Energy drink. Dopo 18 morti sospette la Fda americana intraprende una seria valutazione del rischio

Scritto da: Agnese Codignola
Fonte: http://www.ilfattoalimentare.it/

Dopo 18 decessie 150 ricoveri sospetti, la Food and Drug Administration ha forse deciso di cambiare atteggiamento nei confronti degli energy drink e, sopratutto, della caffeina contenuta, affrontando tutta la vicenda con un approccio più scientifico. L’agenzia – in una risposta data a due senatori che da mesi la interrogano sull’argomento – ha appena manifestato la volontà di affidare a un panel di esperti indipendenti la valutazione dei possibili rischi di queste bevande.

In primo luogo per i ragazzi e in particolare quelli che hanno qualche problema di salute, noto o meno che sia i limiti di caffeina da consigliare o imporre, le interazioni con altre bibite (soprattutto se contenti alcol) o con i farmaci.

Si tratta solo di un primo passo, anche perché a detta della stessa Agenzia il rapporto di causa-effetto tra caffeina e morti o ricoveri non è stato dimostrato al di là di ogni dubbio, ma l’iniziativa indica che qualcosa sta forse cambiando. In precedenza l’ente aveva compiuto qualche indagine interna soprattutto sui marchi che più di frequente sono stati associati a possibili rischi come 5-Hour Energy, Monster Energy e Red Bull, senza però giungere mai a pronunciamenti espliciti e soprattutto chiari.

Ora, grazie all’intervento di specialisti provenienti dall’Institute of Medicine e dalla National Academy of Science, la situazione potrebbe cambiare, come avvenuto altrove.

Un esempio è il Canada dove l’intervento di consulenti indipendenti ha portato le autorità a compiere studi approfonditi, soprattutto per alcune categorie di possibili clienti quali i giovani con certe patologie cardiache.

Inoltre è stato introdotto l’obbligo della dicitura in etichetta “contiene sostanze stimolanti” e a valutazioni sui possibili accumuli tra la caffeina assunta con gli energy drink e quella bevuta normalmente con il caffè o il tè.

Nonostante non siano state introdotte raccomandazioni specifiche, si sono stabiliti dei limiti: ogni lattina può contenere al massimo 180 milligrammi di caffeina, un valore comunque superiore a quello di un bicchiere di caffè all’americana che, a seconda di come viene fatto, ne contiene da 100 a 150 e anche superiore alle lattina più grandi di energy drink vendute negli Stati Uniti come quella da 24 once (circa 680 ml) di Monster Energy e quella da 20 once (circa 560 ml) di Red Bull.

Infine, la FDA ha affermato di voler procedere a indagini indipendenti anche su altri ingredienti degli energy drink quali la taurina, per verificarne la sicurezza.

I produttori, per ora, non sembrano affatto preoccupati e hanno ribadito la totale sicurezza delle loro bibite, sottolineando anzi il fatto che ogni regola chiara per loro è un valore aggiunto, perché definisce meglio i confini entro cui muoversi.

Tuttavia, quando si pensa a indagini come quella condotta da Consumer Report, che ha rivelato quanto poco affidabili siano le quantità di caffeina dichiarate, c’è da dubitare del fatto che una legislazione più severa non avrebbe ripercussioni anche sulle ricette.

Foto: Photos.com, 5hourenergy.com, Monsterenergy.com, Redbull.it

Monti: sanità senza soldi. Staccheremo la spina ai malati?

Fonte: http://www.libreidee.org/2012/11/monti-sanita-senza-soldi-staccheremo-la-spina-ai-malati/

Via gli ospedali: costano troppo. E i malati? Pazienza, si arrangino. Chi se lo può permettere, si rivolgerà a cliniche private. Neppure i peggiori tangentocrati del passato erano mai arrivati a tanto: minacciare di chiudere il servizio sanitario nazionale, per presunta mancanza di fondi, è l’ennesimo record del salvatore della patria spedito a Palazzo Chigi direttamente dalla Goldman Sachs, dai Bilderberg e della Trilaterale, col placet di Napolitano, di Bersani e degli altri candidati alle primarie del centrosinistra. Presto, dichiara testualmente Monti il 27 novembre 2012, non sarà più possibile garantire la sostenibilità finanziaria del sistema sanitario nazionale. Spaventato dalle immediate reazioni suscitate («Se vuole privatizzare la sanità, lo dica», avverte Susanna Camusso della Cgil), il professore tenta di smentirsi in capo a una manciata di minuti: non è a rischio la sostenibilità finanziaria, si contraddice il premier, ma – aggiunge – è necessario trovare altre modalità per sostenere i costi della sanità pubblica.

