La droga, strumento geopolitico degli USA

Scritto da: C. Pereyra Mele
Traduzione:  V. Paglione per http://sitoaurora.altervista.org/Impero/impero001.htm

Da ormai molti anni si è a conoscenza dell’enorme spesa della Difesa nordamericana (che rappresenta il 50% del totale del bilancio della difesa nel mondo), la quale è lo strumento della sua politica estera dai tempi di Reagan fino ad ora; ma il finanziamento delle agenzie dello spionaggio americano, il quale non si riduce alla sola CIA, bensì a moltissime altre strutture che ammontano a circa sedici, hanno un lato scuro, ovvero quello delle loro fonti di finanziamento, le quali vanno oltre i controlli delle amministrazioni formali (seguendo il discorso che nessuno può eseguire una revisione contabile su Dio e questi organismi credono di essere Dio per quanto concerne la “difesa” degli USA e dell’Occidente), questo “finanziamento extra” si localizza negli affari che procura il traffico della droga (verso la quale dicono di combattere), e inoltre sono questi organismi quelli che organizzano e affiancano questo affare della morte con la complicità dei grandi gruppi finanziari anglosassoni (mediante i loro “paradisi fiscali”).
Effettuare affermazioni del genere equivale ad essere qualificato come “seguace” delle “teorie del complotto” e in questa forma si cela la realtà con tutti i suoi affari, poiché per occultare la verità delle loro azioni hanno a disposizione la versione Hollywoodiana del canale satellitare History Channel, per giustificare le loro spie. L’antefatto più vicino per cercare questo metodo di conquista geopolitico lo possiamo trovare nella politica dell’impero inglese durante la conquista dell’Asia nel XIX, secolo con due guerre per il controllo della produzione, distribuzione e finanziamento dell’opio, in primo luogo con una compagnia privata e, successivamente, direttamente sotto la guida della Corona, come parte della politica colonizzatrice dell’impero britannico; in questa maniera, l’Inghilterra sottopose sotto il suo controllo per primo all’India e dopo alla Cina, distruggendo a milioni di abitanti e rendendoli dipendenti di questa droga micidiale per meglio dominare i loro mercati.
Durante la II Guerra mondiale, la repubblica imperiale nordamericana riorganizzò i suoi servizi d’intelligenza e da quel momento iniziarono i suoi profondi rapporti con la mafia e le droghe per vari fini: il primo fu quello di evitare che si riducesse il suo operato, dal momento che poteva disporre di un proprio finanziamento, senza dipendere dai politici; il secondo, perché così poté aprire dei contatti con il mondo della criminalità dal quale poteva ottenere mano d’opera per compiere i suoi crimini senza dover impiegare la sua équipe di specialisti –rapporti con la mafia italoamericana-; il terzo, perché gestendo il mondo della droga può gestire anche i governi mafiosi del mondo e ciò divenne molto evidente nell’America centrale – appoggiando le dittature e, dopo, con la fine delle stesse, sostenendo gli attuali Maras (bande di fuorilegge) -, ora si sa “ufficialmente” che gli USA equipaggia di armi sofisticate i cartelli messicani. E quarto, perché serve anche a dominare enormi masse della popolazione, istupidendola mediante la tossicodipendenza e, pertanto, rendendola inservibile per qualsiasi proposito di cambiamento della società.
Forse per questa ragione abbiamo varie domande senza risposte: come è possibile che l’iper potenza militare del mondo (USA) con tutto un arsenale di tecnologia infernale controlla solo il 5% della popolazione mondiale, cioè, il proprio paese, e consuma quasi il 60% della droga che si produce nel mondo? E, un’altra domanda, anche questa relazionata con le droghe e l’economia in nero, la quale cominciò ad essere sottoposta sotto la lente d’ingrandimento come conseguenza della crisi finanziaria mondiale che viviamo dal 2009, quando la maggioranza dei paesi provarono, mediante il G20, di far controllare i Paradisi fiscali: perché USA e Inghilterra si opposero a questa richiesta?. Alcune risposte alle nostre domande le troviamo in un rapporto poco divulgato in un articolo apparso nel Russia Today, su documenti nordamericani declassificati appartenenti agli anni settanta e ottanta, poiché quelli più recenti sono inaccessibili, classificati con la dicitura Top Secret: “Più di 8.000 documenti segreti recentemente declassificati negli USA rivelano i rapporti che intrattenne la CIA con i diversi cartelli di droghe nel mondo per finanziare le sue operazioni. L’informazione coincide con quanto denunciato dal giornalista Gary Webb, “suicidato” con due proiettili alla nuca nel 2004”.
La CIA si rivolgeva al narcotraffico per riempire le sue arche e compiere le proprie operazioni clandestine, secondo quanto segnalano alcuni documenti con il timbro federale nordamericano che sono stati declassificati, informa il sito web del Russia Today. Gli oltre 8.000 documenti del Governo federale declassificati dalla Legge dell’Informazione Pubblica svelano i dettagli di questi controversi vincoli. Rapporti appartenenti agli anni ottanta fanno notare che per fronteggiare la presenza militare sovietica in Afganistan, gli USA spesero più di US$ 2.000 milioni per il finanziamento della resistenza afgana mediante i cartelli delle droghe. Questi stessi documenti indicano che anche la CIA era coinvolta con i narcotrafficanti latinoamericani. E come era il giro nella nostra zona diretto verso i mercati finanziari? “Nel panorama nordamericano, il denaro della droga proveniva dal Cono Sud e diventava denaro pulito a Wall Street. In quello latinoamericano, quello stesso denaro, una volta lavato, tornava alla regione sotto forma di fondi per il paramilitarismo”, spiega l’ex agente federale Michael Ruppert.
Questa è la realtà che mettono in luce i documenti declassificati e che riconfermano quanto precedentemente espresso, il problema è che questi documenti fanno riferimento a un epoca trascorsa e tutti sappiamo che il tema delle droghe ha acquisito negli ultimi venti anni un aspetto più che allarmante nei nostri paesi, che può destabilizzare governi, condizionarli o diventare argomento per interventi “militari esterni” per il presunto sradicamento del flagello che distrugge le nostre società: il Messico con oltre 35.000 crimini eseguiti dal cartello in soli due anni. La Colombia con le sue migliaia di uccisi e milioni di dislocati dai paramilitari e le guerriglie finanziate dalla droga. Il Perù con la rinascita di Sendero Luminoso, amministrando la droga nelle zone montagnose e la Bolivia che è permanentemente messa sotto accusa dagli USA, insieme al Venezuela, per essere colpevole del dilagare della doga nelle strade americane ed europee; Argentina e Brasile come produttori a cominciare dalla pasta base e origine degli invii verso l’Europa, sono le realtà con le quali devono lottare quotidianamente i latinoamericani.
Per questa ragione è urgente che i paesi integranti l’UNASUR e del Consiglio per la Difesa Sudamericano, adottino misure congiunte contro il narcotraffico e le sue diramazioni finanziarie (che si svolgono mediante affari bancari e professionali, come quelli dell’industria delle assicurazioni, consulenti finanziari, ragionieri, notai, fondi fiduciari e aziende reali o “fantasma”, che costituiscono meccanismi raggiungibili per sbiancare fondi illeciti con il lavaggio del denaro) con organi propi, perché l’esperienza e i dati che analizziamo, ci portano ad affermare che “La droga è uno strumento geopolitico dell’Impero” per controllare il nostro continente; non restiamo ad aspettare altri 20 anni per leggere nei documenti declassificati come hanno impiegato i “cartelli” per dominarci.

