Come restabilire l’equilibrio armonico nel pianeta uomo

Scritto da: Gianfranco Dr. Giuseppe Ph.d
Fonte:http://www.naturopataonline.org/medicina-alternativa/altre-medicine-dolci/10390-come-restabilire-lequilibrio-armonico-nel-pianeta-uomo.html

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Come restabilire e mantenere  l’equilibrio armonico nel pianeta uomo attraverso l’acqua alcalina ionizzata

Anche pubblicato sulla rivista scientifica “Salute E Benessere”
Parlare di equilibrio dell’uomo inteso come meravigliosa macchina fisiologica e metabolica è senza dubbio estremamente complicato dal momento che l’armonia dei sistemi organici dipende da una innumerevole quantità di reazione biochimiche, ormonali, costituzionali, ereditarie ed altro ancora, ma tralasciando una analisi prettamente clinica riguardante la complessità di questi processi si può cercare di ritrovare un equilibrio anche grazie all’assunzione costante di acqua alcalina ionizzata.

  • l nostro organismo è formato per oltre il 60% di acqua e la maggior parte di questo liquido è interno alle cellule e prende il nome di LIQUIDO INTRACELLULARE,il liquido degli spazi esterni alle cellule viene invece chiamato LIQUIDO EXTRACELLULARE.
  • Nel liquido extracellulare si trovano le sostanze nutritive necessarie alle cellule per il mantenimento della loro attività funzionale e la definizione corretta è quella di AMBIENTE INTERNO.
  • Questo ambiente dipende totalmente dall’attività cellulare ed è il pilastro sul quale viene costruita tutta la attività organica. Lo stato dell’ambiente interno rappresenta fisiologicamente il “TERRENO” nel quale si riflette l’intero stato di salute. Il mantenimento stabile di detto ambiente viene definito OMEOSTASI.
  •  È per OMEOSTASI che i polmoni forniscono nuovo ossigeno, che i reni mantengono costanti le concentrazioni di elettroliti e che il sistema digerente fornisce gli elementi nutritivi, in più ,la condizione indispensabile al mantenimento corretto dell’ omeostasi è che ci sia un equilibrio ACIDO-BASICO dei fluidi corporei. Quando nel nostro SISTEMA UOMO viene meno questo equilibrio a favore di una aumentata ACIDITA’,le funzioni di ogni organo e di ogni metabolismo vengono alterate.
  • L’unità di misura del grado di acidità o di alcalinità è il PH che è il simbolo della concentrazione di IDROGENIONI (H+), gli acidi sono tutte le sostanze in grado di liberare idrogenioni e le basi(alcali) quelle che legano gli idrogenioni, un esempio può essere quello dello ione di bicarbonato (HCO3) che è una base e che è in grado di combinarsi con ioni idrogeno formando ACIDO carbonico H2CO3.

