Le proprietà benefiche dell’ananas

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/proprieta-benefiche-ananas.php

ananas

Ricco di vitamine e sali minerali, dissetante, senza grassi saturi né colesterolo. Considerato simbolo di ospitalità e buon auspicio dalle popolazioni indigene dell’America Latina, l’ananas è un frutto dalle molteplicità proprietà salutari.

L’ananas è  un importante fonte di sali minerali (100 grammi della sua polpa contengono infatti 250 mg di potassio, 05 mg diferro, 17 mg di calcio e 8 mg di fosforo) e vitamine (17 mg di vitamina C e di 7 µg di vitamina A retinolo equivalente), contiene solo 2 mg di iodio ed è povero di calorie:  100 g di polpa di ananas apportano al nostro organismo soltanto 40 calorie.

L’ananas contiene inoltre una sostanza chiamata bromelina che è considerata utile per favorire la digestione. La bromelina è però contenuta più nel gambo dell’ananas che nel frutto vero e proprio ed è per questo che viene estratta dal gambo di questo frutto per ottenere degli integratori naturali.

L’ananas fresco è utile per aiutare l’organismo a depurarsi, per favorire l’eliminazione delle tossine e per contrastare e prevenire la ritenzione idrica e la cellulite.

 

Crimini contro la Natura, un business globale che vale 213 miliardi di dollari

Fonte: http://www.improntaecologica.it/

bracconaggio, business bracconaggio stimato 213 miliardi, rapporto ONU su bracconaggio, estinzione specie animali

Nonostante gli sforzi di animalisti, ambientalisti e governi, non accenna neppure a calare il mercato illegale di appropriazione illegale di risorse naturali e animali con un fatturato annuale di 213 miliardi di dollari che rappresenta il quarto mercato criminale del pianeta.
A stimare questa cifra l’Ufficio Drugs and Crime delle Nazioni Unite che ha recentemente presentato il rapporto annuale World Wildlife Crime Report.
L’emergenza bracconaggio, si legge, ha raggiunto un livello di attenzione talmente elevato da avere target dedicati nell’Agenda 2030 con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Solo in Africa, ad esempio, ogni anno vengono cacciati illegalmente più di 30.000 elefanti e Paesi come la Tanzania e il Mozambico hanno perso in soli 5 anni tra il 50 e il 60% della loro popolazione di pachidermi, mentre in 10 anni è scomparso quasi il 70% degli elefanti di foresta del bacino del Congo.
In pochi anni, poi, in Zimbabwe è scomparso il 60% della popolazione di rinoceronti.
Ma sono moltissime le specie che rischiano l’estinzione: ogni anno viene ucciso il 10% dei gorilla di pianura, gli squali sono in drammatico declino (alcune specie in pochi anni hanno subito una riduzione del 98%), mentre in alcune regioni abbiamo perso il 90% delle popolazioni di Pangolini.
La Tigre dell’Amur è stata ridotta a non più di 540 esemplari, mentre i leoni in Africa Occidentale hanno a disposizione solo l’1% del precedente territorio di diffusione.
Secondo le Nazioni Unite il bracconaggio e il commercio illegale di natura non si ferma alle specie carismatiche: l’indagine dell’UNODC analizzando 164.000 sequestri in 164 paesi diversi ha riscontrato la presenza di ben 7.000 specie oggetto di crimini.
La cattura, l’uccisione, la trasformazione e la commercializzazione illegale di queste specie interessa molteplici prodotti e settori: dalla moda (con pelli e avorio) all’arredamento (con alberi e altre piante in via d’estinzione), dal cibo (con scimmie e pangolini) ai prodotti farmacologici tradizionali (con parti di tigre e corna di rinoceronti) e agli animali domestici (come pappagalli e rettili).
Come dire che davvero non c’è fine al peggio…

Perché a Nizza la polizia vuole cancellare le prove

Scritto da: Domenico Pellitteri
Fonte: http://www.wakeupnews.eu/perche-nizza-la-polizia-vuole-cancellare-le-prove/

Il camion usato da Mohamed Lahouaiej Bouhlel, Nizza (http://www.befan.it)

Nizza – In questa cocente estate europea, la strage di Nizza è stata finora una delle protagoniste. È bastato un camion dei gelati per permettere ad un criminale di provocare 84 morti e 50 feriti sulla Promenade des Anglais nel pieno centro della cittadina turistica francese. La ricerca della verità sulle cause, sul colpevole e sul suo legame con l’Isis è partita subito dopo la strage. Era il 14 luglio e già 9 giorni dopo la polizia, o meglio il suo corpo speciale Anti-Terrorist Sub-Directorate (SDAT) vuole far sparire le prove dell’accaduto. Bisogna quantomeno ipotizzarne le ragioni.

