibattito sulle principali riviste, che stanno cercando di correre ai ripari per salvaguardare la loro credibilità, loro unica forza.

 

La soluzione sembra lontana perché spesso gli stessi ricercatori non sono del tutto trasparenti sui finanziamenti ricevuti e sui possibili conflitti di interesse. Nello specifico, vale la pena di ricordare che negli ultimi anni, accanto a studi che tendevano a mettere in luce effetti benefici del resveratrolo,  altri hanno posto pesantissimi dubbi sugli effetti benefici che, quando presenti, risultano di modesta entità e sono riscontrabili solo a dosi massicce e potenzialmente non prive di effetti collaterali. Ma questi studi, chissà perché, non hanno ricevuto la stessa pubblicità degli altri, e il resveratrolo è diventato la star delle molecole antietà. Fino a quando un altro principio attivo miracoloso non ne prenderà il posto.

 

History&Noir&Mystery&Comics in Lucca

Scritto da: http://www.museonazionaledelfumetto.it/

3 grandi personaggi del fumetto italiano festeggiano nella città di Lucca i loro compleanni con manifestazioni ed eventi che coinvolgeranno la città per tutto l’anno. La città di Lucca verrà fatta scoprire ai visitatori nella forma insolita di inedite storie a fumetti dei 3 personaggi ambientate a Lucca e di una “fantastica caccia al tesoro” in compagnia dei 3 eroi dei comics che durerà per tutto l’anno alla ricerca e scoperta  “dei tesori di Lucca”.

La terza guerra mondiale? La verità sulle banche, Monti e l’Euro

Fonte: http://www.fazieditore.it/Libro.aspx?id=1197

Inaugura la serie il pamphlet di Elido Fazi, La terza guerra mondiale? La verità sulle banche, Monti e l’euro, che mette al centro dell’analisi il sistema monetario internazionale, auspicando una nuova Bretton Woods.

È vero che la crisi finanziaria di Wall Street del 2008 è stata peggiore di quella del 1929? Perché Andrea Camilleri ha dichiarato sabato 21 gennaio al nuovo programma di Serena Dandini su La7 che è scoppiata la terza guerra mondiale, per ora solo in versione soft? E perché un finanziere come George Soros, uno che viene ancora oggi ricordato come “colui che spezzò la schiena alla Banca d’Inghilterra nel 1992”, dichiara che Lloyd Blankfein, il capo della Goldman Sachs, non è soltanto un uomo avido e poco illuminato, ma il “male assoluto”, come il nazismo e il comunismo? Cosa ne pensa Mario Monti, per anni consulente della Goldman Sachs? Soprattutto, possono gli Stati Uniti – che sono il paese più indebitato al mondo e il meno competitivo in assoluto se si guarda alla differenza tra importazioni e esportazioni – uscire dalla situazione economica in cui si trovano senza innescare una guerra? Perché il Presidente Obama ha firmato il 31 dicembre del 2011 una legge per punire qualunque organizzazione faccia transazioni con la Banca Centrale dell’Iran, che ha avuto l’ardire di aprire una Borsa del petrolio dove si tratta in euro e altre valute, ma non in dollari? Ecco alcuni dei i temi affrontati in questo pamphlet, scritto di getto analizzando le cause più profonde della crisi americana e di quella europea in un contesto in cui si trovano alla ribalta gli interessi di paesi come la Cina e l’India.

Elido Fazi si laurea in Economia e Commercio presso l’Università “La Sapienza” di Roma e nel 1977 consegue un Master in Economia presso l’Università di Manchester. Nel 1979, dopo due anni presso la Ford of Europe di Londra, entra alla Business International Corporation, per la quale dall’86 dirige la sede italiana. Nel 1989 viene nominato Vice Presidente di Business International/The Economist Intelligence Unit, con responsabilità per i paesi mediterranei. Nel 1993 fonda Business International, società a capitale italiano che gestisce il marchio Business International di proprietà dell’Economist Group con un accordo di licensing. Nel 1994 fonda la casa editrice, Fazi Editore. Ha tradotto e pubblicato il poema in versi La caduta di Iperione (1995), e ha scritto due romanzi ispirati alla vita di John Keats, L’amore della luna (2005) e Bright Star (2010). Con Paolo C. Conti, ha pubblicato il pamphlet Euroil. La borsa iraniana del petrolio e il declino dell’impero americano (2007).

