DEPISTAGGIO BORSELLINO / NON SOLO POLIZIOTTI, ORA DUE MAGISTRATI

Fonte: http://www.lavocedellevoci.it/2019/06/12/depistaggio-borsellino-non-solo-poliziotti-ora-due-magistrati/

Per la prima volta indagati due pm che si sono occupati della strage di via D’Amelio. L’accusa è da novanta: depistaggio e calunnia aggravata.

Fino ad oggi erano finiti sotto i riflettori, e quindi a processo, soltanto tre poliziotti. Ora la procura di Messina, guidata da Maurizio De Lucia, punta più in alto e vuol vederci chiaro su uno dei più grossi buchi neri della nostra storia.

IL TAROCCAMENTO DI SCARANTINO

Tutto ruota intorno al taroccamento del pentito Vincenzo Scarantino, perché sulla base delle sue accuse inventate di sana pianta furono condannate sette persone, che hanno scontato 16 anni di galera da innocenti. Mentre killer e mandanti rimanevano regolarmente a volto coperto, beati uccel di bosco fino ad oggi.

Ricostruiamo quelle prime battute bollenti. Le indagini partono alla procura di Caltanissetta, feudo governato dal procuratore Gianni Tinebra, morto due anni fa.

La scena si affolla subito di toghe. Si rimbocca le maniche il procuratore aggiunto Paolo Giordano, si attivano i pm Carmine Petralia e Roberto Sajeva, quindi gli applicati Ilda Boccassini e Fausto Cardella; segue a ruota Anna Maria Palma, poi entra in campo Nino De Matteo. Insomma, uno squadrone.

Il plotone, col passare dei mesi, si sfoltisce, e rimangono ad occuparsene a tempo pieno Palma, Petralia e Di Matteo.

Circa il ruolo di quest’ultimo molti hanno sostenuto: “Ma era di primo pelo, non aveva alcuna esperienza di mafia”. Suscitando le ire di Fiammetta Borsellino, la figlia di Paolo, la quale ha sempre chiesto con forza che si indagasse tutto campo, non solo sul ruolo dei poliziotti, ma anche su quello dei magistrati che, di tutta evidenza, avevano una logica supervisione sull’inchiesta.

“Ma se Di Matteo non aveva alcuna esperienza di mafia, perché mai lo hanno messo ad indagare sull’uccisione di mio padre e della scorta?”, è stato alcuni mesi fa il j’accuse di Fiammetta, al quale Di Matteo ha risposto ricordando il suo successivo pedigree antimafia.

TUTTI A DIGIUNO DI MAFIA!

E oggi cerca di mettere una pezza a colori anche l’allora aggiunto Giordano: “Sia io che Tinebra che Petralia, nessuno di noi aveva esperienze per quanto riguarda le organizzazioni criminali di Palermo”.

E che ci facevano allora in procura, a prendere la tintarella?

Da rammentare, comunque, che quando Ilda Boccassini è stata trasferita a Milano, ha poi inviato una missiva ai magistrati impegnati nella gestione del pentito Scarantino, in cui li metteva in guardia dal prestargli credito, ritenendolo del tutto inattendibile e inaffidabile.

Ilda Boccassini

Parole finite al vento, quei pm se ne sono altamente fregati.

Ma vediamo cosa ha raccontato Scarantino circa il ruolo da lui stesso giocato.

Un mago delle versioni tutte diverse una dall’altra, il pentito taroccato, capace di dire un giorno una cosa e quello seguente la cosa diametralmente opposta.

Tre anni fa dichiara a processo di essere stato totalmente costruito a tavolino. Racconta di tutte le minacce, le intimidazioni subite. La paura per il destino della moglie, la paura di quanto gli può succedere. Da gulag.

Punta l’indice sui poliziotti (e tre sono ora sotto processo a Caltanissetta) e sull’allora coordinatore del team, Arnaldo La Barbera, ex questore di Palermo. Ma La Barbera oggi non si può difendere, perché è morto 15 anni e passa fa.