QUELLA TRAGICA NOTTE –  La notte in cui i francesi ricordavano quali valori li hanno portati nel corso dei secoli ad alleanze, battaglie, conquiste e guerre sanguinose; nel giorno in cui essi ricordavano l’essenza del loro contributo alla civiltà occidentale e quindi ancora una volta chi fossero, ecco in quel giorno il Paese è stato colpito ancora una volta con una Gendarmerie inerme o quasi e di conseguenza con delle istituzioni disarmate, inefficienti e fischiate dalle quali però nessuno fa un passo indietro.

I VIDEO DELLA DISCORDIA – Le indagini hanno appurato quasi tutto sul protagonista ed ideatore della strage, il trentunenne tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel che in comune con l’Islam aveva soltanto il nome del suo profeta, visti gli usi poco consoni ad un musulmano praticante. Allora lo SDAT ha pensato bene di farsi un clamoroso autogol mediatico: chiedere la cancellazione di tutte le immagini realizzate da telecamere e apparecchi elettronici pubblici e privati presenti nella zona dell’attentato dalle ore 22:30 del 14 luglio alle 18 del giorno successivo. La richiesta è stata mandata all’ufficio del sindaco di Nizza mercoledì 20 luglio, secondo il documento reso pubblico dal giornale francese Le Figaro.

LE REAZIONI – In particolare si è richiesto di cancellare 6 riprese che avrebbero filmato le scene salienti dell’atto criminoso. La ragione sarebbe la necessità di “prevenire l’incontrollata distribuzione delle immagini” secondo le dichiarazioni della Procura della Repubblica di Parigi. Le reazioni sono andate dalla sorpresa del ufficio del sindaco di Nizza allo sgomento dei comuni cittadini, già spaventati per quanto accaduto. Circa 140 telecamere avrebbero informazioni interessanti per la Procura e ormai tutte le informazioni sarebbero state estratte da questi elementi. Il Comune si è rifiutato di cancellare video e foto, in quanto questi costituiscono prove e la cancellazione potrebbe provocare eventuali denunce all’amministrazione e al centro di vigilanza CCTV center che ha registrato 30 mila ore di riprese utili alle indagini.

 

I SOSPETTI E LE TESTE CHE NON CADONO – La richiesta ha dell’incredibile ed è assolutamente inedita per un delitto. Questo tipo di comportamento da vigore a sospetti alle tesi secondo le quali qualcuno possa nascondere qualcosa relativo alla tragedia. Un’ombra sulle dichiarazioni del governo francese per esempio è stata presentata dal giornale Libération, che attraverso la sua ricostruzione dei fatti ha smentito il Primo Ministro Manuel Valls, secondo il quale la polizia statale sarebbe stata presente sulla Promenade ed il camion si sarebbe intrufolato nella zona chiusa, superando una strada sbarrata dalle auto attraverso un marciapiede. Secondo Libération all’ingresso della strada chiusa sarebbe stata presente solo una volante della municipale che non impediva fisicamente alcun accesso. La polizia nazionale sarebbe arrivata a tragedia avvenuta e il governo avrebbe mentito. La domanda è quindi questa: coprire una menzogna governativa, generata per proteggere i responsabili della sicurezza dalla polizia al Ministero dell’Interno francese, potrebbe essere un valido movente per chiedere la distruzione delle prove?

LO SCONCERTANTE SILENZIO DEI MEDIA ITALIANI – Nel frattempo in Italia poco viene detto a riguardo, nessuna seria riflessione viene fatta sulle responsabilità dell’accaduto e ci si interroga ancora una volta sulle ragioni di carattere culturale attraverso dibattiti fini a sé stessi nei quali tutti sono opinionisti, la paura lanciata a lettori e telespettatori è enorme ma nel frattempo si dice di non cambiare alcuna abitudine. Le tesi di Libération, se confermate, sarebbero scioccanti visto che in Francia si mantiene lo stato d’emergenza dal 13 novembre 2015, giornata degli attacchi al Bataclan di Parigi. Lo stato d’urgenza deroga alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo per dare la possibilità al governo di chiudere, per esempio, l’accesso a determinate zone, fare perquisizioni notturne, chiudere associazioni o locali, impedire manifestazioni e così via. Tutti poteri quest’ultimi da regime totalitario e che vengono sottolineate dai media solo se a compierle è la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Singolare è il fatto che proprio quando questo stava per terminare lo stato d’urgenza l’attentato sia avvenuto. Altrettanto singolare è il fatto che gli spari evidenti sul parabrezza del camion abbiano colpito tutto eccetto la parte del guidatore. Insomma i misteri sull’accaduto non sono pochi. Mantenere la guardia alta anche sulla possibile distruzione delle prove di Nizza è il minimo dovere che la società civile e i media devono compiere in nome di ciò che resta della democrazia.

