Cibo contaminato: mercurio nel pesce spada e aflatossine nel latte

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/cibo-mercurio-aflatossine.php

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Nei filetti di pesce spada congelati importati dal Portogallo è stato trovato mercurio in eccesso, mentre nel latte crudo proveniente dall’Ungheria sono state trovate aflatossine, sostanze considerate cancerogene. Si tratta delle ultime segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi ritirati dal mercato.

Ma nella lista dei lotti respinti alle frontiere e/o delle informative sui prodotti diffusi che non implicano un intervento urgente vi sono: uso non autorizzato di perossido di idrogeno per la decontaminazione di seppie refrigerate (Sepia officinalis) dalla Tunisia; eccesso di aflatossine in arachidi con guscio cinesi; Listeria monocytogenes in salmone affumicato refrigerato dalla Francia; eccesso di mercurio in filetti congelati di Marlin del Pacifico (Makaira indica) dal Vietnam; migrazione di cromo da coltelli in acciaio inossidabile cinesi; mercurio in filetti di pesce spada (Xiphias gladius) confezionati sotto vuoto provenienti dalla Spagna; presenza di Salmonella spp. in farina di soia dall’Argentina destinata a mangimi.

Altro che ripresa, Usa in piena recessione

Fonte :  http://www.wallstreetitalia.com/article/1610140/intervista/altro-che-ripresa-usa-in-piena-recessione.aspx

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E’ la teoria di Lakshman Achuthan, tra i più noti economisti contrarian, secondo cui il Pil è in contrazione dallo scorso anno.

NEW YORK (WSI) – La ripresa americana? Tutta una finzione. Lakshman Achuthan, tra i più noti economisti contrarian, capo dell’Economic Cycle Research Institute (ECRI) non cambia idea sullo stato di salute dell’economia a stelle e strisce. E in un’intervista a Bloomberg ribadisce la sua posizione: “Da metà 2012, gli Stati Uniti sono entrati in recessione”.

Secondo Achutan, prima che le statistiche alzino il velo sullo stato di recessione, passano circa due anni. A sostegno della sua ipotesi, l’esperto invita a prendere in considerazione due elementi.

Prima di tutto l’atteggiamento della Fed. “La Banca centrale americana non manterrebbe la sua politica monetaria ultra-accomodante, se non fosse convinta che l’economia americana è malata”.
Secondo elemento non meno importante, “non è possibile non tener conto che dall’inizio della ripresa sono circa un milione gli americani tra 35-54 anni che hanno perso quasi un milione di posti di lavoro”. In pratica – conclude l’economista – la fascia che produce e spende di più.

 

Trivellazioni, le regioni contro la ricerca di petrolio

Scritto da: Paea Consiglia
Fonte: http://www.coscienzeinrete.net/ecologia/item/1459-trivellazioni,-le-regioni-contro-la-ricerca-di-petrolio

Piattaforma

Sono al momento cinque i Consigli regionali che, per difendersi da possibili estrazioni nei loro mari, hanno approvato una proposta di legge alle Camere per vietare ricerche di petrolio e gas. Le regioni in questione sono: Veneto, Abruzzo, Molise, Marche e Puglia.

Un anno fa, più o meno in questo periodo, vi spiegavamo il nuovo piano energetico del Governo Monti e di come fosse solo una scusa per favorire combustibili fossili e trivellare ancora di più la nostra penisola.

365 giorni sono passati ma l’emergenza ancora non sembra scemare. Sono già 5, infatti, i Consigli regionali che, per difendersi da possibili estrazioni nei loro mari, hanno approvato una proposta di legge alle Camere (come stabilito dall’articolo 121 della Costituzione) per vietare ricerche di petrolio e gas in mare.

Le regioni in questione sono: Veneto, Abruzzo, Molise, Marche e Puglia. Quest’ultima, roccaforte di Nichi Vendola da parecchio tempo, è stata la capo fila, avendo approvato già nel luglio 2011 una proposta da sottoporre alle Camere in tal senso.

“Ed ora”, sottolinea fiero Onofrio Introna, Presidente del Consiglio regionale pugliese, “anche i Consigli che hanno aderito al nostro invito ad assumere iniziative analoghe hanno adottato un testo netto e inequivocabile”.

La proposizione vieta la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in Adriatico, da applicare “ai procedimenti autorizzatori avviati e non conclusi, fatti salvi, fino all’esaurimento dei relativi giacimenti, i permessi, le autorizzazioni e le concessioni in essere, nei limiti stabiliti dai provvedimenti stessi”.

Introna ha poi inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente Orlando e ai Presidenti dei Consigli interessati (Eros Brega, per la Conferenza dei Presidenti dei Consigli, Nazario Pagano per l’Abruzzo, Vincenzo Niro per il Molise, Vittoriano Solazzi per le Marche e Clodovaldo Ruffato per il Veneto) per sottolineare l’esigenza di una moratoria dello sfruttamento di greggio e gas, vista come unica difesa dell’ecosistema costiero e delle economie turistiche delle coste.

Introna nella nota ha informato il Ministro anche delle iniziative intraprese da tempo dalle Regioni: “la battaglia che non da oggi le Regioni adriatiche stanno conducendo contro la ricerca di petrolio e gas nella piattaforma continentale marina antistante le nostre coste”, chiedendo poi un incontro, utile “a stabilire le giuste sinergie tra Ministero e Regioni per un efficace iter parlamentare della proposta di legge che i cinque Consigli regionali hanno trasmesso alle Camere”.

CarettaCarettaIn Sicilia la situazione non è molto diversa. “Dove tutte le navi passano, dove tutti i pescatori pescano, nel cuore più prezioso del Canale di Sicilia, lo Stato Italiano vorrebbe trasformare il tragitto, da libero qual è, ad una corsa ad ostacoli sotto il segno del petrolio – ha detto Marco Costantini, responsabile mare del WWF Italia – Il WWF vuole fermarlo creando una nuova area protetta a Pantelleria, un obiettivo che possiamo raggiungere solo con l’aiuto dei cittadini di Pantelleria e dei tantissimi cittadini italiani e europei che firmeranno la nostra richiesta”.

La richiesta a cui si fa riferimento è contenuta nella campagna “Sicilia: il petrolio mi sta stretto”. Il WWF ha chiesto alla commissione tecnica competente del Ministero dell’Ambiente di cancellare i progetti di ricerca di idrocarburi che Eni e Edison hanno presentato nel Canale di Sicilia (che sono attualmente sotto esame alla Commissione Valutazione di impatto Ambientale). I progetti in questione si vanno ad aggiungere a due permessi di ricerca concessi alle suddette aziende in un’area attigua e ad altri sette titoli minerari tra istanze, permessi e concessioni che riguardando sempre il Canale di Sicilia, area molto importante per il turismo, la biodiversità, gli animali (delfini, balenottere, mante mediterranee, aquile di mare, squali, tonni, pesci spada e tartarughe marine). Molto importante il fatto poi che l’area è a rischio sismico a causa di vulcani sottomarini tutt’ora attivi. Anche per questi motivi, il WWF chiede al ministero di Via Cristoforo Colombo di ripensarci.