Fornisce dettagli inediti. Gli insegnavano il copione passo passo, doveva mandarlo a memoria, ripeterlo un paio di volte al giorno in vista del dibattimento. Quando non si ricordava bene cosa dire, doveva alzare la mano e chiedere di andare in bagno, dove avrebbe trovato un poliziotto-suggeritore pronto ad imbeccarlo.

VERSIONI MULTIPLE

Versioni ogni volta diverse sul ruolo dei magistrati. In prima battuta parla di Anna Palma, individuando in lei la regista dell’operazione. Degli altri non fa menzione.

Fino all’ennesima versione di un paio di settimane fa, quando scagiona da ogni accusa Di Matteo e Petralia. “Il dottor Di Matteo non mi ha mai suggerito niente, il dottor Petralia neppure. Mi hanno convinto i poliziotti a parlare della strage”.

La solita colpa scaricata sugli anelli deboli. Come se un’inchiesta potesse svolgersi all’insaputa dei magistrati. Come se il pool di toghe non agisse sempre in strettissimo, fisiologico coordinamento.

Fiammetta Borsellino

L’inchiesta di Messina adesso si allarga a Palma e Petralia, accusati di “calunnia aggravata, con l’aggravante di aver favorito l’organizzazione mafiosa”. Parti lese coloro i quali hanno dovuto scontare l’incredibile condanna, con 16 anni in galera da innocenti.

Dal prosieguo, si dovrà capire come mai il pm Di Matteo non ha ricevuto un trattamento simile, avendo condiviso la stessa inchiesta in quei primi anni. “Ci sarà di certo un motivo tecnico oppure di merito”, commentano a Messina, “lo si dovrà appurare nelle prossime settimane”.

E fra pochi giorni, per il 19 giugno, è previsto lo svolgimento di un esame irripetibile che potrà portare forse a qualche chiarimento o comunque qualche elemento significativo in più.

Si tratterà di ascoltare i nastri di 19 cassette dei primi anni ’90, contenenti la voce intercettata di Scarantino. Dal momento che i supporti magnetici sono vecchissimi e si possono rovinare, per questo si tratta di esame ‘irripetibile’, che si svolgerà alla presenza di tutti i legali delle parti coinvolte.

FIAMMETTA BOLLENTE

Dichiara Fiammetta Borsellino. “E’ un punto di inizio. E’ un atto più che dovuto l’attivazione di un procedimento di accertamento delle responsabilità dopo tutto quello che è emerso nei dibattimenti: le anomalie e le omissioni, che potranno pur avere avuto una regia occulta, ma chi doveva fare la sentinella non ha impedito che tutto ciò accadesse”.

E attacca il Csm, la figlia di Paolo: “Dopo la mia audizione di un anno fa, non è arrivata alcuna risposta. Forse erano impegnati a fare altro”.

E ora si capisce bene cosa erano impegnati a fare, i super togati del Consiglio Superiore della Magistratura

E i media? Come al solito dormienti o quasi. Solo il Fatto quotidiano dedica mezza pagina alla fresca inchiesta sulle due toghe siciliane per uno dei più grandi buchi neri della nostra storia. Repubblica e il Corsera appena due brevi, un riquadratino e un colonnino.

Molto meglio tuffarsi negli stravolgari gossip Rai sui neomelodici siciliani che offendono la memoria di Falcone e Borsellino.

Per la Voce ha scritto memorabili articoli e inchieste, proprio sul caso Scarantino, Sandro Provvisionato, lo storico fondatore di “Misteri d’Italia”.

Già cinque ani fa, infatti, Provvisionato ha ricostruito per filo e per segno il taroccamento di Scarantino, facendo nomi cognomi e indirizzi di tutti i protagonisti di quel gigantesco depistaggio di Stato. Che solo ora, parzialmente, sta venendo alla luce.

Quante ore passiamo su internet?