Mario Monti, «lo stalinista americano venuto per distruggerci», per dirla con Giulietto Chiesa. Dopo l’attacco frontale al lavoro e alle pensioni, insieme alle tante “patrimoniali sui poveri” varate a suon di tasse, ecco l’affondo finale contro il cuore del welfare italiano: il sistema sanitario nazionale, considerato il primo in Europa – per qualità e capillarità territoriale – al pari di quello francese. Nonostante gli infinti scandali e le croniche magagne, gli ospedali continuano a far gola a chi li vorrebbe privatizzare, tagliando servizi per moltiplicare profitti. Il gioco va avanti da decenni, con politici infedeli che dirottano fondi per degradare il servizio, esternalizzarne interi settori e spingere i cittadini esasperati verso strutture private, che per la diagnostica garantiscono tempi celeri. Ma solo Mario Monti è arrivato, anche in questo campo, a intimidire e minacciare direttamente la comunità nazionale italiana: il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, non sarà più garantito. Grazie, naturalmente, al solito alibi contabile: “non ci sono più soldi” è la versione sanitaria del “lo vuole l’Europa”, che poi è esattamente la stessa cosa.

Lo vuole l’Europa? Certamente: l’Europa di Maastricht, quella modellata dalle lobby finanziarie mondiali, ha creato una sorta di “mostro” antidemocratico che, semplicemente, con un atto di imperio, taglia i viveri agli Stati – vedi Grecia – con una irresponsabilità criminale e una totale indifferenza nei confronti di sofferenze sociali che, solo qualche anno fa, nessuno avrebbe mai immaginato potessero tornare a tormentare i cittadini del vecchio continente: i poveri ridotti in miseria, gli operai mortificati ogni giorno, i giovani privati di qualsiasi speranza di futuro. E il ceto medio produttivo e risparmiatore, il popolo dei “consumatori”, ormai in preda al panico a causa di un impoverimento rapido, progressivo e inesorabile, senza un barlume di luce in fondo al tunnel. Famiglie sul lastrico, aziende che chiudono, imprenditori disperati, dipendenti lasciati a casa. E’ la spirale della recessione: meno consumi, più crisi, e quindi: ancora meno consumi e ancora più crisi.

Non ci sono soldi? E’ vero. Da quando il governo ha perduto il controllo sulla moneta, i guai sono diventati giganteschi. Lo Stato è divorato dagli interessi sul debito pubblico, ceduto – a carissimo prezzo – alla finanza speculativa privata. E come gli altri paesi dell’Eurozona, anche l’Italia i soldi deve elemosinarli, farseli prestare dalla Bce: come se la valuta – anche all’emissione – fosse un gruzzolo guadagnato col lavoro di qualcuno, e non un mezzo di esclusiva prerogativa pubblica, che lo Stato sovrano può stampare dal nulla. Amputato del suo strumento operativo fondamentale – la disponibilità finanziaria teoricamente illimitata – e costretto all’orrore del “pareggio di bilancio” previsto dal Fiscal Compact, lo Stato dell’Eurozona è ormai declassato al rango di azienda: non potendo più disporre di risorse proprie, il denaro per finanziare la spesa pubblica deve chiederlo ai cittadini, sotto forma di tasse.

