Bancarotta/4 Le popolari sacrificate sull’altare della deregulation

Scritto da: Salvatore Recupero
Fonte: http://www.ilprimatonazionale.it/economia/banche-popolari-vicenza-veneto-56650/

 

vicenza veneto popolari

 

 

 

 

 

 

Roma, 31 gen – Le banche popolari stanno vivendo un momento difficile. In particolare, Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno polverizzato 11,5 miliardi di euro. Inoltre, ad unire i due istituti di credito, oltre alla  vicinanza geografica, c’è soprattutto il Fondo Atlante che ha il compito di evitare il crack del sistema creditizio italiano. Oggi ci sarà una riunione congiunta dei consigli di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Al primo punto dell’ordine del giorno vedremo probabilmente un primo schema del progetto di fusione, con un affinamento delle stime sul fabbisogno di capitale che si potrebbe generare dalla svalutazione e scorporo dei crediti deteriorati. Inoltre, il nove gennaio scorso i Cda delle due banche popolari avevano proposto ai soci raggirati una transazione benevola. In particolare Pop Vicenza ha promesso un indennizzo forfettario di 9 euro per azione, mentre Veneto Banca corrisponderà il 15% del valore dell’azione al momento dell’acquisto; l’offerta sarà valida fino al quindici marzo. Gli azionisti per ricevere questo “rimborsino” dovranno rinunciare ad ogni azione legale nei confronti delle banche. L’invito ai risparmiatori veneti non è affatto bonario. Infatti, se l’operazione di transazione con i soci non andasse in porto (cioè se non aderiranno almeno l’80% dei potenziali beneficiari), i soci probabilmente non vedranno neppure il 15% dato che il passo successivo sarà l’intervento dello Stato nel capitale della nuova banca che nascerà dalla fusione.

La proposta del management è chiara: si esce dalla crisi solo costruendo una “megabanca” e scaricando i costi dell’operazione sugli azionisti truffati. Probabilmente molti accetteranno per paura di perdere tutto, ma la fusione rischia di non risolvere nulla. La storia parla chiaro. Vediamo perché. Correva l’anno 1866, quando con decreto regio firmato da Eugenio di Savoia, luogotenente generale di Vittorio Emanuele II Re d’Italia, venne fondata la Banca Popolare di Vicenza. La sua funzione sociale ed economica era quella di tutelare i risparmi ed erogare il credito nel territorio vicentino. Dal 1993 dalla provincia di Vicenza, la rete degli sportelli si è man mano estesa all’intero Nord Est e quindi al Nord Italia. Insieme, tali realtà hanno dato vita al Gruppo Banca Popolare di Vicenza (1999), che in seguito si è dato un nuovo assetto organizzativo, proseguendo il progetto di espansione territoriale e ampliando la sua offerta. Nel 2014 il Cavalier Gianni Zonin, presidente dell’istituto di credito vicentino, così si rivolgeva agli azionisti in una storica missiva: “Egregio socio, qualche settimana fa la Banca Centrale Europea ci ha promosso in Europa fra i primi tredici più importanti gruppi bancari italiani. (…) Dagli stress test a cui la Bce ha sottoposto i nostri bilanci, siamo risultati una banca solida e fortemente patrimonializzata e che tale resterebbe anche di fronte a scenari macroeconomici ancora più avversi degli attuali”. Nel 2015 il Cavalier vicentino si è dimesso e oggi il valore delle azioni della Bpvi è crollato del 90%.  Cosa era successo di tanto grave? Semplice. Si scopre che l’istituto di credito vicentino allo scopo di crescere presta soldi in cambio di prodotti finanziari complessi. In pratica, aveva spacciato carta straccia come si trattasse di monili d’oro. Il problema non è solo di natura giuridica. Non ci sono solo funzionari e dirigenti corrotti. Il vero malato è l’intero sistema di regolazione del credito.
In particolare, nel caso delle banche popolari è stato fatale aver reciso il legame con il territorio. Fino agli anni ’90, sulla base della legge del 1936, l’apertura di nuovi sportelli bancari doveva essere autorizzata dalla Banca d’Italia. A tal proposito, il direttore de La Finanza sul Web Giorgio Vitangeli circa un anno fa scriveva che: “Donato Menichella, (governatore della Banca d’Italia d’orientamento liberale) pose particolare cura affinché alle grandi banche fosse inibito di aprire filiali nei piccoli centri. La raccolta del risparmio e l’erogazione del credito nei centri minori, infatti, era riservata alle piccole banche locali”. Poi arrivò il duo Amato-Ciampi a liberare il credito dai lacci della burocrazia. Fu così che La Bpvi nel biennio 2000/2002 con il “Progetto Centro-Sud” acquistò Banca Nuova (sede a Palermo) e Banca del Popolo di Trapani. Cosa ci faceva una banca popolare vicentina a Trapani o a Palermo? Probabilmente avevano perso la bussola. Oggi i nodi vengono al pettine. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Stando ai dati riportati da Il Sole 24 Ore: “Il fallimento e il salvataggio di sette istituti di credito è costato ai risparmiatori ventiquattro miliardi di euro. Parliamo del Monte dei Paschi di Siena, delle due ex popolari venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e delle quattro cosiddette good bank (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara)”. Facendo due conti le perdite degli azionisti di queste banche equivalgono all’1,5% del Prodotto interno lordo italiano. Le perdite degli azionisti di queste banche equivalgono all’1,5% del Prodotto interno lordo italiano. Eppure nonostante quanto è stato scritto oggi si parlerà ancora di fusioni bancarie come panacea di tutti i mali. Evidentemente la storia per i banchieri non è “maestra di vita”.

 

Comincia l’era di Trump: il rapporto Cina-Usa e il rischio di una guerra

Scritto da: Wei Jingsheng
Fonte: http://www.asianews.it/notizie-it/Comincia-l’era-di-Trump:-il-rapporto-Cina-Usa-e-il-rischio-di-una-guerra-39716.html

Nell’attesa della cerimonia di inaugurazione della presidenza Trump, l’Ufficio di propaganda del Partito comunista cinese ha vietato a tutti i giornalisti “critiche non autorizzate” alle parole o ai gesti di Trump. Secondo il grande dissidente Wei Jingsheng vi sono possibilità che Trump costringa la Cina a accordi commerciali equi, influenzando anche una riforma interna della politica e della giustizia. L’opzione di una guerra commerciale.

Washington (AsiaNews) – L’Ufficio di propaganda del Partito comunista cinese ha ordinato ai media della Cina di “maneggiare con cura” ogni articolo legato all’inaugurazione della presidenza di Donald Trump, che avverrà oggi. “Ogni articolo su Trump – si legge nella direttiva – deve essere maneggiato con cura e non è permessa alcuna critica non autorizzata delle sue parole o azioni”.