La petizione “Sicilia, il Petrolio mi sta stretto”, promossa anche da change.org, serve a mobilitare le coscienze dei cittadini per scongiurare l’eventualità di uno stravolgimento ambientale notevole, chiedendo di firmare per fermare le trivelle e per istituire un’area protetta a Pantelleria, isola vulcanica del Mediterraneo, unica isola non tutelata nello Stretto di Sicilia e quindi preda di progetti di estrazione petrolifera.

Vanity Press

Scritto da: Sylvie Coyaud
Fonte: http://oggiscienza.wordpress.com/2013/07/26/vanity-press/#more-41697

aquarius

Il PARCO DELLE BUFALE – Un candidato  italiano al premio Nobel dimostra che non  è indispensabile pagare editori in open access per far lievitare il proprio indice di citazioni.

Nel maggio scorso, il pioniere della climastrologia Nicola Scafetta si era comprato un articolo in open access su Pattern Recognition in Physics – dell’editore Copernicus –  che un geologo dell’Istituto algerino del petrolio ha creato per pubblicare sopratutto se stesso. Il co-direttore è Nils-Axel Mörner, archeologo-rabdomante, inventore con l’amico omeopata di una “Hong-Kong ellenica” in Svezia, ritoccatore di grafici – insieme a Christopher Monckton – e pure uno dei due revisori.

 

Nell’articolo, il dott. Scafetta ripropone i suoi epicicli climatici di “circa 20-30 (omissis) o 900-960 anni… oppure 8000″, comunque dovuti alla “congiunzione Giove-Saturno”, armoniche lunari quanto basta, e riassume quindici anni di rancori ed accuse contro Michael Mann et al., Jim Hansen et al., Rasmus Benestad et al., Gavin Schmidt et al. (omissis) che hanno complottato per vedere insieme false configurazioni nei dati, e cita 14 delle proprie pubblicazioni.

 

Anche il ten. col. Guidi elogia una recente pubblicazione del dott. Scafetta,uscita sulla rivista di opinioni Energy & Environment, gratuita per chi ci scrive e non in open access. Qui l’autore ripropone i suoi epicicli climatici (omissis), riassume quindici anni di (omissis) e introduce una nuova correlazione tra epicicli, clima e sanità globale:

Infatti nel 1345 d.C.. una congiunzione Giove-Saturno è avvenuta nel segno zodiacale dell’Aquario ed era stata collegata (da alcuni astrologi dell’epoca, ndr) all’epidemia di Peste Nera…

(La Yersinia pestis essendo un complotto dei biologi, si presume.) Perciò occorre rivalutare l’antica scienza dell’astrologia, che in passato ha prodotto almanacchi ed oroscopi  dalle previsioni più corrette di quelle dei modelli attuali.  Detto questo, nelle note, il dott. Scafetta migliora il proprio citation index con 14 autocitazioni e rende omaggio a vette della scienza contemporanea quali Donna Laframboise

Il mistero sulla morte di Rino Gaetano

Scritto da: Music-Band
Fonte: http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/cospirazioni

Gaetano

E’ appena uscito in tutte le librerie un saggio destinato a far discutere: “Rino Gaetano, la tragica scomparsa di un eroe”. Il titolo in realtà era differente (Rino Gaetano, assassinio di un cantautore) ed è stato cambiato all’ultimo momento, su richiesta della famiglia, dopo che era già stato ampiamente pubblicizzato su molti quotidiani e riviste.

L’autore del libro è un avvocato, Bruno Mautone, che afferma di aver studiato a lungo i testi delle canzoni del cantautore Crotonese convincendosi che lungi dall’aver composto “canzoncine leggere” piene di nonsense, avesse inserito nei testi riferimenti alla massoneria e a tanti misteri italiani spesso, anticipando addirittura gli eventi. Lo avrebbe fatto utilizzando un linguaggio criptico, utilizzando metafore, simbologie, doppi significati, in un perfetto stile di comportamento “Massonico”.

Per l’avvocato Mautone infatti, Rino Gaetano era un adepto a una qualche loggia massonica (vengono suggeriti i nomi della rosa rossa o dei rosacroce) che aveva avuto accesso a conoscenze precluse ai più su molti dei “Misteri Italiani”, ma che si era successivamente pentito iniziando a fare rivelazioni sotto forma di allegorie nelle sue canzoni; e che proprio per questo, avesse talmente infastidito i vertici del potere occulto che alla fine avrebbero deciso di eliminarlo.

In realtà, il primo a parlare di “assassinio massonico” per Rino Gaetano, è stato l’avvocato Paolo Franceschetti1 dalle pagine del suo blog. Franceschetti aveva trovato in tre canzoni tutte presenti nel disco: “Mio fratello è figlio unico” dei precisi riferimenti alla loggia massonica della rosa rossa e poi, in una vecchia canzone, l’incredibile descrizione della sua morte; secondo l’avvocato, questa è la firma inequivocabile del delitto dato che la massoneria uccide utilizzando la regola del contrappasso dantesco e si preoccupa sempre di inserire simboli dappertutto al fine di firmare i suoi delitti per chi sa ovviamente decifrarli.

Ma perchè le circostanze della sua morte sono inquietanti?

Rino Gaetano muore il 2 giugno (giorno della repubblica) del 1981. Secondo la storia che ci è stata riportata dai giornali, verso le 3 del mattino sta rientrando a casa sulla sua Volvo modello 342, per alcuni, e 343 per altri. Improvvisamente sembra che il cantautore abbia avuto un malore, o abbia perso momentaneamente conoscenza, invadendo la corsia opposta e scontrandosi con un camion Fiat 650. A parte l’autista del camion, l’incidente avviene in assenza di testimoni.

Le condizioni del cantante appaiono subito gravi, verrà stranamente a prelevarlo un’ambulanza dei vigili del fuoco (nessuno sa dire chi telefonò, quanto tempo passò dall’incidente all’avviso dei soccorsi, nè perchè fu inviata un’ambulanza dei vigili del fuoco che normalmente non è attrezzata come quelle ospedaliere) che lo portò al San Camillo dove venne però rifiutato il ricovero perchè “non attrezzato” a prestargli soccorso. Verrà poi rifiutato dall’ospedale San Giovanni e dal Policlinico e dopo alcune ore di agonia, senza ricevere nessuna cura, il cantautore morirà verso le sei del mattino a soli 31 anni. Gli verrà perfino rifiutata la sepoltura al cimitero di Verano dove riposano vari personaggi del mondo della cultura, e soltanto in seguito, dopo molte pressioni di varie persone si provvederà a trasferirlo lì.