La Svezia ritira la candidatura alle olimpiadi 2022: motivo? Investono in case popolari!

Scritto da: Gerardo
Fonte: http://www.italianosveglia.com/la_svezia_ritira_la_candidatura_alle_olimpiadi_2022_motivo_investono_in_case_popolari-b-89215.html

La Svezia ritira la candidatura alle olimpiadi del 2022.Investiranno per i loro cittadini in difficoltà.Invece di costruire stadi costruiranno case popolari.E l’Italia invece? Siamo candidati per le olimpiadi del 2024, Sfrattiamo gli italiani,riempiamo le case popolari di Immigrati e non  facciamo alcun investimento per costruirne delle altre.Preferiamo ospitare le olimpiadi…

Stoccolma presentò nel 2013 la sua candidatura ai giochi olimpici invernali  che si terranno nel 2022 per la Svezia. Ma ora, a conti fatti, la ritira: meglio investire per la cittadinanza, in case popolari.

Non cessa di far discutere l’alto costo di eventi sportivi internazionali a carico delle città, dei paesi ospitanti. Ne sa qualcosa il Brasile, con gli 11 milioni di dollari spesi nel 2014 per la Coppa del mondo, e i presumibili 15 milioni che costeranno i Giochi olimpici di Rio de Janeiro nel 2016. Eventi in cui le città stesse sono chiamate a investire forti somme.

È il conto che il sindaco di Stoccolma ha fatto a tavolino, con il consiglio municipale. “Non posso chiedere all’Assemblea municipale di dare priorità alla realizzazione di un evento olimpico se abbiamo altre necessità in città, come la costruzione di più abitazioni” ha detto Sten Nordin, sindaco di Stoccolma.

Anche per la Svezia felix la Crisi economica si fa sentire, in particolare, la stessa capitale è al centro di una bolla immobiliare che ha fatto vertiginosamente salire i prezzi di immobili che non tutti ormai si possono permettere. E l’edilizia popolare sta diventando una risorsa da sfruttare quanto più urgentemente possibile. Il denaro che la municipalità di Stoccolma aveva destinato ai Giochi olimpici verrà investito proprio nella costruzione di abitazioni popolari di qualità per poter garantire un diritto fondamentale alla cittadinanza

COSA FA DI BELLO IL FIGLIO DI MARIO DRAGHI?

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2016/07/22/cosa-fa-di-bello-il-figlio-di-mario-draghi/

imageSi lo so ormai non ci fate neanche più caso quando scrivo queste cose, fa parte della natura di questa società apatica e tollerante.

Ieri durante la conferenza stampa di Mario Draghi un giornalista qualunque, di certo non uno che è a libro paga della BCE o dell’editore amico di turno, si è preso il lusso di chiedere a Draghi che lavoro fa suo figlio, visto che è un “dealer” del mercato obbligazionario a Morgan Stanley, aggiungendo se questo non si prefigurerebbe come un piccolo conflitto di interesse, roba da nulla immagino, qualche milioncino di dollari che ogni tanto salta fuori grazie alla previdenza del figlio di Mario immagino.

Il solerte Mario ha subito corretto il nostro eroe rispondendo che il suo Giacomo non è un dealer ma un trader.

Come riporta anche l’Huffington Post …

Le domande scomode non scompongono il presidente della Bce, Mario Draghi, neppure quando si tratta di questioni personali come avvenuto oggi nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo dell’Eurotower. Tra le domande su banche, tassi d’interesse e crisi economica, ha trovato spazio anche un quesito posto da un giornalista a Draghi sul lavoro del figlio a Londra come trader. Netta la risposta del numero uno della Banca centrale europea: “E’ una scelta che ha fatto lui cinque anni fa e il Parlamento europeo non ha ritenuto che si trattasse di conflitto d’interesse”.

Ma tu pensa io mi devo sorbire da otto anni notti in bianco per offrire il massimo della professionalità ai miei clienti e Giacomo ha casualmente un padre che si chiama Draghi.