Il ph per il nostro organismo deve significare potenziale di salute e siccome noi tutti siamo nati alcalini, mantenere il nostro mezzo interno in salute significa mantenerlo alcalino e, per farlo abbiamo a disposizione molte armi atte a contrastare l’eccesso acido : una sana alimentazione contenente una minima parte di proteine animali che sono fortemente acidificanti, uno stile di vita salubre votato ad un esercizio fisico moderato ma costante che consenta al corpo di eliminare gli acidi cosiddetti deboli attraverso la respirazione,avere degli atteggiamenti mentali non ACIDI perché “ un pensiero acido fa più danni di una bistecca “e soprattutto imparare a bere una giusta quantità di acqua qualitativamente viva!
Evitare di consumare acqua imbottigliata soprattutto in contenitori di plastica che rilasciano quantità esasperate di micotossine,acqua gasate(acida),bibite gasate(estremamente acidificanti), prediligendo
invece acqua di rubinetto possibilmente ripulita dai residui chimici dannosi attraverso un idoneo dispositivo ionizzante.
Il ph del sangue arterioso ad esempio, è compreso tra 7,35 e 7,43 e il ph che consente un funzionamento ottimale, dunque normale del nostro corpo, è di 7,4, quindi il terreno organico ideale dovrà risultare leggermente alcalino.
La scala di misurazione del ph va da 0 a 14 con 7 che rappresenta la neutralità ed è oltre la neutralità che il nostro ecosistema deve volgere.
Un citatissimo aforisma recita : “noi siamo quello che mangiamo, ma soprattutto quello che beviamo”,perciò ogni alimento che l’uomo mangia e beve diventa parte integrante delle sue disarmonie o malattie e l’acqua in tutto questo riveste un ruolo fondamentale. Per proseguire con le frasi celebri di rinomati studiosi, Pasteur disse : “noi beviamo il 90% delle nostre malattie”, quindi una qualità ottimale dell’acqua che beviamo è indispensabile, anche perché durante la vita di ognuno di noi vengono bevute quantità di questo prezioso liquido 600 volte superiore al peso corporeo; perciò più povera di acidi è meglio è .
Secoli addietro l’acqua potabile di tutto il pianeta era ALCALINA, ma a causa dell’industrializzazione e dell’inquinamento ambientale ora non è più così, alla stregua del pianeta sul quale viviamo anche noi come organismi viventi siamo composti da acqua non certo acida! : i muscoli ed il cuore hanno una percentuale di acqua del 75%, il cervello ed i reni del 83%, gli occhi del 95% ecc. quindi noi siamo effettivamente ciò che beviamo e se beviamo acqua alcalina saremo in linea con i fluidi del nostro corpo, ma se ingeriamo acqua acida saremo acidi in tutti i sensi.
Le cellule possono considerarsi sane solo se sono sani i fluidi in cui sono immerse(la vita di un feto,ad esempio cresce all’interno del sacco amniotico pieno del suo liquido alcalino), se beviamo acqua acida questa non potrà aiutarci ad espellere gli acidi accumulati nell’organismo per opera degli agenti inquinanti siano essi alimentari, farmacologici, psichici derivanti da uno stile di vita disarmonico e altamente stressante.
Tutti questi acidi accumulati e non espulsi danno vita alla predisposizione di instaurare uno stato di degenerazione di svariati processi metabolici, tissutali e organico-funzionali a causa dello spostamento verso l’acidità dell’equilibrio acido basico tissutale.
Si creeranno sindromi quali: affaticabilità, traspirazione eccessiva di mani e piedi, salute fragile, pallore, invecchiamento precoce, ipertensione o ipotensione, tendenza alle anemie, palpitazioni,emicranie, pelle grassa e irritata, micosi, eczemi vari unghie fragili, diabete,emorroidi, stipsi,alitosi, ulcere,coliti, insonnia post prandiale, ansia, irritabilità, agitazione e iperattività anche nei bambini, carie, gengiviti, nevralgie migranti, artriti, artrosi, osteoporosi, demineralizzazioni, dolori articolari migranti, reumatismi,bronchiti, tendenza alle allergie, infezioni urinarie e vaginali, impotenze e difficoltà erettive.
A prima vista può risultare difficile trovare in tutte queste sindromi una origine comune, tuttavia quasi tutte presentano un identico TERRENO : l’eccesso di acidità tissutale, conseguenza della perdita dell’equilibrio ACIDO-BASICO.
Per contrastare e prevenire queste sindromi oltre a modificare lo stile di vita, possiamo BERE, semplicemente BERE acqua alcalinizzata ottenibile da una ionizzazione elettrolitica mediante ionizzatori che consentono la trasformazione della comune acqua in acqua alcalina potabile senza processi chimici
per ottenerne la potabilità, completamente depurata da cloro, metalli pesanti, pesticidi,nitriti, nitrati e altri killer silenziosi.
L’acqua alcalina contiene minerali alcalini quali calcio, magnesio, potassio e sodio tutti in forma ionizzata e quindi facilmente assimilabili che sono i nostri protettori, i nostri progenitori difensivi.
Buona acqua a tutti!

 

Occupazione giovanile, cifre da incubo nell’area Ocse

Fonte: http://www.diregiovani.it/news/41351-ocse-neet-disoccupazione-giovani-precari.dg

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ROMA – Che si guardi alla sola Italia o all’intera area Ocse – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nata nel 1961 e comprendente ben 34 Paesi – il mondo dell’occupazione giovanile segna gravissimi ritardi. Nello specifico, il Belpaese si conferma uno dei peggiori paesi per opportunità lavorative rivolte agli under 30.La nuova fotografia, ‘Oecd skills outlook 2015’, sul mondo del lavoro è stata presentata, dall’Organizzazione, nella giornata di oggi a Parigi. I dati sono sconfortanti e confermano l’Italia fanalino di coda sia nella classifica degli occupati, sia in quella dei Neet, dedicata ai giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in percorsi formativi.

