Africa-Cina, segnali di crisi

Scritto da: Alberto Tundo
Fonte:http://it.peacereporter.net

La concorrenza indiana, le maggiori pretese africane e il timore dell’instabilità politica: in un futuro prossimo Pechino potrebbe puntare sull’Asia.

Sembrava un matrimonio d’acciaio, oltre che d’interesse, ma nella relazione tra Cina e Africa scricchiola qualcosa. Dubbi, incertezze, voci che, a confronto del valore astronomico degli scambi commerciali, sembrano impalpabili e di poco conto. Ma ci sono anche se rappresentano una stonatura in un quadro idilliaco costruito sulla ferrea logica dello scambio capitali (cinesi) contro materie prime/idrocarburi/terra (africani). C’è uno scetticismo nuovo, appena sussurrato, che si respira tanto a Pechino che nelle capitali dell’ex continente dimenticato. In Africa, ad esempio, non sono pochi a chiedersi se e quanto sia paritario il rapporto con la Cina. L’enorme flusso di capitali cinesi negli ultimi anni ha sicuramente creato prospettive di sviluppo ma l’altro lato della medaglia sono il land grabbing, devastazioni ambientali come il massiccio disboscamento della Savana in Guinea, l’ulteriore indebitamento di molti Paesi e i guadagni illeciti per classi politiche che si sono mostrate inclini alla corruttela e che oggi beneficiano di contratti di una certa opacità. I giornalisti Nicholas Norbrook e Mashall Van Valen se lo sono chiesto di recente in un articolo dal titolo eloquente: Africa’s Emerging Partners: Friends or Foes?. Alla domanda i due non rispondono in maniera univoca, ricordando le opportunità rappresentate dagli investimenti di Cina, Brasile, India e Russia. Però danno voce ad un dubbio che non è più latente ed è espresso dalla business community ruandese. Il Ruanda, che puntando sull’alta tecnologia e le telecomunicazioni si sta trasformando nella Singapore d’Africa, rappresenta un esempio di sviluppo assai diverso e più promettente rispetto a quello di Paesi che hanno puntato solo su idrocarburi, prodotti agricoli e miniere, consentendo alle imprese cinesi di diventare padrone in casa d’altri.

Ma molti sono i dubbi di Pechino, dove l’entusiasmo per un continente dal potenziale enorme si è raffreddato parecchio. L’ultimo colpo alle precedenti certezze è arrivato dalla primavera araba, partita dal Nord Africa. In Cina si stanno elaborando le prime analisi del costo delle insurrezioni in Egitto e Tunisia e della guerra in Libia: il rimpatrio dei 36 mila lavoratori, rimasti ostaggio del collasso del regime di Muhammar Gheddafi, e i danni materiali subiti sono costati a Pechino oltre tre miliardi di dollari. Nei primi tre mesi di quest’anno, gli investimenti cinesi in Algeria sono precipitati, registrando un meno 69,8 per cento, mentre quelli in Libia hanno toccato un meno 46,9 per cento. La forte instabilità politica è tornata a far paura: le fibrillazioni del Sudan, alle prese con la secessione del Sud Sudan e un nuovo deterioramento della questione del Darfur, ma anche la guerra in Costa d’Avorio, il caos nigeriano, quello del Burkina Faso, la crisi del regime di Yoweri Museveni in Uganda e la transizione al post-Mugabe in Zimbabwe hanno moltiplicato gli scenari problematici. E così non deve sorprendere il fatto che nel nuovo piano quinquennale elaborato dal ministero del Commercio cinese si registri uno spostamento sull’Asia del focus commerciale. Molti Paesi asiatici hanno margini di crescita altrettanto interessanti, classi medie in espansione ma una maggiore maturità politica.

Non ultimo, pesa anche una concorrenza quanto mai agguerrita e che offre un gancio ai leader africani che vogliano giocare al rialzo, chiedere revisioni contrattuali, esigere percentuali dei proventi più alte. L’antagonista principale è l’India, che solo pochi giorni fa è stata al centro di un forum organizzato ad Addis Abeba. Gli scambi tra New Delhi e l’Africa ammontavano a tre miliardi di dollari nel 2000, ma a 46 miliardi nel 2010 e saliranno a 70 nel 2015. Una cifra ancora lontana dai 200 miliardi di dollari, valore degli scambi Cina-Africa registrati nel 2009 ma indicativa di un trend. La Cina, che alla fine del 2010, poteva vantare ben duemila imprese presenti nel continente e investimenti per 32 miliardi di dollari resta ancora una potenza che non teme confronti e in una posizione di vantaggio. E lo sarà ancora a lungo. Uno studio dell’Asia Society di New York rivela che l’investimento diretto cinese all’estero nei prossimi dieci anni si attesterà tra i mille e i duemila miliardi di dollari. Ma quale fetta toccherà all’Africa è ancora da vedere.

Più spie e meno bombe, così possiamo uscire dalla Libia

Scritto da: Arduino Paniccia docente di Studi Strategici, Università di Trieste, preside Università Ciels – Pentagono, Padova
Fonte:http://www.linkiesta.it

La recente diserzione di masse di numerosi vertici militari libici è una operazione made in Italy, concepita e portata a termine dai nostri 007 e che ha considerevolmente indebolito lo schieramento fedele a Gheddafi. Meglio sarebbe stato se, per vincere la guerra, avessimo dato priorità a questo tipo di operazioni.

Quando gli alleati sbarcarono ad Anzio, Churchill disse: «credevamo di scagliare sulla spiaggia un gatto selvatico ed invece ci ritroviamo con una balena arenata». Per molti versi l’operazione Libia rammenta quella situazione, credevamo di scatenare nei cieli uno stormo di aquile inferocite ed invece i bombardamenti non hanno sortito effetti rapidi sulle sorti del conflitto. L’Occidente ha sperato, non senza valide ragioni, che il Rais sua sponte concludesse qualche accordo con la controparte e con la mediazione di Sud Africa, Turchia o Russia, ma a tutt’oggi non c’è segnale tangibile di uno sblocco pacifico dello stallo.

A questo punto anche le Nazioni Unite sono costrette a prendere atto che la campagna aerea non è risolutiva, che il Colonnello non intende negoziare se non alle sue inaccettabili condizioni e che alla fine il ricorso a truppe della coalizione che sbarchino in Libia potrebbe essere l’unica carta rimasta da giocare. Francia, Gran Bretagna, ma anche altri membri dell’alleanza, stanno facendo pressioni affinché la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1973 sia cambiata, integrandola con articoli che rendano, sotto il profilo del diritto internazionale, accettabile l’impiego di soldati stranieri in combattimenti sul suolo di uno stato sovrano.

Cosa alquanto difficile, ma le trappole che trasformerebbero questo intervento in una invasione bella e buona, possono essere probabilmente aggirate travestendo lo sbarco in creazione di corridoi umanitari: alcuni reggimenti Nato potrebbero mettere finalmente piede in Libia, prendendo la leadership delle operazioni militari anche della sgangherata compagine anti-Gheddafi, portando a segno finalmente il colpo fatale al regime. L’ostinazione di Gheddafi a questo punto può davvero costargli la vita: fallito ogni tentativo di negoziato gli stessi europei lo vogliono morto, esasperati anche da comportamenti pregressi, come la liberazione dell’attentatore di Lockerby, il “malato immaginario” improvvisamente guarito appena sbarcato a Tripoli Il governo britannico era disposto a perdere la faccia rilasciandolo in cambio di particolari diritti di estrazione per la Bp, ma tutto è andato a monte a causa delle ultime vicende e la faccenda certo non ha aumentato la simpatia dei britannici nei confronti del dittatore. Ma soprattutto a volerlo morto sono i suoi stessi uomini ora a capo delle diverse fazioni a lui opposte, a partire da quel giudice Jalil che condannò i sanitari bulgari accusati di diffondere l’Aids in Libia.

Si tratta di diversi personaggi compromessi con la dittatura ed ora in fase di riciclo, che tutto vogliono tranne che il loro ex leader, da prigioniero, inizi a raccontare il loro ruolo e le loro malefatte. Su questo quadro già di per sé complicato, si inserisce proprio in questi giorni la crisi del nucleare, che riporta in trionfo incontrastato il buon vecchio petrolio, incluso quello, di ottima qualità, estratto in Libia. L’altro grande produttore, l’Iran (seconda riserva mondiale), ormai vende il suo oro nero quasi interamente ai Cinesi.

