Giornali alla deriva: la crisi d’identità dell’informazione mainstream

Scritto da: Marco Cedolin
Fonte: https://www.dolcevitaonline.it/giornali-alla-deriva-la-crisi-didentita-dellinformazione-mainstream/

E’sufficiente leggere i dati pubblicati da ADS (Accertamenti Diffusione stampa) concernenti le vendite dei principali quotidiani nel mese di settembre 2020, per avere dinanzi agli occhi l’impietosa fotografia dello stato di profonda crisi in cui versano i giornali italiani.
I 59 quotidiani presi in esame hanno infatti venduto 1.879.909 copie, a fronte delle 2.222.294 di settembre 2019, palesando un calo del 15,4%, il dato è inferiore anche a quello delle vendite riscontrate nello scorso mese di agosto 2020, ma quello che più dovrebbe fare riflettere è il fatto che l’incidenza delle copie rese sia ormai giunta al 67,19%, con un incremento di oltre tre punti percentuali rispetto a settembre 2019. Sono molti i giornali che hanno un maggior numero di copie rese rispetto a quelle vendute, con il triste primato di Libero che vanta oltre due copie rese ogni copia venduta e Il Manifesto che supera perfino le tre copie rese per ciascuna venduta.

Senza dubbio nel creare una situazione di questo genere, che mese dopo mese sta diventando sempre più insostenibile, hanno contribuito, al di là delle contingenze legate al Coronavirus, l’inadeguatezza dei piani di diffusione e la situazione di profondo degrado in cui versa l’intera filiera editoriale, unitamente all’assistenzialismo statale che di fatto scarica sulle spalle del contribuente la cattiva gestione del giornalismo mainstream. Così come ha contribuito il sempre più grande interesse per l’informazione online da fonti alternative, a detrimento di quella cartacea tradizionale.

Ma tutti questi elementi da soli non basterebbero a spiegare un tracollo di questo genere, poiché si rischierebbe di trascurare quella che invece risulta essere la causa prima del crollo delle vendite: la sempre più marcata perdita di credibilità dei giornali presso i propri lettori, reali o potenziali che essi siano.

Negli ultimi anni infatti la stampa mainstream si è progressivamente appiattita sempre più su uno standard di bassa qualità, perdendo ogni capacità di spirito critico e limitandosi a un ruolo da cassa di risonanza per gli interessi dei grandi gruppi di potere alle dipendenze dei quali si è di fatto collocata. Il quotidiano, ben lungi dall’essere uno strumento d’informazione al “servizio della verità” nell’esclusivo interesse del lettore, così come vorrebbe il sano spirito giornalistico, si manifesta altresì sotto forma di orientamento del pensiero, portato con estrema ridondanza senza soluzione di continuità, non tenendo nella minima considerazione la ricerca di una posizione  imparziale e critica che per qualsiasi giornalista dovrebbe rappresentare un atteggiamento imprescindibile nel proprio mestiere.
Questa profonda incapacità di riuscire ad andare oltre il ruolo di acritico portavoce del pensiero dominante, di produrre inchieste realmente super partes, di mettere in discussione i dettami imposti dalle élite politiche e finanziarie, di farsi interpreti di un’autonomia di pensiero che non sia suddita del gruppo finanziario che controlla la testata, ha minato in profondità ogni credibilità dei giornali e dei giornalisti che contribuiscono a scriverli, allontanandoli sempre più tanto dal Paese reale quanto dai propri lettori.

Sempre più spesso nell’immaginario collettivo il “giornale” non costituisce più una fotografia della realtà, corredata di analisi e inchieste sugli accadimenti quotidiani, ma semplicemente una sorta di spot pubblicitario,  attraverso il quale si tenta di orientare la sensibilità del lettore nella direzione voluta, enfatizzando o nascondendo le notizie alla bisogna, quando non perfino creando delle vere e proprie fake news che possano servire allo scopo.