La cautela espressa in questi ordini fa a pugni con l’ironia e le critiche riversate settimane fa, dopo che Trump ha accusato la Cina di essere “un manipolatore di valuta” e di voler tassare i prodotti cinesi da export, che distruggono i posti di lavoro negli Usa. In più vi è stata la battuta sul non sentirsi obbligati a mantenere la politica dell’unica Cina, accettando una conversazione telefonica con la presidente di Taiwan.

Il timore di una guerra commerciale – e forse anche una guerra reale per il controllo del mar Cinese meridionale – è espresso da molti analisti dell’Asia, i quali concludono – come George Yeo, ex ministro degli esteri di Singapore – che è meglio per le due superpotenze non scontrarsi.

Va aggiunto che diversi dissidenti cinesi negli Stati Uniti, come Yang Jianli, si sentono onorati di partecipare alla cerimonia di inaugurazione a Washington. Essi sperano che Trump sostenga la causa dei diritti umani in una maniera più forte di quanto abbia fatto Hillary Clinton e Barack Obama, sempre ricattati dalle lobby economiche.

Per Wei Jingsheng, il “padre della democrazia” in Cina, ora esule negli Usa, ci sarà una guerra fra Cina e Stati Uniti e la Cina sarà costretta a cambiare molti aspetti della sua economia e società. Presentiamo qui una sua riflessione.

Sulla presidenza di Donald Trump siamo sicuri di alcune cose:

1) Donald Trump è il prossimo presidente degli Usa, ciò significa che una politica estera debole, come quella dell’amministrazione Obama è giunta a termine.

2) La politica fondamentale di Trump sarà quella di correggere relazioni commerciali irragionevoli e lo sforzo maggiore sarà di trasformare i rapporti di “libero scambio” in rapporti di “scambio equo”.

3) L’obbiettivo è fermo sulla nazione che ha il commercio più ingiusto, la Cina.

4) Donald Trump è pronto a evitare gli strumenti di negoziato usati in passato usando invece il blocco del mercato, cioè attuando una guerra commerciale, per forzare la Cina e altre nazioni ad accettare regole più eque.

5) La sua strategia internazionale si muove verso un alleggerimento del rapporto con la Russia per focalizzarsi sull’espansione della Cina.

6) Unirsi in alleanza con le nazioni in Asia e con l’India per sopprimere l’espansione strategica della Cina e per forzare o indurre le nazioni del Sudest asiatico a ritornare all’abbraccio con gli Stati Uniti.

Quanto elencato sopra è ciò che succede anche dapprima che Trump prenda possesso della casa Bianca. Per riassumere, possiamo vedere che il principale obbiettivo è il regime comunista in Cina. E vi sono due scopi fondamentali: uno è il rapporto commerciale Cina-Usa; l’altro è il controllo del mar Cinese orientale e meridionale. Donald Trump ha la possibilità di vincere queste due battaglie?  Oppure Xi ha qualche possibilità di vincere una di queste? Proviamo a fare un’analisi un po’ rozza.

Trump deve riformare le relazioni commerciali fra Cina e Stati Uniti. L’esperienza del passato mostra che i negoziati con il governo cinese non cambiano il teppismo di quest’ultimo. Perfino il pacifista Mohandas Gandhi ha detto che quando una banda armata di ladri penetra nel villaggio, non c’è modo di negoziare, ma occorre buttarli fiori con la forza. E questo lo fa la polizia. Ora gli Stati Uniti sono in qualche modo la polizia mondiale.

Qual è l’arma degli Stati Uniti? È il mercato Usa. In passato la Cina metteva blocchi al proprio mercato invadendo gli Usa con i suoi prodotti. Ciò ha permesso ai capitalisti di Cina e Stati Uniti di avere profitti eccezionali, mentre negli Usa si perdevano un mucchio di posti di lavoro. Lo scopo finale di Trump è di equilibrare il commercio fra Cina e Stati Uniti e di accrescere il tasso di occupazione negli Usa.

Quale sarà la strategia di Trump? Premettendo che la Cina gode dei vantaggi del commercio, ma non è pronta ad aprire il suo mercato, Trump è pronto a guidare il lancio di una guerra commerciale, proteggendo il mercato Usa e bloccando gli economici prodotti cinesi dal raggiungere tale mercato. Qualunque sia la reazione della Cina, questa misura dovrebbe vincere, essa porterà a un accrescimento dell’industria manifatturiera Usa e a una crescita dell’occupazione.

Quale sarà la reazione di Xi Jinping?  Come si vede sui media comunisti, un’idea utile è prepararsi a una guerra commerciale con gli Stati Uniti. Essi sperano che Trump sia come i presidenti Usa del passato, duri prima di entrare in carica e facili al compromesso coi capitalisti dopo. In tal modo la guerra commerciale diviene un bluff e tutto rimane come prima. I capitalisti sono non solo i membri del Partito comunista cinese, ma anche i capitalisti americani come la compagnia Boeing. che ha fatto una fortuna, la pensano così.

Penso che questa sia un’illusione. Lo stesso Trump non è a corto di soldi e il suo governo viene preso in giro per essere un miscuglio di persone ricche e del mondo militare: ciò rende difficile da realizzare quella alleanza tradizionale fra la politica di controllo del Partito comunista e il grande business. In tal modo Xi Jinping dovrà per forza accettare la guerra commerciale.

Tutti sappiamo che in una guerra commerciale il vincitore è chi controlla il mercato. E come in una gara fra giocatori di scacchi, il risultato si può prevedere. E come l’antico stratega [cinese] dice: calcolare la vittoria prima di entrare in guerra, assicura la vittoria anche dopo. L’unico problema di Trump è all’interno non all’esterno: convincere politici e businessmen a comprendere che la situazione non è facile.

L’entrata in guerra commerciale da parte di Xi Jinping non durerà a lungo e sarà inevitabilmente sconfitto. In Cina il tasso di disoccupazione è in crescita e la situazione non stabile per nulla. A questo punto Xi può avere due reazioni: una è lanciare una guerra per coprire i conflitti interni; l’altra è giungere a un compromesso con gli Stati Uniti accettando regole commerciali eque e proteggendo opportunità di scambio. Io penso che Xi Jinping accetterà il consiglio dei falchi militari cinesi e lancerà una guerra.

Il punto è che Trump si attende qualcosa del genere e [per questo] ha assorbito un largo gruppo di falchi dell’esercito Usa nel suo governo. Così, dopo aver tranquillizzato le relazioni con la Russia, egli spiegherà un grande potere militare nell’Asia dell’est.