Fonte: https://www.soloecologia.it/14062019/quante-ore-passiamo-su-internet/12051

Secondo il recente Global Digital Report, passiamo più di un quarto delle nostre giornate davanti al computer o allo smartphone, connessi con internet.

In Italia in particolare gli utenti passano poco più di sei ore al giorno su internet, appena al di sotto della media mondiale.

La maggior parte del tempo trascorso su internet è dedicato alle ricerche online, ai social network e ai video, seguiti dai giochi online e dai casinò virtuali, come netbet.it, ormai pienamente fruibili anche dai dispositivi mobili.

Se in altre nazioni, come le Filippine o la Thailandia, i dati mostrano un numero di ore quasi doppio rispetto a quello dell’Italia, sorprende scoprire che nel super tecnologico Giappone le ore passate ogni giorno su internet sono poco più di tre, ponendo il Giappone in fondo alla classifica mondiale del tempo trascorso su internet.

Il numero di ore passate su internet dagli italiani corrisponde circa a 100 giorni in un anno, a riprova della grande diffusione degli smartphone nel nostro paese.

Seppure il numero di ore passate su internet sia già elevato, le previsioni degli esperti dicono che potrebbe essere destinato a crescere.

La crescente disponibilità di connessioni di ultima generazione, infatti, potrebbe garantire un miglioramento dell’esperienza online. Le tecnologie in rapida diffusione, come ad esempio le connessioni 5G, porterebbero a un aumento della fruibilità dei media, e quindi una maggiore dipendenza da internet.

Come passiamo il tempo su internet?

In Italia la maggior parte delle ore passate su internet sono quelle dedicate ai social network.

Gli italiani infatti spendono in media sui social, Facebook in testa, ben più di due ore ogni giorno.

L’abitudine di condividere contenuti, pubblicare post e soprattutto scorrere la lista dei feed per dare like, fa sì che le ore trascorse sui social, prevalentemente dai dispositivi mobili, siano più di un terzo delle ore trascorse su internet ogni giorno.

Non c’è da sorprendersi, visto che più del 45% degli utenti internet nel mondo ha almeno un profilo social.

L’attrattiva dei social network non è quindi solo italiana: il numero di follower dei profili più noti ha raggiunto cifre sorprendenti.

Basti pensare che secondo le ricerche di HootSuite, un aggregatore di social network, il numero dei follower di Cristiano Ronaldo ha superato i 155 milioni, seguito da quelli di Selena Gomez che ammontano a 144 milioni.

Al terzo posto nella classifica mondiale dei VIP per numero di follower figura la cantante Ariana Grande, che vanta un pubblico di fan di poco inferiore ai 143 milioni in tutto il mondo.

Troppe ore passate su internet?

Si potrebbe pensare che passare un quarto della giornata su internet sia eccessivo, e che possa avere delle conseguenze negative per gli utenti.

Ebbene, secondo gli esperti questo non succede: il numero di ore passate su internet infatti è solo un segno dei tempi, dovuto alla digitalizzazione dei media e del lavoro.

Quello che prima si faceva sul proprio computer, oggi si è trasferito sulla rete, grazie alla diffusione di software e dati condivisi sui server online e sul cloud. Senza contare che oggi sono molte le professioni che vengono svolte interamente online, dai freelance ai blogger, dai programmatori ai gestori di negozi online, sempre più diffusi.

DEUTSCHE BANK: GERMANIA IN FIAMME!

Fonte : https://icebergfinanza.finanza.com/2019/06/04/deutsche-bank-germania-in-fiamme/

E’ proprio il caso di dire che i mercati ormai da tempo si stanno cuocendo a fuoco lento Deutsche Bank, nuovi minimi storici della principale banca tedesca, fanno cambiare rapidamente idea anche all’integralista Weidmann…

E’ incredibile come dopo aver cercato di distruggere i sistemi finanziari di mezza Europa, attraverso il loro integralismo di maniera, guai a creare più debito, guai a creare più liquidità sui mercati, questa gente all’improvviso, di fronte alla triste realtà di un sistema bancario locale in evidente affanno, cambi all’improvviso idea…

Questo signore dopo aver testimoniato contro Draghi presso la Corte costituzionale tedesca nel 2012, contrario in tutto e per tutto a qualunque decisione degli ultimi anni, ora che i giochi tra la Merkel e Macron sono quelli di spartirsi l’Europa futura, cambia idea e si prepara a diventare governatore della BCE, la tomba dell’intera Europa.