Quello fra informazione e orientamento del pensiero è un confine molto sottile, del quale il circo mediatico e più in particolare il mondo della carta stampata non si sono fino ad oggi curati molto, confidando sul fatto che il lettore assorbisse sempre e comunque come una spugna in maniera acritica qualunque messaggio venisse veicolato dallo scranno di chi l’informazione ritiene di essere deputato a crearla. In tutta evidenza però un numero sempre crescente di lettori sta iniziando a smettere di seguire in maniera fideistica tutto ciò che i giornali propinano spacciandolo come verità e come prima reazione abbandona i giornali in edicola, decidendo di informarsi altrove.

TREASURIES… ASTA STELLARE!

Fonte: https://icebergfinanza.finanza.com/2020/12/11/treasuries-asta-stellare/

Tenerezza, non esiste altra parola per descrivere il sentimento che provo nei confronti di coloro che nonostante tutto ancora oggi scommettono sulla reflazione, sull’inflazione, tenerezza…

Immagine

Basterebbe questo per far riflettere un bambino su cosa sia una deflazione da debiti, ma probabilmente non ci arrivano, per questo provo tenerezza.

Una simile dinamica in CINA, ripeto in CINA, ribadisco in CINA, dovrebbe far riflettere, ma inutile non ci arrivano!

Sette anni dopo la nostra previsione, gli amici di Machiavelli, ricordano il manoscritto su Forrest Gump, per la prima volta nella sua storia l’Australia ha emesso un bond a rendimento negativo… https://platform.twitter.com/embed/index.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-0&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1337309905875820544&lang=it&origin=https%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2F2020%2F12%2F11%2Ftreasuries-asta-stellare%2F&theme=light&widgetsVersion=ed20a2b%3A1601588405575&width=550px

L’Australia ha venduto buoni del tesoro a breve termine con un rendimento negativo per la prima volta nella sua storia, unendosi al Giappone e a una serie di nazioni europee che vengono pagate per prendere in prestito denaro dagli investitori. Giovedì, gli investitori hanno guadagnato 1,5 miliardi di dollari australiani (1,1 miliardi di dollari) di note di tre mesi con un rendimento medio dello 0,01%, con alcuni acquirenti all’asta che hanno ricevuto un rendimento di meno 0,1%.

E si qualche illusionista oggi scommette sull’inflazione, scommette su un vaccino, come se i vaccini potessero risolvere una pandemia nel giro di qualche mese.

I titoli globali di debito a rendimento negativo hanno raggiunto un nuovo record, segno che la domanda di sicurezza è tanto intensa quanto quella di attività più rischiose.

Giovedì il valore di mercato dell’indice Bloomberg Barclays Global Negative Yielding Debt è salito a $ 18,04 trilioni, il livello più alto mai registrato.

Circa 1.000 miliardi di dollari di obbligazioni hanno visto i loro rendimenti diventare negativi questa settimana, il che significa che il 27% del debito mondiale di qualità per gli investimenti è ora sotto zero. Grazie alla gran quantità di emissioni globali nel 2020, mentre governi e aziende lottano con l’impatto del coronavirus, che rimane al di sotto del picco del 30% raggiunto lo scorso anno.

Nonostante l’ottimismo su una ripresa economica globale il prossimo anno che scatena una corsa verso attività più rischiose come azioni e debito societario, il continuo supporto monetario da parte delle banche centrali e la preoccupazione per l’inesorabile diffusione del coronavirus ha mantenuto l’interesse degli investitori per le obbligazioni sovrane.

Probabilmente serve ripartire da zero, un ripasso sarebbe necessario per tanti di coloro che lavorano nel mondo finanziario, acquistare l’abecedario della finanza non farebbe loro male!

