Portorico, criminalità all’attacco

Scrotto da: Alessandro Grandi
Fonte: http://it.peacereporter.net/articolo/29626/Portorico%2C+criminalit%26agrave%3B+all%27attacco

Troppi omicidi stanno trasformando il Paese in uno Stato dove vige la legge del più forte

Il problema della violenza sta attanagliando l’isola di Portorico. Non ci sono più dubbi ormai: qualcosa sta cambiando nei rapporti e nei comportamenti della malavita locale. Troppi omicidi, troppe stragi di ragazzi e uomini, quasi sempre con precedenti penali legati al mondo della droga, stanno trasformando la capitale San Juan, ma in generale tutto il Paese, in un’area dove piano piano andrà in vigore la legge del più forte. E sono in molti quelli che pensano possa avvenire una ‘messicanizzazione‘ del Paese.

Dubbi ce ne sono pochi: oggi Portorico non è l’isola incantata che conoscevamo anni fa. Il grande dispiegamento di forze dell’ordine nelle diverse aree del Paese non ha prodotto risultati apprezzabili nel contenimento delle attività criminali.

E per queste ragioni da inizio anno sono state ben 630 le morti violente sull’isola. Sembra che le forze di polizia non siano in grado di arginare un fenomeno che negli ultimi anni è aumentato in maniera dilagante.

Lo spiega bene anche il report emesso dalle Nazioni Unite, settore Estadisticas de Crimen y Justicia Criminal. Portorico è l‘ottavo Paese al mondo con il più alto rapporto pro capite fra popolazione e polizia. Si parla di numeri importanti: poco meno di 600 agenti ogni 100mila abitanti.

In quest’ottica si deve leggere anche l’abbandono dell’incarico da parte del sopraintendente della polizia José Figueroa, avvenuto ufficialmente per questioni legate al suo stato di salute, ma che tutti considerano come un addio dovuto al fallimento della politica della sicurezza attuata nel Paese.

La situazione intanto sembra andare sempre più a picco e dalle analisi dei dati in possesso delle autorità dell’isola si percepisce come il 2011 potrebbe ben presto trasformarsi nell’anno peggiore sotto il punto di vista della violenza. Nel 2010 furono 955 gli omicidi. Oggi siamo già a 630 vittime. Il timore è che quest’anno possa segnare il record degli omicidi.

Nell’ultimo fine settimana 14 persone sono state uccise in diverse zone dell’isola. Tutte, secondo la polizia, avevano una qualche relazione con il crimine organizzato e il traffico di stupefacenti.

Un brutta faccenda che potrebbe trascinare il Paese, che è Stato Libero ma Associato agli Usa, in una polveriera.

E da più parti si fa sempre più largo il pensiero che la colpa di cotanta violenza debba essere ricercata all’interno delle nuove strategie che le grandi organizzazioni criminali sudamericane e dedite al traffico di droga, stanno studiando.

La grande pressione che gli Usa stanno attuando contro i trafficanti di droga, soprattutto per quanto riguarda la zona di confine con il Messico, costringe i cartelli a trovare nuove vie per il trasporto di droga. E cosa c’è di meglio che un’isola dei caraibi che è già territorio statunitense?

I dubbi e le considerazioni restano. Di fatto, oggi, siamo qui a contare centinaia di vittime di una guerra fra bande che porterà solo all’ulteriore impoverimento di un Paese e, probabilmente, alla perdita di molti suoi altri figli.

 

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