Vi ricordate quanto ho scritto recentemente…

Ripeto rileggetevelo tutto, non voglio influenzare nessuno anche se non posso non condividere questa evidente anomalia che riguarda il figlio di Mario Draghi, che per carità può essere davvero il miglior trader al mondo, un bravo ragazzo, ma francamente mi sembra inopportuno metterlo a fare il trader, sull’andamento dei tassi di interesse, un piccolo conflittuccio di interesse potrebbe sempre scappare fuori o no…

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Immagina… soprattutto …se il padre ha in mano le leve dei tassi di interesse, ovvero decide insieme al board della BCE dove vanno i tassi.

Anche il figlio di Mario Monti, Giovanni ha lavorato alla Morgan Stanley, ma possibile che con tutte le possibilità di lavoro che c’erano, sti benedetti figlioli dovevano lavorare proprio in una banca d’affari?

Suvvia bellezza questa è la finanza mica l’opera di Carità!

 

 

Contro disoccupazione e povertà serve la formazione in campo ambientale ed energetico

Scritto da: Paolo Ermani
Fonte : http://www.ilcambiamento.it/energie_alternative/disoccupazione_energia.html

Questi settori hanno il maggiore potenziale di intervento e di diffusione assieme a quelli dell’agricoltura biologica e della tutela ambientale. Puntandoci, si assorbirebbe velocemente la disoccupazione attuale e si darebbe da lavorare e un futuro dignitoso alle persone indigenti o in difficoltà economiche. Pensare che oggi chi è in difficoltà o senza lavoro possa trovare occupazioni o riprendersi attraverso settori saturi o di nessuna prospettiva, è pura utopia e non fa che mantenere queste persone nella loro condizione.

Ovunque si possono creare posti di lavoro ristrutturando energeticamente abitazioni di un patrimonio edilizio indecente dove la prassi è costruire male e in fretta, comprando le certificazioni energetiche dal fruttivendolo e facendo credere che le proprie case siano di classi A o B, senza che questo sia stato verificato effettivamente. In Germania dove il patrimonio edilizio è costruito in maniera decisamente più seria, ci sono rigidi controlli e verifiche per accertare se effettivamente le classi energetiche sono rispettate.

In un paese come l’Italia, tra l’altro a rischio desertificazione, è evidente che si dovrebbero formare migliaia di persone che diventino esperte di risparmio energetico e idrico che sarebbe poi prassi quotidiana e diffuso in ogni edificio pubblico e privato e in ogni nucleo famigliare.

Molto ci sarebbe da intervenire anche nella percentuale ancora alta di case non collegate alla rete fognaria e che potrebbero utilizzare sistemi di fitodepurazione con recupero dell’acqua.

Infine dove se non in Italia si dovrebbe e potrebbe puntare immediatamente e con decisione alle fonti rinnovabili come terzo passo appunto dopo il risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia.

Fabbriche come la Fiat o simili invece di continuare a costruire cose di cui non abbiamo bisogno, potrebbero intervenire nel settore delle rinnovabili con campi di intervento vastissimi, altro che automobili di cui il paese soffoca. Solo sostituendo con collettori solari per l’acqua calda i milioni di scaldabagni elettrici ancora esistenti ci sarebbero enormi vantaggi occupazionali ed economici, figuriamoci puntare poi sul solare ad aria calda, sul micro eolico e micro idroelettrico, sui sistemi di compost heating, sulla micro cogenerazione.

Di molti di questi argomenti e di altro ancora, si parlerà nella ventiseiesima edizione del corso Energia Ambiente Lavoro che si tiene dal 12 al 19 agosto nel centro per l’Energia e l’Ambiente di Springe in Germania (QUI per info e iscrizioni) che lavora professionalmente dal 1981 su queste tematiche ed è un punto di riferimento europeo.

Grazie a centri come questo e ai docenti che vi insegnano con esperienza pratica pluridecennale, viene offerta una formazione seria, indipendente e che punta a reali risultati e non a prendere in giro i clienti o dare informazioni solo per vendere qualcosa. E’ questa la differenza fra una formazione per vendere e una formazione per fornire le informazioni adeguate per poter fare le migliori scelte sia da parte dei tecnici sia da parte dei cittadini. Proprio grazie a questo approccio la Germania è paese leader nelle tecnologie ambientali e rinnovabili dove lavorano ormai centinaia di migliaia di persone. L’ambiente non è un costo come si è abituati erroneamente a pensare, l’ambiente, il risparmio energetico e idrico, le energie rinnovabili sono una imperdibile, conveniente e grandissima opportunità lavorativa ed economica.