Quale obbiettivo sceglierà Xi Jinping? Il Giappone e la Corea del Sud sono alleati degli Usa, con guarnigioni Usa sul territorio e con l’esercito statunitense pronto a intervenire. Se Xi inizia una guerra da qui, rischia di perdere subito.

Anche Vietnam e Taiwan non sono obbiettivi facili. Pur trovando scuse nell’attaccarli, vi sarebbe la denuncia della comunità internazionale che potrebbe perfino venire in soccorso dei due obbiettivi. [In ogni caso] un ritardo della guerra potrà portare caos in Cina.

Anche bloccare il mar Cinese meridionale contro Giappone, Corea del Sud e Taiwan non produrrà nulla. Poche piccole isole [come base] e la forza navale e aerea del regime comunista cinese possono essere sufficienti per trattare con l’aviazione e la marina di piccoli Stati nel Sudest asiatico, ma non sono capaci di opporsi a un assetto di battaglia Usa, con portaerei: queste azioni sarebbero come un prendere in mano dei sassi e distruggere i propri piedi.

Il solo oppositore che può essere sfidato con una buona scusa è la Corea del Nord. Sulla base del risolvere [il problema] del nucleare nordcoreano, questa guerra sarà tollerata e perfino assistita dalla comunità internazionale. Ma non vi è ragione per Usa, Giappone, o Corea del Sud di fermare la Cina o di aiutare la Corea del Nord. Ciò sarebbe contro la volontà della comunità internazionale e non sarebbe la scelta degli Stati Uniti.

L’unica ad essere scontenta sarebbe la Russia. La Corea del Nord è sempre stata una zona di possibile influenza per la Russia. Ma all’ovest della Russia vi è la gran della Nato, come pure lo sguardo vigile delle nazioni est-europee. E’ impossibile per la Russia aiutare la Corea del Nord  e offendere la Cina, come pure [è impossibile] per Xi Jinping prendere le armi contro la Corea del Nord.

Del resto, la Corea del Nord non è un boccone facile. Vi sono state molte persone che si opponevano al regime dinastico dei Kim. Ma sotto l’influenza delle politiche oscurantistiche del Partito comunista, la resistenza contro l’aggressione sotto la bandiera del patriottismo è tuttora molto grande. E se la guerra non finisse presto, potrebbe causare instabilità interna che condurrebbe al collasso del regime in Cina.

Dopo tutte queste analisi, possiamo vedere che per Xi Jinping, scegliere una guerra produrrebbe il risultato o di una sconfitta o di un punto morto. Per questo, la migliore opzione è quella di giungere a un equo accordo commerciale con gli Stati Uniti e iniziare una riforma politica e giuridica. Va detto che l’obbiettivo di Trump non è soffocare il regime comunista, e questo non è nemmeno negli interessi degli Usa. Ciò che Trump vuole è un commercio più equo con la secondo economia al mondo.

Una riforma politica e giuridica è nell’interesse della Cina. Senza la protezione dei diritti umani non vi è incremento dei salari nella classe lavoratrice e quindi nessun ampliamento del mercato interno in Cina. Senza riforma politica e giuridica, non vi è miglioramento per il commercio, per cui le imprese tendono a fuggire in gran numero. Senza l’apertura del mercato, le imprese cinesi non possono introdurre in fretta tecnologie e organizzazioni avanzate e rischiano di non essere capaci di adattarsi alla competizione in una situazione di commercio equo.

Perciò, al di là di chi potrà essere al potere, il veloce raggiungimento di un equo accordo commerciale con gli Stati Uniti è l’unica soluzione per la Cina.

Dalla struttura delle melagrane pile 10 volte più efficienti

Scritto da: Mariangela Martellotta
Fonte: https://www.architetturaecosostenibile.it/green-life/energie-rinnovabili/melagrane-pile-792/

Presso l’Università di Stanford degli ingegnosi studiosi, in collaborazione con il  National Accelerator Laboratory del DOE, hanno progettato un elettrodo che, simulando la struttura della melagrana, è capace di immagazzinare fino a dieci volte l’energia che le pile riescono normalmente ad accumulare.

Nasce dalla melagrana l’ispirazione per l’innovativa batteria più leggera, che rende dieci volte di più delle tradizionali batterie.

PRODURRE ENERGIA PULITA DALLA FRUTTA

Il professor Yi Cui, associato all’Università di Stanford e capo del team di ricerca, spiega così questa invenzione: “Abbiamo di fronte ancora un paio di sfide, ma questo design ci porta ad un passo dall’utilizzare anodi di silicio in piccole batterie, più leggere e più potenti di quelle attuali, per prodotti come telefoni cellulari, tablet e macchine elettriche. Gli esperimenti hanno mostrato il nostro anodo a melograno funziona ad una capacità del 97 per cento anche dopo 1000 cicli di carica e scarica, collocandosi così ben all’interno della gamma desiderata per operazione commerciale”.

Gli anodi in silicio possono arrivare a memorizzare una carica pari a quasi 10 volte quella della grafite presente nelle tradizionali batterie agli ioni di litio e per ricavare il silicio per il momento si sta valutando di estrarlo dal residuo dell’involucro dei chicchi di riso che sono composti per ben il 20% dalla sostanza organica costituita da diossido di silicio.

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Il silicio è fragile e dunque rischia di deformarsi o addirittura deteriorarsi durante la carica della batteria. Sono le parti di carbonio che tengono insieme le particelle di silicio e formano una struttura molto simile ai grappoli del melagrana (da questo l’idea del frutto) consentendo un facile passaggio per le correnti elettriche. I primi esperimenti hanno dimostrato che questo tipo di struttura ideata in laboratorio risulta la migliore dal punto di vista tecnico.

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Il risultato dei test dà ampi margini di guadagno sulle batterie alla melagrana ma è la loro realizzazione che ancora deve essere messa a punto per diventare poco onerosa. Occorrerà innanzi tutto semplificare  il processo e trovare una fonte meno costosa per il nano silicio e quindi le batterie che si ispirano al melograno potranno finalmente entrare in commercio.

Queste eco-batterie dopo oltre 1000 cicli di ricarica hanno una resa energetica ancora pari al 97% e la loro durata è stimata di tre anni: decisamente notevole se paragonata alle batterie al litio oggi in commercio con le più comuni tecnologie portatili.

Fedor Dostoevskij

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1336&biografia=Fedor+Dostoevskij

Fedor Dostoevskij

Lo scrittore russo Fedor Mikhailovic Dostoevskij nasce a Mosca il giorno 11 novembre 1821, secondo di sette figli. Il padre Michail Andreevic (Michajl Andrevic), di origine lituana, è medico e ha un carattere stravagante nonchè dispotico; il clima in cui cresce i figli è autoritario. Nel 1828 il padre è iscritto assieme ai figli nel “libro d’oro” della nobiltà moscovita.

