Scritto da : Rudi Toffetti
Fonte: http://www.mitiemisteri.it/articoli/le_dinamiche_energetiche_nei_luoghi_di_potere.html
So ormai diversi decenni che un sempre crescente numero di persone è alla ricerca di quello che viene definito, in maniera un po’ generalista, il “mondo delle energie”. Altri sono invece alla ricerca di quegli spazi che custodiscono nefaste presenze, ma pur sempre di sostanza eterea generata da terribili avvenimenti accaduti nel passato, come in certi rinomati manieri medioevali. Oppure, se le energie ricercate appartengono alla sfera spirituale, al mondo interiore, sono moltissimi gli individui che si confrontano con religioni e credo diversi da quelli di origine, piuttosto che con sette più o meno esoteriche. Praticando anche diverse “tecniche alternative” come Reiki, Yoga, Costellazioni familiari, Shiatsu, Theta Healing, Pranayama, e infi nte altre, alcune fondate su consolidate e comprovate tradizioni millenarie, altre nuove interpretazioni delle prime. L’interesse verso questa dimensione avviene anche da un punto di vista terapeutico, dove al classico metodo allopatico, cioè che cura i sintomi, viene ormai affiancato o addirittura sostituito un approccio olistico, ovvero un sistema che tiene conto dell’individuo nella sua totalità, anche energetico-vibratoria, andando cioè a svelare le disarmonie che generano la patologia. Questo modo di considerare l’essere umano non è altro che la riscoperta dell’antica tradizione curativo-esoterica dei popoli nativi.
È risaputo come all’interno delle società primitive vi fosse sempre la fi gura importante di un guaritore in grado di utilizzare il rimedio più appropriato. Questi personaggi non erano solo terapeuti del corpo, ma spesso e volentieri erano veri e propri sacerdoti capaci di comprendere anche i disagi dell’anima e trovare per essi la giusta soluzione. È dimostrato come alcuni luoghi venissero, e vengono tuttora, considerati sacri in funzione delle loro qualità terapeutiche e di guarigione. Gli stessi luoghi dove nell’antichità lo stregone-sciamano conduceva i suoi pazienti per sanarli, magari attraverso un sonno indotto o per ricevere egli stesso le giuste indicazioni per farlo. Questi “luoghi di potere” esercitano sull’uomo un enorme fascino e lo attraggono magneticamente, proprio perché possiedono caratteristiche energetiche uniche, non facili da comprendere, ma che sono percepite soprattutto a livello inconscio. Grazie alle tecniche di rilevamento, antiche e moderne, è possibile comprendere qual sia la loro funzione e come l’essere umano possa relazionarsi correttamente con essi. Quando ci si avvicina a quegli spazi della terra destinati dagli eventi a rappresentare la sfera religiosa e spirituale o si entra in contatto con quei luoghi in cui i fatti storici hanno lasciato impronte indelebili nella memoria collettiva, è indispensabile fare ricorso anche alle innate capacità extrasensoriali insite, in modo più o meno attivo, in ognuno di noi. Qualità che possono emergere solo mantenendo un atteggiamento umile e rispettoso, praticando il silenzio interiore e lasciando da parte le classiche aspettative che solitamente l’uomo moderno frappone fra se e il creato. Le sensazioni che colgono l’essere in questi luoghi, “lavorano” oltre che sul fi sico, sulla parte emozionale e su quella psichica e necessariamente richiedono una decifrazione e una comprensione guidata, meglio se da parte di esperti addetti ai lavori. È infatti logico pensare come in questo campo di azione, in cui l’uomo comune non sa districarsi, apparendo ai suoi occhi molto “magico” e misterioso, la giusta chiave sia la comprensione dell’alchimia tra lo spirito e la materia, tra la razionalità scientifi ca e la tradizione spirituale ed esoterica. Esistono, infatti, ambiti della conoscenza umana in cui ancora non è possibile utilizzare la razionalità e l’approccio materialista per svelarne le dinamiche e probabilmente mai lo sarà. Parliamo, appunto, di quello che le popolazioni native d’America, ma non solo, chiamavano il Grande Mistero, in cui è compreso anche il senso stesso della nostra esistenza.
Le ragioni che ci dirigono a visitare questi posti sono inconsciamente dovute allo stesso motivo, anche se ce ne diamo motivazioni differenti: la ricerca nei luoghi di parti interiori, che non conosciamo e vogliamo rivelare e necessariamente risvegliare. Su un piano cosciente invece veniamo piuttosto spinti dalla curiosità, dall’interesse storico e artistico quand’anche dalla pura ricerca della bellezza. Ma la ragione primordia le che spinge l’umana creatura a muoversi, quando non è per procacciarsi del cibo, è abitualmente la ricerca. Lo scopo primario è conoscere, fare esperienza e relazionarsi con territori e ambiti sconosciuti che poi diventano il nostro patrimonio, le nostre relazioni e i fili che ci legano alla terra, entrando nel nostro corpo e modifi candolo sostanzialmente, proprio nella sua sostanza. Visitare un castello, una chiesa, un antico sito dolmenico può diventare un vero atto sacro, un pellegrinaggio devozionale, anche se inizialmente e mentalmente, non sono quelle le ragioni che ci spingono a compiere quel gesto. Il contatto che avviene su un piano fisico verrà successivamente traslato dall’energia del luogo su un livello ulteriore. Sia il posto che le energie annesse agiranno sull’essere, anche grazie alla sua unicità relativa sul pianeta Terra e all’accumulo delle memorie psichiche e vibratorie dei fatti ivi accaduti. Quando desideriamo spingerci oltre, in cerca di quello che non conosciamo e che forse ci fa paura, una domanda basilare deve sortire: quali sono le intenzioni che ci spingono a farlo, perché? Il richiamo che attua su di noi un certo sito non è altro che il nostro bisogno inconscio o meglio, il bisogno manifesto dell’anima di sentire una data frequenza, lavorare con lei, vibrare all’unisono e da questa interazione produrre frutti, cambiamenti, mutazioni. Molto semplice: i miracoli che avvengono in alcuni di questi luoghi sono la dimostrazione tangibile di come lo Spirito agisca, oltrepassando i piani della materia in quelli sottili ed energetici, modifi cando, se necessario, anche il nostro DNA e le guarigioni inspiegabili che avvengono nei santuari lo dimostrano. Ma banalmente un’intenzione può anche non esserlo, a un livello successivo, quando ci si pone da osservatori e ci si lascia fl uire con le cose. Allora in quel caso, se siamo disposti ad aprire incondizionatamente le porte della nostra percezione e ci abbandoniamo in fi ducia, il luogo ci parlerà e ci darà una sua personale chiave di lettura. Per farlo però è necessaria la quiete, quella interiore, dove si raccolgono i semi migliori.
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