Questi i numeri della classifica. In Italia lavora il 52,8% dei giovani, in età compresa tra i 25 e i 29 anni, a fronte di una percentuale area Ocse che tocca il 73,7%. L’Italia precede la Spagna (58,1%) e Slovacchia (66,9%) che chiude la classifica. Al top, invece, l’Olanda dove oltre 8 ragazzi su dieci ha trova occupazione. Più di 35 milioni di giovani, di età compresa tra i 16 ed i 29 anni, nell’area Ocse rientra nella categoria dei Neet. Il rapporto completo è sul sito ufficiale dell’Organizzazione a questo link – See more at: http://www.diregiovani.it/news/41351-ocse-neet-disoccupazione-giovani-precari.dg#sthash.lK9iN7Q5.dpuf

America Latina: calano gli investimenti dall’estero

Scritto da: Matteo Cavallito
Fonte:http://www.valori.it/economia/america-latina-calano-investimenti-dall-estero-8684.html

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Lo segnala l’ultima analisi della Comisión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL) delle Nazioni Unite. Nel corso del 2014, i FDI nel Subcontinente sono scesi a 158,8 miliardi di dollari, circa il 16% in meno rispetto all’anno precedente.

Calano gli investimenti stranieri diretti (foreign direct investments – FDI) nel Subcontinente. Lo segnala l’ultima analisi della Comisión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL) delle Nazioni Unite. Nel corso del 2014, i FDI nel Subcontinente sono scesi a 158,8 miliardi di dollari, circa il 16% in meno rispetto all’anno precedente. Il dato, parzialmente annunciato dalle cifre semestrali diffuse a ottobre, evidenzia un’inversione di tendenza rispetto alla crescita registrata in modo pressoché costante – due sole eccezioni, nel 2006 e nel 2009 – durante l’ultimo decennio. Gli investimenti esteri nella regione, ricorda il CEPAL, avevano sfiorato quota 190 miliardi nel 2013, l’anno del picco. L’ammontare 2014, per quanto inferiore, supera comunque di più di tre volte il controvalore dei FDI registrati nel 2003 (circa 47 miliardi).

L’indagine “La Inversión Extranjera Directa en América Latina y el Caribe 2015”, presentata mercoledì a Santiago del Cile, punta il dito sul rallentamento economico della regione e sul calo di prezzo dei principali prodotti destinati all’export. La performance latinoamericana è peggiore rispetto a quella globale (-7% annuale dei FDI) cui fa da contraltare l’aumento delle entrate nei Paesi in via di sviluppo (+5%). Nella classifica per nazioni dell’area, il Brasile resta il primo recettore di investimenti esteri diretti (62,5 miliardi di dollari) davanti al Messico (22,8), al Cile (22), alla Colombia (16) e al Perù (7,6).

Tra i Paesi in controtendenza rispetto al dato generale, a registrare la miglior performance nel confronto annuale sono le Barbados che, nel 2014, hanno ricevuto investimenti dall’estero per 275 milioni di dollari contro i 5 del 2013 (+5119%). In fondo alla classifica il Suriname dove nell’ultimo anno si sono registrati appena 4 milioni di dollari di investimenti diretti contro i 138 dell’anno precedente (meno 97%). La migliore prestazione dell’area continentale, invece, spetta al Paraguay (+165 miliardi dal 2013 al 2014, +230%). La peggiore al Venezuela (360 milioni nel 2014 contro i quasi 2,7 miliardi del 2013) che ha registrato un calo dell’88%.

Foto: Segab, dominio pubblico (Wikimedia Commons)

Ian Fleming Intelligence planetaria

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=902&biografia=Ian+Fleming

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Ian Fleming è lo scrittore che ha partorito uno dei personaggi più famosi della letteratura moderna e della cinematografia mondiale: James Bond, l’agente dei servizi segreti inglesi il cui nome in codice “007” è oggi comune sinonimo di “agente segreto”. Ian Lancaster Fleming nasce a Mayfair, Londra, il 28 maggio 1908. La sua famiglia fa parte dell’aristocrazia inglese: figlio di Valentine Fleming, deputato conservatore e ufficiale della Riserva, Ian è il secondo di quattro fratelli.