Gli Usa e la Russia potrebbero fare affidamento, alla peggio, sui propri pozzi, pur continuando ad approvvigionarsi in Iraq e Kuwait, ma per ora tengono a galla politicamente gli emirati del Golfo, Arabia Saudita inclusa, che continuano ed essere i loro fornitori primari. Ma in Libia? Al momento l’Eni sta estraendo a scartamento ridotto ma ha avuto rassicurazioni dalla coalizione che la presenza in Libia sarà ridimensionata in futuro. Le buone notizie perlomeno arrivano dal settore intelligence, campo nel quale, abbiamo scritto più volte, l’Italia avrebbe dovuto focalizzare le proprie energie e risorse, anziché impegnarle il uno sterile impiego dei nostri aerei. La recente diserzione di masse di numerosi vertici militari libici è una operazione made in Italy, concepita e portata a termine dai nostri 007 e che ha considerevolmente indebolito lo schieramento lealista.

Meglio sarebbe stato se avessimo dato priorità a questo tipo di operazioni e se avessimo concluso più missioni come quella di Roma, come abbiamo già scritto su queste pagine. Oggi non ci troveremmo ad avere a che fare con il brutto dilemma se e come far sbarcare reparti armati in quel paese. Se l’attacco fosse stato portato non alle forze armate libiche ma all’entourage del Colonnello e ai vertici militari e non con armi da fuoco ma con le blandizie dell’intelligence, assai probabilmente il regime sarebbe crollato in maniera incruenta tempo fa senza aver fornito ai lealisti pro-Gheddafi un ulteriore elemento di coesione.

Se gli sviluppi futuri dovessero vedere, come accennato, la creazione di corridoi umanitari (in questo momento il trend più auspicato nei corridoi del Palazzo di Vetro) l’Italia chiede (e fa bene a pretenderlo) che a comandare questo sviluppo sia posto né un inglese né tantomeno un francese, ma una autorevole personalità neutrale, come ad esempio un militare austriaco. Anche nell’ottica di impedire una penetrazione politica/industriale di concorrenti non troppo leali.

IL POLLAIO DELLA FINANZA MONDIALE!

Fonte:http://icebergfinanza.splinder.com/

Dall’alto della sua illuminazione accademica, Bernanke, tempo fa ci ha raccontato che senza le sue ricette “mediche”, senza la Federal Reserve, la disoccupazione in America sarebbe volata sino ad oltre il 25 % come nella Grande Depressione, dimenticando che nell’ultimo decennio ha contribuito non poco a rendere obeso il paziente, sino all’infarto finale.
Francamente analizzare dati o dinamiche economiche mentre nel pollaio si continua a rubare ai polli faccio fatica.
Ha ricordato giustamente come ci vorranno anni prima che il tasso di disoccupazione ritorni quello che era prima della crisi, criticando chi si oppone all’allentamento monetario attraverso l’acquisto di titoli di Stato…

«Quello che fanno é di guardare ai rischi e alle incertezze di questa politica, ma quello che penso che non facciano, é di riflettere sui rischi del non fare niente». «Penso – ha aggiunto – che un tasso di disoccupazione molto elevato per un lungo periodo di tempo che renda i consumatori e le famiglie meno fiduciose e più inquiete sull’avvenire, possa essere la prima fonte di rischio di un nuovo rallentamento dell’economia».(Sole24Ore)

Incredibilmente ha aggiunto di vedere con preoccupazione l’evoluzione molto negativa delle disuguaglianze all’interno della società americana, disuguaglianze che portano ad una società ineguale che non ha un giusto grado di coesione. Affascinante no! Ma dove stava questo luminare negli ultimi dieci anni, visto che si tratta di una tendenza in atto da oltre un decennio e più, dove stava quando i ladri di polli aggivano indisturbati nel pollaio dell’immobiliare americano e mondiale, perpetrando la più alta concentrazione di frodi e manipolazioni della storia?

In fondo aveva ragione l’economista Brad DeLong quando affermava che alcuni economisti …scelgono, per ragioni non economiche e non scientifiche, un orientamento politico e una serie di alleati politici, e girano e regolano le loro ipotesi fino a giungere alle conclusioni che meglio si adattano al loro orientamento e che possono compiacere gli alleati.

E di alleati ne ha avuto bisogno Bernanke per essere riconfermato alla guida della federal Reserve dopo aver dimostrato un livello di  superficialità inaudita, nel sottovalutare questa imponente crisi!

Ma ascoltate cosa ha detto due giorni fa il guardiano del pollaio…

“The Federal Reserve’s actions in recent years have doubtless helped stabilize the financial system, ease credit and financial conditions, guard against deflation, and promote economic recovery. All of this has been accomplished, I should note, at no net cost to the federal budget or to the U.S. taxpayer.”

Vi pregherei di rileggere mentalmente ciò che ha dichiarato Bernanke perchè è assolutamente incredibile…

” Le azioni della Federal Reserve negli ultimi anni, hanno senza dubbio ( risottolineo il senza dubbio…aggiungo io ) contribuito a stabilizzare il sistema finanziario, la facilità del credito e le condizioni finanziarie, il controllo della deflazione e a promuovere la ripresa economica…ma udite, udite… Tutto questo è stato fatto ha proseguito Bernanke senza alcun costo per il bilancio federale e per il contribuente americano.”

Incredibile…ma allora è tutta una favola, quello che sta accadendo oggi, fantastico non è successo nulla, i debiti pubblici non sono un problema dei contribuenti, la socializzazione delle perdite non esiste, ne le volpi, ne i polli!

Duy Tim dice che Bernanke nel suo discorso ha lasciato un chiaro messaggio ai mercati, se siete alla ricerca di uno stimolo ulteriore è meglio che vi troviate un’altro hobby, tutto ciò non accadrà. Si sappiamo che è già accaduto ma questa volta non scherziamo!

La Fed è veramente convinta che l’attuale debolezza del ciclo economico è solo temporanea nel secondo semestre si torna a volare…volpi e polli che volano sino ad oggi non gli avevo mai visti. Bernanke ha detto che la crescita economica sino ad oggi sembra essere stata un po più lenta del previsto si solo 1,8 % rispetto alle previsioni minime del 3,5 % …solo un pò più lenta del previsto!

Vi dirò una cosa cari compagni di viaggio, con la stessa franchezza che mi ha accompagnato in questi anni… se la ripresa riprenderà nel secondo trimestre come si dice, sarà come tutte le previsioni che il buon Bernanke ha fatto in questi anni prima della crisi e durante, che potrete rileggervi nel mio libro disponibile in cima al blog cliccando sul banner :

Il sistema finanziario americano è solido, la crisi immobiliare è passeggera, bla, bla, bla, la Federal Reserve non ha alcuna colpa e via cosi con una serie di previsioni sull’economia completamente fallite, ripeto fallite… e ancora oggi i mercati reagiscono quotidianamente ad un oceano di parole nel vento, di chi ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza!

Ma non finisce qui date un’occhiata a cosa sta accadendo nel pollaio dei mercati finanziari mondiali mentre intorno l’economia muore…

Mentre Geithner fa finta di voler regole più stringenti sui derivati e la Federal Reserve finge di voler criteri patrimoniali più rigidi per le banche americane guardate come rispondono le volpi del pollaio…

Il ceo di JPMorgan Dimon ha polemizzato con Bernanke sull’impatto della normativa sul business bancario chiedendo se per caso la recente frenata dell’economia americana non sia dovuta alla disciplina e ai controlli della Fed che hanno frenato il credito nel sistema.
Affascinante no, dopo che questo manipolo di esaltati per anni hanno travolto qualsiasi regola fregandosene di responsabilità ed etica oggi la colpa è delle leggi, degli stress test e dei controlli.  BLOOMBERG 

Avidità non c’è altra parola per i ladri di polli, avidità!

Non solo il contribuente americano ha salvato questa banda di falliti, purtroppo troppo grandi per fallire, sottraendo 15.000 miliardi di dollari all’economia e al sistema sociale, ma ora ne è ostaggio e non ha nessuna possibilità di liberarsi dalla tirrania finanziaria.

Signori siamo come polli in trappola senza scampo e le volpi continuano indisturbate a fare quello che hanno fatto in questi anni. Auguri a noi tutti ne abbiamo bisogno!

 

 

 

 

Banchiere svizzero smaschera i criminali del Bilderberg

Fonte:http://noviden.info/article_239.html
Tradotto da:http://neovitruvian.wordpress.com/

Josef Ackermann, CEO della Deutsche Bank e membro del Bilderberg  da tempo fattorino dei Rothschild, esemplifica i peggiori eccessi dei Bilderbergers.

