Scritto da: Marco Pulieri
Fonte: http://www.altrogiornale.org/pantheon-il-grande-calendario-di-pietra/
Un misterioso edificio nel cuore pagano della Roma antica. Il fascino della cupola e l’enigma del foro centrale. Le sorprendenti analogie con il simbolismo dei Kivas dei Nativi Americani Hopi e i templi megalitici.
Sulla natura magica e misteriosa di Roma sono ormai stati versati fiumi di inchiostro perché, dopo un oblio durato parecchi secoli, la natura pagana della “città eterna” sta finalmente tornando alla luce. La sua antica presenza è stata infatti nei secoli oculatamente celata per non offuscare il potere che si andava sovrapponendo ad essa, esercitato dalla religione cattolica che ha assorbito il concetto di sacro di origine pagana per trasformarlo e attribuirlo in modo univoco sul territorio romano all’esercizio del culto della Chiesa. Tuttavia sono davvero molti i luoghi particolari di Roma dove invece quell’atmosfera pregna di magia e di intriganti enigmi non si è mai sopita.
Esistono dei veri e propri percorsi sulla Roma esoterica e una delle tappe principali non poteva che essere il Pantheon, il tempio degli Dei, nel cuore della città.
Questo edificio romano, impressionante per la sua mole, esprime diversi elementi davvero unici di grande interesse, sia storico che architettonico, ma sicuramente l’aspetto simbolico-religioso è quello che affascina di più perché, vedremo, rivela sorprendenti analogie con miti e riti di spirito pagano di culture molto lontane temporalmente e geograficamente da quella romana.
Forse proprio per questo marcato aspetto il Pantheon non fu risparmiato dalla azione repressiva esercitata dal culto cattolico sui culti precristiani, e come avvenne per tutti i templi pagani che furono distrutti o riconvertiti in chiese, anche il culto che vi veniva praticato venne censurato e chiuso nel 399 da Onorio Flavio.
Per rafforzarne il nuovo indirizzo religioso, alcuni secoli dopo il tempio divenne il luogo ove vennero traslate le spoglie di molti martiri cristiani provenienti dalle catacombe, e il giorno della loro consacrazione divenne quello di Ognissanti, che ricorreva il 13 maggio. Questa celebrazione del Pantheon rimase tale fino al 1475, anno in cui la ricorrenza fu spostata al 1° Novembre per cristianizzare il Capodanno celtico che veniva celebrato in quel giorno. In breve, l’opera di sovrapposizione del culto cristiano a quello pagano venne diffuso e imposto a tutta l’Europa.
Il Pantheon è stato edificato da Marco Agrippa nel 27 a.C. e ricostruito da Adriano nel 123 d.C., per praticare il culto di Marte e Venere e più in generale, come ricorda l’etimologia del termine, di tutti gli Dei dell’Olimpo.
Secondo altre interpretazioni di carattere più esoterico, il monumento esprime un concetto ancora più pagano legato all’intimo rapporto dell’individuo con la Natura; il concetto stesso di Pantheon può essere infatti ricondotto alla venerazione di un Dio unico che riunifica tutti gli dèi sotto l’ombrello cosmico di Madre Terra.
Un tale concetto mistico può avere un fondamento di verità se si prende in considerazione che il Pantheon è stato edificato nel luogo esatto in cui, secondo la tradizione, esisteva un tumulo eretto in tempi arcaici per identificare il punto in cui il mitico fondatore di Roma, Romolo, ascese al cielo trasportato dal dio Marte.
Il simbolismo dell’ascensione è proprio uno di quegli aspetti intriganti che caratterizzano il monumento poiché al suo concetto mistico ed esoterico, legato in questo caso alla figura del mitico fondatore, è associabile il simbolismo espresso da costruzioni altrettanto imponenti come i Kivas dei Nativi americani Hopi presenti in Arizona o i cairn e i tumulus della cultura megalitica nordeuropea.
Questi affascinanti templi hanno la caratteristica di essere vuoti al centro, e di avere una cupola forata come tetto.
Secondo i principi a cui si sono ispirati gli artefici di questi monumenti, colui che si pone sull’asse simbolico, che dal centro del pavimento si eleva fino ad attraversare il centro del foro della cupola, diventa il trait- d’union tra le forze telluriche di Madre Terra che calpesta e quelle cosmiche del Cielo che si affaccia dal foro, ricordando così la dimensione cosmica in cui l’Uomo si trova a vivere la sua esperienza.