Ha solo nove anni quando il padre viene ucciso durante la Prima guerra mondiale.

Nel 1921 inizia a frequentare il college a Eton, dove termina gli studi con qualche difficoltà; si distingue invece in campo sportivo, tanto da essere citato come uno dei migliori atleti del prestigioso istituto. Il giovane Ian è esuberante, ama le belle donne e le auto sportive, e non disdegna essere considerato un gran bevitore: per correggere la strada del ragazzo e impartire lui una disciplina più rigorosa, la madre lo iscrive all’Accademia Militare di Sandhurst.

Dopo solo un anno di Accademia Ian viene espulso a causa di una sua fuga notturna il cui obiettivo era quello di raggiungere una donna.

Nel 1928 la madre, delusa, gli toglie il sussidio mensile e lo invia in Austria, a Kitzbuhel, presso una coppia inglese che dirige una pensione per studenti. Immerso in un ambiente libero e stimolante, ben diverso dalla rigidità inglese, per buona pace della madre il suo profitto migliora.

Grazie all’amore per l’ambiente montano si appassiona all’alpinismo e allo sci, sport e ambientazioni che sovente ricorreranno nei futuri racconti di 007.

Prosegue gli studi frequentando i corsi di Politica Estera alle Università di Monaco e Ginevra. Intraprende la professione di giornalista per l’agenzia Reuter; seguono poi diverse attività tra cui inviato a Mosca del Times e consulente finanziario. Le sue passioni eccentriche si concretizzano nella fondazione del club “Le Cercle”, dedicato al culto della gastronomia e del gioco d’azzardo (nel film “Licenza di uccidere”, la prima apparizione di James Bond avviene proprio all’interno del club “Le Cercle”).

Nel 1939 entra nel servizio segreto della Marina britannica: trascorre quegli anni dirigendo attivamente una serie di operazioni che saranno la base delle esperienze che daranno credibilità, vita e sostanza al personaggio di James Bond.

Nel 1952 sposa Anne Geraldine Rothermere, Contessa di Charteris. Durante il viaggio di nozze scrive “Casinò Royal”, il suo primo libro con James Bond. Arriverà a scrivere in tutto dodici romanzi oltre a due raccolte di racconti su 007, un libro inchiesta sul traffico internazionale di diamanti e un romanzo surreale intitolato “Chitty Chitty Bang Bang”.

Nella saga dell’agente segreto più famoso del mondo, Ian Fleming utilizzò molti episodi della sua vita personale oltre che professionale.

Morì all’età di 56 anni il 12 agosto 1964, per attacco cardiaco.

Il grande pubblico identifica il suo immortale personaggio, spavaldo, coraggioso, elegante, affascinante, con i volti degli attori che nei decenni hanno saputo meglio interpretare sul grande schermo le sue caratteristiche: da Sean Connery a Roger Moore, fino all’attuale Pierce Brosnan.Ian_FlemingIan_Fleming

LIBANO: LA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA E’ VACANTE DA UN ANNO. IL RECORD E’ DI 408 GIORNI.

Scritto da:Antonio de Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com

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La precarietà politica  della situazione libanese è dimostrata dalla difficoltà di eleggere quasi ad ogni scadenza il presidente della Repubblica.

Il mandato di Michel Soleiman è scaduto ormai da un anno e non si accenna a convocare il Parlamento – peraltro autoprorogatosi di due anni – perché si sa già che ci sarà un nulla di fatto per la contrapposizione tra i due schieramenti : quello del 14 marzo ( appoggiato da USA, Sauditi e UE) e quello dell’8 Marzo ( appoggiato dall’Iran) che si equivalgono numericamente.

Il Presidente deve essere un cristiano – non necessariamente maronita – in base ad una tradizione costituzionale, mentre il presidente del Consiglio deve essere scelto tra le personalità sunnite e il presidente del Parlamento è sciita ( ed è lo stesso da oltre venti anni: Nabih Berri).

Questa ” sede vacante” dura da un anno esatto, ma non è una novità e viene vissuta con rassegnato cinismo dalla popolazione. Gia nel 2007 ci fu una sede vacante allo scadere del mandato di Emile Lahoud, ma il record è di 408 giorni e spetta alla scadenza dal mandato di Amine Gemayel. quando per eleggere il successore ci volle un supplemento di guerra ed una elezione finale.