“Il caso Strauss-Kahn dimostra quanto queste persone siano corrotte, mentalmente instabili, sature di vizi, vizi che vengono tenuti nascosti dagli ordini a cui appartengono. Alcuni di loro come Strauss-Kahn stuprano le donne, altri praticano il sado maso, altri ancora si dedicano alla pedofilia, molti si appassionano al satanismo. Quando andate in alcune banche potete vedere chiaramente questi simboli satanisti, come nella Banca dei Rothschild a Zurigo “.

“Hanno un nuovo piano per censurare Internet, perché Internet è ancora libero. Vogliono controllare e usare il terrorismo per creare il motivo. Potrebbero anche inventarsi qualcosa di orribile per avere una scusa”.

L’intervista ha avuto luogo il 30 maggio tramite il settimanale russo “NoviDen”

D: Può dirci qualcosa riguardo il suo coinvolgimento nel settore bancario svizzero?

A: Ho lavorato per le banche svizzere per molti anni. Fui designato come uno dei direttori di una delle più grandi banche svizzere. Durante il mio lavoro venni coinvolto nel pagamento, nel pagamento diretto in contanti di una persona che uccise il presidente di un paese straniero. Ero presente alla riunione in cui venne deciso di dare questi soldi in contanti all’assassino. Tale decisione mi ha riempito di rimorsi. Non fu l’unico caso grave, ma fù sicuramente il peggiore. Vennero inviate istruzioni di pagamento su ordine di un servizio segreto straniero, scritte a mano, con le disposizioni di pagare una certa somma ad una persona che aveva ucciso un leader di un paese straniero. E non fù l’unico caso. Abbiamo ricevuto numerose lettere scritte a mano, provenienti da servizi segreti stranieri, che davano l’ordine di pagamenti in contanti, da conti segreti, per finanziare rivoluzioni o per l’uccisione di persone. Posso confermare quello che John Perkins ha scritto nel suo libro “Confessioni di un Sicario Economico”. Esiste veramente un solo Sistema e le banche svizzere hanno le mani in pasta in esso.

D: Il libro di Perkins è stato tradotto ed è disponibile in russo. Ci può dire di quale banca si tratta e chi è il responsabile?

A: Era una delle prime 3 banche svizzere a quell’epoca il responsabile fù il presidente di un paese del terzo mondo. Non voglio però entrare nei dettagli, mi troverebbero facilmente se dicessi il nome del presidente e il nome della banca. Rischio la mia vita.

D: Non è possibile fare il nome di una persona di quella banca?

R: No non posso, ma vi posso assicurare che tutto ciò è accaduto. Eravamo in molti nella sala riunioni. Il responsabile del pagamento fisico del denaro è venuto da noi (dirigenti) e ci ha chiesto se gli fosse consentito il pagamento di una così grande somma di denaro in contanti. Uno dei direttori spiegò lui il caso e tutti gli altri acconsentirono a procedere.

D: Accaddero spesso cose del genere? I soldi erano una specie di fondi neri?

R: Sì. Questo era un fondo speciale gestito in un posto speciale nella banca dove arrivavano tutte le lettere in codice dall’estero. Le lettere più importanti venivano scritte a mano. Una volta decifrate, contenevano l’ordine di pagare una certa somma di denaro da conti per l’assassinio di persone, il finanziamento di rivoluzioni, il finanziamento di attentati e per il finanziamento di ogni tipo di partito. So per certo che alcune persone all’interno del gruppo Bilderberg erano coinvolti in questo genere di operazioni. Hanno dato l’ordine di uccidere.

D: Puoi dirci in quale anno o decade tutto questo è accaduto?

R: Preferisco non darvi l’anno preciso ma è stato negli anni 80.

D: Hai mai avuto problemi con questo lavoro?

R: Sì, un problema molto grande. La notte non riuscivo a dormire e dopo un po’ lasciai la banca. Diversi servizi segreti provenienti dall’estero, soprattutto di lingua inglese, diedero l’ordine di finanziare azioni illegali, compresa l’uccisione di persone attraverso le banche svizzere. Dovevamo pagare, sotto ordine di potenze straniere, per l’uccisione di persone che non seguirono gli ordini del Bilderberg o del FMI o della Banca Mondiale, per esempio.

D: Quella che stai facendo è una rivelazione molto importante. Perché senti il bisogno di dirlo qui e adesso?

R: Perché il prossimo Bilderberg meeting si farà in Svizzera. Perchè la situazione mondiale peggiora sempre di più. Infine perché le maggiori banche Svizzere sono coinvolte in attività non etiche. La maggior parte di queste operazioni sono al di fuori del bilancio. Non sono sottoposte a verifica e non prevedono tasse. Si parla di cifre con molti zeri. Somme enormi.

D: Si parla di miliardi?

A: Molto ma molto di più, si parla di triliardi, illegali, non sottoposti a controllo fiscale. Fondamentalmente si tratta di una rapina per tutti. Voglio dire le persone normali pagano le tasse e rispettando le leggi. Quello che sta accadendo qui è completamente contro i nostri valori svizzeri, come la neutralità, l’onestà e la buona fede. Negli incontri dove fui coinvolto, le discussioni erano completamente contro i nostri principi democratici. Vedete, la maggior parte degli amministratori delle banche svizzere non sono più locali, sono stranieri, soprattutto anglosassoni, sia americani che britannici, non rispettano la nostra neutralità, non rispettano i nostri valori, sono contro la nostra democrazia diretta, basta loro usare le nostre banche come mezzi per fini illegali. Utilizzano enormi quantità di denaro creato dal nulla e distruggono la nostra società e distruggono le persone in tutto il mondo solo per avidità. Cercano il potere e distruggono interi paesi, come Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda. Una persona come Josef Ackermann, che è un cittadino svizzero, è l’uomo di punta di una banca tedesca e usa il suo potere per avidità e non rispetta la gente comune. Ha un bel paio di casi legali in Germania e ora anche negli Stati Uniti. E’ un Bilderberger e non si preoccupa della Svizzera o di qualsiasi altro paese.

D: Stai dicendo che, alcune di queste persone che citi parteciperanno alla imminente riunione del Bilderberg a St. Moritz?

R: Sì.

D: Quindi i partecipanti sono attualmente in una posizione di potere?

R: Sì. Hanno enormi quantità di denaro disponibile e lo utilizzano per distruggere interi paesi. Distruggono la nostra industria e la ricostruiscono in Cina. Dall’altra parte hanno aperto le porte a tutti i prodotti cinesi in Europa. La popolazione attiva europea guadagna sempre meno. Il vero obiettivo è quello di distruggere l’Europa.

D: Pensa che la riunione del Bilderberg a St. Moritz abbia un valore simbolico? Perché nel 2009 erano in Grecia, nel 2010 in Spagna e guardi cosa è successo loro. Può significare che la Svizzera dovrà subire qualcosa di brutto?

R: Sì. La Svizzera, per loro, è uno dei paesi più importanti, perché vi sono immensi capitali. Si riuniscono in Svizzera anche perchè vogliono distruggere ciò che questa terra rappresenta. Capisca che è un ostacolo per loro, non essendo nella UE o nell’euro, non del tutto controllata da Bruxelles e così via. Per quanto riguarda i “valori” non sto parlando delle grandi banche svizzere, perchè non hanno più niente di svizzero, la maggior parte di esse sono guidate da americani. Sto parlando, invece, del vero spirito svizzero a cui la gente comune tiene.
Certo che l’incontro ha e ha avuto un valore simbolico. Il loro scopo è quello di essere una specie di club elitario esclusivo che gestisce tutto il potere, mentre quelli sotto di loro, appassiscono.

D: Pensa che lo scopo del Bilderberg sia quello di creare una sorta di dittatura globale, controllata dalle grandi imprese globali, dove non esisteranno più gli stati sovrani?

R: Sì, la Svizzera è l’unico posto in cui vige ancora la democrazia diretta e lo stato si trova nel mirino di questi gruppi elitari (proprio perchè non è completamente asservito ad essi). Utilizzano il ricatto del “too big to fail”, come nel caso di UBS per far aumentare il debito del nostro paese, proprio come hanno fatto con molti altri paesi. Quello che si deduce è che forse si vuole fare con la Svizzera quello che è stato fatto con l’Islanda, in cui sia banche che paese erano in bancarotta.

D: Anche l’UE è sotto queste influenze negative?

R: Certo. L’Unione europea è sotto la morsa del Bilderberg.