LA CIA FINANZIAVA IL NARCOTRAFICO MONDIALE
Russia Today

Origini della CIA, Polizia US
Fu creata il diciotto dicembre millenovecentoquarantasette dal presidente degli Stati uniti, Harry S. Truman, in sostituzione dell’Office of Strategic Services, operante durante la Seconda guerra mondiale; ha impiegato innumerevoli procedure e agenti dell’Organizzazione dei Servizi Speciali, quest’ultima fondata durante la guerra con missioni di spionaggio e di appoggio alla resistenza dietro le linee tedesche. Nel 1949, gli si conferiscono poteri per indagare senza necessità di autorizzazione giudiziaria, pratiche amministrative e fiscali.
La filosofia dell’organizzazione era quella di dotare il presidente degli USA di un secondo punto di vista elaborato da civili, oltre a quello prodotto dai militari dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale. Per via della grande quantità di ex alunni della Yale University gli si diede il nome in codice di “Campus”. Due dei tre creatori dell’OSS (Ufficio per i Servizi Strategici), provenivano dalla Yale, tra questi Hugh R. Wilson, e uno da Harvard, ma i dati erano gestiti solo da quelli della Yale. Persino il sistema di immagazzinamento dati fu lo stesso a quello della Biblioteca di Yale. Ma alcune delle persone della Yale cominciarono a manifestare dei dubbi morali su questa istituzione, perché consideravano che una organizzazione di quel genere era un affronto per la democrazia americana in tempi di pace. L’Ufficio per i Servizi Strategici (OSS) e l’ufficio d’Intelligenza Navale (ONI), il primo da considerare la madre e il secondo il fratello della CIA, intrattenevano dei rapporti con i dirigenti della mafia italiana, dando inizio a un’opera di reclutamento nei bassi fondi di New York e di Chicago, affinché questi membri, tra i quali si annoverava Lucky Luciano, Meyer Lansky, Joe Adonis e Frank Costello, agevolassero queste agenzie a stabilire contatti con i capi della mafia siciliana, esiliati per colpa di Benito Mussolini.
Obiettivi della CIA:
– Da una parte, evitare il sabotaggio nei porti della costa est degli USA.
– dall’altra, ottenere informazione sulla Sicilia, prima di avviare l’invasione alleata e bloccare l’avanzata del vigoroso Partito Comunista italiano.
Imprigionato a New York, Luciano è graziato per i servizi prestati durante la guerra e viene deportato in Italia, dove comincia a costruire un impero fondato sull’eroina; in un primo momento mediante la diversione delle somministrazioni, provenienti dal mercato legale e, più tardi, creando una serie di collegamenti con i trafficanti libanesi e turchi, affinché gli procurino la morfina per i suoi laboratori siciliani. In quel tempo, la OSS e la ONI, collaborano in stretto contatto con la mafia cinese, che domina la produzione di grandi quantità di oppio, morfina ed eroina, e da quest’ultima sono aiutate per la creazione del terzo punto per il commercio dell’eroina nel dopo guerra, il cosiddetto Triangolo Dorato, una regione formata dalle zone di confine della Tailandia, Birmania, Laos e la provincia cinese dello Yunan.

PERCHÉ LIBERARSI DI SARKOZY È ESSENZIALE PER IL FUTURO DELL’EUROPA MEDITERRANEA

Scritto da : Antonio de Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com/

Cinquantasei anni fa,in Campidoglio, venivano firmati i “trattati di Roma” che davano vita al Mercato Comune Europeo, in virtù del quale, i cittadini e i capitali dei sei paesi fondatori avrebbero potuto circolare e prosperare liberamente in tutti i paesi firmatari dell’accordo.
Oggi, se voglio andare in aereo a Milano, devo sottostare a una serie di perquisizioni che vanno dal ridicolo all’umiliante e si parla di rafforzare l’inquisizione con attrezzature a raggi X che – per decreto- non sono più nocive.
Lo scopo fondativo del MEC era di incrementare il benessere europeo nella pace e nella cooperazione.
Siamo caduti nella più profonda recessione dell’era moderna, grazie a un ” direttorio” di paesi che stanno imponendo regole di pura marca luterana a quella parte di Europa che ha dato la civiltà a loro e al mondo.
Altra finalità conclamata, era difendere i valori della nostra civiltà cristiana e siamo in un sistema in cui il sacro vincolo del matrimonio si può sciogliere in dieci minuti, mentre l’unico rapporto diventato indissolubile è quello di lavoro.

In effetti, dalla caduta del muro di Berlino in poi, il sistema internazionale sembra essere diventato un enigma che anche gli specialisti faticano a decifrare, in realtà , mentre tutto sembra cambiato,
gli equilibri geopolitici essenziali sono rimasti gli stessi del Congresso di Vienna del 1815 in cui un direttorio di paesi si arrogò il potere di voler pilotare le sorti del mondo.
Questa oligarchia di stati – avant’ ieri si chiamava la Santa alleanza, ieri L’Intesa, oggi il G8 o il G20- decide la lista delle priorità del globo ( La prima essendo la conservazione dei privilegi acquisiti con la cacciata di Napoleone) , ghettizza i paesi meno disponibili a subire decisioni cui non sono chiamati a partecipare e punisce i più riottosi con spedizioni militari ” per procura” in cui coinvolge paesi aspiranti a entrare nell’anticamera dell’anticamera del club.
L’autolegittimazione si svolge attorno a termini come ” Occidente” “Democrazia” ” globalizzazione” “Europa” ” Alleanza Atlantica” ” Nazioni Unite” dove in realtà dominano un pugno di stati oligarchi, sempre gli stessi , che raccolgono i tributi con tecniche più sofisticate di quelle degli Unni di Attila, ma con identiche finalità.
Di tutti i problemi mondiali sul tappeto ( ambiente, lavoro schiavistico di donne e bambini in Asia, le migrazioni di massa, il rilancio economico mondiale, la libertà di culto,) nessuno è stato nemmeno avviato a soluzione ed alcuni altri problemi mondiali come il ” trafficking” della prostituzione, il traffico internazionale di droga, il traffico per i trapianti di organi ed altre scandalose e lucrative attività , risultano addirittura più fiorenti nelle zone sottoposte alla diretta influenza delle organizzazioni e delle truppe delle Nazioni Unite e delle “coalizioni dei volenterosi” che queste ispirano.
Inutili, quando non dannosi o causa prima.
L’Unico cambiamento rispetto agli equilibri bicentenari del Congresso di Vienna, è consistito nella licenza di intromissione negli affari interni degli altri stati che USA, Gran Bretagna e Francia si sono autoattribuite negli ultimi anni , inizialmente in dosi omeopatiche ( Granada, Panama, Haiti,), poi in dosi crescenti ( Somalia, Irak, Bosnia, ancora Irak, Libia) , infine in maniera sempre più scoperta, diffusa e delegata a stati vassalli o addirittura a società private.
Dall’avventura semiseria di Granada in poi, gli Stati Uniti contano diciassette interventi armati ufficiali e una mezza dozzina ufficiosi, spesso terminati male ( Georgia, Ucraina, Turkmenistan, Afganistan, Tibet) ma non per questo meno dannosi per la civile convivenza tra i popoli.