La scuola economica da cui proviene Monti sostiene, peraltro, che è così che dovrebbe funzionare il mondo: i cittadini pagano lo Stato perché eroghi servizi. Come se lo Stato fosse, appunto, una qualsiasi azienda di servizi. C’è il trucco, naturalmente: la moneta. Da dove vengono i soldi pubblici che ieri era lo Stato a erogare, e oggi invece sono i cittadini a versare? Perché allo Stato è stato tolto il diritto di emettere moneta in misura sufficiente a garantire i servizi essenziali? L’America il suo denaro continua a stamparlo, e così la Gran Bretagna e il resto del mondo. Noi no, invece. L’Eurozona è una sorta di prigione, affollata di ex cittadini trasformati in sudditi e sottoposti al ricatto della paura. E il peggio è che la politica – la stessa politica che ha permesso tutto questo, a suon di trattati varati in modo semi-clandestino, sostanzialmente all’insaputa dei cittadini e senza mai uno straccio di validazione democratica – continua a tacere, intrattenendo il pubblico con le facezie di Renzi e Bersani. Così, la perdita di sovranità monetaria si traduce in perdita, drammatica, di sovranità democratica. Fino alle estreme conseguenze: la minaccia della chiusura del sistema sanitario nazionale. E quindi, di questo passo che faremo: staccheremo la spina ai malati che non potranno pagare?

Float Cabin: la casa galleggiante autosufficiente in mezzo al lago

Scritto da: Marta Albè
Fonte: http://www.greenme.it/abitare/bioedilizia-e-bioarchitettura/9113-casa-galleggiante-off-grid-lago

Una coppia di pensionati californiani ha deciso di realizzare il proprio sogno di trascorrere un’esistenza ecologica dopo aver individuato l’abitazione in cui sarebbe stato perfetto vivere una volta conclusi i propri impegni lavorativi. Si tratta di una piccola casa galleggiante situata nella località di Powell Lake, in Canada, completamente autosufficiente nonostante non sia collegata alla rete elettrica e sia sprovvista di un impianto idraulico.

La coppia, formata da Margy e Wayne Lutz, non baratterebbe la propria casa galleggiante con nessun’altra abitazione al mondo. Al momento della pensione, c’è chi sogna di potersi rifugiare in un casolare tra boschi e verdi colline o in un’isola deserta dove ricominciare tutto da capo, e c’è chi, come la coppia californiana a cui di riferiamo, decide di compiere una scelra più originale, seppure improntata sulla volontà di rispettare l’ambiente.

L’assenza di collegamento alla rete elettrica viene facilmente risolta grazie all’installazione di tre pannelli solari. Per quanto riguarda la cucina e il riscaldamento, la coppia si serve di una stufa a legna, che viene utilizzata per ottenere acqua calda. L’acqua viene estratta tramite apposite pompe direttamente dal lago e viene riscaldata sulla stufa per cucinare e per lavare le stoviglie. Soltanto in casi eccezionali, la coppia ricorre all’impiego di gas.

L’abitazione galleggiante è stata acquistata per la cifra di 25 mila dollari statunitensi. Essa era già presente sul lago come alloggio temporaneo destinato a pescatori e taglialegna. L’abitazione è dotata di una toilet ecologica, provvista di un efficiente sistema di compostaggio. La coppia ha dichiarato di riuscire ad eliminare grazie alla tecnica del compostaggio anche tutti i propri scarti alimentari e di riuscire così a vivere a rifiuti zero.

 

 

Ciò avviene anche grazie all’orto galleggiante che hanno deciso di realizzare come parte della propria abitazione, sebbene inizialmente potesse apparire come un’impresa impossibile. Esso va ad aggiungersi ad un orto creati sulla terraferma in cui la coppia coltiva soprattutto patate.

La loro abitazione può essere raggiunta soltanto utilizzando un’imbarcazione per attraversare le acque del lago. La coppia si è ritrovata a riconsiderare le proprie necessità, rendendosi conto di come per vivere a diretto contatto con la natura non serva avere a disposizione un quantitativo eccessivo di luce, elettricità o di gas per cucinare. Nella loro casa galleggiante non si trovano tutte le comodità di un’abitazione cittadina, ma il necessario per condurre una vita semplice e senza eccessive privazioni.