Come vincere la paura di rimanere soli (il lato buono della solitudine)

Scritto da: Marta Albè
Fonte: http://www.greenme.it/vivere/mente-emozioni/20935-paura-restare-soli-solitudine

solitudine 1

Siamo abituati a considerare la solitudine come qualcosa di negativo, come una condizione da evitare. Tuttavia la solitudine può diventare un’occasione unica di crescita personale che vi porterà a trovare la migliore compagnia, in voi stessi e negli altri.

Siete soli o vi sentite soli? E’ importante iniziare a porvi questa domanda. Forse non siamo realmente soli, ci sono delle persone intorno a noi ma per qualche motivo abbiamo il timore di entrare in contatto con loro. Magari perché ci sentiamo insicuri e temiamo di non essere all’altezza della situazione e delle aspettative altrui (che non conosciamo, ma che nella nostra mente ci spaventano e ci bloccano).

La solitudine a volte nasce dalla paura di essere abbandonati o da una delusione d’amore, anche se non si tratta di una regola che vale per tutti. Infatti c’è chi sceglie volontariamente di trascorrere un periodo in solitudine per riflettere su se stesso e sulla propria vita e chi, invece, dopo il fallimento di un’amicizia o di un rapporto di coppia va alla ricerca spasmodica della compagnia degli altri e di un gruppo di cui fare parte.

In qualsiasi situazione di solitudine, scelta o imposta, ci può essere una buona occasione per imparare qualcosa di nuovo su se stessi, ad esempio per provare a riconoscere il proprio valore personale, a volersi bene e a comprendere ciò che ci rende davvero felici.

Superare la solitudine

Se sapete che da un lato la solitudine vi fa bene ma che d’altra parte dopo un po’ di tempo inizia a starvi stretta, provate a farvi coraggio per superarla. Cercate di non rimanere bloccati nel passato. Ciò che abbiamo fatto in precedenza ormai è stato superato e sono arrivati dei nuovi giorni da dedicare al cambiamento.

La vostra solitudine è legata alla scarsa autostima? Allora provate a fare un elenco di tutti i vostri successi nella vita e rileggetelo ogni volta che vi sentite abbandonati. Provate ad abbandonare il perfezionismo, riconoscete il vostro valore e cercate di vivere in base alle vostre aspettative personali, non a quelle degli altri.

Quando volete avvicinarvi agli altri non abbiate paura di esprimere i vostri sentimenti. Ogni volta che riuscirete a ritenervi meritevoli dei doni che la vita e che le altre persone possono offrirvi la vostra solitudine diminuirà.

Leggi anche: 5 FERITE EMOTIVE CHE CI IMPEDISCONO DI VIVERE SERENAMENTE

Il lato buono della solitudine

La solitudine ha in sé un lato buono, un vantaggio davvero grande: aumenta la nostra resistenza e la nostra capacità di superare gli ostacoli. Quando siamo soli e nessuno ci aiuta impariamo a riconoscere i nostri limiti e le nostre debolezze e riduciamo il grado di dipendenza dagli altri.

E’ vero, essere soli può diventare frustrante e creare grande ansia ma la solitudine ha anche un grande potere di guarigione. Potreste imparare a pensare che la vostra vita può essere felice e completa anche senza la presenza di una persona al vostro fianco. Si tratta di un pensiero che accresce l’autostima e la consapevolezza del proprio valore individuale.

Leggi anche: CENTRI COMMERCIALI: I NONLUOGHI DELLA SOLITUDINE SECONDO MARC AUGÉ

Paura di rimanere soli: riavvicinarsi agli altri

Se volete uscire dalla vostra situazione di solitudine dovrete ricominciare ad avvicinarvi agli altri. Anche quando preferite rimanere soli per molto tempo cercate di non isolarvi completamente dal mondo e non perdete l’abitudine di uscire e di interagire con le persone anche quando si tratta semplicemente di conoscenti.

Il vostro periodo di chiusura verso gli altri potrebbe avervi fatto perdere delle occasioni di stringere amicizia o di approfondire la conoscenza di alcune persone interessanti. Forse potrete trovare dei nuovi amici tra i colleghi di lavoro o riallacciare i rapporti che si erano allentati con alcuni famigliari. Magari avete anche degli amici lontani che non vedete da tempo e con cui sarebbe il caso di rientrare in contatto.

E’ il momento di crescere per superare la paura della solitudine

Sia la fase di solitudine che la sfida per superarla e per rientrare in contatto con gli altri fanno parte di un momento importante da non sottovalutare per la vostra crescita personale. Siete voi gli unici a sapere davvero come mai siete rimasti soli o perché avete scelto di trascorrere un momento di solitudine o di porre fine ad una relazione d’amore o di amicizia.