La madre Marija Fedorovna Necaeva, proveniente da una famiglia di commercianti, muore nel 1837 a causa della tisi: Fedor viene iscritto alla scuola del genio militare di Pietroburgo, pur non avendo nessuna predisposizione per la carriera militare.

Nel 1839 il padre, che si era dato al bere e che maltrattava i propri contadini, viene ucciso probabilmente da questi ultimi.

Con il suo carattere allegro e semplice la madre aveva educato il figlio all’amore per la musica, la lettura e la preghiera.

Gli interessi di Fedor sono per la letteratura e, terminati gli studi di ingegneria militare, abbandona questo settore rinunciando alla carriera che il titolo gli offrirebbe; i pochi soldi che possiede sono il ricavato dei suoi lavori di traduzione dal francese.

Lotta contro la povertà e la salute cagionevole: inizia a scrivere il suo primo libro, “Povera gente”, che vede la luce nel 1846 e che avrà importanti elogi critici. Nello stesso periodo conosce Michail Petrasevkij, convinto sostenitore del socialismo utopistico di Fourier, conoscenza che influenza la stesura del suo primo lavoro.

Nel 1847 si manifestano gli attacchi epilettici di cui lo scrittore soffrirà per tutta la vita.

Dostoevskij inizia a frequentare i circoli rivoluzionari: nel 1849 viene arrestato e imprigionato nella fortezza di Pietro e Paolo con l’accusa di cospirazione; si ritiene che faccia parte di una società segreta sovversiva guidata da Petrasevskij. Dostoevskij viene condannato insieme ad altri venti imputati alla pena di morte mediante fucilazione. E’ già in posizione per la propria esecuzione quando giunge un ordine dell’imperatore Nicola I che cambia la condanna in quattro anni di lavori forzati. Dostoevskij parte così per la Siberia.

La dura esperienza lo segna fisicamente e moralmente. Terminata la pena viene mandato a Semipalatinsk in qualità di soldato semplice; dopo la morte dello zar Nicola I diventerà ufficiale. Qui conosce Marija, già moglie di un compagno; si innamora di lei: la sposerà nel 1857 quando questa rimarrà vedova. Per motivi di salute nel 1859 Dostoevskij viene congedato e si trasferisce a Pietroburgo.

Torna così alla vita letteraria: durante l’estate inizia a scrivere il suo secondo romanzo, “Il sosia”, storia di uno sdoppiamento psichico. Il lavoro non raccoglie il consenso del primo romanzo; nel novembre succesivo scrive, in una sola notte, “Romanzo in nove lettere”.

Fedor Dostoevskij muore il 28 gennaio 1881, in seguito ad un peggioramento dell’enfisema polmonare di cui è affetto. La sua sepoltura, nel convento Aleksandr Nevskij, è accompagnata da una folla immensa.

Tra le sue opere più note vi sono “Memorie dal sottosuolo“, “Delitto e castigo“, “L’idiota”, “Il giocatore”, “I fratelli Karamazov“.

Succo di mirtillo: 13 proprietà e benefici

Fonte: http://www.naturopataonline.org/alimentazione/frutta-e-verdura/16230-succo-di-mirtillo-13-proprieta-e-benefici.html

Il succo di mirtillo contiene tutte le proprietà nutrizionali del frutto, è semplice da consumare senza che ne perda le fonti ricche di antiossidanti, vitamine e Sali minerali.

I Mirtilli sono uno dei frutti più amati nel Nord America e diverse sono le sue specie dei mirtilli, sono originari del Nord America. Fino ad oggi, gli Stati Uniti si coltiva ed esporta oltre la metà del consumo globale di mirtilli. (La prossima grande percentuale della produzione mondiale – circa il 30% – appartiene anche al Canada, un paese del Nord America).

I 13 benefici del succo di mirtillo

mirtilli

Considerato un estratto superfood antiossidante, e il succo di mirtillo è uno dei modi migliori per ottenere la massima quantità di sostanze nutritive con il migliore sapore. Questo perché le loro sostanze nutritive – tra cui vitamine, antiossidanti ed enzimi – subiscono danni se esposti a temperature (350 ° F / 175 ° C e superiori) utilizzati nella cottura.