 

MARIO MONTI: IL CURRICULUM SEGRETO

Scritto da: Antonio Miclavez
Fonte: Antonio Miclavez

Ho trovato un simpatico curriculum vitae di Mario Monti.
Dalla presenza nei vertici delle più grandi associazioni “benefattrici” mondiali (Bilderberg, Trilateral Commission, Aspen Institute Italia, Goldman Sachs), al ruolo di rilievo come “European Commissioner” nella famigerata “Santer Commission” che fu sciolta per “fraud, mismanagement and nepotism” in cui dal 1995 al 1999 Monti fu responsabile di “Internal Market, Financial Services and Taxation”, ovvero dei flussi finanziari di cui Monti è indubbiamente esperto.
Le indagini non portarono alla condanna di nessuno, e d’altra parte le indagini iniziali cercavano fatti e non colpevoli “did not seek ‘proof’ in the judicial sense of the word”, ma centinaia di miliardi erano spariti e la conclusione fu: “the Committee found that the problems were common knowledge in their services, even up to the highest official levels”, ovvero che i fatti erano noti ai più alti livelli.
Le indagini avrebbero potuto proseguire ma vennero bloccate (ovvero insabbiate) dal virtuoso successore Romano Prodi (“and the succeeding Prodi Commission actually assisted in covering up”), e il fattaccio si chiuse lì.
Lascio ogni ulteriore commento ai lettori, ma lo stile di gestione dei “Financial services e taxation” applicati da Monti all’Italia dopo il golpe concertato con Napolitano temo stia ripetendo il cliché della Santer, ovvero che tanti soldini stiano sparendo dalle tasche degli italiani per finire nelle tasche dei soliti ignoti. Un’azione virtuosa di consolidamento delle finanze, ma non certo delle finanze degli italiani.
Ma Monti è della Bocconi, e sa certamente quello che fa, per cui facciamo bene a fidarci di lui: e il curriculum ci conforta ulteriormente.

Qui il curriculum (in inglese)http://powerbase.info/index.php/Mario_Monti

La furia di Puntin contro gli indigeni della Russia artica

Fonte: http://www.salvaleforeste.it

Un giorno prima della apertura della riunione del Consiglio artico in Svezia, le autorità russe hanno decretato la sospensione delle attività della principale organizzazione indigena del paese. Il RAIPON (Associazione russa dei Popoli Indigeni del Nord) rappresenta i popoli indigeni delle regioni artiche della Russia. La sospensione si basa su una forzata interpretazione di una supposta incongruenza nello statuto dell’organizzazione, si tratta in realtà di uno smaccato tentativo di mettere a tacere le voci dei popoli indigeni per impedir loro di opporsi ai progetti di di sfruttamento petrolifero nell’artico russo.

In agosto, il RAIPON aveva richiesto il blocco della produzione di petrolio nei terrori ancestrali della regione artica.
Il RAIPON è membro del Consiglio artico, un forum intergovernativo che unisce i governi e le popolazioni artiche. La sua sospensione alla vigilia della riunione del Consiglio sembra studiata apposta per eliminare dal meeting un partecipante scomodo.

Che fine ha fatto la Green Economy di Obama?

Scritto da: Daniele
Fonte: http://www.soloecologia.it/19112012/che-fine-ha-fatto-la-green-economy-di-obama/4722

Non è sfuggito ai giornalisti che hanno a cuore il bene dell’ambiente il fatto che, mentre quattro anni fa la campagna elettorale di Barack Obama era stata caratterizzata dall’enfasi sulla Green economy, in quest’ultimo anno il neoeletto presidente ha praticamente tralasciato qualunque riferimento all’ecologia. C’è un motivo ben preciso per questo fatto: si stima che nel 2015 gli Stati Uniti raggiungeranno l’autosufficienza energetica nel settore del gas – soprattutto grazie alle nuove possibilità di estrazione di gas naturale dalle rocce scistose (shale gasin inglese). Entro il 2020 gli USA raggiungeranno l’autonomia anche nel settore del petrolio, mediante innovative tecnologie di trivellazione che rendono sfruttabili giacimenti in passato inaccessibili e ampia disponibilità di questo tipo di depositi, sia negli Stati Uniti che in Europa.

Lo scenario è rivoluzionario e contiene sia pro che contro. I vantaggi sono principalmente di tipo economico: i paesi dell’Occidente saranno sempre meno dipendenti dai paesi produttori di petrolio, nazioni arabe, africane e Russia – tutti regimi politicamente difficili da gestire. Dopo cinquant’anni di potente influenza da parte dei paesi del Golfo e l’Occidente sarà meno propenso a utilizzare le armi per garantirsi il controllo delle fonti energetiche come è avvenuto in passato.