Perno dell’ ” adesione Europea” – che in realtà non esiste – alla dottrina dell’”American Century” è la Francia di Sarkozy , che copre con la foglia di fico della tradizione di indipendenza e autonomia della Francia gaullista, le ambizioni di egemonia economica sul mondo degli USA che, con queste strategie intimidatorie, vogliono rinviare l’inevitabile bancarotta finanziaria e morale che li attende, per aver violato tutti i principi dei padri fondatori della Democrazia americana: Hamilton, Madison. Jay.
E’ per queste ragioni che chiunque abbia a cuore le sorti del vecchio continente, deve adoperarsi per contribuire alla sconfitta elettorale di Sarkozy, questo Quisling che con Napoleone condividerebbe unicamente la bassa statura se solo fosse più alto di otto centimetri.
L’Europa deve rifiutare decisamente di essere trascinata in questa sequela di degradanti avventure militari e terroristiche ed affidarsi a classi dirigenti non subalterne agli interessi di stranieri.
Sarkozy rappresenta il servilismo aggressivo e zelota. Vogliamo dialogo e pari dignità con gli alleati per costruire un modello diverso di civiltà, non ammucchiare abitanti sotto la bandiera della Coca-colonizzazione.

Copyright: la bozza dell’AgCom porterà alla chiusura di internet?

Fonte: http://www.agoravox.it/Copyright-la-bozza-dell-AgCom.html

Diritti d’autore ed internet sono un argomento discusso da diversi anni; una regolamentazione, è evidente, appare necessaria. In Francia hanno cercato di risolvere con una legge, la legge Hadopi, che tanto ha fatto e fa discutere.

Solo ieri Calabrò, presidente dell’AgCom, aveva riferito in audizione al Senato, che è compito parlamentare ripensare ad una normativa del copyright:

In una prospettiva di più ampio respiro auspichiamo che il Parlamento nella sua sovranità voglia affrontare le principali questioni aperte che si collocano oltre l’orizzonte dell’azione amministrativa… Ripensare sistematicamente alla disciplina del diritto d’autore nel mondo digitale è un compito che solo le Camere elettive possono intraprendere.

E ancora:

Dato che il diritto d’autore travalica le frontiere, la sede più appropriata per una tale normativa sarebbe quella europea se non addirittura l’Onu.

Eppure stamani Anna Massera ha pubblicato su La Stampa quella che potrebbe essere (ma è ancora tutto da confermare) la bozza sul diritto d’autore online, un punto in particolare sembra avvicinare pericolosamente la bozza alla legge francese, questione sollevata qui da Fabio Chiusi:

In caso di accertata inottemperanza agli ordini e diffide impartite dall’Autorità ai sensi del regolamento di cui al comma 1, si applicano le sanzioni previste dall’articolo 1, commi 30 e 31, della citata legge 31 luglio 1997, n. 249. Nei casi di particolare gravità o di reiterazione delle condotte illecite, l’Autorità inoltre dispone la disabilitazione dell’accesso al servizio o, solo se possibile, ai contenuti resi accessibili in violazione della legge 22 aprile 1941, n. 633.

Il rischio di una legge Hadopi all’italiana sembra concreto visto che la violazione della normativa può comportare la disconnessione da internet (bloccando quindi il singolo utente) o l’interdizione ad un determinato sito.

Questa interpretazione della bozza è stata data direttamente da Marco Scialdone, responsabile del team legale di AgoràDigitale, il quale ha da poco commentato la normativa:

Si tratta di un vero e proprio capolavoro di pressappochismo giuridico che corre il rischio di vanificare le competenze dell’altre autorità di garanzia, da quella della Concorrenza e del Mercato, a quella per la tutela dei dati personali. Non possiamo e non vogliamo credere che un Governo tecnico possa adottare una disposizione del genere. Chiediamo a Monti di invertire la rotta e di uscire dalla logica emergenziale che ancora una volta la lobby dell’industria dell’intrattenimento vorrebbe imporre al Paese.

Se la bozza dovesse essere confermata dall’AgCom potrebbe essere trasformata in decreto legge per velocizzarne la messa in pratica, quindi chi scaricherà musica, film o quant’altro potrebbe incappare, oltre alle multe già previste ed alle nuove delineate dalla bozza, anche nella chiusura di determinati siti o addirittura all’acceso ad internet tout court.

Esoterismo e politica

Fonte: http://www.ibs.it/code/9788849828016/galli-giorgio/esoterismo-politica.html?shop=3176

L’esoterismo e i suoi rapporti con la cultura politica e il potere; da Scientology al nazismo, da Reagan e l’astrologia al papato, dalle società segrete statunitensi alla politica italiana. Giorgio Galli conduce un’indagine sulla genesi dei miti storici e sui rapporti tra storia e mito svelando le procedure di costruzione del consenso che si celano dietro alcune ideologie politiche che hanno avuto presa nel tempo.

Autore : Giorgio Galli

Editore : Rubbettino (collana Saggi)

Il potere della spada. Curiosità simboliche e valenze iniziatiche

Fonte: Gianmichele Galassi
Fonte: http://www.liberamenteonline.info/

Apparentemente la spada è uno mero strumento, solo un freddo e metallico oggetto, un’arma nulla di più, ma in realtà non è così… al pari del fuoco sembra avere per l’uomo un significato atavico, un valore ancestrale.

Il Bodhisattva (1) porta la «spada fiammeggiante» nel mondo degli Asura (2): è il simbolo della lotta per la conquista della conoscenza e la liberazione dai desideri, dai vizi… con la sua possente lama è capace di squarciare le tenebre dell’ignoranza.