Lo scontro tra Iran e Arabia Saudita avviene per interposte entità e trova negli equilibri libanesi il suo più precario esempio.

Lo scongelamento della situazione potrebbe essere il primo segnale di distensione ( e primo frutto di una eventuale intesa USA-Iran) tra i poteri regionali, cui si aggiungono disturbi minori provocati dalle velleità francesi di intervento.

Il Patriarca maronita, cardinale Butros Rai, tradizionale mediatore del campo cristiano finora non è riuscito a conciliare i pretendenti principali ( Samir Geagea e il generale Michel Aoun) ad onta di ripetuti tentativi.

La santa sede attribuisce importanza particolare alla presidenza della Repubblica libanese, trattandosi dell’unica posizione di rilievo attribuita nel Levante ad un cristiano.

Canada e Russia campioni di deforestazione

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/blog/65-news-ita/incendi/4034-canada-e-russia-campioni-di-deforestazione.html

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Fino a pochi anni fa, paesi tropicali come l’Indonesia e il Brasile erano identificati come i principali responsabili della deforestazione. Ma secondo l’analisi di nuovi dati elaborati dal Global Forest Watch, la deforestazione sta progressivamente diminuendo ai tropici, mentre è in rapido aumento nell’emisfero boreale, in particolare in Russia, Canada e Stati Uniti.

Il  è una piattaforma che unisce circa 60 associazioni e istituzioni, coordinati dal World Resources Institute (WRI) e che lavora a stretto contatto con l’Università del Maryland e con Google. Il programma utilizza algoritmi che vengono applicati a immagini satellitari della NASA e della US Geological Survey per valutare le modificazioni della copertura forestale. I ricercatori del progetto hanno analizzato circa 400.000 immagini satellitari.

I risultati sono sbalorditivi: Russia e Canada insieme hanno rappresentato il 34% della perdita arborea globale tra il 2011 e il 2013, perdendo assieme una media di 6,8 milioni di ettari di superfici boscate ogni anno. Questo fenomeno è particolarmente grave in Russia, che perde un’area di bosco doppia rispetto al Canada. La perdita di foreste in questi due paesi è legata ai massicci incendi nelle foreste boreali, che attraversano la regione sub-artiche e sono composti di stand ad alto fusto di abete rosso, abete e larice alberi.Secondo una recente ricerca scientifica pubblicata negli atti del giornale della National Academy of Sciences, foreste boreali bruciano a un tasso che non si vedeva dagli ultimi 10 mila anni, e le previsioni del cambiamento climatico indicano l’allungamento della stagione secca potrebbe rendere questi incendi un fenomeno endemico.Le foreste della fascia boreale, note come taiga, preservano più del 30% del carbonio immagazzinato al suolo. Un aumento degli incendi forestali in queste regioni è destinato a rilasciare in ‘atmosfera immense quantità di carbonio, contribuendo a sua volta a riscaldare il pianeta, e quindi a incrementar gli incendi. Un picco di attività degli incendi boschivi, in gran parte di origine antropica, è stato notato negli ultimi anni in alcune regioni del Canada e ancor più massicciamente in Siberia. Sono proprio questi incendi la maggiore causa della perdita arborea, assieme all’abbattimento di alberi per la produzione di legname.

“C’è un grande dibattito su quale sia la percentuale di questi incendi causata dall’uomo o da fenomeni naturali” spiega James Anderson, di WRI. “Molti sostengono che si tratta  per lo più incendi causati dall’uomo e in particolare dallo sviluppo delle infrastrutture”. Sebbene le foreste possono ricrescere dopo gli incendi, nel caso delle aree boreali questo avviene in tempi lunghissimi.
In tutto il mondo, oltre 18 milioni di ettari, di copertura arborea sono andati perduti nel 2013. Si tratta di un’area vasta circa il doppio la superficie del Portogallo. Le foreste sono una delle principali riserve di carbonio del pianeta, poiché sequestrano l’anidride carbonica dall’aria e la fissano al suolo. Quando gli alberi vengono abbattuti o bruciati, il carbonio che hanno assorbito viene rilasciato nell’atmosfera, contribuendo al riscaldamento globale causato dall’uomo.
Russia e Canada in cima alla lista dei paesi con il più perdita copertura arborea, soprattutto a causa degli incendi boschivi, che rappresentano insieme il 34% di perdita totale. I dati raccolti dal Global Forest Watch, indicano come la Russia, il Canada, il Brasile, gli Stati Uniti e l’Indonesia siano i primi cinque paesi per la perdita di copertura media tra il 2011 e il 2013.