D: Come pensa che si potrebbe fermare questo piano?

R: Beh, questa è la ragione per cui mi rivolgo a voi. La verità. La verità è l’unica strada. Fare luce sulla situazione, esporli ai riflettori. A loro non piace molto essere al centro dell’attenzione. Dobbiamo creare trasparenza nel settore bancario e in tutti i livelli della società.

D: Quello che sta dicendo ora, è che c’è un lato sano del business delle banche svizzere, mentre ci sono delle “mele marce”, cioè alcune grosse banche che fanno cattivo uso del sistema finanziario, per portare a termine le loro attivitù illegali.

R: Sì. Le grandi banche formano il loro personale con i valori anglo-sassoni. Li formano ad essere avidi e spietati. Avidità e spietatezza che stanno distruggendo la Svizzera e tutti gli altri paesi europei e mondiali. Come paese abbiamo, se si guardano le banche piccole e medie, la maggior correttezza finanziaria al mondo. Sono le banche grandi che operano a livello mondiale che sono fonte di problemi. Esse non sono più svizzere e non si considerano tali.

D: Pensi che sia una buona cosa che la gente stia esponendo il Bilderberg e mostrando chi siano veramente i suoi componenti?

R: Il caso Strauss-Kahn dimostra quanto queste persone siano corrotte, mentalmente instabili, sature di vizi, vizi che vengono tenuti nascosti dagli ordini a cui appartengono. Alcuni di loro come Strauss-Kahn stuprano le donne, altri praticano il sado maso, altri ancora si dedicano alla pedofilia, molti si appassionano al satanismo. Quando andate in alcune banche potete vedere chiaramente questi simboli satanisti, come nella Banca dei Rothschild a Zurigo. Queste persone vengono controllate tramite il ricatto data la loro debolezza mentale. Devono seguire ordini o saranno svergognati pubblicamente, distrutti o addirittura uccisi.

D: Da quando Ackermann è nel comitato direttivo del Bilderberg, pensa che abbia preso delle decisioni importanti?

R: Sì. Ma ce ne sono molti altri, come Lagarde, che probabilmente sarà il prossimo capo del FMI, ed è anche un membro del Bilderberg, poi Sarkozy e Obama. Hanno un nuovo piano per censurare Internet, perché Internet è ancora libero. Vogliono controllare e usare il terrorismo per creare il motivo. Potrebbero anche inventarsi qualcosa di orribile per avere la scusa.

D: Quindi è questa la sua paura?

A: Non è solo paura, ne sono certo. Come ho detto, hanno dato l’ordine di uccidere, sono quindi in grado di compiere azioni terribili. Se avessero la sensazione che stanno per perdere il controllo, come nelle rivolte in Grecia e in Spagna, con l’Italia che probabilmente sarà la prossima, allora faranno un altro Gladio. Ero vicino alla rete Gladio. Come sapete istigarono il terrorismo pagandolo con soldi americani per controllare il sistema politico in Italia e in altri paesi europei. Per quanto riguarda l’assassinio di Aldo Moro, il pagamento è stato fatto attraverso lo stesso sistema come ti ho detto su.

D: Ackermann faceva parte di questo sistema di pagamenti?

A: (Sorriso) … E’ lei il giornalista. Guardì come la sua carriera è arrivata rapidamente alla cima.

D: Cosa pensa si possa fare per impedirglielo?

R: Beh ci sono molti buoni libri là fuori che spiegano il contesto e fanno chiarezza sull’argomento, come quello che ho citato di Perkins. Queste persone hanno veramente sicari che vengono pagati per uccidere. Alcuni di loro ricevono i soldi attraverso le banche svizzere. Ma non solo, hanno un sistema capillarizzato in tutto il mondo. Per evitare che esso venga scoperto sono addestrate a fare di tutto. Quando dico di tutto intendo tutto proprio.

D: Attraverso l’informazione si potrebbero sgominare?

R: Sì, bisogna dire la verità. Siamo di fronte a criminali davvero spietati, compresi grandi criminali di guerra. Sono pronti e in grado di uccidere milioni di persone solo per restare al potere e avere il controllo.

D: Può spiegarci dal suo punto di vista, perché i mass media in Occidente se ne stanno più o meno completamente in silenzio per quanto riguarda il gruppo Bilderberg?

R: Perche’ esiste un accordo tra loro e i proprietari dei mezzi di comunicazione. Alle riunioni vengono invitate anche alcune personalità di spicco del mondo dei media, ma viene detto loro di non riferire nulla di ciò che vedono o sentono.

D: Nella struttura del Bilderberg, vi è una cerchia interna che conosce i piani e poi c’è una maggioranza che segue solo gli ordini?

R: Sì. Hai la cerchia interna dedita al satanismo ci sono poi le persone ingenue o meno informate. Alcuni addirittura pensano di fare qualcosa di buono, nella cerchia esterna.

D: Secondo i documenti esposti e le stesse dichiarazioni, il Bilderberg ha deciso nel 1955 di creare l’Unione europea e l’Euro, quindi hanno preso importanti decisioni.

R: Sì e deve sapere che il Bilderberg è stato fondato dal principe Bernardo, ex membro delle SS e del partito nazista lavoro infine anche per la IG Farben, che era una sussidiaria della Cyclone B. L’altro tipo che ha fondato il gruppo era a capo della Occidental Petroleum, che aveva stretti rapporti con i comunisti dell’Unione Sovietica. Lavorarono per entrambe le parti, in realtà, però, queste persone sono fascisti che vogliono controllare tutto e tutti quelli che si frappongono sulla loro strada vengono “rimossi”.

D: Come fanno a mantenere queste operazioni fuori del sistema internazionale Swift?

R: Beh, alcune delle liste Clearstream erano vere in pricipio. Inserirono solo dei nomi falsi per far credere alla gente che l’intero elenco fosse falso. Anche loro fanno degli errori. Il primo elenco era vero e si possono estrapolare un sacco di cose. Vedete, ci sono delle persone in giro che scoprono le irregolarità e poi trasmettono agli altri la verità. Verranno poi ovviamente costituiti disegni di legge che ridurranno al silenzio questo genere di persone. Il miglior modo per fermarli è quello di dire la verità, portando alla luce le loro malefatte. Se non riusciamo a fermarli diventeremo i loro schiavi.

D: Grazie per questa intervista.

Reazioni allergiche? che crema usi?

Fonte: Norwegian Institute of Public Health;
Tradotto da:http://spaziomente.wordpress.com/

Prima di imbellettarci per stasera, converrebbe dare un’occhiata alle ultime notizie. Secondo un rapporto pubblicato dal Norwegian Institute of Public Health riguardo al National Register of Adverse Effects from Cosmetic Products, molti dei prodotti che si utilizzano per essere più belli (secondo parametri, naturalmente, discutibili) hanno effetti così nefasti sul nostro organismo da sospettare che possano addirittura essere la causa di molte comuni allergie.

In due anni, il Register ha ricevuto circa 96 notifiche, di cui la maggior parte relative a prodotti come creme idratanti, detergenti, creme solari e prodotti per la colorazione dei capelli. Questi ultimi, specie quelli per la colorazione permanente, sono i più nocivi: diverse persone hanno comunicato di avere avuto reazioni allergiche proprio in seguito al loro utilizzo: sintomi come eczema, arrossamento, vescicole e prurito del cuoio capelluto, del viso e della gola. Qualcuno ha anche sperimentato un grave gonfiore sulla fronte e intorno agli occhi, in genere uno o due giorni dopo la colorazione dei capelli e  per un lasso di tempo che si aggira da una settimana a diversi mesi. Tutto qui? No.
Idratanti viso e corpo sono stati i prodotti più frequentemente citati dal registro. Gli effetti negativi variano da sintomi lievi che scompaiono entro poche ore o pochi giorni dopo che il consumatore ha smesso di utilizzare il prodotto, a gravi reazioni che possono persistere per diverse settimane con sintomi come eczema, eruzioni cutanee, vesciche e prurito. Idem per tutti i prodotti cosmetici, non solo il make-up e i profumi, ma anche per tutti quelli che vengono applicati alle parti esterne del corpo, come denti e mucose orali, destinati a nascondere l’odore del corpo o a proteggere, preservare o modificare il proprio aspetto.
Alcuni altri dettagli qui, direttamente sul sito del Norwegian Institute of Public Health.