«Qui acceperint gladium gladio peribunt»
“Coloro che mettono mano alla spada periranno di spada”
(Matteo 26,52)

Per millenni ha svolto una funzione basilare per la nostra sopravvivenza: partendo dalla tagliente selce legata sulla punta di un bastone ha permesso all’uomo di cibarsi, difendersi e conquistare nuovi territori. A pari del fuoco –dicevo- è capace di risvegliare in molti, una sensazione avita, primordiale; volendo approfondire l’argomento accorrerebbero fiumi di inchiostro tante sono le valenze simboliche attribuitegli dall’uomo lungo la propria lunga storia.
Iniziando dall’etimologia, il termine spada deriva dal latino spătha(m) [col tardo derivato spathāriu(m)] e dal greco spáthē che significa spatola, uno strumento dei tessitori e dei farmacisti, tale vocabolo poi potrebbe essersi diffuso in Italia “dalla fabbriche di armi lombarde” (3).

Simbologia e spade mitiche
La spada è, ovviamente, espressione diretta della “condizione militare”: simbolo di ardimento, come virtù. Nella tradizione biblica assume vari significati… allegoricamente è spesso utilizzata per rappresentare l’esercito (es. le «spade egizie») e, contemporaneamente, quale espressione di potenza, in stretta derivazione dalla propria funzione. La potenza in questo contesto assume a sua volta molteplici valenze, dalla più immediata «distruttiva» sino all’opposto valore costruttivo, quale simbolo di giustizia (insieme alla bilancia) o strumento utile a mantenere la pace ed i più alti valori (cavalieri).
Pietra angolare di miti e leggende, alla spada sono state attribuite numerose capacità e proprietà, molto spesso magiche e religiose: tanto importanti nella visione mitologica da vedersi attribuito un nome proprio, che le identificava fra mille. Eroine materiali delle maggiori epopee narrate nei secoli, come detentrici di potenze ultraterrene, divine, fonti di forze spirituali che rendevano invincibile il guerriero a cui fosse permesso di brandirle: di frequente era proprio la spada a scegliere colui, spesso predestinato, che avrebbe potuto sfruttarne appieno i poteri.
Ecco quindi alcuni esempi di spade non comuni, capaci di fare di un semplice uomo un paladino, un cavaliere, un eroe invincibile:

Durlindana, Durindana o Durendal è, secondo la tradizione francese, la spada di Orlando, paladino di Carlo Magno. La leggenda vuole che la spada fosse stata donata a Orlando proprio dal sovrano. Invece, nell’Orlando Furioso (canto XIV, 43), l’Ariosto narra che un tempo sarebbe appartenuta addirittura ad Ettore di Troia:
“Non porta spada né baston; che quando l’arme acquistò, che fu d’Ettor troiano, perché trovò che lor mancava il brando, gli convenne giurar (né giurò invano) che fin che non togliea quella d’Orlando, mai non porrebbe ad altra spada mano: Durindana ch’Almonte ebbe in gran stima, e Orlando or porta, Ettor portava prima.”
Nella Chanson de Roland si narra, poi, che Durindana conservasse nel pomo alcune sacre reliquie, un dente di San Pietro, il sangue di San Basilio, i capelli di San Dionigi e un pezzo di vestito della Vergine Maria, che le conferivano un potere divino: in punto di morte, tentando di distruggerla per non farla cadere in mano nemica Rolando avrebbe prodotto la cosiddetta Breccia di Rolando sui Pirenei, ma grazie all’acciaio dagli incredibili poteri il paladino non ebbe successo e fu costretto a gettarla nel fiume.

Excalibur è la spada magica per eccellenza della tradizione occidentale, le sue vicende sono narrate nelle opere del ciclo bretone; fu donata da una entità superiore, la Dama del Lago, a Re Artù perché potesse costruire un nuovo regno caratterizzato dagli alti valori cavallereschi, giustizia e virtù furono le pietre angolari su cui poggiare la Tavola Rotonda. Mentre il fodero aveva il potere sovrannaturale di proteggere colui che la brandiva dall’essere ferito in battaglia.

Ama no Murakumo (Il potere della spada. Curiosità simboliche e valenze iniziatiche), letteralmente Spada del Paradiso, detta anche Ama no Murakumo no Tsurugi o Kusanagi-no-tsurugi (Il potere della spada. Curiosità simboliche e valenze iniziatiche, ovvero spada taglia erba), è una spada leggendaria della mitologia shintoista giapponese paragonabile per importanza ad Excalibur: con lo Specchio di forma ottagonale e la Gemma, simboli di Amaterasu, è uno dei Tre Tesori Sacri di Yamato, ovvero del Giappone.

Oltre alle precedenti ne ricordiamo sinteticamente molte altre:

*      Anduril – Spada di Aragorn.
*      Aradonight – Spada di Lancillotto.
*      Balisarda – Sapada di Ruggero.
*      Brisingr – Spada di Eragon cavaliere dei draghi, forgiata da egli stesso.
*      Caladbolg – Spada di Fergus mac Róich.
*      Claíomh Solais – Spada di Nuada Airgeadlámh, leggendario re d’Irlanda.
*      Colada – Spada di el Cid.
*      Cortana – Spada di Edoardo il Confessore.
*      Crocea Mors – Spada di Giulio Cesare.
*      Fragarach – Spada di Manannan mac Lir and Lugh Lamfada.
*      Gramr (Balmung) (Nothung) – Spada di Sigfrido, eroe della saga dei nibelunghi.
*      Hrunting – Spada prestata a Beowulf da Unferth.
*      Naegling – Spada usata da Beowulf per combattere il drago.
*      Narsil – Spada di Elendil.
*      Pungolo – Spada di Frodo Baggins, donata da Bilbo Baggins.
*      Shamshir-e Zomorrodnegar – Spada di re Salomone (secondo il folklore persiano).
*      Tizona – Altra spada di el Cid.
*      Zar’Roc – Spada di Eragon cavaliere dei draghi, donatagli da Brom.

La spada nella roccia, conservata nella Rotonda di Montesiepi (SI), narra un’altra vicenda dalla diversa valenza simbolica.Il potere della spada. Curiosità simboliche e valenze iniziaticheGalgano Guidotti decise di rinunciare al potere ed al dominio rappresentati dalla spada per dedicarsi totalmente alla croce, simbolo estremo d’amore, pace e rinunzia alla violenza, attraverso un gesto dalla valenza straordinaria: «In terram pro cruce spatam fixit», ovvero “conficcò la spada in terra come una croce” (4).
A tal riguardo, bisogna aggiungere che anche la forma d’arma rivestiva un significato simbolico, infatti, è sufficiente notare come le spade avevano una forma che ricordava la croce ai cristiani e la mezzaluna ai musulmani. Specialmente durante il medioevo, alla spada furono attribuite importanti valenze religiose, tant’è vero che, oltre ad assumere un nome proprio, contenevano spesso delle reliquie di santi…
Infine, esiste anche un altro significato se la spada cui facciamo riferimento è quella di Damocle. Essa rappresenta le responsabilità derivanti dal possedere un grande potere, relativamente alla posizione sociale nel caso specifico; per estensione poi è utilizzata per simboleggiare qualsiasi pericolo incombente. Infatti Dionigi I, Re di Siracusa, sfidato dal cortigiano Damocle gli concede di prendere il suo posto per un giorno… ma la sera, al termine del banchetto, dopo aver assaporato i piaceri di essere Re, Damocle si accorge che sulla propria testa incombeva, sorretta da un esile crine di cavallo, una spada affilata, al piacere si sostituirono immediatamente un pungente senso di paura e timore per la propria vita, decise così di abbandonare immediatamente la posizione di potere piacevole all’apparenza, ma scomoda e pericolosa nella realtà: la spada, là posta da Dionigi, simboleggiava al contempo il potere del tiranno congiuntamente alla responsabilità ed alla diretta esposizione al pericolo che ne derivavano (5)…