Oltre a queste mancanze già gravi di per sè, l’avvocato Bruno Mautone chiederà di riaprire il caso per indagare su tutte le molteplici stranezze di questo incidente che non è mai stato indagato e ricostruito a fondo2 ma anzi, si ha il sospetto che tutta la faccenda sia stata chiusa un pò troppo in fretta. Il fatto particolarmente inquietante risiede in una canzone che Rino Gaetano aveva scritto e inciso 10 anni prima del tragico incidente e che non era mai stata pubblicata (uscirà solo nel 2007).

Il pezzo in questione si intitola: “La ballata di Renzo” e in questa canzone il cantautore descrive la morte di un giovane in seguito ad un incidente stradale che morirà perchè rifiutato da tre ospedali; indovinate quali? Esattamente gli stessi protagonisti dell’incidente avvenuto a Gaetano e nello stesso ordine: Il San Camillo, il San Giovanni e il Policlinico. Il giovane morirà all’alba per la mancanza di cure e non si troverà neppure posto nel cimitero ove lo si voleva destinare. Una preveggenza di un’accuratezza disarmante o la firma, come sostengono Mautone e Franceschetti di una loggia massonica che lo ha ucciso ricreando le stesse identiche condizioni descritte nella canzone?

Una strofa della canzone dice anche: “Quel giorno Renzo uscì lungo quella strada, quando un’auto veloce lo investì”

C’è da dire che a Gennaio, Rino Gaetano aveva avuto un’altro incidente dal quale uscì miracolosamente illeso. Un fuoristrada lanciato a tutta velocità investì la sua Volvo 342 mandandolo contro un guard rail. La Volvo finirà completamente distrutta; il fuoristrada si dileguerà scomparendo nel nulla con il suo misterioso pirata della strada. Rino Gaetano comprerà una nuova Volvo lodando la robustezza dell’auto che gli aveva salvato la vita.

un’Ulteriore circostanza inquietante riguarda il nome dell’autista del camion contro il quale si scontrò la Volvo di Rino Gaetano; un giornale riporta infatti il nome di Antonio Torres; nome che anagrammato fa ottenere: ROSA, NOTTE, RINO. Tutte coincidenze? O messaggi disseminati da chi usa comunicare in questo modo? Con codici, simboli, etc.?

Di certo Rino Gaetano, nel 1979 aveva fatto una dichiarazione allarmante proprio ad un suo concerto sulla spiaggia di Capocotta; spiaggia citata in una sua canzone e luogo di uno dei più impenetrabili misteri italiani legati alla morte di Wilma Montesi:3

“C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta.”

Nella sua canzone “Ahi! Maria” tratta dal penultimo disco dell’artista ci sono molti dei famosi versi “nonsense”  che però, conoscendo le giuste circostanze lasciano pensare: Mautone interpreta Maria come la massoneria (che si fregia di vari simboli e personaggi per identificarsi) e secondo lui Gaetano in questa canzone sbeffeggia la loggia rivendicandone il suo allontanamento. La strofa che recita: “L’himalaya era lontano, l’ascensore li non c’è ma il vecchio saggio indiano ha predetto che: Ahi! Maria ritorni da me.” Viene interpretata come l’avvertimento ricevuto da Gaetano, forse da un amico o da uno stesso interno alla loggia che la massoneria sarebbe tornata a cercarlo per punirlo. In un’altra strofa, un vecchio fachiro invita Rino a non bere petrolio alle 3. (guidare a quell’ora?).

A parte questo pezzo per la cui completa analisi rimandiamo al libro, ci sono moltissime canzoni di questo grande artista che indubbiamente sembrano dire molto più di quello che appare a un ascolto distratto. E anche un pezzo apparentemente scanzonato come: “Nuntereggae più”, con la sua lista di nomi, era per l’epoca in cui è uscito una provocazione assoluta. Gli fu infatti impedito di cantarlo in alcune occasioni e in tv furono tagliate delle strofe.

Il libro dell’avvocato Mautone ha il merito di essere il primo ad occuparsi di questa vicenda e in questi termini; non è un libro perfetto; alcune cose sono certamente azzeccate, altre sembrano un pò tirate per i capelli, altre ancora per sua stessa ammissione rimangono nebulose e il tutto è scritto con uno stile un pò prolisso ma certamente rappresenta un punto di partenza. Da questa prima opera, altri esperti in simbologia, massoneria e ricercatori in genere potranno mettersi ad analizzare a fondo le canzoni di Rino Gaetano per estrapolare ciò che ancora non si è capito.

Mautone ha comunque trovato molti riferimenti interessanti allo scandalo Lockheed4, al caso Mattei5  e a molti altri fatti nostrani avvolti dal mistero dimostrando che le canzoni di Rino Gaetano non erano certo “leggere” o “nonsense”.

Oggi che questo cantautore è stato riscoperto e i suoi dischi sono tornati a vendere appassionando tantissimi giovani e meno giovani, risultano inquietanti e strani tutti i tentativi fatti sia all’epoca che oggi per screditarlo o per gettare fango sul suo nome. L’ultimo episodio riguarda la scandalosa fiction RAI prodotta da Claudia Mori che provocò le proteste della famiglia per il modo del tutto falso in cui aveva dipinto il cantautore come un alcolizzato, un drogato in conflitto con il padre e la famiglia. Recentemente come racconta Franceschetti sul suo blog comparve anche uno strano personaggio6 a una conferenza che si presentò come un suo carissimo amico gettando però dell’altro fango sul nome del cantante per poi dileguarsi senza accettare un confronto con il relatore e cioè lo stesso Franceschetti.

All’epoca invece in cui Rino Gaetano era in auge, è incredibile vedere quanta rabbia, disprezzo, imbarazzo, addirittura timore, susciti il cantautore nelle trasmissioni televisive a cui partecipa dove si cerca in modo quasi ossessivo di farlo passare per un autore di poco conto, scanzonato che canta nonsense per sminuirne in tutti i modi la statura.

Esemplari e disarmanti da rivedere oggi, questi spezzoni video citati anche da Mautone nel suo libro:

Rino Gaetano e Gianni Boncompagni

Rino Gaetano e Gianni Morandi

Rino Gaetano e Maurizio Costanzo

Rino Gaetano e Pippo Baudo

Riascoltando i suoi dischi, anche se alcuni sono certamente criptici, ci si rende però conto della statura e della genialità di questo autore e dopo aver letto il libro di Bruno Mautone nasce la speranza che altri continuino l’opera di analisi e decriptazione delle sue canzoni sia per trovare conferme a quanto scoperto dall’avvocato, sia per gettare nuova luce su testi magari ancora non pienamente compresi. In fondo lo stesso Rino era convinto che in futuro le sue canzoni sarebbero state capite.