  1. Aiuta a bruciare grassi più in fretta: uno studio compiuto dalla University of Michigan ha evidenziato che il succo di mirtillo può incidere sulla perdita del peso (1). Un test su ratti, a prescindere dal tipo di dieta effettuaata, i ricercatori hanno scoperto che il nostro corpo memorizza l’impatto che i mirtilli hanno sul corpo in relazione all’assorbimento degli zuccheri. Questa ricerca deve ancora procedere su test su uomini, ma esistono altri studi che confutano simili risultati.
  2. Efficace contro diarrea e costipazione: Grazie al contenuto di fibre solubili, il succo di mirtilli promuove la regolarità di corpo. Agisce positivamente in relazione al sistema digestivo, riducendo infiammazioni, grazie alla presenza dei tannini nel succo di mirtillo.
  3. Utile per le infezioni del tratto urinario: Frutti di bosco come mirtilli e mirtilli rossi, sono molto utili per alleviare e prevenire le infezioni del tratto urinario grazie ai suoi principi attivi. Tale beneficio è sempre dovuto ai tannini, composti che impediscono ai batteri Escherichia coli di attaccarsi alla parete della vescica e del tratto urinario (3).
    In tal caso però è bene non eccedere nel consumo di succo di mirtillo perché ricco di zuccheri e potrebbe peggiorare la situazione.
  1. Proteggono dal cancro ovarico: uno dei fitonutrienti presenti nel succo di mirtilli è un flavonoide chiamato Una straordinaria ricerca scientifica condotta dal Nurses Health Study e durata dal 1984 e il 2002 con ben 60.000 donne coinvolte ha evidenziato che tra queste, coloro che possedevano una dieta più ricca di kaempferol ha avuto una riduzione del 40% del rischio di cancro ovarico.
  2. Rallentare il processo di invecchiamento: Grazie al suo alto numero di antiossidanti, il succo di mirtillo può aiutare a combattere i danni creati radicali liberi, con la conseguente accelerazione del processo d’invecchiamento, anche chiamato Stress ossidativo (5). Sempre in uno studio, i partecipanti hanno consumato il succo di mirtillo in combinazione con succo di mela per quattro settimane. I ricercatori hanno scoperto che il danno ossidativo del DNA, che promuove l’invecchiamento e aumenta il rischio di cancro è stato ridotto del 20%.
  1. Aumenta la performance fisica: dopo un intenso allenamento, i muscoli possono molto spesso risultati stanchi e doloranti, ma questo affaticamento muscolare può essere migliorata con il consumo di succo di mirtillo. I Mirtilli possono aiutare a ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo sui muscoli (6).
  2. Migliora la vista: Gli antiossidanti nei mirtilli possono aiutare nella salute degli occhi, prevenendo danni dei radicali liberi per gli occhi e le conseguenti problemi di visione. Mirtilli sono anche un aiuto per la pressione arteriosa, che è un fattore che contribuisce alla perdita della vista (7).
  3. Ricco di antiossidanti: i mirtilli sono noti per offrire la più alta quantità di antiossidanti, rispetto ad altri frutti. Oltre a combattere i radicali liberi, gli antiossidanti sono stati collegati a un migliore stato di salute (8).
  4. Abbassa la pressione alta: Alcune ricerche hanno correlato il consumo di succo di mirtillo a una riduzione della pressione sanguigna. Dopo otto settimane di consumare 50 grammi di mirtilli al giorno, pazienti ad alto rischio di malattie cardiache sperimentato 4-6% diminuzione della pressione alta (9).
  5. Riduce il deficit cognitivo: I radicali liberi e lo stress ossidativo possono danneggiare il cervello, ma gli antiossidanti contenuti nel succo di mirtillo possono aiutare a combatterli, contribuendo così a migliorare la salute del cervello. Uno studio della durata di sei anni costituito da 16.010 anziani ha trovato che il consumo di mirtilli e fragole ritardate deficit cognitivo di 2,5 anni.
  6. Incrementa la capacità d’apprendimento: sebbene i dati offerti siano ancora nelle fasi iniziali, i ricercatori hanno scoperto che quando introdotti nell’alimentazione delle cavie, i mirtillo migliorano le capacità d’apprendimento e motorie e degli animali, con netti miglioramenti (11).
    Questa scoperta potrebbe essere utile per la ricerca sui benefici per la salute di mirtilli in termini di condizioni legate all’età come il morbo di Alzheimer o la demenza (12).
  7. Influisce positivamente sulla salute del colon: uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry ha indicato che i composti fenolici presenti nei mirtilli potrebbero inibire la diffusione delle cellule tumorali del colon (13).
  8. Potrebbe influire positivamente contro diverse forme di cancro: mentre provenienti quasi esclusivamente sotto forma di studi di laboratorio su cellule umane o studi su animali di laboratorio, il succo di mirtillo è al centro delle ricerche scientifiche degli ultimi anni, focalizzate sui suoi possibili benefici antitumorali.

Come preparare il succo di mirtillo

Il succo di mirtillo fatto in casa è una di quelle delizie casalinghe a cui noi non dovremmo mai rinunciare, ad ogni occasione. Ma perché comprare una bottiglia di succo di mirtillo quando possiamo prepararlo noi molto facilmente in casa?

Il segreto per un succo di mirtillo ideale è la scelta oculata dei mirtilli, che devono essere solidi e paffuti, senza macchie bianche, che possono indicare la presenza di muffa. Tenete conto però che i mirtilli raggrinziti sarebbero da evitare, essendo già troppo vecchi, sempre per ottenere la massima qualità dal frutto.

Anche se le varietà più piccole posseggono un sapore più ricco, hanno meno della quantità di antiossidanti presenti in quelle più grandi che sono stati coltivati. Inoltre i mirtilli coltivati ​​sono facilmente disponibili durante tutto l’anno

  • In un colino di metallo depositiamo i mirtilli, risciacquiamo i mirtilli a sufficienza per rimuovere eventuali residui di pesticidi, la sporcizia del suolo, insetti, ed anche altri tipi di detriti. Agitiamo a sufficienza il colino durante il risciacquo.
  • In un frullatore o estrattore inseriamo i mirtilli e spremiamoli fino a ottenere un composto omogeneo.
  • Se desiderate bere il succo di mirtillo gelato, specialmente durante una calda estata, invece di aggiungere cubetti di ghiaccio al succo di mirtilli fatta in casa, congelate direttamente del succo di mirtillo da utilizzare, in modo da non diluire con l’acqua il succo stesso.
  •  Indossate guanti quando preparate il succo di mirtillo perché può causare macchie

Glifosato: parte la raccolta firme per la messa al bando

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/glifosato-bando-raccolta-firme.php

 

glifosato

È partita la raccolta firme online europea per mettere al bando il glifosato che, secondo un nuovo studio, provoca anche gravi danni al fegato

È partita la raccolta firme online europea per chiedere alla Commissione Ue la possibilità per gli Stati membri di mettere al bando il glifosato, riformando la procedura di approvazione dei pesticidi. A proporla son 15 realtà europee tra cui Greenpeace e il Network europeo contro i pesticidi. L’iniziativa dei cittadini durerà un anno.

Il glifosato è il pesticida (più precisamente un erbicida) più diffuso al mondo ed è utilizzato soprattutto in agricoltura. Nel novembre 2015 l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) dichiara “improbabile che il glifosato ponga un rischio di cancerogenicità per l’uomo”. A marzo 2015, invece, lo Iarc aveva definito il pesticida “probabilmente cancerogeno per l’uomo”.

Nel giugno 2016 la Commissione Europea decide di estendere in via provvisoria l’autorizzazione del glifosato per 18 mesi, in attesa entro il 2017 del parere dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) sugli effetti della sostanza per la salute umana e per l’ambiente. Il Parlamento Ue, pochi mesi prima, aveva chiesto all’Esecutivo di limitare a 7 anni il rinnovo dell’autorizzazione, raccomandando agli Stati membri di limitare o vietare la vendita del glifosato per usi non professionali. Il Parlamento evita cosí la totale messa al bando  dell’erbicida (prevista nella risoluzione della Commissione Ambiente su cui era stato chiamato a votare )  ma chiede chiarimenti all’Efsa invitandola a pubblicare tutte le evidenze scientifiche usate per classificare l’erbicida come “probabilmente non cancerogeno”.

In Germania in 14 marche note di birra (Beck’s, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, König Pilsener e Jever) vengono riscontrati livelli di glifosato superiori a quelli consentiti nell’acqua.

A luglio 2015 Aiab e Firab lanciano il manifesto “Stop Glifosato” in cui “chiedono a Governo, Ministeri competenti e Parlamento di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica”, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato. Viene chiesto inoltre alle Regioni di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso evitando di premiare e promuovere “l’uso sostenibile di prodotto cancerogeno”.

Un nuovo studio pubblicato di recente sulla rivista scientifica Nature dimostra un nesso causale tra l’esposizione al glifosato e l’insorgere di gravi malattie del fegato. Secondo i ricercatori il consumo di basse dosi di glifosato prolungato neltempo può causare danni alle cellule del fegato, gravi malattie come la steatosi non alcolica e persino la necrosi del fegato.