La fase di solitudine potrebbe essere il preludio alla vostra rinascita. Preparatevi al meglio ad affrontare i rapporti sociali e a stringere nuove amicizie. Seguite le vostre passioni e i vostri interessi per trovare automaticamente persone che siano sulla vostra stessa lunghezza d’onda. Non limitatevi ai social network per cercare di riallacciare i rapporti con gli altri.

Iscrivetevi a un corso, andate ai concerti, iniziate a praticare sport, ricontattate i migliori amici che non sentite da qualche tempo e apritevi nei confronti delle persone che sono interessate davvero ad ascoltare la vostra storia.

Quando avrete bisogno di nuovo di qualche momento di solitudine sarà solo una vostra scelta, sarà ‘terapeutico’ e servirà a guidarvi verso una nuova trasformazione.

Filippine: indigeni uccisi dagli allevatori

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/popoli-indigeni/4201-filippine-indigeni-uccisi-dagli-allevatori.html

Tre membri indigeni del gruppo etnico Higaonon sono stati brutalmente uccisi dalle guardie degli allevatori di bestiame che avevano occupato le loro terre. Il 12 luglio scorso, il personale di sicurezza di Ramcar Inc. hanno aperto il fuoco dopo ave circondato le tende in cui gli indigeni stavano prendendo il caffè. Le tende erano state piantate dagli indigeni nelle loro terre ancestrali occupate dalla Ramcar Inc. Remar Mayantao, membro del Consiglio dell’associazione del popolo indigeno Sitio Inalsahan, ha alzato le braccia in segno di resa, ma ha ricevuto un colpo all’addome, quindi è stato finito da una guardia privata che gli ha aperto la gola col coltello. Tra i feriti anche una ragazza quindicenne. Le guardie hanno poi distrutto tre delle tende degli indigeni prima di lasciare l’area.
Nel 2011, la comunità Higaonon di Brgy Lupiagan aveva presentato richiesta di riconoscimento delle terre ancestrali, su un territorio di  oltre 5.000 ettari di terreno. Ma oltre la metà delle terre era stata nel frattempo occupata da privati. La comunità ha quindi potuto presentare domanda di riconoscimento solo su 2500 ettari ancora liberi. Ma anche questi sono stati presi di mira da una compagnia di allevamento di bestiame, e gli indigeni hanno deciso di piantare le loro tende nell’area reclamata, ma sono stati cacciati via dalle guardi private.
La cosa settimana, la comunità indigena ha appreso che la  Commissione Nazionale sui popoli indigeni (NCIP) aveva autorizzato il loro rientro nelle tee ancestrali,  e quindi hanno piantato le tende all’interno dell’area contesa. La risposta della compagnia è stata il massacro.
La Coalizione Contro Land Grabbing richiede di inviare una email al al governo filippino

DAL GENIO DI DUE RAGAZZI ITALIANI NASCE GEIZEER

Scritto da: Pjmanc
Fonte: http://www.ilfattaccio.org/2016/07/04/dal-genio-due-ragazzi-italiani-nasce-geizeer-minicondizionatore-praticamente-costo-0/

Il minicondizionatore praticamente a costo 0

GEISEER

IL PRATICO ED ECONOMICO MINI CONDIZIONATORE E’ NATO DA UN IDEA DI DUE ITALIANI. Due giovani ragazzi abruzzesi, Ferdinando Petrella e Damiano Iannini, dall’indubbia mente brillante, hanno inventato un mini-condizionatore portatile in grado di raffreddare una stanza per circa 4 ore. Si tratta di un piccolo cubo di circa 14 cm che non necessita di alimentazione, bensì di carica, che oltre ad essere pratico e maneggevole è anche economico, in quanto con una spesa di soli 2 centesimi riesce a raffreddare in pochi attimi di tre gradi una stanza di 12 metri quadrati. I due portentosi italiani hanno deciso di chiamare la loro creazione Geizeer e su Kickstarter si stanno adoperando per per raccogliere i finanziamenti necessari al fine di commercializzare il prodotto. Il funzionamento di Geizeer è molto semplice: il cubo è infatti formato da due scocche di legno al cui interno è stata posizionata una ventola che funziona grazie all’inserimento di un’apposita piastra eutettica, che funge da accumulatore di freddo. L’aria una volta raffreddata viene spinta a 360° e raggiunge una distanza di 1 metro e 20. Per ricaricare la batteria è necessario procurarsi un semplice cavo USB e il suo consumo in 24 ore è pari a 2 centesimi di elettricità, mentre l’elemento raffreddante ha un’autonomia di 4 ore e può essere riutilizzato nuovamente.