Case più ecologiche con l’autocostruzione

Fonte: http://www.soloecologia.it/

Fino agli anni ’50, costruirsi la casa era una prassi comune, a cui spesso partecipava tutta la famiglia. In campagna i contadini utilizzavano le pietre che trovavano mentre aravano i campi. Poi con il boom economico e la diffusione del benessere, si è cominciato a demandare alle imprese, a cercare la firma e il progetto degli architetti.

Ora per certi versi si sta tornando indietro, anche se l’autocostruzione non ha mai smesso di essere popolare negli Stati Uniti e nell’Europa del nord. E anche se il concetto di bioedilizia e autocostruzione non sono automaticamente collegati, sempre più persone scelgono di costruirsi il “nido” con le proprie mani, rispettando l’ambiente e abbattendo i costi al tempo stesso (le cifre si aggirano sui 1600 euro al metro quadro contro i 3000-4000 euro del mercato edilizio tradizionale).

Gli integralisti dell’autocostruzione fanno tutto da soli, i meno oltranzisti usano anche prodotti preparati, ma la regola numero uno deve essere quella di utilizzare materiali naturali: non più cemento, ma le antiche materie tradizionali, con cui gli antichi realizzavano edifici indistruttibili: la terra cruda, per esempio, che ha grandi proprietà di coesione ed è molto resistente. L’argilla può essere utilizzata per intonacare l’abitazione, e costa pochissimo.

Alcuni consigli che permetteranno di risparmiare ulteriormente:
* Mantenersi su misure e materiali standard, che costano comunque meno.
* Minimizzare i costi dell’impianto idraulico posizionando cucina e bagno il più prossimi possibili. Anche la manutenzione a lungo termine dei tubi e degli scarichi sarà più semplice e meno costosa.
* Sfruttare al massimo la luce naturale per l’illuminazione degli ambienti e anche il loro riscaldamento naturale durante i mesi invernali.
* Massimizzare l’isolamento di tetto, pavimento e muri, un investimento lungimirante e comunque richiesto dalle più recenti normative del settore.


Bordelli per pedofili: un libro aveva anticipato tutto

Fonte: http://www.associazioneprometeo.org/

Premessa: non è una gara a chi arriva prima.
Nemmeno a chi per primo ha gridato “al lupo” quando il lupo c’era veramente. Ma è semmai un grido di dolore. Ed un, poco soddisfacente, l’avevamo detto. Pagandola cara, ma l’avevamo detto:

Tratto dal libro PREDATORI DI BAMBINI – IL LIBRO NERO DELLA PEDOFILIA , 2005.

BORDELLI PER PEDOFILI.
Si chiama “internato” ed è un modello di intervento organizzato.
Come organizzato è il male fin qui denunciato. Esco subito dal rischio di pericolose displasie mentali e, con il mio stile qui volutamente lontano da toni oxfordiani, passo al sodo, con una necessaria premessa. Quanto sto per denunciare capita a casa mia. Poco distante da dove scrivo queste righe. Nelle scuole dove sarebbe potuto andare mio figlio, salvatosi solo per essere nato in un quartiere diverso.
Anche se questa premessa vale tanto per i capitoli precedenti quanto per quelli a seguire, questa volta ho trovato necessario chiarirlo, poiché mai come nelle pagine che vi apprestate a leggere il rischio di cadere nella fantascienza pura, per chi tra voi lettori è fortunatamente “estraneo” a questa realtà, è molto ma molto alto.
Provo allora a fare un po’ di ordine.
Nel 2001, l’Interpol lancia un allarme, mai giunto in Italia. Oppure, nella migliore delle ipotesi, non adeguatamente considerato.
Esistono, dice il rapporto-denuncia dell’Interpol, in alcuni paesi (Inghilterra, Spagna, Germania, Olanda, Belgio, ma anche Nigeria, Benìn e Marocco) delle “scuole di preparazione delle vittime per i pedofili”.
Le organizzazioni pedofile, stanche di trovarsi con bambini che non reggendo gli abusi sessuali e le torture si suicidavano (quando non venivano uccisi dagli stessi clienti!) hanno studiato un metodo per preparare le vittime predestinate, ad affrontare sevizie ed abusi sessuali, non “sprecando” così la propria mercanzia.
Chiaro no?!
Il metodo prevede vari passaggi progressivi:
dopo aver individuato una scuola dove intervenire, dopo aver trovato il “personale giusto”, si procede per tre fasi:
nella prima i bambini vengono picchiati, con violenze sempre più graduali e feroci, ma fatte in modo da non lasciare mai segni visibili sul corpo.
Il tutto serve per far alzare loro la soglia del dolore.
Nella seconda fase vengono sottoposti quotidianamente ad una sorta di lavaggio del cervello, mostrando in continuazione, scene di sesso tra adulti e bambini. Scene viste sia in filmati a loro proiettati per diverse ore, che “dal vivo”.
La terza fase consiste nel far avere loro dei rapporti sessuali, prima con uno e poi con più adulti. A questo punto il bambino è pronto: i clienti arrivano, lo abusano in gruppo, riprendono le proprie prodezze predatrici (mai rinunciare ad un souvenir da condividere con i propri simili!) e se ne vanno, non prima di essersi rivestiti ed aver pagato in contanti il proprio svago, nel bordello costruito per andare incontro alle proprie torbide esigenze: bordello la cui merce è fatta ad immagine e somiglianza dei nostri figli.
Il tutto avviene nei pressi della scuola (appartamenti privati, stabili in disuso, chiese), dove i bambini a gruppi (spesso formati da intere classi) vengono portati con la complicità di docenti e personale vario (meglio se bidelli depravati ed affini deviati).
Vi chiederete come questo sia possibile, ma soprattutto come quei bambini, tolti da scuole materne, non corrano a casa a chiedere aiuto ai genitori.
La domanda se la sono fatta, prima di voi, i loro aguzzini, poiché nulla deve essere lasciato al caso. Troppi i rischi, molti di più i guadagni.
E quindi in una analisi dettagliata dei ricavi e degli investimenti, ecco che la possibilità di essere denunciati deve ridursi e scendere intorno allo zero, anche se, diciamocelo molto apertamente, questo è quello che avranno pensato riuniti in branco, durante il loro personale consiglio d’amministrazione:
“se per sbaglio ci scoprissero, chi mai crederebbe ad una storia così?!”.
Nella scelta metodica e scientifica del Male quindi, è la paura il primo elemento da introdurre, per poter realizzare il proprio piano criminoso.
I bambini innanzitutto devono essere spaventati a morte, affinché il loro silenzio sia garantito, a favore dell’incolumità predatoria.
Anche in questo caso le bestie non fanno molta fatica. E’ facile, terribilmente facile spaventare un bambino. Ma proprio perché è così facile le cose vanno fatte…….bene:
il cagnolino è simpaticissimo, un tenero batuffolo di pelo bianco cotonato. Quasi un agnellino. Vero e proprio peluche vivente, con tanto di bandana rossa al collo. Rincorre saltellando la pallina blu e la riporta scodinzolando. Poi la molla di scatto e si mette a leccare il viso del bimbo, che ha cinque anni ed ha sempre desiderato un cucciolo così. Una volta l’ha anche visto in TV ed ha ottenuto dalla mamma che ci avrebbe fatto un pensiero, “magari lo porta Babbo Natale, basta non fare più i capricci”. Il bimbo pensa già a quale nome dargli ed a come ottenere di poterlo portare via con sé. Per il solletico ride forte e più ride più il suo equivalente a quattro zampe si agita ed aumenta le leccate e così il solletico, in un circolo vizioso che pare non avere mai fine. Per la gioia di entrambi.
L’uomo (?) prende in braccio il cagnolino, mentre il bimbo oramai ha il viso completamente bagnato. Lo accarezza e poi con un gesto secco gli rompe l’osso del collo:
“se parli la stessa cosa capiterà anche a te!”
“E adesso non fare quella faccia, è colpa tua, ho dovuto farlo, se solo non avessi fatto tutti quei capricci….”.
Il bimbo è paralizzato dalla paura.
E’ passato in meno di due secondi da un momento di gioia e svago ad un momento di terrore puro. E’ troppo piccolo per capire cosa stia accadendo, ma già grande per capire che il suo amico non respira più, è morto, gli hanno fatto tanto tanto male.
Non capisce perchè la colpa debba essere sua, ma se loro, “i grandi”, dicono che è così dovrà pur essere vero.
Gli occhi del bimbo si riempiono di lacrime, ma le grida che riceve gliele bloccano.
Un’enorme diga gli offusca la vista, arginando il dolore, mentre un braccio lo strattona e lo butta sul materasso.
Per qualcuno inizia il divertimento ed è meglio che lui non si ribelli, altrimenti sa bene cosa potrebbe capitare. A sé stesso. Alla sua sorellina. Magari addirittura a mamma o papà. Altro che capricci.
Al cliente di oggi le lacrime non piacciono, al contrario del Don che si eccita solamente se il bimbo piange.
Per la cronaca da quel giorno, di qualche mese fa, il bimbo non è più stato in grado di giocare con un cane e quando ne vede uno, anche se solo in tv o per strada, piange, tutte le lacrime che non ha potuto sfogare in quel mostruoso giorno…… di scuola.