Gli svantaggi sono invece ovviamente di tipo ambientale: continueremo con l’uso massiccio di combustibili fossili e diminuiranno gli incentivi alla ricerca e all’utilizzo delle fonti rinnovabili. L’attenzione e l’interesse sulle fonti alternative deve però essere mantenuta forte e viva, con massicci investimenti di capitali che evitano l’ulteriore regresso del Pianeta verso maggiore inquinamento, maggiori emissioni di gas serra e di conseguenza un riscaldamento globale dalle conseguenze irreversibili.

Nibiru, Maya e dintorni

Scritto da: Emilio Sassone Corsi
Fonte:http://www.media.inaf.it/2012/11/23/nibiru-maya-dintorni/

La presunta «apocalisse» del prossimo 21 dicembre rimbalza su tutti i media, e muove anche un giro di affari importante. Molte persone si lasciano suggestionare dalle false notizie che circolano incontrollate sulla rete e sono riprese dai canali d’informazione, a volte cadendo in una vera ansia.

Qualche giorno fa è giunto all’indirizzo email dell’Osservatorio dell’Associazione Tuscolana di Astronomia un messaggio di cui riporto solo i passaggi essenziali:

«Vi disturbo perché sono terrorizzata per questa storia che sta circolando su tanti siti Internet e ripresa dai giornali e TV nazionali e internazionali […] il pianeta Nibiru in collisione con la Terra, la coincidenza della fine del mondo prevista dai Maya e la prevista inversione dei poli terrestri. Sono una persona che soffre di attacchi di panico e faccio molta fatica a non pensarci. […] Ho preso ancora più paura, non mangio e non dormo più, piango sempre. Io non voglio morire: vi prego ditemi che non è così …».

Non è la prima e non sarà l’ultima persona che si lascia suggestionare dalle false notizie che circolano incontrollate sulla rete e sono poi riprese dai canali d’informazione.

Di Nibiru si parla da molto tempo. Zecharia Sitchin, un fantasioso scrittore di pseudoarcheologia originario dell’Azerbaigian e morto recentemente negli USA, ha sostenuto che nelle antiche scritture babilonesi fosse identificato questo pianeta come quello che ha portato la vita sulla Terra. E adesso, guarda caso proprio nel giorno del solstizio invernale del 2012, il 21 Dicembre prossimo, Nibiru dovrebbe schiantarsi sulla Terra e distruggere tutti noi. Addirittura di tutto ciò ha parlato il sito della CNN, la nota rete televisiva americana. Il 5 Novembre scorso è comparso un articolo (qui: ireport.cnn.com/docs/DOC-872812) in cui si afferma addirittura che, secondo alcuni scienziati della NASA che desiderano rimanere anonimi, un asteroide soprannominato Nibiru si sta muovendo verso la Terra e ha una probabilità di collisione del 30% prevista per il prossimo Dicembre. Essendo grande quanto tutto il Texas, annienterà qualsiasi forma di vita sulla Terra. Questa falsa notizia ha rapidamente fatto il giro del mondo proprio perché pubblicata dal sito di un grande organo d’informazione internazionale. Indagando un po’ di più si scopre che è pubblicata in un’area a disposizione dei lettori (ireport) della quale la CNN dichiara di non assumersi alcuna responsabilità sui contenuti. Insomma: una bufala. Ma intanto di Nibiru parlano oltre 10 milioni di pagine web in tutte le parti del mondo e, mi immagino, che possano esserci molte decine o centinaia di persone che sono impaurite, come la nostra lettrice.

Se a tutto ciò si aggiunge che la presunta fine del mondo prevista dai Maya per il prossimo 21 Dicembre è un argomento che è stato più volte trattato in diverse trasmissioni televisive di grande ascolto quali Voyager (Rai2) e Mistero (Canale 5) e sono stati scritti fiumi di inchiostro anche da parte di “autorevoli” autori, si capisce come queste cose siano diventate così popolari.