La spada e la cavalleria
Durante il medioevo, soprattutto nel periodo delle crociate, la “cavalleria”, da semplice reparto militare, è divenuta rapidamente uno status sociale. Sempre più si è ritenuto che l’appartenenza alla classe cavalleresca comportasse un’elevazione sociale, la cerchia di individui che potevano fregiarsene divenne sempre più ristretta sino a che l’investitura a cavaliere fu ritenuto un altissimo onore, una vera e propria iniziazione che conduceva l’individuo verso una dimensione quasi sovraumana, eroica… Il potere della spada. Curiosità simboliche e valenze iniziaticheL’essere ammessi al rango di cavalieri comportava la cooptazione in una vera e propria fratellanza, basti ricordare il sigillo templare, raffigurante due cavalieri su un’unica cavalcatura. L’investitura ricopriva una tale importanza da trasformare un uomo comune in un ardimentoso combattente che perdeva ogni timore a favore di un coraggio tanto virtuoso da ignorare ogni conseguenza se ciò fosse stato ritenuto utile a servire gli ideali propugnati dal codice cavalleresco. Tutto ciò avveniva attraverso il potere della spada, dalla sua imposizione nel momento dell’investitura fino ad essere il vero e proprio simbolo della neo-condizione acquisita; a tutt’oggi molte iniziazioni avvengono tramite l’imposizione di una spada, considerata il mezzo più idoneo alla ideale trasmissione del potere, dello spirito, dello status e di tutto ciò che ne consegue.
NOTE
1) Nel Buddhismo, un bodhisattva – dal sanscrito, lett. “Essere (sattva) dell’illuminazione (bodhi)” – è un essere vivente che ha intrapreso il cammino per l’illuminazione aiutando gli altri esseri senzienti grazie all’esperienza della suprema conoscenza; ovvero è l’essere che rinuncia a completare il suo cammino verso il Nirvāna affinché gli altri raggiungano, a loro volta, l’illuminazione: questa decisione, motivata da una grande pietà e compassione, è detta bodhicitta.
2) Con il termine Asura vengono indicati nel Rgveda (testo vedico risalente tra il XX e il XV secolo a.C.) varie deità, l’etimologia di tale termine è dubbia, probabilmente deriva dal termine aśu che significa “respiro”, “spirito vitale” oppure dal termine as che indica l’«esistere».
3) V. “Dizionario etimologico della lingua italiana”. Cortellazzo-Zolli Ed.
4) Paul O. Pfister. Op. Cit. pag. 50. Come ricorda la madre Dionysia, interrogata dalla Commissione Papale incaricata delle indagini per la canonizzazione di Galgano.
5) Marcus Tullius Cicero. Tusculanæ Disputationes (Opera philosophica). Liber V

Gli Usa non lasceranno Kabul: la guerra infinita conviene

Fonte: http://www.libreidee.org/2012/03/gli-usa-non-lasceranno-kabul-la-guerra-infinita-conviene/

Doveva essere un’operazione di polizia internazionale per catturare Osama Bin Laden e sgominare Al Qaeda dopo l’attentato del secolo, quello dell’11 Settembre: così almeno secondo la Casa Bianca, lo stesso super-potere che due anni dopo invaderà l’Iraq col pretesto delle inesistenti “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein. Inabissato “con rito islamico” il fantasma di Bin Laden nelle acque dell’oceano, il ritiro dall’Afghanistan resta un miraggio. Copione invariato: bombardamenti, stragi di civili, attentati, soldati uccisi, bare avvolte nelle bandiere e politici occidentali che ripetono che il contingente internazionale rimarrà nel paese asiatico “per difendere la pace e la sicurezza”. Una favola tragica: l’Afghanistan resta un paese in macerie perché l’abbiamo condannato a rivestire lo stesso ruolo che Israele gioca in Medio Oriente, ossia quello di fabbrica e fucina della instabilità regionale.

Lo sostiene Giovanni Badoer in un intervento pubblicato da “Megachip”: «Così come Israele ha consentito direttamente e indirettamente all’industria petrolifera e, soprattutto, all’industria della guerra statunitensi di prosperare per decenni – oltre all’ovvio ruolo filo-occidentale svolto ai tempi della Guerra Fredda – così l’Afghanistan consente, e dovrà consentire ancor di più in futuro, agli Usa di mantenere attiva la sovversione islamica a sud della Russia e a ovest della Cina, e a mantenere irrisolvibile la questione indo-pakistana». Il tutto, aggiunge Badoer, dando all’industria della guerra statunitense la possibilità di prosperare sia nel nuovo ruolo di fornitrice di armi per l’India, ormai primo importatore mondiale, sia mantenendo basi militari permanenti. Le basi sono una costante spada di Damocle tanto per la Russia quanto per l’Iran, e hanno costi logistici astronomici: affari d’oro, per l’intera filiera della logistica militare statunitense.

Certo, ci sono le vittime: solo l’Italia conta 50 caduti, in una missione che costa annualmente 800 milioni di euro. Perché cominciò quella guerra? Non se ne ricorda più nessuno, ma non importa. I morti? Trecento soldati e tremila civili all’anno. Danni collaterali? Pazienza. L’importante è che la guerra non si fermi, perché conviene: ogni denaro investito in Afghanistan, ogni vita di militare occidentale gettata, ogni sforzo politico europeo è fatica di Sisifo, dice Badoer: «Così come la questione israelo-palestinese è un problema senza soluzione, così lo è l’Afghanistan». Unica via d’uscita: far sì che l’instabilità centro-asiatica non sia più un “interesse vitale” degli Stati Uniti. «Ma con gli Usa succubi all’industria della guerra – come profetizzato da Eisenhower – questa è un’ipotesi assurda». Parlano le cifre: la fetta principale del bilancio statunitense, tra il 30 e il 40%, è inghiottita dall’industria della guerra.