Balli sporchi.
La bimba sta ballando.
Ma non lo fa come si deve. Troppo goffa.
“Pensa a come si dimenano le veline” dice il sacerdote (?) mentre posiziona la videocamera. E lei ricomincia a muoversi. Ma ha quattro anni ed i balli che questi adulti vorrebbero vedere proprio non li sa fare.
Il predatore con la veste, omino che se lo incontrasse il commissario Montalbano lo descriverebbe come “viscido e segaligno”, perde la pazienza. Toglie dalla borsa la grossa croce di metallo ma al solo vederla la bimba si fa la pipì addosso dalla paura. Ieri la stessa croce, mentre lei doveva fare le brutte cose ad un uomo con la maschera da diavolo, l’hanno infilata nel sederino della sua migliore amica che ha urlato a squarciagola e poi le hanno fatto le fotografie e teme che oggi possano fare la stessa cosa anche a lei.
“La biondina è troppo agitata” dice una voce che, se questo fosse solo un film dell’orrore, non vedremmo ma sentiremmo arrivare dritta dall’oltretomba, “lascia stare la croce, la usiamo dopo, prima prendi questo…..”.
Pochi istanti dopo la bambina cadrà in un sonno profondo.
Come si nutriranno le bestie possiamo da qui in poi, solo immaginarlo……
*****
La domanda.
Fatti così, è stato accertato essere avvenuti in diverse scuole italiane, prevalentemente al Nord (Veneto, e Lombardia in primis).
Restano però ancora aperti molti quesiti.
Come si individuano i target?
Come si trovano i clienti?
Chi gestisce il traffico?
Dove finisce il materiale pedopornografico prodotto?
Ma soprattutto,
dove stanno “operando” in questo momento?
*****
Il processo del secolo.
A metà del 2005 si è aperto in Francia il più grande processo per pedofili mai realizzato prima d’ora, tra i cugini d’oltralpe.
Impressionanti i fatti, tutti racchiusi in quelle 25.000 pagine di istruttoria ed in quei tre interminabili giorni che sono stati necessari per leggere tutti i motivi del rinvio a giudizio di imputati che rischiano pesante, visto che per tre di loro si profila addirittura l’ergastolo.
Impressionanti dicevo, come le cifre che vado a snocciolare:
– 66 sono gli accusati, 39 uomini e ben 27 donne, di un’età che spazia dai 24 ai 73 anni.
– 45 i bambini stuprati, di una età che va dai 6 mesi ai 12 anni; bambini come Marié, di anni 4, fatta prostituire dai genitori (?) per ben 45 volte!
– 20 gli psicologi che sostengono la giuria popolare per riuscire ad ascoltare i racconti e le testimonianze dirette e dettagliate delle sevizie, racconti e testimonianze che in aula di Tribunale hanno provocato lo svenimento di più di una persona, tra quelle presenti.
Questa, in sintesi, la trama di un racconto che ancora una volta non esce dalla mente folle e visionaria di qualche scrittore di romanzi horror, ma dalle lacrime e dal dolore di troppi bambini:
nella tranquilla cittadina di Angers, centro cattolicissimo che esporta preti e suore in tutto il paese tenendo alto il tasso di vocazioni, in uno stesso quartiere si sono ritrovati, uniti ancora una volta dal minimo comune denominatore della follia, un gruppo elevatissimo di pedofili, alcuni dei quali già seguiti in passato dai servizi sociali. E quindi recidivi. Come tutti i pedofili del mondo.
Pedofili travestiti da genitori che vendevano l’unica merce in loro possesso: i propri figli.
Figli barattati per una stecca di sigarette, la gomma (di seconda mano) di un automobile, la ricarica di un cellulare.
“Dei miei figli non me ne frega niente” dice chiaramente la voce di una donna che proprio non riesco a chiamare madre, nel nastro con l’intercettazione telefonica effettuata dalla gendarmeria.
Oggi tutti i bimbi sono stati messi in un istituto e ci si interroga, per l’ennesima volta su quale futuro potranno avere, dopo che i loro genitori li hanno venduti ma anche abusati personalmente, in orge pedofile, consumate nella maggior parte dei casi nel piacevole quartiere popolare di St. Leonard, noto per ospitare uno dei migliori licei cattolici del paese. Interessante, la risposta data da un avvocato, all’unica domanda che si possa fare in casi come questi:
“come è stato possibile tutto ciò?”.
“Tutto ha funzionato come un esplosivo al plastico” – ha risposto il legale – “la massa di queste persone sarebbe rimasta inerte senza un detonatore, cioè tre o quattro individui perversi che hanno fatto esplodere tutto!”[1].
Tra i punti interrogativi a cui, temo, non si giungerà mai a dare una risposta, anche in questo caso c’è n’è uno, fondamentale:
chi erano i clienti, esterni a tale gruppo di abusanti?
Ma soprattutto:
dove si stanno “servendo” in questo momento?
*****
«Conosco i mostri.
So come vanno a caccia.
Posso individuarne l’odore
sotto il migliore travestimento,
sotto il profumo più forte».
Andrew Vachss

Affiora la prova forense che il superbatterio e.coli in Europa è stato ingegnerizzato per provocare decessi

Scritto da : Mike Adams, the Health Ranger  Fonte:NaturalNews.com
Tradotto da
Dakota Jones per http://ilupidieinstein.blogspot.com/


Anche se la gara per dare la colpa ai vegetali è attualmente in corso in tutta l’UE, dove un ceppo di E. Coli super resistente sta facendo ammalare pazienti e riempendo gli ospedali in Germania, praticamente nessuno sta parlando di come l’E.coli è magicamente diventato resistente a otto diverse classi di farmaci antibiotici e poi, improvvisamente, è apparso nella catena alimentare.

Questa particolare variante dell’E.coli è un membro del ceppo O104, e i ceppi O104 non sono quasi mai (normalmente) resistenti agli antibiotici. Per acquisire tale resistenza, devono essere ripetutamente esposti agli antibiotici al fine di fornire la “pressione di mutazione” che li spinga verso l’immunità completa al farmaco.

Quindi, se siete curiosi di conoscere le origini di tale ceppo, potete in sostanza  analizzare in dettaglio il codice genetico dell’E.coli e  determinare con sufficiente precisione a quali antibiotici è stato esposto durante il suo sviluppo. Questo passo è stato fatto (vedi sotto), e quando si guarda la decodificazione genetica di questo ceppo O104 che ora minaccia i consumatori di prodotti alimentari in tutta l’UE, emerge un quadro affascinante di come è stato generato.

Il codice genetico rivela la storia

Quando gli scienziati del Robert Koch Institute in Germania hanno decodificato la struttura genetica del ceppo O104, hanno trovato che è resistente a tutte le classi e le combinazioni di antibiotici:

• penicilline
• tetraciclina
• acido nalidixico
• trimetoprim-sulfamethoxazol
• cefalosporine
• amoxicillina / acido clavulanico
• piperacillina-sulbactam
• piperacillina-tazobactam

Inoltre, questo ceppo O104 posseiede una capacità di produrre particolari enzimi che gli conferiscono quella che potrebbe essere chiamata “superpotenza batterica” nota tecnicamente come ESBL:

“I Beta-Lattamasi a Spettro Esteso  (ESBL) sono enzimi che possono essere prodotti dai batteri e li rendono resistenti alle cefalosporine, ad esempio, cefuroxima, cefotaxime e ceftazidime – che sono gli antibiotici più utilizzati in molti ospedali”, spiega la Health Protection Agency del Regno Unito ( http://www.hpa.org.uk/Topics/Infect…).

Per di più, questo ceppo O104 possiede due geni – TEM-1 e CTX-M-15 – che “hanno fatto rabbrividire i medici dal 1990”, scrive The Guardian (http://www.guardian.co.uk/commentis…). E perché fanno rabbrividire i medici? Perché sono così mortali che molte persone infette da tali batteri sperimentano l’insufficienza critica di un organo e semplicemente muoiono.