GEISEERUTILIZZARE GEISEER E’ MOLTO SEMPLICE. Basta inserire l’ice-pack, precedentemente congelato nel frezer, nella metà inferiore del cubo. A questo punto bisogna sovrapporre le due metà, facendo coincidere i due segni di accensione. In questo modo i contatti si toccano, il circuito elettrico si chiude, e si aziona la ventola. Per spegnerla, basta sollevare e ruotare nuovamente il coperchio. Ebbene si, non ci sono tasti di accensione! La ventola aspira aria calda dalla griglia superiore e la incamera all’interno del cubo. La forma dell’ice-pack permette una migliore diffusione dell’aria e la quantità di gel eutettico contenuta in esso è sufficiente per raffreddare una stanza di circa 12mq . In questo modo, inoltre, si evita un surriscaldamento dell’aria interna, dovuto alla rotazione meccanica delle pale. Dopo qualche secondo a contatto con l’ice pack, l’aria fresca viene spinta fuori a 360° dalle fessure che dividono a metà Geizeer. L’ice pack, inoltre, prevede un apposito spazio dove inserire dell’essenze che andranno a profumare l’ambiente.

Il domani che verrà?

Scritto da: Piero Cammerinesi
Fonte: http://www.liberopensare.com/articoli/1123-il-domani-che-verra

aaa police

Si sa, a Dallas non perdono il vizio di sparare dai tetti.

Questa volta non per uccidere un presidente scomodo per il military-industrial-complex, ma per vendicare i 136 neri morti ammazzati dall’inizio dell’anno per mano di una delle polizie più violente e razziste del mondo.

di Piero Cammerinesi

Era prevedibile che prima o poi – dopo una serie di assassinii a freddo di neri disarmati da parte della polizia senza nessuna reale minaccia per gli agenti – la rabbia e lo sdegno della comunità nera sarebbero esplosi in modo violento.

A onor del vero va detto che statisticamente sono gli afroamericani a delinquere di più, e questo per una serie di motivi socio-culturali complessi, e che la polizia si vede spesso impegnata in sparatorie cruente in un Paese in cui è più facile comprare un fucile d’assalto che una confezione di siringhe in farmacia.

Tuttavia il problema reale è costituito sia dalle regole d’ingaggio della polizia – pesantemente militarizzata – che dalla sostanziale impunità dei poliziotti anche per palesi abusi o eccessi di aggressività che causano morti innocenti.

Non è neppure il caso di ricordare le decine di omicidi perpetrati dalle forze dell’ordine anche quando gli agenti non erano stati minacciati e per motivi che vanno dal rifiuto di mettersi a terra alla fuga a piedi per sfuggire alla multa per un fanalino rotto dell’automobile.

Né viene fatta dalle forze dell’ordine USA alcuna differenza per l’età dell’arrestato; ho visto bambini di 10 anni o anziani di 80 portati via con le manette ai polsi per reati che in Europa comporterebbero solo una tirata d’orecchi.

Ma tant’è, nel Nuovo Mondo la legge di fatto non è cambiata molto dai tempi della Frontera, quando si impiccavano al primo albero i ladri di cavalli.

Dopo la strage di poliziotti bianchi di Dallas e le chiacchiere politically correct di due presidenti – Obama e Bush, uno peggio dell’altro – quello che sta accadendo negli USA è davvero inquietante.

Il fatto che cinque agenti di polizia siano stati uccisi da un singolo cecchino ai Dallas, ha rappresentato il più alto numero di vittime di polizia in un attacco dall’11 settembre ad oggi e ciò ha naturalmente suscitato un’ondata di emozioni nella pubblica opinione, sagacemente alimentata dalle Breaking News con interviste e dibattiti 24 ore su 24 tendenti ad alimentare il patriottismo e l’esaltazione della figura del tutore dell’ordine – negli USA secondo solo a Dio come potere.

Come risultato – a caldo – abbiamo in primo luogo una criminalizzazione del movimento Black lives matter (le vite dei neri contano) un’associazione pacifica nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle centinaia di uccisioni di neri per futili motivi.

E, come se ciò non fosse abbastanza grave, si sta anche avverando l’incubo del film Minority Report, nel quale venivano arrestate persone non per crimini commessi ma per averne solo parlato o per averli semplicemente pensati.

Per chi non lo avesse visto, il film Minority Report – regista Steven Spielberg – ambientato nel 2054, liberamente ispirato al racconto breve “Rapporto di minoranza” di Philip K.Dick, s’impernia sul sistema del Precrimine, grazie al quale, per mezzo delle premonizioni di tre individui dotati di poteri extrasensoriali, la polizia riesce a impedire gli omicidi prima che essi avvengano, arrestando i potenziali “colpevoli”.