Piovono ragni e la citta’ australiana si ricopre di ragnatele (Foto e Video)

Scritto da: Marta Albè
Fonte: http://www.greenme.it/informarsi/natura-a-biodiversita/16584-piovono-ragni-australia

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Avete paura dei ragni? Allora non dovete assolutamente trasferirvi in questa città dell’Australia dove negli ultimi giorni è avvenuto un fenomeno davvero particolare.

Una piccola località australiana è stata letteralmente invasa da migliaia di piccoli ragni, come se questi insetti fossero piovuti dal cielo. Nel loro lavorio i ragni hanno ricoperti di ragnatele ogni superficie a loro disposizione.

Il fenomeno è noto come Angel Rain. Ian Watsan, un abitante della zona, ha spiegato su Facebook di essere rincasato e di aver trovato la sua abitazione completamente circondata da centinaia di piccoli ragni e dalle loro ragnatele.

L’accaduto sembra davvero grottesco, al limite del film horror, ma secondo gli scienziati le piogge di ragni sono in realtà un fenomeno naturale e non così tanto raro come si potrebbe pensare.

L’aracnologo Rick Vetter ha infatti spiegato che fenomeni di questo tipo accadono attorno a noi in ogni momento, soltanto che non ce ne accorgiamo. E’ comunque possibile che nessuno di noi abbia mai assistito ad una pioggia di ragni, perché questi fenomeni non avvengono sempre negli stessi luoghi e non sono prevedibili. Tra l’altro questo comportamento specifico messo in atto dai ragni può dipendere dalle condizioni meteo, con correnti che trasportano i ragni come se si trovassero su una mongolfiera.

Le piogge di ragni sono state avvistate tra maggio ed agosto nel New South Wales. I ragni durante le migrazioni volano nel cielo e ad un certo punto i venti possono spingerli verso terra. Così li vediamo cadere con le loro ragnatele, che rendono il fenomeno simile alla pioggia o a una nevicata.

Questi ragni, che vengono chiamati ballooning spiders, non sono velenosi e non sono pericolosi per l’uomo. Non c’è nulla di cui preoccuparsi, dunque, quando si verificano delle piogge di ragni. Basterà un cambiamento delle condizioni meteo per riportare tutto alla normalità.

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Guardate il video che spiega questo curioso fenomeno.

https://www.youtube.com/watch?v=kYPABcMzbEg

AL FRONTE Ore 4 del 24 maggio 1915 A Forte Verena il primo colpo di cannone

Fonte: http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/05/09/news/al-fronte-ore-4-del-24-maggio-1915-a-forte-verena-il-primo-colpo-di-cannone-1.11389215

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23 MAGGIO Con l’annuncio dell’ingresso in guerra dell’Italia, i fronti aperti per gli imperi centrali diventano sette: orientale, occidentale, meridionale (austro-serbo), Caucaso, Gallipoli, mesopotamico e appunto austro-italiano. Si combatte anche in Africa orientale, Africa centrale (Camerun), Africa sud-occidentale e Persia.

24 MAGGIO Alle 4 del mattino dal forte Verena, sulla linea del confine italiano con il Trentino austriaco, parte il primo colpo di cannone. All’alba il nostro esercito attraversa l’Isonzo. Aerei austriaci sorvolano le coste adriatiche, sganciando bombe su Venezia e Brindisi, ma senza causare gravi danni.

26 MAGGIO Un nutrito contingente dell’Alpenkorps tedesco viene dirottato sul fronte italiano, in appoggio alla I Armata austriaca.

27 MAGGIO Il comando austro-ungarico, di fronte alla prima offensiva italiana, dà ordine alle proprie truppe di “trincerarsi, frapporre ostacoli fra sé e il nemico, e mantenere le posizioni”. Le truppe italiane occupano Cortina, Grado e Aquileia.

31 MAGGIO Uno Zeppelin tedesco sorvola Londra, sganciando un centinaio di piccole bombe incendiarie e 30 granate: l’incursione provoca 7 morti e 39 feriti.