Dopo questa notizia, anche se io sono come San Tommaso e non ci credo sino a quando non vedo, dopo questa notizia abbiamo assistito ad un rally dei nostri titoli di Stato, vediamo cosa succede nei prossimi giorni, per il momento lo spread resta in tensione e come abbiamo scritto nell’ultimo Machiavelli, non è ancora sotto controllo.

Nel frattempo cattive notizie dall’economia tedesca, mentre Italia e Francia sono in leggera ripresa, Germania palla al piede d’Europa…

Fermiamoci qui, il maialino continua a girare sulla graticola dei mercati e torniamo in America, perchè li sta cuocendo a fuoco lento, un’intero bisonte, altro che un maialino qualunque.

L’indice IHS Markit dell’indice dei responsabili degli acquisti di prodotti manifatturieri USA (EBT) finale destagionalizzato ha raggiunto il valore di 50,5 a maggio, in calo rispetto a 52,6 di aprile. L’ultima intestazione ha segnato solo un leggero miglioramento delle condizioni operative, con l’ultima lettura la più bassa da settembre 2009. I dati del secondo trimestre fino ad ora hanno indicato un netto rallentamento nel settore manifatturiero rispetto ai primi tre mesi del 2019.

Davvero pessime le notizie in arrivo anche dal settore delle costruzioni…

Se qualcuno ha bisogno di interpretare meglio questo grafico qui sopra alla luce della solita tempesta in un bicchiere d’acqua, suggerisco la fine di questa ennesima ripresa immobiliare drogata dal debito.

Nel frattempo dopo aver messo nel mirino il Messico, Trump sembra annunciare sorprese anche per India e forse Australia…

Una guerra commerciale sempre più aspra, che non esclude colpi di scena all’ultimo momento come nell’incontro previsto a fine mese ai margini del G20 in Giappone, talmente aspra che fa dire ad uno dei governatori della Fed pubblicamente, che è arrivato il momento di ridurre i tassi…

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – New York, 03 giu – Un taglio dei tassi “potrebbe essere presto necessario”. Lo ha detto James Bullard, presidente della Federal Reserve di St. Louis. Secondo il componente del Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa, l’economia americana dovrebbe crescere “piu’ lentamente andando avanti, con alcuni rischi di rallentamento che potrebbero essere piu’ pesanti del previsto a causa del regime di incertezza sul commercio globale”. Inoltre, recita il discorso di Bullard, “sia l’inflazione, sia le aspettative sull’inflazione restano al di sotto del target [di crescita annua del 2%] e la curva dei rendimenti dei Treasury [che in parte si e’ invertita] segnala che i tassi sono troppo alti”. Secondo lui, abbassare il costo del denaro “potrebbe aiutare a ricentrare l’inflazione e le aspettative sull’inflazione” e allo stesso tempo potrebbe “fornire rassicurazioni in caso di un rallentamento piu’ pronunciato delle attese”. I tassi in Usa sono al 2,25-2,5% dal dicembre 2018, quando furono alzati di 25 punti base per la quarta volta di quell’anno.

Strano davvero questo mercato, Bullard aveva detto la stessa cosa il 22 di maggio e in molti lo avevano ignorato, oggi invece dotti, medici e sapienti, strillano per giustificare l’ultimo movimento sul dollar index.

Nel frattempo altro spettacolare colpo del nostro Machiavelli, la Banca centrale australiana costretta a ridurre i tassi per la prima volta dopo 3 anni…