L'offerta globale di obbligazioni con rendimenti negativi raggiunge il record di $ 18 trilioni

In mezzo ad un oceano di debito con famiglie e imprese indebitate all’inverosimile, c’è qualche giullare che scommette su un’esplosione dei fatturati e degli utili nel 2021, tenerezza, non c’è parola migliore, tenerezza. https://platform.twitter.com/embed/index.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-1&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1337079086062178305&lang=it&origin=https%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2F2020%2F12%2F11%2Ftreasuries-asta-stellare%2F&theme=light&widgetsVersion=ed20a2b%3A1601588405575&width=550px

La speculazione più becera, quella suoi cereali e sul cibo, sofferenza per milioni e miliardi di esseri umani, grazie alle criminali politiche monetarie che offrono denaro gratuito alla speculazione più becera.

L’unica inflazione che le banche centrali sono in grado di scatenare è quella da asset, la più becera, la più sporca, la più pericolosa, una bolla che quando scoppierà amplierà ancora di più questa immensa deflazione da debiti…

Ieri la Lagarde faceva tenerezza, 500 miliardi di euro in più, liquidità all’infinito, sostegno incondizionato alle banche, solo alle banche, niente altro che alle banche, inflazione molto debole ha detto Cristina, terremo d’occhio il cambio perché ha implicazioni negative sull’inflazione. https://platform.twitter.com/embed/index.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-2&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1337040759665479682&lang=it&origin=https%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2F2020%2F12%2F11%2Ftreasuries-asta-stellare%2F&theme=light&widgetsVersion=ed20a2b%3A1601588405575&width=550px

Perché continuare a coprirsi di ridicolo, 1 % non lo raggiungeranno nemmeno nei prossimi 3 anni, ecco perché fanno tenerezza!

Guardate qui sotto quanti fallimenti gli economisti della Banca centrale europea, uffici studi pagati milioni e milioni di euro per indovinare il nulla, infinita tenerezza!

Immagine

Perchè vi ostinate a non ascoltare la storia, a non studiare la storia, un semplice blogger di provincia nel 2009 ha semplicemente studiato la storia, ha letto quanto accadde nel 1929, raccontato da un certo Fisher, che perse tutto il patrimonio nel crollo di Wall Street, ha studiato quanto accade in Giappone, ha vivisezionato 800 anni di storia e ha semplicemente concluso che non c’è alcuna possibilità a medio termine di una ripresa dell’inflazione ZERO, la storia suggerisce che ci voglio da un massimo di 43 anni ad un minimo di 30, quelli attuali del Giappone.

Occupiamoci di cose serie, mentre il circo finanziario aspetta l’inflazione!

Ieri asta stellare dei nostri tesorucci, si quelli che nessuno vuole, addirittura, le banche americane si sono riempite i portafogli, dopo che Dimon di JPMorgan girava per i talkshow finanziari a suggerire a tutti che è una follia comprarli.

Immagine

Non un’asta qualunque ma quella a 30 anni, TRENTA non uno o due anni, un’asta spettacolare che ieri ha preso di sorpresa il mercato facendo cadere i rendimenti.

Domanda in forte aumento, nonostante tassi vicini ai massimi da agosto, la più alta copertura da luglio, con vendite stellari ai residenti USA, ma anche enormi richieste dall’estero, con i dealer che alla fine dell’esta detenevano solo il 17 % circa, la seconda percentuale minima mai registrata nella storia.

E meno male che nessuno li vuole. L’ultima occasione è ormai partita, non lo dico io, ma lo dice il mercato che si prende beffe delle parole di Dimon, un troll come mai nella storia.

Della Brexit parleremo in OUTLOOK 2021 ” LO STALLO ”

Ricordo a tutti coloro che avessero bisogno, che ICEBERGFINANZA è anche consulenza a 360 gradi, in mezzo a questa tempesta perfetta.

Cliccando sul link qui sotto e mandando una mail a icebergfinanza@gmail.com è possibile avere una consulenza strategica sui possibili sviluppi macroeconomici e finanziari dei prossimi mesi, oltre a ricevere i nostri manoscritti. Buona giornata Andrea