Il misterioso uomo di metallo di Falkville

Fonte : http://www.sogliaoscura.org/misterioso-uomo-metallo-falkville/

Mancava poco alle 22:00 del 17 ottobre 1973 quando Jeff Greehaw, il giovane capo della polizia della piccola cittadina di Falkville (Alabama), ricevette una concitata chiamata telefonica.
Una donna, residente nell’area rurale, segnalava che una nave spaziale era appena atterrata in un campo lì vicino.

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Jeff Greehaw

Il poliziotto prese una macchina fotografica e si recò in auto nell’area indicata che raggiunse in pochi minuti.
L’astronave non c’era più ma vide una sorta di alieno, in una strana armatura di metallo, avvicinarsi a lui.

La descrizione fatta successivamente da Greehaw e riportata dal giornalista B.J. Booth è molto chiara:
“It looked like his head and neck were kind of made together… he was real bright, something like rubbing mercury on nickel, but just as smooth as glass. different angles give different lighting… when I saw him standing in the middle of the road I immediately stopped the car and asked if he was a foreigner, but no sound came out of his mouth.”
(“Sembrava che la sua testa e il tuo collo fossero ‘fusi’ insieme… Era luminoso, simile al mercurio sul nickel, ma liscio come vetro. A seconda di come lo si guardava, aveva una lucentezza differente… Quando lo vidi al centro della strada fermai immediatamente l’auto e chiesi se fosse uno straniero, ma nessun suono usci dalla sua bocca”).

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Alieno di Falkville – 1

Il capo della polizia scattò alcune fotografie ma quando puntò contro la luce dei fari, il misterioso essere cominciò ad allontanarsi a gran velocità.
L’uomo lo inseguì in auto, accelerando sul terreno accidentato fino a 35 miglia orarie, ma l’incredibile alieno lo distanziò con rapidità, per poi scomparire dalla sua vista.

Jeff Greehaw, oltre ad aver reso disponibili le fotografie scattate, ha fornito ulteriori informazioni e cioè:

  • Presenza di una sorta di antenna sulla testa
  • Movimento ‘meccanico’
  • Altezza paragonabile a quella di un bambino o di una scimmia.

Dopo lo straordinario incontro, non sono stati segnalati altri avvistamenti del ‘Metal Man’, come ormai è stato ribattezzato a Falkville.

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Alieno di Falkville – 2

Trovato a Gela un megalite usato come calendario solare

Fonte: https://ilfattostorico.com/2017/01/06/trovato-a-gela-un-megalite-usato-come-calendario-solare/

La Repubblica

La Sicilia

Il gruppo di amici che ha fatto la scoperta (La Sicilia)

Il gruppo di amici che ha fatto la scoperta (La Sicilia)

 

 

 

 

 

 

Ad appena dieci chilometri dalla città di Gela, in Sicilia, un gruppo di quattro appassionati di archeologia è riuscito a identificare una nuova “pietra calendario”, una pietra forata in grado di segnare lo scorrere delle stagioni e degli anni. Un esperimento ha dimostrato che nel giorno del solstizio d’inverno, quando il Sole è allo zenit, la luce si staglia all’interno del foro.

«È stata un’impressione molto forte, potente. L’equazione con la “pietra forata” di San Cipirello è immediata», ha commentato l’archeologo Ferdinando Maurici, direttore del museo di Terrasini (Palermo).

Il megalite sarebbe stato forato dagli uomini nel periodo preistorico probabilmente tra il VI e il III millennio a.C.

(La Repubblica)

La pietra si trova nelle campagne di Gela, in contrada Cozzo Olivo, poco lontano dalle necropoli preistoriche di Grotticelle, Ponte Olivo e Dessueri (La Repubblica)

La scoperta è opera di quattro appassionati di archeologia: Giuseppe La Spina, Michele Curto, Mario Bracciaventi e Vincenzo Madonia. Il quotidiano La Repubblica racconta che il gruppo di amici stava effettuando un sopralluogo ai “bunker anti-scheggia” (le casematte della seconda guerra mondiale) con l’obiettivo di realizzare percorsi di studio da proporre alle scuole. La Spina, dopo aver individuato la pietra forata, aveva preso contatto con Alberto Scuderi, direttore regionale dei Gruppi archeologici d’Italia, e lo scorso 21 dicembre è stata effettuata una verifica scientifica.

In occasione del solstizio d’inverno si è dato inizio all’esperimento, con l’ausilio di bussola, macchine fotografiche e videocamera installata su un drone. «Alle 7,32 il Sole ha illuminato in modo perfetto la pietra forata. Mentre il drone si avvicinava, mantenendo il più possibile l’asse a 113 gradi è stato filmato quel fascio di luce che attraversava il foro proiettandosi sul terreno», raccontano i componenti del gruppo che ha partecipato alla verifica. «Ciò che riusciamo a registrare da terra è sorprendente – scrivono gli scopritori – l’esperimento è riuscito».

Nel corso della conferenza stampa tenutasi al Museo archeologico di Gela, Andrea Orlando (astrofisico dell’Università di Catania e direttore dell’Istituto di Archeoastronomia di Sicilia) ha dichiarato: «È punto di partenza e non di arrivo. Abbiamo visto la pietra, ha al centro un foro che non sappiamo se è naturale o artificiale. Di certo presenta un orientamento speciale, ad est, in cui si trova un angolo speciale a 120 gradi che in gergo tecnico è un azimut che indica un punto preciso, l’alba al solstizio d’inverno».

Il megalite di San Cipirello (gioburgio.wordpress.com)

Il megalite di San Cipirello (gioburgio.wordpress.com)

Orlando ha inoltre annunciato l’istituzione di un comitato di studi aperto a ogni scienziato e ricercatore che voglia impegnarsi nella verifica dei dati etno-andropologici, geologici e archeologici. Un invito personale sarà inviato a uno dei massimi esperti mondiali del settore, il prof. Giulio Magli del Politecnico di Milano. «E se non troveremo in Italia i fondi per queste ricerche – ha detto Orlando – inviteremo le università straniere a finanziarci».

Le ricerche saranno estese a un’area molto vasta. Scuderi intanto ha rivelato che «testimonianze della presenza umana dell’Età del bronzo antico sono state già scoperte attraverso il ritrovamento, da parte dei quattro appassionati gelesi, di una necropoli finora mai censita» e poi attraverso numerosi frammenti di vasellame e di «una ciotola-attingitoio». Tutto è stato segnalato e consegnato al museo archeologico di Gela.

