Fonte: http://osservatorioitaliano.org/read.php?id=87492
Washington/Sarajevo – La NATO, sotto il controllo degli Stati Uniti, ha distrutto gli sforzi di pace dell’ONU nella guerra in Bosnia. Lo ha dichiarato il Generale Michael Rose, comandante della missione ONU in BIH nel 1994, accusando la NATO di aver addestrato e armato i croati e i musulmani. Il Generale Rose ha affermato per il “Financial Times” che la stessa NATO sia è resa colpevole della tragedia di Srebrenica, così come l’UE. “Se la NATO avesse distribuito le truppe come voleva l’allora Presidente della BIH, Alija Izetbegovic, per prevenire l’espansione della guerra dalla Croazia, il massacro di Srebrenica non sarebbe mai successo. L’ONU aveva solo compiti umanitari, mentre la NATO distruggeva gli sforzi di pace dell’ONU, perché addestrava e armava i croati e i musulmani”, ha detto il generale Rose, il quale ha reagito così all’articolo i “Tulipani di Srebrenica” di Simon Cooper, giornalista del noto giornale britannico. Il giornalista ha criticato l’esercito olandese in relazione ai tragici eventi di Srebrenica, ma Michael Rose ha tenuto a precisare che il contesto era molto più ampio. “L’essere stato armato ha dato all’esercito musulmano false speranze, che credeva di potersi riprendere il proprio territorio con la forza, ma questa speranza è andata distrutta con l’accordo di Dayton. Siccome la credibilità della missione ONU era stata distrutta agli occhi dei guerriglieri, la missione ONU non poteva aver successo, perciò la NATO e gli Stati Uniti si sono trovati nella situazione di non poter influenzare gli eventi sul campo. La missione ONU non ha avuto successo nel 1995, il che ha in parte incoraggiato il generale Mladic ad attaccare Srebrenica”. Il generale Rose afferma inoltre che la missione ONU non aveva il compito di proteggere o difendere, mentre la risoluzione delle Nazioni Unite relativa alle 5 zone protette, evitava con attenzione questa terminologia. “I membri della missione di pace dei 16 paesi non avevano nessun mandato, non erano stati preparati alla guerra. Mentre la NATO, purtroppo, ha limitato la sua azione ai bombardamenti”, ha aggiunto Rose.
Da osservare che la stessa notizia è stata trasmessa dai media di Sarajevo affermando che “la NATO ha fomentato il genocidio di Srebrenica commesso da Mladic”, disinformando e stravolgendo del tutto le parole del Generale, che in realtà cerca di spiegare come gli accordi sul dislocamento delle eclavi siano stati violati e traditi. Allo stesso tempo, l’intervento del Generale Rose, nonostante sia stato duro ed incisivo, è giunto sulla stampa internazionale eccessivamente in ritardo. L’aver scritto un libro ( Fighting for Peace: Bosnia in 1994 ) non lo esime dalla responsabilità di aver taciuto e di non aver fatto pressioni all’interno dei vertici NATO per impedire che la macchina della disinformazione gettasse fango sulla verità sulla guerra in Bosnia e sulla tragedia di Srebrenica. La stessa condanna ‘palliativa’ dell’esercito olandese che deteneva il comando della missione delle Nazioni Unite, per aver ‘consegnato i soldati musulmani’ al cosiddetto “nemico”, è stato un modo per esorcizzare la grande colpa dell’Olanda per aver permesso lo scontro frontale tra le bande armate bosniache e l’esercito di Mladic, per non aver saputo gestire l’emergenza umanitaria della enclave e per aver taciuto poi sulla verità, nonostante i soldati olandesi fossero stati testimoni.
Una responsabilità che è stata poi ancor più occultata con la diretta sponsorizzazione del Tribunale Penale dei crimini della ex Jugoslavia, con il finanziamento di ogni tipo di iniziativa o progetto sul ‘Massacro di Srebrenica’, nonchè di ogni organizzazione ed ogni associazione per i diritti delle vittime bosniache, sino alla recente rete della Rekom. Restare in silenzio per oltre 16 anni è anch’esso un crimine, come lo è continuare ad accreditare un Tribunale Internazionale fondato sulla ‘disinformazione’ e sul grande conflitto di interesse di Olanda, USA e UE nei confronti della guerra in Bosnia. Per cui, se davvero i vertici militari sono interessati a far luce sugli eventi della ex Jugoslavia si attivino per sciogliere L’Aja e costituire un nuovo Tribunale, a cui possano partecipare anche i Paesi dei Balcani e i loro giudici, i vertici militari coinvolti e gli stessi funzionari delle Nazioni Unite e dell’Alleanza Atlantica che gestirono le operazioni. Quando vi sarà un passo in tal senso, si potrà dire che esiste una reale volontà politica a mettere fine alle speculazioni sulla guerra dei Balcani. Prima di allora, sono solo parole che si aggiungono alla montagna di carta straccia che ha inondato i media in questi anni, disinformando e creando il caos balcanico che oggi conosciamo.