Creare biologicamente un superbatterio mortale

Come, esattamente, nasce un ceppo batterico  che è resistente a più di un dozzina di antibiotici in otto classi di farmaci differenti ed è caratterizzato da  due mutazioni genetiche mortali, nonché dalla capacità di produrre enzimi ESBL?

In effetti c’è un solo modo in cui questo accade (e uno solo) – si deve esporre questo ceppo di E. coli a tutte le otto classi di farmaci antibiotici. Di solito questo non avviene contemporaneamente, naturalmente: prima si espone alla penicillina e si trovano le colonie superstiti che sono resistenti alla penicillina. Poi si prendono le colonie sopravvissute e si espongono alla tetraciclina. Le colonie superstiti sono diventate resistenti sia alla penicillina che alla tetraciclina. Poi si espongono a un sulfamidico e si raccolgono le colonie sopravvissute, e così via. Si tratta di un processo di selezione genetica effettuata in un laboratorio con un risultato desiderato. Si tratta essenzialmente di come alcune armi biologiche sono costruite dall’esercito degli Stati Uniti nella sua struttura di laboratorio a Ft. Detrick, nel Maryland (http://en.wikipedia.org/wiki/Nation…).

Anche se il processo reale è più complicato di questo, il risultato è che la creazione di un ceppo di E. coli  resistente a otto classi di antibiotici richiede ripetute, prolungate esporsizioni a tali antibiotici. E’ praticamente impossibile immaginare come questo possa accadere del tutto spontaneamente nel mondo naturale. Ad esempio, se questo batterio è nato nel cibo (come ci è stato detto), allora da dove ha  acquisito tutta questa resistenza agli antibiotici in considerazione del fatto che gli antibiotici non sono utilizzati nelle verdure?

Quando si considera la prova genetica che ora è di fronte a noi, è difficile immaginare come questo possa accadere “in natura”. Mentre la resistenza a un antibiotico singolo è comune, la creazione di un ceppo di E. coli che è resistente a otto diverse classi di antibiotici – in combinazione – sfida semplicemente le leggi della permutazione genetica e combinazione in natura. In poche parole, questo ceppo di superbatteri e.coli non avrebbe potuto essere creato in natura. E questo lascia solo una spiegazione per cui in realtà proveniva da: il laboratorio.

Progettato e poi rimesso in libertà

Le prove ora puntano verso il fatto che questo ceppo mortale di E.coli è stato progettato e poi  rilasciato nella catena alimentare o in qualche modo è usciito da un laboratorio finendo nelle scorte alimentari inavvertitamente. Se non siete d’accordo con tale conclusione – e siete sicuramente benvenuti – allora siete costretti a concludere che questo superbatterio octobiotico (immune a otto classi di antibiotici) si è sviluppato in modo casuale per suo conto … e questa conclusione è molto più spaventosa della spiegazione della “bioingegneria”, perché significa che superbatteri octobiotici possono semplicemente apparire ovunque e in qualsiasi momento senza motivo. Questa sarebbe una teoria davvero molto esotica.

La mia conclusione ha effettivamente più senso: questo ceppo di E. coli è stato quasi certamente costruito e poi immesso in forniture alimentari per un fine specifico. Quale potrebbe essere tale fine? E ‘ovvio, spero.

E in funzione il solito metodo problema,  reazione,  soluzione. Prima si causa  un problema (un ceppo mortale di Escherichia coli nel rifornimento alimentare). Poi si aspetta  la reazione del pubblico (enorme clamore in quanto la popolazione è terrorizzata dall’E. Coli). In risposta a questo, si mette in atto la soluzione desiderata (il controllo totale della fornitura globale di cibo e la messa fuori legge di germogli crudi, latte crudo e verdure crude).

E’ tutto quì, ovviamente. La FDA ha invocato lo stesso fenomeno negli Stati Uniti quando ha fatto pressione per la sua recente “Legge di Modernizzazione per la sicurezza alimentare” che in sostanza, mette fuori legge le piccole aziende organiche familiari  a meno che non lecchino le scarpe alle autorità di regolamentazione della FDA. La FDA è stata in grado di schiacciare la libertà agricola in America aggiungendo il timore diffuso che ha seguito la diffusione di focolai di E.coli nella catena alimentare statunitense. Quando le persone hanno paura, ricordate, non è difficile far loro accettare qualsiasi livello di regolamentazione tirannica. E rendere la gente spaventata dal loro cibo è una cosa semplice … pochi comunicati stampa del governo inviati via e-mail ai media mainstream affiliati,  è tutto quello che serve.

Prima il divieto della medicina naturale, quindi l’attacco alle scorte alimentari

Ora, ricordate: tutto questo sta accadendo sulla scia del divieto europeo per piante medicinali e integratori alimentari – un divieto che palesemente mette fuorilegge terapie nutrizionali che aiutano a mantenere le persone sane e libere da malattie. Ora che tutte queste erbe e supplementi sono fuorilegge, il passo successivo è quello di rendere la gente anche spaventata dagli alimenti freschi. Questo perché gli ortaggi freschi sono medicinali, e fintanto che il pubblico ha il diritto di acquistare ortaggi e legumi freschi, puo sempre prevenire le malattie.

Ma se si rende la gente SPAVENTATA dalle verdure fresche – o se si mettono  fuorilegge del tutto – allora è possibile forzare l’intera popolazione ad una dieta di cibi morti e prodotti alimentari trasformati che favoriscono le malattie degenerative e sostengono i profitti delle potenti aziende farmaceutiche.

Fa tutto parte dello stesso programma, evidentemente: Rendere le persone malate, negare loro l’accesso ad erbe medicinali e integratori, poi approfittare delle loro sofferenze per mano dei cartelli dei farmaci a livello mondiale.

Gli OGM svolgono un ruolo simile in tutto questo, naturalmente: Sono progettati per contaminare le scorte alimentari con un codice genetico che causa infertilità diffusa tra gli esseri umani. E coloro che sono in qualche modo in grado di riprodursi dopo l’esposizione agli OGM soffrono anche di malattie degenerative che arricchiscono le case farmaceutiche attraverso le “cure”.

Ricordate quale paese è stato preso di mira in questo recente allarme e.coli? La Spagna. Perché la Spagna? Ricordiamo che le rivelazioni trapelate da Wikileaks hanno messo in luce che la Spagna ha resistito all’introduzione degli OGM nel suo sistema agricolo, anche se il governo degli Stati Uniti, di nascosto, ha minacciato ritorsioni politiche per la sua resistenza. Questa falsa accusa alla Spagna per i morti da E.coli è probabilmente una  rappresaglia per la mancata  volontà della Spagna di saltare sul carro OGM.
( http://www.naturalnews.com/030828_G…)

Questa è la vera storia dietro la devastazione economica dei coltivatori di vegetali spagnoli. E ‘una delle sottotrame perseguite attraverso questo intrigo del superbug e.coli.

Il cibo come arma di guerra – creato da Big Pharma?

A questo proposito, la spiegazione più probabile per cui questo ceppo di E. coli è stato ingegnerizzato è che i giganti farmaceutici hanno potuto farlo nei propri laboratori. Chi altro ha accesso a tutti gli antibiotici e alle attrezzature necessarie per gestire le mutazioni mirate di probabili migliaia di colonie di e.coli? Le aziende farmaceutiche sono in una posizione unica per attuare questa trama e trarne profitto. In altre parole, essi hanno i mezzi e il movente per impegnarsi proprio in tali azioni.

Oltre alle case farmaceutiche, forse solo le autorità di regolamentazione delle malattie infettive hanno questo tipo di capacità di laboratorio. Il CDC, per esempio, probabilmente avrebbe potuto attuare questo, se avesse voluto davvero.

La prova che qualcuno ha manipolato biologicamente questo ceppo di Escherichia coli è scritta proprio nel DNA dei batteri. Queste sono prove giudiziarie, e quello che rivelano non può essere negato. Questo ceppo ha subìto ripetute e prolungate esposizioni a otto diverse classi di antibiotici, e quindi in qualche modo è riuscito ad apparire nella catena alimentare. Come si arriva a questo se non attraverso un programma ben pianificato condotto da scienziati canaglia? Non esiste una cosa come la “mutazione spontanea” in un ceppo che è resistente alle principali otto classi di farmaci antibiotici di marca, venduti oggi da Big Pharma. Tali mutazioni devono essere deliberate.