1 GIUGNO In Francia cominciano a scarseggiare le forniture belliche. Un milione di reclute in attesa di partire per il fronte vengono dirottate nelle fabbriche di munizioni. Problemi analoghi si registrano in Gran Bretagna. Winston Churchill lancia un appello alla nazione, e nelle fabbriche di munizioni vengono ingaggiate le donne.

4 GIUGNO A Gallipoli le truppe anglo-francesi muovono un nuovo assalto impiegando 30 mila uomini, ma riescono a conquistare poche centinaia di metri, lasciando sul terreno 6.500 morti.

6 GIUGNO I tedeschi lanciano un attacco dal cielo contro l’Inghilterra. Tre Zeppelin devono rientrare causa la nebbia; uno di essi è abbattuto da un aereo britannico, e cade su un convento provocando quattro vittime, oltre alle nove dell’equipaggio.

16 GIUGNO Dopo una giornata di violenti combattimenti, le truppe alpine italiane riescono a conquistare il Monte Nero e le alture sulla riva sinistra dell’Isonzo.

17 GIUGNO In Turchia, a Bitlis, inizia l’ennesima strage di armeni, che si protrae per una settimana, causando 15 mila vittime. Nel giro di sette mesi, gli armeni sterminati saranno 600 mila; altri 500 mila vengono deportati, e la maggior parte di loro (400 mila) muoiono durante la lunga marcia verso sud.

22 GIUGNO Le truppe austro-ungariche riescono a riconquistare Leopoli, la più importante città della Galizia orientale. Tra di esse c’è anche il pittore Oskar Kokoschka, che scrive a un amico: «Per tutto il percorso, villaggi distrutti dai cannoni, cimiteri, celebri campi di battaglia, colera…».

23 GIUGNO Prima battaglia dell’Isonzo, che vede impegnati 250 mila soldati italiani, L’offensiva viene respinta il 7 luglio: le nostre truppe registrano perdite di 15 mila uomini tra morti e feriti.

Centenario Grande guerra: il via con un colpo di cannone dal Verena

Scritto da: Stefania Longhini
Fonte: http://www.ilgazzettino.it/VICENZA-BASSANO/AGENDA/asiago_centenario_monte_varena_altopiano/notizie/1138448.shtml

ASIAGO (VI) – Il 24 maggio, data in cui ricorrono i cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia con il primo colpo di cannone sparato dal forte di Monte Verena, segna anche l’inizio ufficiale delle celebrazioni per il Centenario.
Il Comitato per il Centenario dell’Altopiano sta organizzando un grande evento della durata di due giorni (23 e 24 maggio) che avrà il suo clou nella notte del 24 con una fiaccolata con vari punti di partenza in tutto l’Altopiano e arrivo sul Verena da dove verrà poi sparato un colpo di cannone a salve.
Si sta lavorando a stretto contatto con la Regione Veneto per ottenere i finanziamenti necessari e per pianificare al meglio l’appuntamento, organizzandone ogni singolo particolare.
“L’idea – spiega il coordinatore del Comitato Aldo Pellizzari – è quella di cominciare con le commemorazioni già al mattino del 23 maggio con il coinvolgimento delle scuole; nel pomeriggio, in tutti i Comuni dell’Altopiano, nello stesso momento, davanti ai monumenti più importanti dedicati ai caduti della Grande Guerra, si terranno cerimonie con canti, letture, ricordi e l’accensione di una lampada che dovrebbe rimanere accesa per tutta la durata del Centenario.
Dal maggio 2015 fino al 2018, si susseguiranno poi programmi intensi di appuntamenti con visite guidate, manifestazioni teatrali, rassegne cinematografiche e qualche proposta rievocativa. Il 2015 sarà dedicato all’argomento “La guerra dei forti” e i tanti forti di guerra presenti sull’Altopiano, risistemati con il progetto “Ecomuseo della Grande Guerra”, saranno teatro di vari eventi. Il tema che si svilupperà nel 2016 sarà quello della Strafexpedition e del Profugato; nel 2017 ci si concentrerà sulle battaglie più sanguinose, come quella dell’Ortigara, e nel 2018 ancora con le ultime battaglie e gli alleati. Il tutto per non dimenticare, ma soprattutto per dare segnali di speranza e motivi di pace

 

Santa Rita da Cascia Con l’eroica forza dello spirito

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1051&biografia=Santa+Rita+da+Cascia

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Santa Rita nacque intorno l’anno 1381, probabilmente nel mese di ottobre, e morì il 22 maggio 1457. L’anno di nascita e la data di morte vennero accettate ufficialmente da papa Leone XIII quando la proclamò Santa il 24 maggio 1900.