“errori di strategia”, coniugati con la tattica antica del “divide et impera” di stampo coloniale. Si cede il potere locale all’etnia tagika lasciando però la presidenza formale al pashtun Hamid Karzai, che si guarda bene dal rappresentare la maggioranza, che a sua volta – come previsto – sostiene puntualmente i talebani, coi quali infatti gli americani ora trattano apertamente. Un equilibrio perfetto, per legittimare l’occupazione militare: «In queste condizioni di dominio dispotico e violento di una minoranza su una maggioranza, non ci si deve stupire se lo Stato è debole, corrotto, instabile». Agli occhi di molti pashtun, i talebani non sono che patrioti che lottano per recuperare le quote di potere arbitrariamente inghiottite dai “traditori” filo-americani. Autodefinendosi “Emirato islamico dell’Afghanistan”, i talebani si dimostrano tutt’altro che evanescenti: hanno un regolare servizio di informazioni, una rete di governo parallela e una proto-rappresentanza diplomatica in Qatar, oltre alle ben note capacità militari.

Di certo gli Usa sapevano bene chi invitare al tavolo negoziale aperto in Qatar, e di quali specifici detenuti di Guantanamo offrire il rilascio in cambio dell’avvio delle trattative, peraltro già arenate: rischiavano di porre davvero fine alla guerra?  «Un Afghanistan ben amministrato, sicuro, che non produca oppio e morti su scala industriale – dice Badoer – non è un buon candidato al ruolo di motore immobile dell’instabilità regionale in centro Asia». Il “nuovo Afghanistan”, quello promesso nel 2001 tra le rovine fumanti delle Twin Towers, «non solo non serve, ma non deve sorgere: ecco perché gli Usa non se ne andranno». Almeno fino a quando «un altro paese non sia ritenuto un buon candidato sostitutivo, in grado di garantire sia economicamente, sia geopoliticamente ciò che garantisce l’attuale, instabile e martoriato Afghanistan».

Gonfiore dopo pizza o panino? Attenzione…

Fonte: http://www.riza.it/dieta-e-salute/intolleranze/3156/gonfiore-dopo-pizza-o-panino-attenzione.html

È uno dei primi sintomi che devono mettere in allarme: se oltre all’addome teso noti la comparsa di eczemi e sovrappeso, potresti essere intollerante al grano

L’ intolleranza al grano o frumento è una delle intolleranze più comuni e non deve essere confusa con la celiachia (vedi box nella pagina a destra), che è un’intolleranza permanente al glutine, una proteina contenuta nel grano, ma anche nell’orzo, nella segale, nell’avena…

Se sei intollerante al grano il tuo intestina rifiuta questo cereale in tutte le sue componenti: per questo avrai dei disturbi anche se assumerai dei cibi privi di glutine!

Non sottovalutare i malesseri persistenti

Alcuni soggetti presentano un quadro classico di malassorbimento con diarrea e perdita di peso. Altri riferiscono uno o più sintomi cronici quali debolezza muscolare, formicolii, gonfiore alle caviglie, dolori ossei, nervosismo e insonnia. Frequente è anche l’anemia da carenza di ferro. Infine, esistono soggetti nei quali i disturbi sono così modesti da non richiedere l’intervento del medico: in questi casi la malattia è diagnosticata solo perché nell’ambito familiare c’è già un altro soggetto intollerante.

La diagnosi si effettua sugli anticorpi

La diagnosi di intolleranza al grano si effettua mediante specifici dosaggi sierologici e analizzando la reazione dell’organismo a questa somministrazione: le sostanze usate sono gli AGA (anticorpi antigliadina di classe IgA e IgG) e gli EMA (anticorpi antiendomisio di classe IgA). Recentemente è stato messo a punto un nuovo test per il dosaggio di anticorpi di classe IgA, gli Anti-transglutaminasi.

Ecco l’elenco completo dei cibi da eliminare

I cibi qui elencati sono da eliminare se hai il dubbio di essere intollerante al grano.

Prodotti da forno: tutti i tipi di pane, anche se di soia o di segale, grissini, crackers, fette biscottate, pizza, pasta, cuscus.

Cereali da colazione: ammessi solo i fiocchi di riso e d’avena

Carne e pesce: hamburger, salami, salsicce, carne in scatola, paté, prosciutto cotto, cotolette di pesce e carne, cibi precotti o surgelati con impanatura.

Tra le verdure: vanno eliminate quelle ricoperte con pangrattato, fagioli e zuppe in scatola.

Salse e condimenti: dadi, senape, pesto e tutti i sughi già pronti. No al lievito in polvere.

Dolci: torte, pasta frolla, yogurt con cereali, gelati artigianali e industriali, cioccolata, caramelle.

Tra le bevande: birra, whisky, gin, alcuni tipi di vino.

– Attenzione anche a certi farmaci (il grano è presente tra gli eccipienti), al seitan (è un alimento macrobiotico a base di glutine di grano) e persino alla colla sui francobolli.

La celiachia è l’intolleranza al glutine del grano. L’unica soluzione è evitarlo

Non semplificate i boschi italiani!

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/201203221698/non-semplificate-i-boschi-italiani.html

Mentre il Senato si prepara ad approvare il “Decreto Semplificazioni”, WWF e Lipu avvertono che un codicillo minaccia anni di progressi nella gestione dei boschi. L’articolo infatti modifica la classificazione dei boschi e cancella gli investimenti realizzati negli ultimi venti anni con i miglioramenti agroambientali finanziati dalla Politica Agricola Comune. Il Decreto, nato per snellire la burocrazia e semplificare la gestione quotidiana delle nostre imprese, nasconde anche la volontà di cancellare i risultati di decenni d’investimenti per il miglioramento degli agroecosistemi del nostro Paese realizzati con i finanziamenti dell’Unione europea.
La Politica Agricola Comune, con le misure agroambientali presenti nei Programmi di Sviluppo Rurale delle Regioni, ha finanziato negli ultimi dieci anni ai nostri agricoltori interventi per la riforestazione di terreni agricoli. Centinaia di migliaia di euro sono stati investiti per realizzare interventi utili per migliorare l’ambiente in aree spesso degradate da un’agricoltura intensiva e industriale, come nel caso della pianura padana.
Con l’approvazione dell’art.26 del “Decreto Semplificazioni”, proposto dal Governo, si rischia di cancellare importanti risultati raggiunti per mantenere spazi di natura nei territori agricoli e costruire quelle “infrastrutture verdi” necessarie per la conservazione della biodiversità.
La norma proposta dal Governo italiano è in palese contrasto con gli obiettivi della nuova Strategia 2020 dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, che indica proprio l’obiettivo del mantenimento e potenziamento delle infrastrutture verdi funzionali alla continuità ecologica dei territori agricoli. E’ inoltre in contrasto con le proposte della Commissione UE per la riforma della PAC per il prossimo periodo di programmazione 2014 – 2020, che prevede l’obbligo per ogni azienda agricola di destinare il 7% della propria superficie ad aree d’interesse ecologico (proposta della Commissione UE per il regolamento del greening nel primo pilastro della PAC).
In definitiva questa modifica della normativa attuale comporterebbe potenzialmente un gravissimo impatto negativo sulla biodiversità e sul paesaggio, oltre che un evidente sperpero degli investimenti realizzati con i fondi pubblici che l’Unione Europea ha assegnato in passato agli agricoltori per la tutela dell’ambiente.