In tal modo non viene punito il fatto (che non avviene), bensì l’intenzione di compierlo.

Fantascienza?

Forse…tuttavia tre mesi prima di iniziare le riprese, Spielberg convocò un gruppo di futurologi perché ipotizzassero un 2054 credibile. Tra di loro c’erano esperti del MIT, del dipartimento di ricerca biomedica della difesa, nonché di software e di realtà virtuale.

Dunque sembra meno fantascienza di quello che si potrebbe immaginare…

È quel ‘divieto di pensare liberamente’ che ormai dagli USA si sta diffondendo in tutto l’Occidente, concretizzando gli incubi di scrittori come Orwell o Huxley o lo stesso Philip K.Dick.

È la globalizzazione, babe.

Esagero?

Non credo, dato che la scorsa settimana quattro persone sono state arrestate per dei post sui social media definiti minacciosi dalla polizia.

Un uomo è stato arrestato per aver definito su Twitter Micah Johnson, l’autore della strage di poliziotti, un eroe.

Di fronte alla difficoltà di trovare un capo d’accusa calzante, il capo della polizia di Detroit, James Craig, ha candidamente affermato: “So che questo è un problema nuovo, ma voglio che queste persone siano accusate di un crimine”.

Insomma, come dire, non so se c’è una legge per punirli, ma in qualche modo ne troveremo una.

“Ho ordinato ai miei sottoposti di preparare mandati [d’arresto] per questi quattro individui, e vedremo quale sarà la sede migliore per perseguirli legalmente”, ha aggiunto.

Ora, se da una parte i poliziotti iniziano a capire che, come si dice, ‘enough is enough’, quando è troppo, è troppo anche per una popolazione tenuta sotto schiaffo da una polizia violenta e impunita, molti dipartimenti di polizia in tutto il Paese hanno iniziato ad arrestare le persone solo a causa di messaggi sui social media, mettendo sostanzialmente fine alla libertà di parola e contraddicendo di fatto il primo emendamento della Costituzione americana che recita: “Il Congresso non potrà fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione, o per proibirne il libero culto; o per limitare la libertà di parola o di stampa; o il diritto che hanno i cittadini di riunirsi in forma pacifica e di inoltrare petizioni al governo per la riparazione di torti subiti”.

Lo scorso fine settimana la polizia del Connecticut ha arrestato, infatti, Kurt Vanzuuk per aver definito Johnson un eroe su Facebook e per aver aggiunto che gli sbirri meritano di essere uccisi. È stato accusato d’incitamento a commettere crimini contro persone e cose.

Nell’Illinois, invece, una donna, Jenesis Reynolds, è stata arrestata per aver scritto in un post sempre su Facebook che avrebbe sparato al poliziotto che l’avesse fatta accostare con la macchina. “Non avrei alcun problema a sparare a un poliziotto per un blocco stradale, dato che lui non avrebbe alcun problema a sparare a me”, ha scritto. Accusa: condotta molesta.

Rolando Medina è stato arrestato nel New Jersey, con l’accusa di molestia informatica per aver affermato su un social media che avrebbe distrutto la sede della polizia locale.

In Louisiana, infine, Kemonte Gilmore è stato arrestato per un video online in cui avrebbe minacciato un agente di polizia. È stato arrestato con l’accusa di intimidazione.

Ora è certamente vero che i pensieri espressi nei post dei cinque arrestati non sono particolarmente gradevoli, ma sempre e solo di pensieri si tratta, non di crimini.

Il pensiero deve poi trasformarsi in decisione e la decisione in azione criminale per essere punibile dalla legge. D’altra parte la stessa Corte Suprema aveva stabilito l’anno scorso che i pubblici ministeri, per perseguire un reato di minacce devono dimostrare sia che quelle fatte siano ragionevolmente considerabili delle minacce sia che l’intento del soggetto sia quello di minacciare.

Ma evidentemente dall’altra parte dell’Atlantico s’inizia a utilizzare l’enorme quantità di dati – traffici telefonici, email, computer – che viene registrata e memorizzata – coperta a malapena dalla foglia di fico della national security – non solo per la “War on Terror”, ma anche per meglio controllare il proprio popolo.

Così anche in questo caso le profezie distopiche di Hollywood prendono forma nel Nuovo Mondo e il film Minority Report ci sembra oggi un po’ meno fiction e un po’ più angosciosa realtà.

È questo ciò che ci aspetta nel prossimo futuro?