Il foro che spicca al centro della cupola del Pantheon, di ben 9 metri di diametro, che evoca appunto un concetto esoterico legato alla elevazione spirituale dell’individuo posto indissolubilmente nella Natura, è stato utilizzato in modo altrettanto simbolico dal rito cristiano con la finalità di convertire un’antica credenza pagana. Fino alla seconda metà del XIX secolo è divenuto infatti l’elemento rievocativo dell’Ascensione e Resurrezione di Gesù Cristo, la cui statua insieme a quella della Vergine veniva eretta fin oltre il foro.
Il cerchio con il foro al centro è un simbolo molto antico che si perde nelle radici mitiche dell’umanità, interpretato e vivificato in Europa dalla cultura dello sciamanesimo druidico, ispiratore dell’arte megalitica, e rappresenta appunto il cerchio sacro dell’esistenza con cui l’uomo deve rapportarsi per evolvere. Questi sono probabilmente gli stessi intenti che hanno ispirato la costruzione romana del Pantheon, dove cambiano solo le dimensioni che raggiungono valori davvero imponenti e unici nel suo genere.
Il tempio, di forma circolare, è sormontato da una cupola impressionante del diametro di 43,30 metri che ospita al centro un foro, un “oculus” di 9 metri di diametro; ma sono anche altri gli elementi architettonici che hanno una valenza esoterica o che rivestono un particolare interesse.
Innanzitutto è un monumento del tutto unico come tipologia costruttiva perché fonde la cella rotonda a cupola con il tradizionale pronao a timpano. Altezza e diametro del tempio sono corrispondenti secondo un principio di proporzioni armoniche caro a Vitruvio.
Dall’esterno il monumento colpisce per l’imponenza delle colonne e la maestosità delle dimensioni del timpano, non lasciando minimamente intravedere l’armonia perfettamente circolare che si sviluppa al suo interno.
Quando invece si varca la soglia del pronao e si accede all’interno, si rimane sbalorditi dal volume immenso della cupola che travolge il visitatore in un abbraccio avvolgente, dandogli per un istante la sensazione di essere stato catapultato in una dimensione fuori dal comune.
Non sono solo le dimensioni davvero impressionanti dello spazio a far vacillare la solida certezza del baricentro di chi osserva, ma il fatto di trovarsi all’interno di una costruzione che rispecchia delle geometrie armoniche cosmiche, che entrano in risonanza con gli archetipi che risiedono nel nostro Profondo.
Innanzitutto è sorprendente scoprire che all’interno del Pantheon è iscritta una perfetta sfera il cui diametro è appunto quello della cupola.
Questa particolarità geometrica doveva avere un significato ben preciso per i costruttori del monumento dal momento che le misure della cupola e dell’occhio rispetto a quelle del pavimento rispecchiano il principio esoterico della proporzione aurea, un rapporto matematico specifico nel quale la parte maggiore sta alla minore come l’intera sta alla parte maggiore.
La proporzione aurea è stata da sempre riscontrata in tutti i regni della natura e in tutti i campi delle arti, quindi in architettura veniva generalmente applicata affinché si potesse esprimere con la geometria l’armonia, la bellezza e la grazia delle masse.
Quindi nelle misure e proporzioni del Pantheon troviamo il senso della perfezione della Natura tradotta in un valore estetico architettonico e probabilmente quella percezione di abbraccio cosmico che si ha al suo interno corrisponde in un certo qual modo al riconoscimento di un “archetipo”.
La volta del Pantheon è la più grande fra quelle dell’antichità, ma a detta di esperti in costruzioni faremmo molta fatica a costruirne una così ardita ai giorni nostri.
La cupola è costituita da cinque ordini degradanti di 28 lacunari o cassettoni, originariamente rivestiti di marmi policromi e decorati da stelle.
Il numero dei lacunari non è casuale così come non lo era la presenza, ora andata perduta, delle stelle in ognuno di essi; infatti entrambi hanno una valenza cosmica, i lacunari per quanto concerne le fasi lunari, le stelle per ricordare la volta celeste.