In un periodo di scarsità di risorse e austerità, è cruciale investire in politiche che rafforzino l’agricoltura sostenibile, il ripristino e mantenimento degli ecosistemi, la cura del territorio per la prevenzione del rischio idrogeologico.
La motivazione del provvedimento proposto dal Governo sarebbe l’esigenza di consentire agli agricoltori di liberare superfici da destinare all’aumento delle produzioni agricole, senza dover rispettare i vincoli ambientali previsti oggi dalla normativa sulle foreste. LIPU e WWF ritengono possibili soluzioni alternative che rendono compatibile l’esigenza degli agricoltori di poter mettere in produzione maggiori superfici di terreno agricolo con il mantenimento di aree naturali fondamentali per la creazione delle reti ecologiche, essenziali per la conservazione della biodiversità.
L’Italia deve in questo momento riconquistare autorevolezza e credibilità in Europa per difendere gli interessi della nostra agricoltura nel negoziato per il futuro bilancio comunitario e per la definizione delle nuove regole per la Politica Agricola Comune post 2013. L’approvazione dell’art.26 del Decreto semplificazioni, come proposto dal Governo, sarebbe un pessimo segnale rispetto all’utilizzo efficace e lungimirante dei fondi pubblici che l’Unione Europea ha assegnato ai nostri agricoltori negli ultimi venti anni.
La LIPU e il WWF chiedono pertanto ai Senatori di dare un segnale importante, mancato in occasione dell’approvazione alla Camera del “Decreto semplificazioni”, cancellando o modificando l’art. 26 per assicurare la salvaguardia dei boschi ricostruiti negli anni con i fondi stanziati dall’Unione Europea per la conservazione della biodiversità e il paesaggio.

L’inamovibile preside del Liceo Bisazza di Messina

Fonte: http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/

Una condanna per truffa aggravata ai danni dello Stato a 10 mesi di reclusione e 400 euro di multa, poi la richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale da parte dell’organizzazione sindacale, ma la dirigente scolastica Anna Maria Gammeri resta intoccabile alla guida del Liceo “Bisazza” di Messina. Secondo i magistrati peloritani, “con più azioni esecutive di medesimo disegno criminoso”, la preside Gammeri avrebbe consentito che il collaboratore scolastico Nicola Gennaro “fuoriuscisse dal luogo di lavoro, senza avere chiesto ed ottenuto alcun atto autorizzativo e senza essere in congedo”. Al processo pure il Gennaro ha subito una condanna a 7 mesi, ma per i due dipendenti pubblici è scattato il condono grazie all’applicazione dell’indulto. E il Ministero della pubblica istruzione lascia trascorrere l’anno scolastico scegliendo di non intervenire.

 

Una “vicenda incredibile” l’ha definita l’onorevole Alessandra Siragusa del Pd che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Francesco Profumo. “Il 14 febbraio 2012 il Corriere della Sera pubblica un articolo, a firma di Gian Antonio Stella, dal titolo La preside e quel bidello trasformato nel suo autista”, scrive la parlamentare. “Dall’articolo si evince che nel 2005 i magistrati messinesi ricevono un esposto anonimo. La Guardia di Finanza, come spiegherà la sentenza, si apposta e nel giro di qualche giorno accerta che la preside Anna Maria Gammeri utilizza il collaboratore scolastico come fosse un servitore personale messo dallo Stato a sua completa disposizione. Nicola Gennaro, come accertano gli investigatori, va a prendere la Preside a casa la mattina e la riaccompagna al pomeriggio. Le fa la spesa e gliela porta a casa, le sbriga commissioni in banca e al supermercato. Lo stesso, dalle tabelle degli straordinari dell’Istituto risulta essere uno stakanovista infaticabile. E accumula ore su ore”.
Dopo sei anni dalla prima denuncia e cinque dopo il rinvio a giudizio, aggiunge l’onorevole Siragusa, arriva finalmente la sentenza. “È il 24 ottobre 2011. Il giudice monocratico Bruno Sagone condanna i due imputati ricordando che tutte le deposizioni dei testimoni “appaiono perfettamente sovrapponibili, concordando univoche nello stigmatizzare questa cosa un po’ curiosa che appariva prassi costante (li vedevo sempre, tutte le mattine, era un’abitudine) e sancisce che la donna ha compiuto artifici e raggiri finalizzati a conseguire, tramite l’uso privatistico dei propri poteri e delle proprie funzioni, un ingiusto profitto”.

 

Nella sua interrogazione, l’on. Siragusa ricorda che al processo contro la dirigente e il collaboratore scolastico, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca non si è costituito parte civile. “E nonostante la condanna, scrive Gian Antonio Stella, essi sono sempre al loro posto mentre tutti i professori e i collaboratori che avevano testimoniato a carico della preside, sentendosi a torto o a ragione esposti ad ogni genere di ripicca, chiedono uno dopo l’altro il trasferimento in un’altra scuola”. “Chiedo di sapere – conclude la parlamentare – se il Ministro non ritenga, nell’interesse pubblico e per la serenità dell’Istituto scolastico “Bisazza”, di dover intervenire con urgenza per il ripristino della legalità”.
Il 2 febbraio scorso anche il Coordinamento nazionale della Gilda insegnanti si era rivolto al Dirigente generale del personale del MIUR chiedendo il trasferimento per “incompatibilità ambientale” della dirigente. Appellandosi al decreto legislativo 150/09 che prevede che in caso di condanna penale di un dipendente pubblico, il dispositivo della sentenza venga trasmesso all’Amministrazione di appartenenza entro trenta giorni dalla data del deposito (nel caso in esame l’1 dicembre 2011), la Gilda, stigmatizza “che a tutt’oggi nessun provvedimento risulta adottato”. “Chiediamo l’immediato allontanamento da scuola della Gammeri essendo prioritaria la tutela dell’interesse pubblico che si concretizza nel ripristino della legalità e della serenità nell’ambiente del Liceo”, concludeva l’organizzazione sindacale ricordando pure di aver inutilmente invocato i provvedimenti disciplinari fin dal 2007 quando la dirigente era in attesa di giudizio.