L’apocalisse più popolare di tutti i tempi imperversa in tutto il mondo. E muove un giro di affari importante: si va dal libro venduto in centinaia di migliaia di copie, alla vendita via Internet di kit di sopravvivenza fino alla costruzione di decine di bunker sotterranei in California, dove potersi riparare nel giorno fatale. Ma alcuni bunker sono stati costruiti anche in Italia, in particolare in Toscana e nell’astigiano. Insomma: la follia non ha confini.

È necessario ribadire che non c’è alcuna evidenza scientifica di alcun tipo né di questo fantomatico pianeta Nibiru né di una imminente fine del mondo. Sono solo fandonie inventate da catastrofisti che desiderano avere il proprio momento di celebrità.

Come fermare tutto ciò? Basterà attendere che giunga il 22 Dicembre e dimostrare che nulla sarà accaduto? No, qualcuno ha ricontrollato i conti fatti nel ’95 da Nancy Lieder, estrosa signora americana del Wisconsin che dice di essere in contatto con gli extraterrestri e principale propugnatrice della teoria catastrofista dei Maya, e sostiene che la data giusta sia metà febbraio 2013. Prima o poi accadrà…

Ma nel frattempo c’è qualcuno che sta male e vive in ansia a causa di queste false notizie. E magari qualcuno, particolarmente instabile, può arrivare a gesti estremi. Una maggiore etica giornalistica, che prima di pubblicare notizie trash faccia le sue verifiche senza cadere nella trappola dello scoop a tutti i costi, aiuterebbe.

Sandy Island, l’isola che non c’è

Fonte:http://www.smh.com.au/technology/technology-news/where-did-it-go-scientists-undiscover-pacific-island-20121122-29ro4.html#ixzz2CwuhCTbL

Traduzione: http://www.ditadifulmine.com/2012/11/sandy-island-lisola-che-non-ce.html

Come può sparire nel nulla un’intera isola? Il problema sta in ciò che mostrano le carte geografiche, o Google Earth, e la realtà dei fatti.

L’isola di cui stiamo parlando è Sandy island (per alcuni anche Sable Island), e dovrebbe trovarsi tra l’Australia e la Nuova Caledonia. E’ segnalata su Google Earth/Maps, su tutti gli atlanti geografici disponibili, e da numerose carte marittime; ma quando i ricercatori dell’imbarcazione Southern Surveyor si sono recati alle coordinate indicate per l’isola, nessun affioramento di terra è stato avvistato.

“Volevamo controllare la sua esistenza perché le carte di navigazione della nave mostravano acque profonde 1.400 metri in quell’area, acque molto profonde” spiega Maria Seton, membro del progetto e ricercatrice della University of Sidney.

Seton e il suo team hanno si sono imbarcati a bordo del vascello Southern Surveyor una missione scientifica della durata di 25 giorni, con l’obiettivo di mappare alcuni frammenti del continente australiano distaccatisi dalla terraferma circa 100 milioni di anni fa, durante la formazione del Mare di Tasmania.

Durante la missione, la strumentazione di bordo ha mappato oltre 14.000 km quadrati di fondale marino, raccogliendo 197 campioni di roccia e arrivando a recuperare un campione di calcare a ben 3 km di profondità. Ma di Sable Island nessuna traccia, sopra o sotto la superficie del mare.

“La si può trovare su Google Earth e su altre mappe, per cui siamo andati a controllare, ma non c’era nessuna isola. Eravamo davvero allibiti, è una cosa decisamente bizzarra. Come ha fatto ad apparire sulle mappe? Semplicemente non lo sappiamo, ma abbiamo in programma di scoprirlo”.

Su alcune mappe online, come Google Maps, Yahoo! Maps e Bing Maps, l’isola appare spesso come una chiazza nera con tanto di segnaposto, e sparisce misteriosamente man mano che si procede a colpi di zoom, come hanno segnalato alcuni utenti di Twitter. Se invece cercate su Google “Sable Island” o “Sandy Island”, i risultati della ricerca vi porteranno ad altre isole, la prima in Canada, la seconda nei Caraibi.