1. Gli articoli su Rino Gaetano nel blog di Paolo Franceschetti: http://paolofranceschetti.blogspot.it/search/label/Rino%20Gaetano

  • 2. Sono molti i lati oscuri sulla ricostruzione dell’incidente esposti nei particolari in un capitolo finale del libro di Mautone; ad esempio non è stata eseguita una perizia dalla stradale
  • 3. Il Caso Montesi: http://it.wikipedia.org/wiki/Wilma_Montesi
  • 4. Lo scandalo Lockheed: http://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Lockheed
  • 5. Il caso Mattei: http://it.wikipedia.org/wiki/Caso_Mattei
  • 6. La conferenza su Rino Gaetano: http://paolofranceschetti.blogspot.it/2010/06/resoconto-sulla-conferenza…

Il primo vino di Francia

Fonte: http://ilfattostorico.com/ ;Nature; Proceedings of the National Academy of Sciences

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La Francia è oggi rinomata per i suoi vini, ma secondo una ricerca i suoi abitanti potrebbero aver appreso l’arte dagli Etruschi. L’analisi chimica di due anfore scoperte nell’antico porto di Lattara, nel sud della Francia, ha concluso che il vino veniva importato almeno dal VI secolo a.C. e poi prodotto a partire dal V secolo a.C.

“È la prima prova di vinificazione che abbiamo da parte dei Galli”, dice Patrick McGovern, archeologo biomolecolare presso l’Università della Pennsylvania a Philadelphia.

La vinificazione si originò nel Medio Oriente più di 8.000 anni fa, si diffuse in Egitto dal 3.000 a.C. e poi sull’isola di Creta dal 2.200 a.C. Un migliaio di anni più tardi, i commercianti greci e fenici commerciavano vino in tutto il Mediterraneo. Dal 600 a.C., gli Etruschi del centro Italia scambiavano il loro vino lungo la costa francese mediterranea. Intorno allo stesso tempo, i Greci stabilirono la colonia di Massalia, l’odierna Marsiglia.

Un team guidato da McGovern ha esaminato i reperti archeologici di Lattara, uno dei siti dell’Età del Ferro meglio conservati in Francia. Utilizzando diverse tecniche chimiche, tra cui la spettrometria di massa e la spettroscopia infrarossa, i ricercatori hanno analizzato i residui all’interno di anfore etrusche datate tra il 525 e il 475 a.C. che erano state scavate nei ​​quartieri mercantili di Lattara. La squadra ha trovato l’acido tartarico – un forte indizio che una volta contenevano vino – oltre a resina di pino ed erbe aromatiche come rosmarino e basilico, forse servite come aromi o conservanti, o aggiunte per conferire proprietà medicinali al vino.

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Nelle vicinanze, una piattaforma di calcare, datata tra il 425 e il 400 a.C., portava tracce di residui di acido tartarico. Gli archeologi avevano pensato che venisse usata per la spremitura delle olive, ma la piattaforma sembra molto simile ad una pressa per uva raffigurata su un pezzo di ceramica greca contemporaneo.

Nel sito sono stati individuati addirittura residui di semi e bucce di uva. “La combinazione di prove botaniche e chimiche è un argomento piuttosto forte” che il vino veniva prodotto a Lattara, spiega McGovern. “Ci sono un sacco di ipotesi circa il trasporto del vino attraverso il Mediterraneo, ma non era mai stato dimostrato chimicamente”.

 

 

UN NUOVO GIACIMENTO E UN NUOVO PIPELINE COMPLICANO IL GIOCO MESOPOTAMICO

Scritto da: Luca Tribertico
Fonte: http://corrieredellacollera.com

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Il ministro iraniano Mohammad Aliabadi e i colleghi iracheno Abdelkarim al-Luaybi e siriano Sufian Allaw si sono incontrati lunedì 22 luglio al porto di Assalouyeh. Siamo nella zona economica speciale Farsi dell’Iran, provincia di Bushehr, golfo Persico del sud. Chi si tuffa in quella zona non nuota soltanto in acqua salata. Nuota in acqua gasata. E nuota nell’oro.
I tre ministri hanno firmato un protocollo d’intesa per la costruzione di una grande pipeline per il trasporto di gas naturale.

 

Estratto dal South Pars Field – che con i suoi 9.700 chilometri quadrati risulta il maggiore giacimento di questo tipo nel mondo -, in comunione tra Iran e Qatar, il gas dovrebbe essere intubato proprio a Assalouyeh. Per attraversare Iran, Iraq e Siria. Un aggiornamento del progetto potrebbe prevedere diramazioni in Libano e Giordania.
Il problema però è che, percorsi 6.000 chilometri in superficie, i tubi potrebbero scomparire sotto il mare per riemergere poi in Grecia.

E dalla Grecia rendere disponibile gas naturale iraniano a basso costo a tutti gli stati europei che volessero acquistarlo.

Il programma è di definire gli aspetti tecnici, finanziari e legali per la fine di quest’anno. In questa rosea ipotesi il metanodotto potrebbe essere inaugurato nel 2018.
Per non allarmare troppo i concorrenti, si dichiara che il metano resterà una questione tra musulmani, fornendo energia agli stati interessati alla costruzione del ramo principale e delle due eventuali diramazioni secondarie.

Però i livelli massimi attesi di consumo di gas per l’Iraq sono oggi di circa 10/15 milioni di metri cubi al giorno, per la Siria di 15/20 milioni, per il Libano di 5/7 milioni, mentre alla Giordania basta poca roba.
Il nuovo metanodotto sarebbe invece progettato per pompare 110 milioni di metri cubi al giorno.
Delle due l’una: o è un’opera sovradimensionta, oppure mancano all’appello una sessantina di metri cubi.
Che potrebbero attraversare il Mediterraneo e sbucare in Grecia. Poi in Italia. Andando quindi a rifornire i Paesi europei.

Se questo fosse l’intento o comunque l’effetto, però, il metanodotto potrebbe ridurre drasticamente il giro di affari in Europa del Qatar e della Turchia, tagliati fuori l’una dall’attuale alto tasso di rendita del giacimento condiviso oggi soltanto virtualmente con l’Iran, l’altra dai canoni e dalle prerogative collegate all’attraversamento dei tubi.

La notizia è amara soprattutto per la Turchia, che non ha giacimenti degni di nota ma che sogna di diventare il corriere privilegiato dei transiti energetici tra est e ovest.

Da quando sono trapelate notizie sul progetto del metanodotto, le manifestazioni del movimento democratico siriano sono degenerate in conflitto armato. Dai cartelloni ai mortai, dagli slogan ai missili terra-aria.

Conflitto armato da chi? Guarda caso – in primis da Qatar e Turchia. Non invitate, le compagnie petrolifere di Regno unito, Paesi bassi e Francia non sono state però certo a guardare. Quelle di Russia e U.S. esercitano da tre anni pressioni continue sui loro governi, che tergiversano, per nulla inclini a una prospettiva di scontro tra superpotenze.

I fabbricanti d’armi e di servizi bellici si sono sfregati le mani, ripetendosi con il sorriso: dum pendet rendet.

La Siria e il Libano si trovano inoltre a essere baciati dalla (s)fortuna di condividere con Israele e Cipro concessioni di sfruttamento del vasto giacimento di gas naturale noto col nome di Levante, che arriverebbe in Europa al netto dei costi di un percorso di migliaia di chilometri – come quelli che originano nel Mar Caspio o nel Golfo Persico – e che, pertanto, sarebbe in grado di cambiare la geografia economica tanto di Qatar e Iran (in peggio) quanto di Israele, Siria e Libano (trasformandoli in potenze economiche).