Dopo il successo dell’ebook La terza guerra mondiale? La verità sulle banche, Monti e l’euro –per oltre un mese al primo posto nella classifica dei libri digitali più venduti- esce il secondo pamphlet di Elido Fazi, Chi comanda, Obama o Wall Street?. Un approfondimento sulla crisi internazionale e sul ruolo della finanza di Wall Street, a partire dalla storia recente americana.

In questo secondo capitolo della collana “One Euro”, Elido Fazi riprende i fili del suo racconto sulla crisi economica del 2008 e ne spiega gli effetti e le conseguenze ancora in corso. L’analisi si concentra sulla figura di Obama, il quale, nonostante le dichiarazioni fatte durante la campagna elettorale, ha privilegiato la continuità con il sistema di potere precedente, confermando l’establishment responsabile della crisi, legato a doppio filo al “sistema” Goldman Sachs. Dal salvataggio incondizionato delle banche alla scelta dei consiglieri economici della Casa Bianca, Elido Fazi riflette sulle misure, poche e inadatte, messe in campo dall’amministrazione Obama per far fronte al crac finanziario di Wall Street e per regolamentare il sistema delle grandi banche d’affari.

La collana “One Euro”, i cui titoli in versione ebook sono scaricabili al costo di un euro, nasce in un momento di particolare complessità nelle relazioni internazionali, una crisi (finanziaria, economica, politica) che coinvolge tutti a livello macro e micro. L’intento della collana è fornire ai lettori una cornice chiara, sintetica e aggiornata attraverso la quale interpretare le sfide poste in essere dalla crisi. La serie si aprirà a contributi di economisti, esperti di politica e geopolitica, finanza e relazioni internazionali, fornendo gli strumenti necessari per recuperare il senso del nostro essere cittadini attivi.

UN MONDO ROVESCIATO

Scritto da: Gianni Petrosillo
Fonte: http://www.conflittiestrategie.it/2012/05/30/un-mondo-rovesciato/

Alzarsi storti e vedere il mondo andare alla rovescia. L’ambasciatore siriano convocato alla Farnesina e dichiarato persona non gradita da un terzino dell’Atlantica (la quadra che vince sempre perché trucca le partite internazionali e si compra gli arbitri mondiali), per un massacro di adolescenti la cui responsabilità è stata attribuita dal legittimo governo di Damasco a bande di mercenari che ormai scorrazzano liberamente per la Repubblica Araba, grazie ai soldi e all’appoggio strategico occidentale. La Russia conferma quest’ultima versione ed anche qualche organizzazione mondiale dubita fortemente che un esercito regolare possa agire in quella maniera utilizzando armi da cucina e da macelleria per compiere un tale eccidio. Ma tant’è, si è stabilito all’Onu senza prove e alla velocità della luce che la colpa è di quel mangiabambini di Assad amico del Cremlino, noto ristorante esotico dove i bambini diventano cremini sin dal 1917. Graditissimo ospite resta invece sul suolo italiano l’ambasciatore di un Paese che da qualche mese ci schiaffeggia pubblicamente con tutte le mani di Vishnu. Del resto, lo sanno tutti che come fanno gli indiani al nostro Ministero degli Esteri nemmeno a Nuova Delhi. Essendo cattolici siamo costretti a porgere l’altra guancia, ma non è una idea intelligente al cospetto di Kali la dea quadrumane e così ogni giorno ci arriva un dritto ed un manrovescio nello stesso istante, da ultimo il respingimento del ricorso sulla giurisdizione dell’incidente che ha coinvolto due nostri marò imbarcati su un mercantile battente bandiera italiana, i quali avrebbero sparato su pescatori scambiati per pirati, che in molti sostengono essere accaduto in acque extraterritoriali.