Le ragioni della comparsa sulle mappe di ques’isola fantasma non sono ancora chiare. Secondo Mike Prince, direttore del servizio di cartografia dell’ Australian Hydrographic Service, è possibile che dato che le carte geografiche si basano spesso su rapporti individuali, alcuni dati siano troppo datati o possano contenere errori.

Alcuni cartografi tendono ad includere oggetti “fantasma”, come strade o località inesistenti, per impedire che altri possano copiare le loro mappe: la presenza in una mappa di una particolare strada inesistente sarebbe come una firma del cartografo che ha prodotto il documento.

Ma non sembra il caso di Sandy Island, visto che questa pratica non sembra essere mai stata usata nelle carte nautiche, strumenti particolarmente importanti per una navigazione sicura. E’ probabile, quindi, che possa trattarsi di un errore umano che si è trascinato per decadi da un atlante all’altro, fino a fare la sua comparsa anche sulle mappe digitali di oggi.
E’ possibile, tuttavia, che l’isola sia effettivamente esistita in passato, e che sia sprofondata sotto il livello del mare a causa di un evento geologico di grossa portata.

Con un’autocertificazione i fondi UE finivano ai boss

Fonte: http://www.controcopertina.com/con-autocertificazione-fondi-ue-finivano-ai-boss/

Basta una semplice autocertificazione e il boss della mafia si becca i fondi UE. Per anni, infatti, alcuni tra i maggiori esponenti di ‘cosa nostra’, tra cui anche Gaetano Riina, fratello di Totò, già sottoposto a sorveglianza speciale hanno percepito sovvenzioni per l’agricoltura. Secondo quanto stimato dalla Corte dei Conti il danno si aggirerebbe intorno ai due milioni di euro. A portare alla luce il caso è l’edizione odierna del ‘Corriere della Sera’: stando a quanto scritto sul quotidiano milanese, a vigilare sull’erogazione dei soldi che arrivano da Bruxelles per aiutare l’agricoltura è proprio il ministero delle politiche agricole, che spesso riceve richieste di fondi con allegate anche le certificazioni anti mafia spesso sotto forma di autocertificazione. Addirittura, a volte le certificazioni non vengono neanche allegate, come il caso di Gaetano Riina e ora la Corte dei Conti, nelle sentenze in cui richiede indietro i fondi, si chiede come mai vengano omesse le più basilari forme di controllo. Questo malcostume, infatti, va avanti già dagli anni 90’.

Stress e lavoro, definizione e sintomi

Scritto da: Gianluca Molinaro
Fonte: http://www.iovalgo.com/stress-lavoro-definizione-sintomi-13447.html

Il termine stress viene spesso usato nel linguaggio quotidiano per esprimere una situazione di malessere provata quando abbiamo difficoltà a gestire e fronteggiare una o più situazioni come nel rapporto di coppia, sul posto di lavoro o in qualsiasi situazione in cui è presente una relazione con l’altro. Ma quali sono i sintomi che accompagnano tale stato e come può essere definito lo stress, in particolare quello dovuto al lavoro, secondo le definizioni fornite dagli esperti?

L’organismo umano risponde alle sollecitazioni con un sistema di difesa atto a produrre effetti di lotta o fuga davanti a situazioni stressanti mediante:

  • adattamento del comportamento
  • attivazione integrata del sistema psico-neuro-endocrino-immunologico

Lo stress può essere definito uno stato di attivazione, che si determina quando l’organismo deve affrontare una situazione imprevista, uno stato di squilibrio fra le richieste provenienti dall’ambiente e la percezione delle risorse personali disponibili per fronteggiarle (McGrath, 1970). L’adattamento può essere positivo (eustress) oppure negativo (distress), in particolare dinanzi a situazioni-stimolo minacciose e angoscianti.

Una delle prime definizioni di stress (“sindrome generale di adattamento”) viene fatta risalire al 1936 allorchè Seyle descrisse una modificazione fisiologica dell’organismo dovuta a sostanze nocive per adattare e organizzare le proprie difese con reazione ad agenti stressanti esterni attraverso diverse fasi descritte come “allarme”, “resistenza” ed “esaurimento”. Si intendeva così descrivere una risposta aspecifica dell’organismo per ripristinare l’equilibrio alterato.