 

Il 15 febbraio 2012 anche l’Osservatorio “Lucia Natoli”, pool di associazioni ed enti messinesi operanti sui temi e i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, aveva indirizzato un esposto al ministro della Pubblica Istruzione, al Direttore dell’Ufficio Scolastico di Messina e all’Assessorato alla P.I. della Regione Siciliana. “Siamo profondamente preoccupati per le conseguenze di questa storia deprimente”, scrive l’Osservatorio. “L’illegalità, l’uso spregiudicato dei poteri e delle funzioni, la prassi consolidata di comportamenti arroganti costituiscono danni irreversibili per gli studenti. L’irreparabilità del modo di comportarsi della dirigente scolastica, reiterato ormai da oltre cinque anni, non è più tollerabile. I segnali e le testimonianze negative degli adulti (ancora di più se educatori) risultano pesantemente nocivi nella formazione quotidiana. Per questo chiediamo di intervenire scrupolosamente e urgentemente per ristabilire legalità e serenità in tutto il contesto scolastico, allontanando la dirigente condannata”.
La condanna penale, gli articoli stampa e gli interventi del sindacato e delle associazioni non sembrano però aver minimamente turbato la professoressa Anna Maria Gammeri. Così il 25 febbraio scorso, si è presentata, sorridente, accanto agli studenti del “Bisazza”, alla cerimonia di premiazione della V giornata dell’Educazione alla Legalità. L’iniziativa, organizzata dall’Università della Terza Età e dal club Unesco di Messina e patrocinata dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati, ha visto pure la partecipazione dell’ex europarlamentare Dc Dario Antoniozzi, del Comandante dell’Arma dei Carabinieri, del Questore, del Prefetto e di alcuni magistrati del distretto peloritano. Lo spaccato di una provincia dove i potenti e lo Stato non brillano certo per memoria.

Relatrice in importanti convegni nazionali della famiglia massonica del Supremo Consiglio d’Italia e San Marino del 33° ed Ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, la dirigente Anna Maria Grammeri è Commendatore del Sovrano Ordine Imperiale Bizantino di San Costantino il Grande. A rappresentare in Italia l’ordine cavalleresco il professore Giuliano Di Bernardo, ex Gran maestro del Grande Oriente d’Italia e della Gran Loggia Regolare d’Italia. A Messina continua ad essere di scena l’impunità. E un pizzico di buona massoneria

Misteriosa malattia trasforma bambini in “zombie”

Fonte: http://www.ditadifulmine.com/2012/03/misteriosa-malattia-trasforma-bambini.html

In Uganda sta accadendo qualcosa di insolito. Peccato che i media nostrani, come al solito, non stiano dando molto risalto alla notizia, ma il Paese africano sembra essere piagato da una misteriosa malattia che colpisce specialmente i bambini, trasformandoli in ciò che alcuni definiscono fin troppo audacemente “zombie”.

La malattia è stata definita “Nodding Disease“, e ha costretto migliaia di bambini a lasciare la scuola per via di inspiegabili attacchi simili quelli di natura epilettica, che sembrano lentamente modificare la personalità degli adolescenti.
Una ragazzina ugandese di nome Pauline, ad esempio, ha lasciato la scuola ormai da anni, e non riesce più a ricordare nemmeno come si usa una matita. “La sua personalità è molto cambiata rispetto a prima. Quando è nata era normale. Ora si limita a vagare senza alcuno scopo” spiega la madre Grace Lagat.
La CNN è stata uno dei primi organi di stampa a riportare la notizia e ad intervistare la signora Lagat, i cui bambini sono stati entrambi colpiti dalla misteriosa malattia. “Quando vado in giardino, li lego con il tessuto. Se non li legassi, una volta tornata in casa non li troverei più”.
I bambini colpiti dalla malattia, una volta legati, iniziano a masticare i loro legacci di tessuto come animali rabbiosi, ed è proprio questo comportamento, unito ai cambiamenti della personalità, ad aver fatto nascere la diceria sugli zombie.
Gli infetti non si limitano a questo genere di comportamento: in alcuni casi, i bambini danno volontariamente alle fiamme le case dei loro compaesani, e fino ad ora pare siano coinvolti nella morte di oltre 200 persone.
Fino ad ora la malattia sembra colpire ragazzi di età non superiore ai 19 anni, e la maggior parte degli infetti è composta da bambini da 3 a 11 anni.
Durante gli attacchi, i bambini fanno cenni ripetitivi con il capo, movimenti che hanno dato il nome alla malattia (nod = annuire). L’anomalia di questi attacchi sta nel fatto che sembrano venire “innescati” da alcune particolari situazioni, come i cambiamenti del tempo atmosferico.
In realtà, questa malattia non è del tutto nuova alla scienza: negli anni ’60, in Sudan, si verificò un caso molto simile a quello ugandese, e la malattia contagiò bambini anche in Libia e Tanzania.
L’epidemia in Uganda, tuttavia, è una situazione del tutto nuova, ed è probabilmente causata da un virus/parassita/batterio del tutto nuovo, probabilmente più resistente e versatile di quello sudanese di 50 anni fa.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta tenendo traccia della diffusione della malattia. “La situazione è disperata, ve lo assicuro” spiega il dottore ugandese Joaquin Saweka. “Immaginate di essere circondati da 26 bambini, e 12 di essi mostrano i segni della malattia”.
Ma nessuno è ancora sicuro di cosa stia realmente causando l’epidemia, cosa che contribuisce a diffondere l’idea superstiziosa che i bambini si stiano trasformando in zombie.
Una delle ipotesi sull’origine della malattia è la “mosca nera”, un insetto che vive nella regione, in grado di trasportare il verme parassita Onchocerca Volvulus. Questo parassita è responsabile della oncocercosi, una malattia infettiva definita anche “cecità fluviale” dato che, nelle ultime decadi, ha reso cieche oltre tre milioni di persone in tutto il mondo.
E’ possibile che la mosca nera (del genere Simuliidae) trasporti un altro parassita in grado di causare i sintomi riscontrati in Uganda, ma almeno il 7% dei bambini infetti non vive nelle regioni infestate da questo insetto.
“Per prima cosa abbiamo steso una rete di ipotesi. Abbiamo poi escluso tre dozzine di potenziali cause, e ora stiamo lavorando ad una manciata di possibilità” spiega Scott Dowell, membro del Center for Disease Control. “Sappiamo da esperienze passate che una malattia sconosciuta potrebbe finire per avere conseguenze globali”.
I trattamenti per l’epilessia sembrano solo essere parzialmente efficaci, e non riescono a fermare l’avanzamento della malattia. Dopo anni di attacchi, i bambini non riescono più a camminare e si trascinano per terra, incapaci di eseguire movimenti complessi con gli arti.
Le capacità intellettive si degradano, e riducono un bambino perfettamente in salute ad un quasi-vegetale, incapace di parlare, violento e completamente diverso dal ciò che era prima della malattia.
Questa malattia colpisce l’Uganda ormai da diversi anni, e solo ora ha raggiunto le pagine di un giornale. “La gente del posto si lamenta perchè pare che le vite di un Paese in via di sviluppo abbiano meno valore delle vite di un Paese occidentale” spiega Saweka. “Quando si conoscono le cause, si trova una cura. Ora si cerca solo di alleviare i sintomi, non ci aspettiamo di poter curare nessuno”.
Fonte :Mysterious nodding disease debilitates children
Fonte: Baffling Illness Strikes Africa, Turns Children Into Mindless “zombiees”