Adriano Olivetti, l’imprenditore illuminato che sognava la «fabbrica a misura d’uomo»

Scritto da: Eleonora Crisafulli
Fonte: https://www.millionaire.it/adriano-olivetti-limprenditore-illuminato-che-sognava-la-fabbrica-a-misura-duomo/

«Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande» diceva Adriano Olivetti, industriale di Ivrea, imprenditore, ingegnere, editore e politico. Guidando l’impresa fondata dal padre Camillo, Adriano ha portato nel mondo design e tecnologia made in Italy e ha dato forma a una nuova visione della vita di fabbrica, più attenta ai diritti degli operai e al benessere della comunità. A 60 anni esatti dalla sua morte, ecco la sua storia.

Adriano Olivetti nasce l’11 aprile 1901 a Ivrea. Sette anni più tardi il padre Camillo fonda la Olivetti, “la prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere”. Dopo la laurea in Ingegneria chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 Adriano inizia l’apprendistato in fabbrica, come operaio. Al rientro da un viaggio negli Stati Uniti, dove visita più di cento fabbriche, propone al padre un ampio programma per modernizzare l’attività e l’organizzazione. Intanto lavora alla prima macchina per scrivere portatile, la MP1, uscita sul mercato nel 1932. In quello stesso anno Adriano assume il ruolo di direttore generale. Nel 1938 subentra al padre come presidente.

«Percorsi rapidamente, in virtù del privilegio di essere il figlio del principale, una carriera che altri, sebbene più dotati di me, non avrebbero mai percorsa. Imparai i pericoli degli avanzamenti troppo rapidi, l’assurdo delle posizioni provenienti dall’alto».

È Adriano a trasformare l’azienda di famiglia in un moderno gruppo industriale, che sviluppa prodotti per l’ufficio innovativi e vende in Italia e all’estero, grazie a un’ampia rete commerciale. L’imprenditore punta all’eccellenza dei prodotti, nella tecnologia e nel design industriale, e al miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Apre la fabbrica a intellettuali e artisti, al loro apporto creativo.

Per le sue innovazioni, nel 1955 vince il Compasso d’Oro. Sotto la sua guida, arrivano i modelli iconici delle macchine per scrivere, come la Lexikon 80 (1948) e la Lettera 22 (1950), consacrata dall’esposizione al MoMa di New York. Negli anni ’50, Olivetti apre anche i primi laboratori di ricerca sulla tecnologia elettronica e introduce sul mercato l’Elea 9003, il primo calcolatore elettronico italiano (1959).

Con Adriano Olivetti arriva soprattuto una nuova visione di impresa, basata sull’organizzazione decentrata del personale e sulla razionalizzazione dei tempi e dei metodi di montaggio. L’industriale di Ivrea è un precursore del moderno welfare, sempre alla ricerca di un equilibrio tra profitto, democrazia e giustizia sociale. Gli operai Olivetti hanno salari superiori alla media, beneficiano di convenzioni per case e asili accanto alla fabbrica, hanno una biblioteca in azienda con libri da poter leggere durante le pause. «I servizi sono un dovere che deriva dalla responsabilità sociale dell’azienda» sostiene Adriano.

«La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica, giusto? (…) In fabbrica si tengono continuamente concerti, mostre, dibattiti. La biblioteca ha decine di migliaia di volumi e riviste di tutto il mondo. Alla Olivetti lavorano intellettuali, scrittori, artisti, alcuni con ruoli di vertice. La cultura qui ha molto valore».

Tra il 1930 e il 1960 non solo cresce l’impresa, ma anche Ivrea cambia volto. Si sviluppa la città industriale, un insieme di edifici destinati alla produzione e ai dipendenti: uffici, abitazioni, mense e asili progettati da grandi architetti. Un complesso urbano che nel 2018 è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco: «Per la moderna visione della relazione tra industria e architettura».

Il 27 febbraio 1960 Adriano Olivetti muore, colto da malore su un treno in Svizzera, partito da Milano e diretto a Losanna. Due anni dopo nasce la fondazione che porta il suo nome, ancora oggi attiva. Dal 2003, Olivetti fa parte del Gruppo Tim.