In questo senso è difficile contraddire la propaganda bellica, quando afferma che la Siria potrebbe usare il gas come un arma chimica di distruzione di massa. Non il Sarin: il metano. Non delle persone: degli oligopolisti del mercato.

In un regime di libero mercato, che è quel sistema di distribuzione del valore estratto da chi lo produce teorizzato e invocato da tutti coloro che sono in grado di abusarne e attuato esclusivamente da chi può soltanto subirlo, è prevedibile che l’oligarchia che attualmente gode di rendite di posizione lotterà con tutti i mezzi e alternando ogni schieramento utile.

Il grande cartello gode già di diversi privilegi, non sappiamo quanto regalati o venduti da politici e funzionari statali: un embargo sull’esportazione di combustibile dall’Iran, la tenuta sotto scacco o minaccia militare dei governi di Iran, Iraq, Siria, Libano, Giordania.

David Shedd, vice direttore della U.S. Defence Intelligence Agency, ha pronosticato che la guerra in Siria potrebbe durare anni. A bassa intensità, senza dissanguare gli stati in armamenti e senza trascinarli in un confronto diretto. Ciò basta per accontentare superpotenze, commercianti d’armi, oligopolisti del mercato dell’energia. E se cessasse in Siria, dovrebbe infiammare in Iraq o deflagrare in Iran. Libano e Giordania a ruota. Grecia e Cipro sono già in stato di semi cattività. Ma in fondo, se si trova un equilibrio, basta bloccare un solo tratto del tubo per arrestare tutto il progetto.

E l’Europa? Già, l’Europa. Come in ogni occasione del genere, dimostra la sua pochezza sulle questioni cruciali: energia e difesa.
Gli stati vanno in ordine sparso. Gli uni contro gli altri. L’Italia brilla per inerzia. Anche se con la Saipem, dell’ENI, avrebbe tutto l’interesse a mettere in campo la candidatura dei migliori ingegneri e tecnici al mondo per la progettazione e costruzione del nuovo metanodotto.

L’unico interesse comune europeo, quello di avere approvvigionamenti energetici diversificati a costi concorrenziali per la politica industriale e sociale europea, non viene nemmeno menzionato.

Feng Shui: 10 consigli per arredare la casa con consapevolezza

Scritto da: Marta Albè
Fonte: http://www.greenme.it/abitare/arredamento/10959-feng-shui-arredamento-casa

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Il Feng Shui è un’arte orientale, di origine cinese, che si propone di supportare l’architettura tradizionale nella progettazione delle abitazioni e nella scelta dei mobili per l’arredamento. Gli spazi vengono organizzati in modo da creare una vera e propria armonia tra l’interno e l’esterno della casa. Il termine Feng Shui richiama le parole “vento” e “acqua” che, secondo la cultura cinese, equivalgono a salute, felicità, pace e prosperità. I principi del Feng Shui tengono conto della presenza di campi magnetici ed energetici nella disposizione degli arredamenti. Ogni scelta è volta alla creazione di ambienti accoglienti che sappiano promuovere il benessere di chi li abita. Scegliere di arredare la propria casa con consapevolezza, seguendo i principi e i consigli del Feng Shui, permette di trascorrere il proprio tempo in spazi gradevoli, confortevoli e ordinati, adatti ai momenti di relax. ad accogliere gli ospiti o al lavoro. Il Feng Shui può infatti trovare applicazione anche in ufficio. Ecco alcuni consigli utili per chi si prepara ad arredare o a ristrutturare i propri spazi, oppure semplicemente a fare ordine.

1) Decluttering

Nel Feng Shui l’ordine è la prima regola. Prima di occuparsi di spostare il divano o lo specchio, è bene mettersi all’opera per liberarsi del superfluo. L’accumulo di oggetti inutilizzati o in disordine, secondo il Feng Shui, impedisce il fluire delle energie positive e può creare delle situazioni di stasi in grado di influire negativamente sul benessere della vita domestica. E’ dunque opportuno cercare di riordinare ogni giorno e di liberarsi di ciò che non serve, ovviamente nel modo più ecologico possibile, ad esempio grazie al baratto. Non accumulate e seguite un principio molto semplice: basta il giusto.

Leggi anche: Decluttering: come liberarsi del superfluo per vivere meglio

2) Colori

Se vi apprestate a tinteggiare da zero o a ridipingere le pareti delle stanze della casa, prestate attenzione ai colori da preferire. La scelta non deve essere casuale e deve risultare adeguata ad ogni ambiente. In salotto colori come il rosso o l’arancione facilitano la conversazione in famiglia o tra gli amici. Il blu e il verde nelle camere da letto favoriscono il relax e il sonno ristoratore, mentre il rosa stimola il romanticismo e la passione. Il giallo, in cucina, stimola l’appetito e dona energia fin dall’inizio della giornata, a partire dal momento della colazione.

3) Divano e letto

La disposizione dei mobili è uno dei principi chiave del Feng Shui. In salotto il divano deve essere posizionato in modo tale che si trovi rivolto verso la porta d’entrata. Chi entrerà in casa percepirà immediatamente la presenza di un simbolo d’accoglienza e ospitaità. Deve inoltre essere collocato con lo schienale vicino alla parete, per dare un senso di protezione a chi vi si siederà. Il letto, per creare una situazione di maggiore relax e quiete, deve essere posizionato in modo che non si trovi direttamente di fronte alla porta. La porta deve essere lontana dallo sguardo mentre si cerca di prendere sonno.

4) Specchi

Gli specchi possono ostacolare il fluire delle energie positive. Secondo il Feng Shui non dovrebbero essere collocati specchi visibili in camera da letto. La presenza di uno specchio vicino al proprio letto potrebbe ostacolare il sonno. Un suggerimento valido in proposito potrebbe consistere nel collocare lo specchio su di una delle ante interne dell’armadio o in un corridoio al di fuori della stanza dedicata al riposo notturno.

5) Finestre

Le finestre della casa devono essere abbastanza grandi da poter permettere di sfruttare in modo ottimale la luce naturale per l’illuminazione degli spazi interni nel corso della giornata. Particolare attenzione deve essere rivolta alle finestre che risultano rivolte su di una strada trafficata. Il passaggio delle automobili non deve turbare l’armonia e la tranquillità della casa. Per questo il Feng Shui consiglia di proteggerle con delle tende adatte, di colore chiaro, che non ostacolino troppo la luce naturale.

6) Cucina

La cucina deve essere un luogo accogliente ed ordinato. La porta non dovrebbe essere mai posizionata in modo che essa si trovi direttamente alle spalle di chi cucina, in modo da favorire una sensazione di tranquillità mentre ci si trova ai fornelli. I fornelli devono essere sempre mantenuti puliti, in modo da favorire abbondanza e prosperità. Il forno non dovrebbe mai essere collocato vicino al frigorifero o al lavello. In cucina, così come in tutte le altre stanze, si dovrebbero prediligere mobili dalle forme fluide e arrotondate. Attenzione soprattutto agli spigoli dei tavoli.