Nel frattempo Monti, il raddrizzatore degli italici mores, continua a tirare la cinghia allo stivale bloccando la circolazione al popolo che diventa paonazzo e sempre più smunto. La nenia è sempre quella secondo la quale avremmo vissuto fin qui al di sopra delle nostre possibilità ed ora, a causa degli sperperi e degli scialacquamenti passati, ci tocca fare la dieta cosicché i mercati vedendoci esangui e scarni la smettano di mangiare le nostre carni. Sobrietà, penitenza e razionamento ci irrobustiranno lo spirito, pazienza se il corpo dovrà sottostare a qualche mortificazione. Ancora una volta siamo cattolici e ci può stare. Ma siamo cristiani e cattolici, portatori di pace e di speranze, anche quando ci costringono a finanziare guerre di aggressione come quella in Afghanistan. Lì muoiono civili inermi, intere famiglie vengono sterminate dai droni, come accaduto ancora qualche giorno fa e Monti che ti fa in tempi di sobrietà e di austerità? Tarataratatà (mitragliatrice),  si fa perfezionare predator e raeper, i famigerati aerei senza pilota, con armi di distruzione hellfire pagate a caro prezzo agli statunitensi. Inoltre, mentre gli altri partner fuggono da questa missione ormai perduta che sta costando un occhio della testa all’Alleanza lui promette che si accollerà, nei prossimi anni, le spese necessarie a riportare la civiltà tra i talebani, sgravando Washington dell’incombenza. Quanta modernità e sacralità stiamo trasmettendo a quelle genti arretrate e adoranti un dio sbagliato lo abbiamo notato, a cominciare dal rito dell’estrema unzione accordata ai combattenti afghani caduti sul campo di battaglia, ai quali si è pisciato in faccia in nome di una superiore e benevola cristianità. Comunque, il Premier non può raccontarci che la cassa è vuota se poi si mette a fare l’americano con gli americani, continuando invece a trattare gli italiani da pezzenti.

Infine, in questo mondo rovesciato vediamo il Vicario di Nostro Signore tirato per la mozzetta dai cardinali romani, da quelli ambrosiani, da tutta una Curia che si sta facendo un guerra senza quartiere approfittando del trasporto ultramondano di un uomo di grandi studi, fine teologo e buon filosofo, un po’ troppo disattento alle miserie ecclesiastiche. Ma un Papa non può essere solo una guida spirituale essendo anche l’amministratore delegato di una società per azioni (sante e non), per cui è obbligato a trovare il giusto mezzo tra gli oggetti spirituali e le cose mondane, deve benedire i fedeli e neutralizzare tra questi gli infedeli che lo circondano minacciando la tenuta della Cupola o un suo smottamento negli inferi. Anche nella Chiesa, come Stato assoluto, si stanno enfatizzando gli scontri tra catene di comando che vogliono guidare la politica estera e finanziaria del Vaticano nelle differenti situazioni geopolitiche di questa caotica fase storica. Gli attacchi al fulmicotone provenienti da tanta parte del pianeta alle abitudini sessuali dei prelati sono colpi sotto la cintola di chi vuole indebolire il papato per ragioni politiche, circoscrivendone competenze, pertinenze, istanze e settori d’investimento e di penetrazione. La Casa di Dio poggia su questo globo benché le sue colonne si slancino sempre verso la volta divina. Per questo le alleanze non conformi al campo gravitazionale mondiale in cui è inserito anche l’esercito del Signore possono far tremare le fondamenta della santa istituzione qualora non dovesse accodarsi a determinati e sovrastanti interessi. Benedetto XVI da porporato entrava più facilmente nella diatriba storica e politica, tanto da prendersi una frecciatina da Althusser nella sua autobiografia L’Avenir dure longtemps (“il cardinale che non dormiva la notte per la lotta di classe e che non voleva aprire un po’ di più la sua mente alle ragioni del proletariato), mentre oggi sembra in balia dei giochi di potere interni alla Corte pontificia ed ai suoi drappelli clericali appoggiati da questo o da quello Stato estero. In siffatto recente periodo abbiamo osservato la Chiesa cambiare sveltamente posizione dopo qualche scandaletto infilato lì di proposito per modificare le sue scelte, ad esempio nel conflitto libico prima condannato e poi incredibilmente giustificato. Non vorremmo che Dio rimediasse troppe sconfitte dal demonio a causa di crociati delle fede arrendevoli e traditori che potrebbero debilitare in noi la fiducia nella sua immane potenza.  La strada che porta all’inferno, oltre che essere lastricata di pie intenzioni, è soprattutto quella storta che procede per ripensamenti eccessivamente lesti. Occhi sempre rivolti al paradiso ma orecchi ben sintonizzati sulle basse frequenze terrestri.

Rinascere. Un imperativo!

Fonte: http://www.massimilianofrassi.it/blog/rinascere-un-imperativo.html

Ai bimbi di Rignano.

Vi aspetta la vita. Che ha già tardato troppo. Il resto lasciate che se lo sbrighino gli adulti. A voi non deve interessare. A voi deve interessare l’amore dei vostri genitori, di chi vi vuole davvero bene di chi ha il dovere di garantirvi un futuro migliore.