Il commercio illegale di legni pregiati sta spazzando via le ultime foreste del Senegal

Fonte: https://www.salvaleforeste.it/it/taglio-illgale/4549-il-commercio-illegale-di-legni-pregiati-sta-spazzando-via-le-ultime-foreste-del-senegal.html

Un recente rapporto pubblicato dalla Environmental Investigation Agency (EIA) dopo tre anni di indagine, ha evidenziato il traffico di palissandro Senegal-Gambia-Cina e ha scoperto prove senza precedenti su una serie di gravi crimini forestali. Secondo il rapporto, circa 1,6 milioni di alberi di palissandro sono stati illegalmente disboscati nella provincia di Casamance in Senegal e contrabbandati in Gambia in Cina tra giugno 2012 e aprile 2020, per essere riesportati in Cina.
Il traffico di palissandro tra il Senegal e il Gambia è stato in gran parte controllato dal gruppo armato ribelle Movement of Democratic Forces of Casamance (Mouvement des force démocratiques de Casamance – MFDC in francese) che ne trae le risorse finanziarie per sostenere le proprie operazioni.
Questo commercio ha verificato il divieto di esportazione varato dall’attuale presidente del Gambia, Adama Barroe. Le cose sembrano però essere più complesse, poiché i trafficanti hanno utilizzato la società parastatale Jagne Narr Procurement & Agency Services (“Jagne Narr”) per aggirare il divieto.

Il commercio di palissandro tra il Senegal, il Gambia e la Cina è fiorito in violazione della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES). Il Gambia è un piccolo paese dell’Africa occidentale che si estende lungo il fiume Gambia ed è circondato su tre lati dal Senegal. Nonostante abbia estinto il proprio palissandro anni fa, il Gambia è divenuto un importante centro commerciale per questo legno ed è stata la terza più grande fonte di hongmu della Cina nel 2019.
Tra il febbraio 2017, quando il Gambia ha sospeso le esportazioni di palissandro, e l’aprile 2020, la Cina ha importato 329.351 tonnellate di palissandro dal Gambia. Questo è più della Cina importata nel 2015 e nel 2016 (241.254 tonnellate), quando il Gambia era ancora governato da Jammeh. L’ex dittatore, che ha legami tribali con la Casamance, ha stabilito il traffico di palissandro come proprio feudo, guadagnando milioni di dollari in esportazioni attraverso una società parastatale locata nella capitale Banjul.

Precedenti indagini dell’EIA hanno rivelato come il traffico di una specie protetta come il palissandro si sia oramai spostato verso le “foreste asciutte” dell’Africa occidentale, divenuto ormai l’epicentro mondiale di questo traffico, spinto dalla domanda del crescente mercato cinese da un miliardo di dollari per hongmu, un tipo di palissandro utilizzato per mobili in stile tradizionale.

Il commercio illegale di palissandro ha messo radici in Senegal durante il conflitto di secessione della regione di Casamance. Migliaia di persone sono state uccise durante i combattimenti tra i ribelli e l’esercito e molte altre sono state sfollate. Il traffico di palissandro ha prosperato in questo ambiente di paura e collusione, tra le comunità che sono state divise dal conflitto. La deforestazione illegale ha preso piede intorno al 2010 nelle foreste controllate dai ribelli nel distretto di Ziguinchor sulla rotta di transito verso il Gambia. Sebbene dal 2014 sia in vigore un fragile cessate il fuoco, resta difficile per le autorità senegalesi entrare nelle zone di confine a causa delle mine terrestri e del controllo del territorio da parte delle forze ribelli.

ITALIA…

Italia paese bellissimo, eccezzionalmente ricco di un patrimonio artistico e monumentale senza precedenti.
Italiani popolo di santi, poeti, navigatori e, soprattutto, inventori.

Ma, ahimè, gli Italiani hanno poca memoria…
Si dimenticano del panfilo reale il “Britannia”, dove si sono decise le loro sorti…