Margherita nasce a Roccaporena, a pochi chilometri da Cascia (PG), figlia unica di Antonio Lotti e Amata Ferri.

I genitori, pacieri di Cristo nelle lotte politiche e familiari fra guelfi e ghibellini, diedero a Rita una buona educazione, insegnandole a scrivere e leggere.

Già dalla tenera età Margherita era desiderosa di intraprendere il cammino che l’avrebbe portata verso la consacrazione a Dio, ma gli anziani genitori prima di morire, insistettero per vedere accasata la loro unica figlia. Mite e obbediente, Rita non volle contrariare i genitori e a soli sedici anni andò in sposa a Paolo di Ferdinando Mancini, giovane ben disposto, ma di carattere irruento. L’indole rissosa di Paolo non impedì a Rita, con ardente e tenero amore di sposa, di aiutarlo a cambiare.

Ben presto nacquero i gemelli Giacomo Antonio e Paola Maria. Con una vita semplice, ricca di preghiera e di virtù, tutta dedita alla famiglia, Rita aiutò il marito a convertirsi e a condurre una vita onesta e laboriosa. Questo fu forse il periodo più bello della vita di Rita, ma fu attraversato e spezzato da un tragico evento: l’assassinio del marito, avvenuto in piena notte, presso il mulino di Remolida da Poggiodomo nella valle, sotto le balze di Collegiacone. Le ultime parole di Paolo, vittima dell’odio tra le fazioni, furono parole d’amore verso Rita e i suoi figli.

Rita fu capace di una sconfinata pietà, coerente con il Vangelo di Dio cui era devota, perdonando pienamente chi le stava procurando tanto dolore. Al contrario i figli, influenzati dall’ambiente circostante, erano propensi e tentati dal desiderio di vendetta. I sentimenti di perdono e di mitezza di Rita non riuscivano a persuadere i ragazzi. Allora Rita arrivò a pregare Dio per la morte dei figli, piuttosto che saperli macchiati del sangue fraterno: entrambi morirono di malattia in giovane età, a meno di un anno di distanza dalla morte del padre.

Rita ormai sola, e con il cuore straziato da tanto dolore, si adoperò a opere di misericordia e, soprattutto, a gesti di pacificazione della parentela verso gli uccisori del marito, condizione necessaria per essere ammessa in monastero, a coronazione del grande desiderio che Rita serbava in cuore sin da fanciulla. Per ben tre volte bussò alla porta del Monastero Agostiniano di santa Maria Maddalena a Cascia, ma solo nel 1417 fu accolta in quel luogo, ove visse per quarant’anni, servendo Dio ed il prossimo con una generosità gioiosa e attenta ai drammi del suo ambiente e della Chiesa del suo tempo.

La sera di un Venerdì Santo, dopo la tradizionale processione del Cristo Morto, avvenne un prodigio che durò per tutti i suoi ultimi quindici anni di vita: Rita ricevette sulla fronte la stigmate di una delle spine di Cristo, completando così nella sua carne i patimenti di Gesù. Rita ne sopportò il dolore con gioiosa ed eroica forza. Salvo una breve parentesi, in occasione della visita a Roma per acquistare le indulgenze romane, la ferita rimase aperta sulla fronte di Rita fino al termine della sua vita terrena. Morì beata il giorno di sabato 22 maggio 1457.

Fu venerata come Santa subito dopo la sua morte come è attestato dal sarcofago ligneo e dal Codex Miraculorum, documenti risalenti all’anno della morte.

Dal 18 maggio 1947 le ossa di Santa Rita da Cascia riposano nel Santuario, nell’urna di argento di cristallo eseguita nel 1930.

Ricognizioni mediche effettuate in epoca recente hanno affermato che sulla fronte, a sinistra, vi sono tracce di una piaga ossea aperta (osteomielite). Il piede destro ha segni di una malattia sofferta negli ultimi anni, forse una sciatalgia, mentre la sua statura era di 157 centimetri. Il viso, le mani ed i piedi sono mummificati, mentre sotto l’abito di suora agostiniana si trova l’intero scheletro.