7) Materiali

Per l’arredamento della casa il Feng Shui suggerisce la scelta di materiali il più possibile naturali, come legno, pietra e metallo. Sarebbero dunque da evitare i materiali plastici. I pavimenti e i serramenti in legno permettono di ottenere una continuità, almeno dal punto di vista visivo, tra gli ambienti naturali esterni e l’interno della casa.

8) Stanza da bagno

Secondo il Feng Shui, la stanza da bagno può essere collocata in qualunque punto della casa. Vi è però una raccomandazione importante: la porta del bagno non dovrebbe aprirsi direttamente sulla cucina, in modo da impedire la diffusione dei germi. In bagno dovrebbe avere sempre una finestra, in modo da permettere una ventilazione adeguata e da garantire condizioni di luce che possano permettere di utilizzare la stanza senza ricorrere all’energia elettrica durante il giorno.

9) Scale e ascensori

Le scale all’interno della casa dovrebbero risultare sempre armoniose e non troppo ripide, oltre che formate da gradini di altezza regolare e costruite con materiali naturali, oltre che resistenti, come il legno o la pietra. Nella progettazione di un ufficio, si dovrebbe porre particolare attenzione alla posizione delle scale o dell’ascensore rispetto alla porta di ingresso. Come suggerisce il “Manuale del Feng Shui” (Wu Xing, Edizioni Il Punto d’Incontro, 2000), l’ufficio non si dovrebbe affacciare su un ascensore o una scalinata ripida, poiché ciò potrebbe ostacolare la fortuna finanziaria.

10) Giardino

L’orto e il giardino devono risultare sempre curati e in ordine. Anche le piante presenti all’interno della casa o sul terrazzo devono ricevere le cure necessarie ad evitare la presenza di foglie secche e la percezione di una sensazione di disordine. La presenza di aree del giardino di piante poco curate ostacola lo scorrere delle energie positive, favorendo le emozioni negative. Prendersi cura dell’orto e del giardino rappresenta a propria volta una terapia benefica per la mente e il benessere interiore.

Leggi anche: Garden Therapy: il vero benessere è in giardino

Marta Albè

Fonte foto: home-style-kreation.com

 

 

Bruce Lee, l’eroe immortale

Scritto da: Alessandra Modica
Fonte: http://www.iljournal.it/2013/bruce-lee-leroe-immortale/491349

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Era il 20 luglio 1973 quando si spegneva prematuramente, all’età di 32 anni, Bruce Lee, una delle star del cinema delle arti marziali, diventato icona del genere.

Alla commemorazione a Hong Kong hanno partecipato decine di fan, la sorella Phoebe e alcune personalità del mondo dello spettacolo.

Inoltre, nella città, è stato inaugurato ‘The Bruce Lee Way’, un percorso che segna tutte le tappe fondamentali della vita dell’attore, che cominciò la sua carriera da giovanissimo, comparendo da bambino in circa 20 film. “Bruce Lee è la combinazione di bel viso, corpo forte, una straordinaria abilità di combattimento e un’immagine eroica- ha affermato Wong Yiu-Keung, presidente del Bruce Lee Club- Quand’ero bambino volevo essere come lui. La sua vita mi ha ispirato molto”.

Nato a San Francisco il 27 novembre 1940 e cresciuto a Hong Kong, Bruce Lee tornò negli Usa all’età di 18 anni, per insegnare arti marziali, convertendosi in un indiscusso eroe del cinema e non solo.

I suoi scontri, i suoi combattimenti ancora oggi hanno un ché di magico: il suo corpo si muove come in una danza mentre combatte a Bamgkok, Shangai, Roma. Ovunque ci fosse una sorta di Chinatown era possibile ambientare una pellicola che lo vedeva come protagonista.

Sempre a fianco dei buoni, contro ogni razzismo, quello che ha fatto di Bruce Lee un vero e proprio modello era il suo allenamento, quotidiano, quasi ossessivo e maniacale che nessun altro ha mai avuto. Nei suoi film non recitava: interpretava sé stesso, fino a quel tragico giorno in cui i postumi di un edema cerebrale non lo portarono alla morte.

 

Interventi militari USA in America Latina

Fonte: http://europeanphoenix.it/component/content/article/9-storia/303-interventi-militari-usa-in-america-latina

imperialismo usa-america latina

1823: La Dottrina Monroe dichiara l’America Latina come “sfera di influenza” degli Stati Uniti.

1846: Gli Stati Uniti intraprendono una guerra contro il Messico, paese che alla fine è obbligato a cedere al vicino settentrionale la metà del suo territorio, inclusi gli oggi potenti e ricchi Stati nordamericani di Texas e California.

1854: La marina yankee bombarda e distrugge il porto nicaraguense di San Juan del Nord. L’attacco arriva dopo un tentativo ufficiale di porre imposte allo yacht del milionario nordamericano  Cornelius Vanderbilt, che aveva portato la propria imbarcazione in questo porto. Il bombardamento facilita il cammino a William Walker.

1855: L’avventuriero statunitense William Walter, operando nell’interesse dei banchieri Morgan e Garrison, invade il Nicaragua e si proclama presidente. Durante i suoi due anni di governo invaderà anche i vicini paesi di El Salvador e Honduras, proclamandosi ugualmente capo di Stato di ambedue le nazioni. Walker restaura la schiavitù nei territori sotto sua occupazione.

1898: Gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Spagna nel momento in cui gli indipendentisti cubani avevano praticamente sconfitto la forza militare coloniale.

Le truppe nordamericane occupano l’Isola di Cuba, disconoscono i patrioti e la Spagna si vede obbligata a cedere agli Stati Uniti i territori di Porto Rico, Guam, Filippine e Hawai.

1901: Le forze nordamericane di occupazione fanno includere nella Costituzione della nuova Repubblica di Cuba l’infame emendamento Platt, mediante il quale gli Stati Uniti si arrogano il diritto di intervenire negli affari cubani ogni volta lo ritengono conveniente. Cuba è inoltre obbligata a cedere in modo perpetuo una parte del proprio territorio nazionale per l’uso della Marina di Guerra statunitense: la base navale di Guantanamo.

1903: Gli Stati Uniti “provocano” la separazione di Panama, che allora era parte della Colombia, e acquisiscono diritti sul Canale di Panama. Anni dopo l’ex presidente Teodoro Roosevelt, il ‘reale separatore di Panama’, dirà: “Ho preso la Zona del Canale mentre il Congresso dibatteva”. Alla Colombia venne pagata successivamente la ridicola cifra di 25 milioni di dollari come compensazione.