Bravi, odiate Trump. Per la Cia sarà più facile assassinarlo

Fonte: http://www.libreidee.org/2017/01/bravi-odiate-trump-per-la-cia-sara-piu-facile-assassinarlo/

Il breve discorso inaugurale del presidente Trump è stato una dichiarazione di guerra contro tutto l’establishment americano al potere. Tutto. Trump ha reso abbondantemente chiaro che i nemici degli americani sono proprio qui in casa: globalisti, economisti neoliberisti, neoconservatori e altri unilateralisti abituati ad imporre gli Stati Uniti nel mondo, che ci coinvolgono in costose guerre senza fine, e politici che servono l’establishment al potere piuttosto che gli americani; a dirla tutta, l’intera cupola di interessi privati che ha portato l’America allo sfinimento mentre gli interessati si arricchivano. Se si può dire la verità, il presidente Trump ha dichiarato guerra a se stesso, una guerra per lui molto più pericolosa che se avesse dichiarato guerra alla Russia o alla Cina. I gruppi di interesse designati da Trump come “Il Nemico” sono ben radicati e abituati a stare al potere. Le loro potenti reti di relazioni sono ancora al loro posto. Anche se ci sono maggioranze repubblicane sia alla Camera che al Senato, la maggior parte dei rappresentati del Congresso è tenuta a rispondere ai gruppi di interesse al potere che finanziano le loro campagne, e non al popolo americano e al presidente.

Il complesso militare/della sicurezza, le multinazionali che delocalizzano, Wall Street e le banche, non cederanno a Trump. Né lo faranno i media prezzolati, che sono di proprietà dei gruppi di interesse il cui potere viene sfidato da Trump. Trump ha Paul Craig Robertschiarito che sta dalla parte di ogni americano, nero, marrone e bianco. Pochi dubbi sul fatto che la sua dichiarazione di inclusività e apertura verrà ignorata dagli odiatori della sinistra, che continueranno a chiamarlo razzista, come già stanno facendo, mentre scrivo, i manifestanti pagati 50 dollari all’ora. In effetti, la leadership nera, per esempio, è educata al ruolo della vittima, ruolo al quale le sarebbe difficile sfuggire. Come si fa a mettere insieme persone alle quali per tutta la vita è stato insegnato che i bianchi sono razzisti e che loro sono vittime dei razzisti? Lo si può fare? Ho partecipato ad un breve programma su “Press Tv”, nel quale avremmo dovuto commentare il discorso inaugurale di Trump. L’altro commentatore era un nero americano, da Washington Dc. Il carattere inclusivo del discorso di Trump non gli ha fatto nessuna impressione, e l’ospite della trasmissione era interessato solo a mostrare le proteste dei manifestanti al fine di screditare l’America. Così tante persone hanno un interesse economico a parlare in nome delle vittime e a dire che l’apertura di Trump toglie loro lavoro.

Quindi insieme ai globalisti, alla Cia, alle multinazionali che delocalizzano, alle industrie degli armamenti, all’establishment Nato in Europa, e ai politici stranieri abituati a essere pagati profumatamente per sostenere la politica estera interventista di Washington, si schiereranno contro Trump anche i leader dei gruppi vittimizzati, i neri, gli ispanici, le femministe, i clandestini, gli omosessuali e i transgender. Questa lunga lista ovviamente include anche i bianchi liberal, convinti che l’America da una costa all’altra sia abitata da bianchi razzisti , misogini, omofobi, e svitati amanti delle armi. Per quanto li riguarda, questo 84% della geografia degli Stati Uniti dovrebbe essere messo in quarantena o seppellito. In altre parole, rimane abbastanza buona volontà nella popolazione per consentire a un presidente di riunire il 16% che odia l’America con l’84% che la ama? Considerate le forze che Trump si trova contro. I leader neri e ispanici hanno bisogno del vittimismo, perché è quello che conferisce loro reddito e potere. Guarderanno con sospetto all’apertura di Trump. La sua inclusività è un bene per i neri e gli ispanici, ma non per i loro leader.

I dirigenti e gli azionisti delle multinazionali sono arricchiti dalla delocalizzazione del lavoro che Trump dice che riporterà a casa. Se tornano i posti di lavoro, se ne andranno i loro profitti, i bonus e le plusvalenze. Ma tornerà la sicurezza economica della popolazione americana. Il complesso militare e della sicurezza ha un bilancio annuale di 1.000 miliardi che dipende dalla “minaccia russa”, minaccia che Trump dice di voler sostituire con una normalizzazione dei rapporti.  L’assassinio di Trump non può essere escluso. Molti europei devono il proprio prestigio, il proprio potere, e i propri redditi alla Nato, che Trump ha messo in discussione. I profitti del settore finanziario derivano quasi interamente dalla schiavitù del debito cui sono sottoposti gli americani e dal saccheggio delle loro pensioni private e pubbliche. Il settore finanziario con il suo agente, la Federal Reserve, può distruggere Trump con una crisi finanziaria. La Federal Reserve di New York ha una sala operativa completa. Può mandare nel caos qualsiasi mercato. O sostenere qualsiasi mercato, perché non vi è alcun limite alla sua capacità di creare dollari.

L’intero edificio politico degli Stati Uniti si è completamente isolato dal volere, dai desideri e dalle esigenze del popolo. Ora Trump dice che i politici risponderanno al popolo. Questo, naturalmente, significherebbe un forte colpo alla continuità dei loro incarichi, al loro reddito e alla loro ricchezza. C’è un gran numero di gruppi, finanziati da non-sappiamo-chi. Ad esempio, oggi RootsAction ha risposto al forte impegno di Trump di stare al fianco di tutto il popolo contro l’Establishment al Potere, con la richiesta al Congresso “di incaricare la Commissione Giustizia della Camera per un’iniziativa di impeachment” e di inviare denaro per l’impeachment di Trump. Un altro gruppo di odio, Human Rights First, attacca la difesa di Trump dei nostri confini in quanto chiude “un rifugio di speranza per coloro che fuggono dalle persecuzioni“. Pensateci per un minuto. Secondo le organizzazioni liberal-progressiste di sinistra e i gruppi di interesse razziali, gli Stati Uniti sono una società razzista e il presidente Trump è un razzista. Eppure, le persone soggette al razzismo americano fuggono dalle persecuzioni verso l’America, dove subiranno persecuzioni razziali? Non ha senso. I clandestini vengono qui per lavoro. Chiedete alle imprese di costruzione. Chiedete ai mattatoi. Chiedete ai servizi di pulizia nelle aree turistiche.