Il Pantheon lo si può a ragione considerare un vero e proprio calendario di pietra, una sorta di meridiana solare e lunare grazie alla peculiarità dei raggi di luce che entrando dall’oculus investono i lacunari, originariamente rivestiti di marmi colorati diversi, determinando lo scandire del tempo.
Non ci si deve meravigliare della assoluta precisione con cui il Pantheon assolve a questa funzione astronomica, non a caso era stato dedicato anche alle sette divinità planetarie conosciute allora; basti pensare per questo all’importanza, sia sotto il profilo sociale che religioso, che per gli antichi rivestiva il controllo dell’incedere delle stagioni e delle fasi lunari.
Questo avveniva attraverso un precisissimo meccanismo di proiezione di luce che durante i mesi invernali veniva effettuato sulla parte interna del tetto a cupola, lungo i cassettoni, mentre in quelli estivi l’effetto veniva registrato sulle pareti e sul pavimento dell’aula circolare.
Durante gli equinozi si assiste a un fenomeno astronomico di incredibile precisione: il volume sferico che idealmente riproduce la sfera celeste viene tagliato dalla luce solare in prossimità del cornicione, che invece riproduce l’equatore celeste, andando a colpire, attraverso una griglia al di sopra del grande portale settentrionale, una lastra circolare posta nell’atrio per due sole volte nel corso dell’anno solare.
Infine a mezzogiorno del 21 giugno, Solstizio d’Estate, avviene un ulteriore fenomeno astrologico-calendariale di particolare interesse: il raggio di sole proiettato come un immenso riflettore dall’occhio della cupola, cade nel centro perfetto del portale di ingresso.
La funzione della luce solare in questo monumento assume un connotato davvero unico nel suo genere; infatti, a differenza delle meridiane o di tutti i sistemi conosciuti per calcolare il calendario basati sulla proiezione dell’ombra solare, nel Pantheon è la luce diretta dell’astro a scandire il tempo. È molto probabile quindi che il Pantheon fosse per i costruttori più che un semplice tempio dedicato a tutti gli Dei.
Sono pertanto numerosi gli elementi di natura pagana che rendono questo tempio molto particolare, soprattutto se si considera il luogo in cui si trova, nel cuore della Roma cristiana.
È un monumento la cui magia, intatta, sfida ormai i secoli, ed è sempre pronta a manifestarsi ogni qualvolta si entra al suo interno e ci pone proprio li, su quell’ideale “axis mundi” che ci proietta come a bordo di un’astronave in un varco temporale, risucchiati con un senso di vertigine dalla porta “dimensionale” dell’oculus.
Non è la stessa cosa osservare la maestosità del Pantheon da un qualsiasi punto del pavimento rispetto al porsi al suo centro. Da questa posizione, tornando a riflettere sul concetto iniziale dell’Ascensione, spogliato di ogni connotato cattolico, si può intuire quale potesse essere realmente in origine il concetto e l’esperienza che forse i costruttori con questo edificio hanno voluto esprimere.
La forza spirituale del Sole che dà luce e vita alla Natura irrompe dall’unica sua fonte di luce, l’occhio della cupola, come un irrefrenabile richiamo interiore ad elevare la propria condizione di vita, ad ascendere ed emergere, proprio come nei templi dei Nativi americani, a una dimensione diversa, a spingersi oltre. Anche se difficilmente si può godere in solitudine dell’atmosfera mistica che emana, è un’esperienza particolare cercare di cogliere il silenzio che questo luogo, malgrado le orde di caotici turisti, è comunque in grado di esprimere.
A dispetto dell’ingombrante presenza del culto religioso romano per antonomasia, il Pantheon ha mantenuto nei secoli, come se costituisse una bolla temporale, il potere di evocare stati percettivi che si rifanno a una visione precristiana dell’esistenza, dove l’uomo è parte integrante della Natura e da essa trae insegnamento cercando di riprodurne gli archetipi essenziali alla sua vita.
Se del Pantheon si sente sempre rimarcare dalle guide di turno solo l’aspetto religioso e la caratteristica di ospitare le spoglie di personaggi illustri della storia e del mondo dell’arte, è innegabile che una sua visita ha il potere di far compiere un tuffo in una dimensione lontana dal mondo ordinario, che diventa ancor più percepibile quando, una volta all’esterno, ci si immerge di nuovo nel caos delle bancarelle e dei frenetici turisti.