1904: Viene promulgata a Panama la Costituzione Nazionale. Comprende un paragrafo che contempla l’intervento militare nordamericano quando Washington lo ritiene necessario. Viene immediatamente data inizio alla costruzione del Canale di Panama. Più avanti, gli Stati Uniti riempiranno la zona di basi militari e nel 1946 fonderanno la tristemente celebre Scuola delle Americhe, nelle cui aule passeranno quasi tutti i dittatori dell’America Latina.

1904: La fanteria della marina statunitense sbarca nella Repubblica Dominicana per soffocare un sollevamento armato oppositore. Un anno dopo, a proposito dell’intervento in questo paese, il Presidente Teodoro Roosevelt dichiara che gli Stati Uniti sono “il gendarme” del Caribe.

1906: Gli investimenti nordamericani a Cuba, che nel 1885 rappresentavano 50 milioni di pesos cubani, raggiungono la cifra di 200 milioni. Nell’agosto di questo anno scoppia un’insurrezione contro il presidente marionetta Estrada Palma, che sollecita l’intervento militare degli USA. I nordamericani sbarcano e designano come governatore William Taft.

1907: Repubblica Dominicana: gli Stati Uniti ottengono che il governo dominicano conceda loro la riscossione delle entrate doganali, concessione che rimane per 33 anni consecutivi.

1908: Truppe nordamericane intervengono a Panama. Nel decennio successivo lo faranno altre quattro volte.

1910: I marines yankee occupano il Nicaragua per sostenere il regime di Adolfo Díaz.

1911: Messico: per “proteggere” i cittadini nordamericani, il Presidente William Taft ordina il dispiegamento di 20 mila soldati alla frontiera meridionale e otto navi da guerra di fronte alle coste della California.

1912: I marines nordamericani invadono il Nicaragua e danno inizio ad un’occupazione che continuerà quasi continuamente fino al 1933. Questo stesso anno (1912) il Presidente Taft dichiara: “Non è lontano il giorno in cui tre stelle e tre strisce in tre punti equidistanti delimiteranno il nostro territorio: una nel Polo Nord, un’altra nel Canale di Panama e la terza nel Polo Sud. L’intero continente di fatto sarà nostro in virtù della nostra superiorità razziale, come è già nostro moralmente.”

1914: La Marina degli Stati Uniti bombarda la città portuaria di Veracruz, un attacco apparentemente motivato dalla detenzione di soldati nordamericani a Tampico. Il governo messicano si scusa, ma il Presidente Woodrow Wilson ordina che l’esercito attacchi Veracruz. Cento soldati messicani, vari cadetti della Scuola Navale e gruppi di civili resistono con eroismo. Ci sono 300 morti. Gli occupanti rimangono vari mesi.

1915: I marines occupano Haiti per “restaurare l’ordine”. Viene stabilito un protettorato che rimarrà fino al 1934. Il Segretario di Stato William Jennings Bryan, informando della situazione haitiana commentò: “Immaginate questo: negri che parlano francese”.

1916: Marines occupano la Repubblica Dominicana e vi rimangono fino al 1924.

1918: A Panama i marines occupano la provinciali di Chiriquì per “mantenere l’ordine pubblico”.

1924: La fanteria della marina USA invade l’Honduras per “mediare” in un conflitto civile. Un militare honduregno prende la guida del governo provvisorio. L’Honduras occupa il primo posto mondiale come esportatore di banane, ma i guadagni sono per la “United Fruit Company”.

1925: Truppe dell’esercito nordamericano occupano la città di Panama per interrompere uno sciopero e “mantenere l’ordine”.

1926: Gli Stati Uniti decidono di creare in Nicaragua una Guardia Nazionale. Augusto César Sandino propone si creare un esercito popolare per combattere gli occupanti stranieri.

1927: In Nicaragua un capitano dei marines yankee ordina a Sandino di arrendersi. Il ribelle risponde “Voglio la patria libera o morire”. Gli Stati Uniti realizzano allora il primo bombardamento aereo in America Latina. Attaccano il villaggio El Ocotal. Muoiono 300 nicaraguensi per le bombe e colpi di mitraglia yankee.

1930: Nella Repubblica Dominicana inizia la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo, un militare sorto dalla Guardia Nazionale, sostenuta e addestrata dagli Stati Uniti.

1933: Gli Stati Uniti abbandonano il Nicaragua e lasciano il controllo del paese a Anastasio Somoza e alla sua Guarda Nazionale.

1934: In Nicaragua viene assassinato César Augusto Sandino, che aveva deposto le armi. L’assassinio venne ordinato da Somoza, con la complicità dell’Ambasciatore statunitense Arthur Bliss Lane.

1941: A Panama viene deposto il presidente Arias da un golpe militare guidato da Ricardo Adolfo della Guardia, che prima aveva discusso il primo piano con l’Ambasciatore degli Stati Uniti. Il Segretario della Guerra Henry Stimson dichiara al riguardo: “E’ stato un grande sollievo per noi, perché Arias era troppo problematico e molto filo-nazista”.

1946: Gli Stati Uniti aprono a Panama la tristemente celebre Scuola delle Americhe, per la formazione dei militari del continente. Vi si formano i principali protagonisti delle dittature militari di Brasile, Argentina, Uruguay, Cile, Centro America e di altri paesi.

1947: Gli Stati Uniti iniziano ad imporre gradualmente il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR).

1952: A Cuba, con il consenso e l’apprezzamento del governo degli Stati Uniti, il generale Fulgencio Batista provoca il rovesciamento di Carlos Prío Socarrás e inaugura una sanguinosa tirannia.

1954: La CIA orchestra il rovesciamento del governo democraticamente eletto di Jacobo Árbenz in Guatemala. Un poeta guatemalteco descrisse il Governo di Árbenz come “anni di primavera in un paese di eterna tirannia”. Seguono quasi 40 anni di violenza e repressione che culminano nella politica di “terra bruciata” degli anni ’80. Più di 150.000 persone perdono la vita.

1956: In Nicaragua il poeta Rigoberto López Pérez uccide il dittatore Anastasio Somoza, da 20 anni al potere con l’appoggio degli Stati Uniti. Il Presidente Franklin Delano Roosevelt lo aveva definito così:  “E’ un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana”. Suo figlio Anastasio Somoza Debayle prolunga la dinastia tirannica per vari anni ancora.

1960: Il Presidente Eisenhower autorizza la realizzazione su larga scala di azione coperte per rovesciare il governo di Fidel Castro, giunto al potere nel gennaio del 1959. Le azioni coperte includono l’assassinio del leader cubano, la creazione di bande contro-rivoluzionarie ed il sabotaggio dei principali settori dell’economia dell’isola.

1961: Forze mercenarie reclutate, organizzate, finanziate e dirette dagli Stati Uniti invadono Cuba dalla Baia dei Porci. In meno di 72 ore vengono sconfitte in quella che costituisce la prima grande sconfitta militare dell’imperialismo yankee in America Latina.

La CIA prepara un golpe di Stato contro il Presidente eletto dell’Ecuador J. M Velazco Ibarra, che si era mostrato troppo amichevole con Cuba.