La lista di quelli a cui Trump ha dichiarato guerra è abbastanza lunga, anche se se ne potrebbero aggiungere degli altri. Dovremmo chiederci perché un miliardario di 70 anni con imprese fiorenti, una bella moglie, e dei figli intelligenti, sia disposto a sottoporre i suoi ultimi anni alla straordinaria pressione di fare il presidente con il difficile programma di riportare il governo nelle mani del popolo americano. Non c’è dubbio che Trump ha fatto di sé stesso un bersaglio. La Cia non ha intenzione di mollare il colpo e andare via. Perché una persona dovrebbe farsi carico dell’imponente ricostruzione dell’America che Trump ha dichiarato di voler fare, quando poteva invece trascorrere i suoi ultimi anni godendosela immensamente? Qualunque sia la ragione, dovremmo essergli grati per questo, e se è sincero lo dobbiamo sostenere. Se viene assassinato, dobbiamo prendere le armi, radere al suolo Langley [sede centrale della Cia] e ucciderli tutti. Se avrà successo, merita il titolo: Trump il Grande! La Russia, la Cina, l’Iran, il Venezuela, l’Ecuador, la Bolivia, e qualsiasi altro paese sulla lista nera della Cia dovrebbe capire che l’ascesa di Trump non basta a proteggerlo. La Cia è una organizzazione a livello mondiale. I suoi redditizi affari forniscono delle entrate indipendenti dal bilancio degli Stati Uniti. L’organizzazione è in grado di intraprendere azioni indipendentemente dal presidente o anche dal proprio direttore. La Cia ha avuto circa 70 anni per consolidarsi. Ed esiste ancora.

(Paul Craig Roberts, “La dichiarazione di guerra di Trump”, dal sito di Craig Roberts del 20 gennaio 2017, post tradotto e ripreso da “Voci dall’Estero”).

John Ruskin

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2699&biografia=John+Ruskin

John Ruskin

ohn Ruskin nasce a Londra l’8 febbraio del 1819. La sua famiglia è di origine scozzese e sin da piccolo John, che è figlio unico, riceve una rigida educazione religiosa di stampo puritano. L’attenzione materna nei suoi confronti è tale da divenire in alcuni momenti addirittura soffocante. La madre ne coltiva, però, allo stesso tempo, le inclinazioni artistiche iscrivendolo a lezioni private anche di sport. A soli sei anni, segue i suoi genitori in giro per l’Europa: sarà con loro a Parigi, a Bruxelles, in Fiandra, nelle zone del Reno e in Svizzera.

Trasferitosi ad Oxford per frequentare i corsi universitari, non si libera della presenza materna: la madre lo segue persino nella sua nuova città di residenza. Il periodo giovanile di Ruskin è turbato da un’unica sofferenza: un amore non corrisposto. Questo episodio finisce per essere, però, un’importante lezione di vita per il giovane che, altrimenti, avrebbe sicuramente acquisito una ingiustificata, eccessiva sicurezza dovuta all’adorazione dei suoi familiari.

Nel 1840, come è tradizione per i figli di famiglie abbienti, compie il suo primo viaggio in Italia, descritto in un diario, frutto di una cernita delle sue pagine autobiografiche scritte in un periodo compreso tra il 1836 e il 1874.

Pubblica la sua prima opera nel 1843: si tratta di un’appassionata difesa della pittura di Turner “Modern Painters”, pubblicata anonima. I due intratterranno un’amicizia talmente stretta che, alla morte del pittore, Ruskin ne sarà l’esecutore testamentario. Compie un secondo viaggio nella penisola italiana nel 1845, questa volta però senza i suoi genitori. Il suo soggiorno lo vede per un lungo periodo in Toscana; periodo durante il quale produce i suoi migliori acquerelli. Il soggiorno italiano gli fa comprendere i meriti dell’architettura e dell’arte gotica; sarà lui a far scoprire agli inglesi le bellezze delle città del nord Italia con i testi: “The Seven Lamps of architecture” (1849), “Le pietre di Venezia” (1851-1853).

In maniera molto graduale le sue meditazioni sull’arte lo inducono a formulare delle riflessioni sulla natura umana. In questo periodo comincia anche a maturare la sua personale filosofia anti-utilitaristica. Egli si scaglia contro la nuova civiltà industriale, auspicando un ritorno alle arti gotiche e ai mestieri medievali. Alcuni dei testi che contengono queste sue teorie sono giudicati rivoluzionari e ne viene impedita la pubblicazione. Si tratta dei saggi poi raccolti in un volume dal titolo “Unto this Last” (1860) e “Munera Pulveris” (1872).

L’esposizione completa delle sue idee è contenuta nelle venticinque lettere che compongono il testo “Time and Tide”. Le sue idee non rimangono però lettera morta ed egli si impegna a far seguire alla formulazione anche i fatti: sovvenziona infatti case operaie modello, cooperative, musei, costruzioni di strade. Il tutto è possibile grazie alle cospicue somme ereditate dal padre che gli consentono anche la fondazione di una sorta di comunità di lavoratori: Guild of St.George.

Purtroppo l’esperimento non ha vita lunga e fallisce dopo pochi anni, ma Ruskin continua con l’attività di propaganda delle sue idee tramite anche l’attività di professore universitario ad Oxford. Nel 1847, su consiglio della sua famiglia che avrebbe voluto domarne il carattere un po’ irrequieto, sposa la figlia di un cliente del padre, Effie Grey. Il matrimonio non ha l’esito sperato, e dopo sette anni i due ottengono l’annullamento, pare con grande sollievo di entrambi.

La sua vita amorosa è molto infelice, come confessa lui stesso nei suoi diari. Dopo la separazione dalla moglie, si innamora di una giovane, Rose La Touche, per la quale nutre addirittura degli intenti matrimoniali che vedono la dura opposizione dei genitori di lei. L’impossibilità a sposare la giovane lo getta in depressione, stato d’animo intervallato da esaltanti momenti di estasi, via via più deboli con il passare del tempo.

Ormai in età avanzata, nel 1888, si propone ad un’altra giovane donna, la sua allieva Kathleen Olander. Anche in questo caso l’intervento dei genitori della ragazza impedisce le nozze, gettando Ruskin in uno stato depressivo dal quale non si risolleverà più. Dopo la morte della madre si ritira a Brantwood, continuando però la sua attività di critica e di ricerca.

Continua anche ad insegnare ad Oxford, e tra i suoi allievi vi è anche un giovane Oscar Wilde.

Negli ultimi anni della sua vita comincia ad avere problemi di lucidità mentale, riesce però a scrivere la sua autobiografia “Praeterita”. John Ruskin muore a causa di una influenza il 20 gennaio del 1900 a Brantwood, all’età di 80 anni.

Di lui dice Benedetto Croce: “Temperamento d’artista, impressionabile, eccitabile, volubile, ricco di sentimento dava tono drammatico e forma apparente di teoria, in pagine leggiadre ed entusiastiche ai suoi sogni e capricci“.