1964: Il Presidente del Brasile Joao Goulart, che voleva realizzare una riforma agraria e nazionalizzare il petrolio, è vittima di un golpe di Stato appoggiato e promosso dagli Stati Uniti.

1965: Gli Stati Uniti inviano migliaia di effettivi nella Repubblica Dominicana per reprimere un movimento che cerca di riportare al potere il presidente democraticamente eletto e precedentemente rovesciato Juan Bosch.

1966: Gli Stati Uniti inviano armi, consiglieri e Berretti Verdi in Guatemala per attuare una cosiddetta campagna di contro-insorgenza. In una relazione del Dipartimento di Stato veniva riconosciuto che “per eliminare qualche centinaio di guerriglieri saranno uccisi quasi 10 mila contadini guatemaltechi”.

1967: Un gruppo di Berretti Verdi viene inviato in Bolivia per aiutare a trovare ed assassinare Ernesto Che Guevara.

1968: La CIA organizza una forza paramilitare considerata un precursore dei tenebrosi “Squadroni della morte”.

1971: Il quotidiano “The Washington Post” conferma che la CIA aveva cercato di assassinare in varie occasioni la guida della rivoluzione cubana Fidel Castro. Anni dopo, e nella misura in cui i documenti segreti della CIA vengono declassificati, si viene a sapere che i tentativi erano stati decine e i piani centinaia.

1973: I militari prendono il potere in Uruguay, appoggiati dagli Stati Uniti. La successiva repressione porta a cifre elevatissime il numero di persone incarcerate per ragioni politiche.

Un golpe di Stato istigato e organizzato dagli Stati Uniti rovescia il governo eletto del Presidente Salvador Allende in Cile, e installa al potere il Generale Augusto Pinochet che inizia una cruenta e lunga tirannia.

1976: In Argentina prende il potere una dittatura militare. Negli anni successivi negli Stati Uniti vengono declassificati quasi 5.000 documenti segreti che rivelano la stretta collaborazione e appoggio offerto dai più alti livelli del potere di Washington ai militari argentini, responsabili della morte di almeno 30.000 argentini, gran parte di essi giovani studenti e lavoratori. Recentemente il Dipartimento di Stato USA ha declassificato documenti che implicano direttamente l’allora Segretario di Stato Henry Kissinger e altri alti responsabili statunitensi nei crimini commessi dalla dittatura argentina, che mise in marcia una campagna di assassini, torture e “sparizioni” dopo aver assunto il potere. Kissinger era coinvolto nelle operazioni del cosiddetto “Piano Condor”, una rete di cooperazione per catturare ed eliminare oppositori politici in Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Paraguay e Bolivia.

1980: Gli Stati Uniti aumentano il massiccio sostegno ai militari de El Salvador che affrontano la guerriglia del FMLN. Gli squadroni della morte proliferano: l’Arcivescovo Romero viene assassinato da terroristi; 35 mila civili vengono uccisi tra il 1978 e il 1981. La violenza e l’assassinio di 4 suore da parte di sicari dei militari porta alla sospensione dell’aiuto militare da parte del governo yankee per un mese.

1981: L’Amministrazione Reagan inizia la guerra dei “contras” per distruggere il governo sandinista in Nicaragua.

La CIA procede nell’organizzazione dei “contras” in Nicaragua. Aveva iniziato l’anno precedente con un gruppo di 60 vecchie guardie di Somoza. Quattro anni dopo giungono a riunirsi nei “contras” quasi 12 mila ex guardie. Dei 48 capi militari più importanti dei “contras”, 46 erano stati ufficiali della Guardia Nazionale. Gli Stati Uniti procedono inoltre nella guerra economica contro il Nicaragua e nelle pressioni esercitate dal Fondo Monetario e dalla Banca Mondiale.

Il generale Omar Torrijos, Presidente di Panama, muore in un incidente aereo. Da allora esistono sospetti che la CIA sia coinvolta nel disastro, a causa del patriottismo di Torrijos e delle relazioni amichevoli del suo governo con quello di Cuba.

1983: Cinquemila fanti della marina degli Stati Uniti invadono la piccola isola caraibica di Granada. Le truppe yankee entrano poco dopo che una cospirazione aveva rimosso dal potere Maurice Bishop, un leader rivoluzionario e nazionalista.

1989: Gli Stati Uniti invadono Panama per arrestare colui che era stato fino ad allora un loro protetto, Manuel Noriega. L’operazione comporta non meno di 3 mila vittime civili.

1990: Gli Stati Uniti intervengono massicciamente nel processo elettorale del Nicaragua attraverso azioni coperte e anche pubbliche. Washington sostiene apertamente la coalizione dell’opposizione, sebbene tali pratiche siano illegali secondo la legge statunitense.

2000: Come parte della “Guerra alle Droghe”, gli Stati Uniti lanciano il “Piano Colombia”, un programma di ampio sostegno civile e militare ad un paese che possiede il peggior record in materia di diritti umani nell’intero continente. Il finanziamento da parte degli Stati Uniti di questo Piano è di 1.300 milioni, l’83% dei quali destinati alle spese militari. Il “Piano Colombia” è stato poi sostituito nella “Guerra al Terrorismo”.

2002: Gli Stati Uniti appoggiano e finanziano gli elementi che organizzano il fallito golpe di Stato dell’11 aprile in Venezuela contro il Presidente eletto Rafael Hugo Chavez.


Traduzione di Europeanphoenix

 

Testi utilizzati:

Mark Rosenfelder: U.S. Interventions in Latin America, 1996

Roberto Bardini: Tropas extranjeras y maniobras militares. Inmunidad es impunidad, 7 Luglio 2003


Fonti utilizzate da entrambi gli autori:

Black, George. “The Good Neighbor”. Pantheon Books, New York: 1988.

Burns, E. Bradford. “Latin America: A concise interpretive history”. 4th ed. Prentice-Hall, Englewood Cliffs.

Chomsky, Noam. “Year 501: The Conquest Continues”. South End Press, Boston: 1993.

Galeano, Eduardo. “Century of the Wind and Faces & Masks”. Pantheon Books, New York: 1988. (Pubblicato originariamente come “Memoria del fuego II, III: El siglo del viento, Las caras y las mascaras”)

Gleijeses, Piero. “Shattered Hope: The Guatemalan Revolution and the United States, 1944-1954”. Princeton, Princeton NJ: 1991.

Kwitny, Jonathan. “Endless Enemies: The Making of an Unfriendly World”. Congdon & Weed, New York: 1984. Ex corrispondente del “Wall Street Journal”.

Patricia Galeana, “Cronología Iberoamericana 1803-1992”, Fondo de Cultura Económica, Messico, 1993

Gastón García Cantú, “Las invasiones Norteamericanas en México”, Editorial Era, México, 1974.

Gregorio Selser, “Cronología de las Intervenciones Extranjeras en América Latina (1776-1945)”, coedizione delle università Nacional Autónoma de México, Obrera de México, Autónoma Metropolitana-Atzcapozalco y de Guadalajara, Messico, 1994-1997-2001.