Ancora una volta, se non siete d’accordo con questa valutazione, allora state dicendo che NO, non è stato fatto volutamente … è accaduto accidentalmente! E di nuovo, dico che è ancora più spaventoso! Perché significa che la contaminazione da antibiotici del nostro mondo è adesso a un tale livello estremo di annientamento che un ceppo di E. coli in natura puo essere saturato con otto diverse classi di antibiotici, fino al punto da trasformarsi naturalmente nel suo stesso  superbatterio mortale. Se è questo  che la gente crede, allora è  una teoria quasi più spaventosa della spiegazione bioingegneristica!

Una nuova era è cominciata: armi biologiche nel vostro cibo

Ma in entrambi i casi – non importa cosa credete – la semplice verità è che il mondo affronta oggi una nuova era a livello mondiale di ceppi di superbatteri di batteri che non possono essere trattati con farmaci conosciuti. Tutti possono, ovviamente, essere facilmente uccisi con l’argento colloidale, che è esattamente il motivo per cui la FDA e le autorità di regolamentazione mondiale della sanità hanno violentemente attaccato le aziende di argento colloidale in tutti questi anni: essi non possono permettere che il pubblico metta  le mani su antibiotici naturali che funzionano veramente, evidentemente. Verrebbe vanificato l’obiettivo di rendere tutti malati, in primo luogo.

In effetti, questi ceppi di superbatteri E.coli possono essere abbastanza facilmente trattati con una combinazione di antibiotici naturali a spettro completo ricavati da piante come l’aglio, lo zenzero, la cipolla e le erbe medicinali. Primi tra tutti, i probiotici possono aiutare l’equilibrio della flora del tubo digerente ed “eliminare” il mortale e.coli. Un sistema immunitario sano e un tratto digerente ben funzionante possono combattere un’infezione da superbatterio  E.coli, ma questo è ancora un altro fatto che la comunità medica non vuole farvi sapere. Essi preferiscono di gran lunga che voi rimaniate una vittima inerme che giace in ospedale, in attesa di morire, senza opzioni a vostra disposizione. Questa è la “medicina moderna” per voi. E’ causa dei problemi che essi pretendono di trattare, e che poi non saranno nemmeno trattati con tutto ciò che essenzialmente funziona.

Quasi tutti i decessi attribuibili a questo focolaio di Escherichia coli sono facilmente e prontamente evitabili. Queste sono  morti per ignoranza. Ma ancor più, esse possono anche essere morti causate da una nuova era di armi biologiche su base alimentare, scatenata o da un gruppo di scienziati pazzi o dall’agenda portata avanti da un’istituzione che ha dichiarato guerra contro la popolazione umana.

 

Il codice Cesare

Fonte: http://www.tankerenemy.com/

Johannes Mario Simmel è autore di un romanzo intitolato “Il codice Cesare” (“Und Jimmy ging zum Regenbogen”), 1970.

“Nella Vienna del 1969, Valerie Steinfeld avvelena uno scienziato argentino, Raphaelo Ananda. Il figlio di Ananda, Manuel giunge nella capitale austriaca per tentare di scoprire le circostanze misteriose che circondano la morte del padre. Suo primo passo è la visita alla tomba dell’assassino e proprio qui un agente lo sta aspettando, pronto ad ucciderlo, ma l’agguato è provvidenzialmente sventato. Manuel comincia allora le sue indagini e viene a sapere che il genitore ha escogitato una formula chimica da cui si può ricavare un’arma letale per tutta l’umanità e che ha ceduto la sua invenzione a varie potenze europee. Il giovane si ritrova così invischiato nella rete dei servizi segreti internazionali che giocano senza scrupoli con la vita…”.

Nella rocambolesca trama si intrecciano storie di ispettori corrotti, di agenti spietati, di sicari, di prostitute, di pervertiti, di un fanatico collezionista d’arte, di un’affascinante donna paralitica, regista di ogni specie di orge.

L’opera di Simmel si colloca in un punto di intersezione tra verità e fantasia. Nella breve prefazione del libro l’autore precisa: “Il presente romanzo si basa su fatti realmente accaduti in una grande città della Germania occidentale tra il 1934 ed il 1965. Per salvaguardare le persone innocenti coinvolte nella storia, l’azione viene trasferita in un altro periodo (1938-1969) ed in una diversa città, Vienna, estranea a tali avvenimenti. Le leggi, i paragrafi, i decreti, i memorandum, i rapporti e così pure parte delle trasmissioni della B.B.C. sono stati trascritti integralmente. Tutti gli eventi reali, le persone ed i nomi sono stati cambiati in modo che nessuno vi si potesse riconoscere”.

Attraverso un’invenzione narrativa quanto mai realistica, lo scrittore veicola contenuti molto scabrosi ed attuali: “Il codice Cesare” si aggiunge così alla moltitudine di romanzi e pellicole che “profetizzano” il futuro, ossia i tetri tempi che stiamo vivendo. E’ evidente che Simmel unì nell’ormai lontano 1970 un notevole fiuto alla consultazione di fonti giuste sì da aprire una breccia nel muro della segretezza. E’ un muro dietro cui si estende una sorta di sulfureo mondo parallelo, in cui agiscono servizi segreti internazionali, vertici di eserciti, scienziati psicopatici, governi occulti, in una ridda di orribili esperimenti partoriti nel Terzo Reich e poi diffusi, attraverso l'”Operazione Odessa” e l'”Operazione Paperclip”, un po’ in tutto il pianeta.

Nel capitolo “L’interrogativo”, lo scrittore dissemina una serie spaventosa di rivelazioni sulle armi chimiche e batteriologiche: “Peste nera, vaiolo, carbonchio, febbri cerebrali, dissenteria, cancro, febbre gialla, linfagite epizootica, tetano, tifo, psittacosi, botulismo, epatite, malattia di Bang, febbre del Queensland… Circa 160 malattie gravi vengono preparate per l’umanità nei laboratori dell’Est e dell’Ovest. Per esempio, 30 grammi dell’agente patogeno della febbre del Queensland si diceva potessero infettare 28 milioni di persone. Due ditali pieni di BotulinusToxin sarebbero stati in grado di uccidere la popolazione di mezza Europa; meno di mezzo chilo sarebbe sufficiente ad annientare la popolazione di tutta la terra. E per di più in tutto il mondo si compivano ricerche su batteri, tossine, armi B (biologiche) e si producevano. Ed inoltre in tutto il mondo si lavorava alle armi C (chimiche). All’Est ed all’Ovest vengono fabbricati gas tossici che sono infinitamente più potenti di quelli usati nella prima guerra mondiale… Vengono prodotti agenti neurotossici e vengono anche testati. Sono prodotte sostanze che distruggono i raccolti, sono creati certi ormoni e certe specie di funghi che bruciano la vegetazione di una vasta zona e rendono il terreno sterile.

Nel 1961 gli Stati Uniti d’America quintuplicarono il bilancio per lo sviluppo di tali armi […]. Il Pentagono pagava 400 milioni di dollari per defolianti che dovevano diradare la giungla del Vietnam. Gli Statunitensi avevano costruito per 75 milioni di dollari un centro di ricerche, Fort Derrick, vicino a Washington. I Britannici compivano esperimenti soprattutto a Porton Dow. La Russia ed i paesi d’oltrecortina sapevano mantenere meglio il segreto sui loro laboratori. Il microbiologo Ehrenfried Petras, fuggito dalla Germania Occidentale, aveva raccontato nel 1968 alla televisione della Germania Est che anche la Repubblica federale tedesca, per incarico degli Statunitensi, partecipava all’incremento delle sostanze B e C e che essi avrebbero affidato in futuro tali incarichi a molte nazioni. All’Est succedeva la stessa cosa. Il servizio segreto statunitense informava che circa un sesto dell’armamento in dotazione ai paesi d’oltrecortina era composto da materiale chimico”.

Come spargere elementi chimici nocivi e gli agenti patogeni? Sempre all’interno dello stesso capitolo, troviamo la risposta: “L’AP Sette (il veleno ideato da Ananda, n.d.r.) è l’aerosol ideale: può essere spruzzato sotto forma di pioggia nella grandezza di un granello di polvere in dosi di un micron, da aerei, razzi, sonde. Le gocce così piccole penetrano in un secondo negli alveoli dei polmoni”.

Questo è veramente il modo in cui sono investiti i denari dei contribuenti: per creare armi e dispositivi micidiali atti a decimare l’umanità ed a distruggere il pianeta, in un’ebbrezza di morte. Tutte le energie sono profuse sempre per nuocere, mai per giovare. Gli esecutivi, avvezzi all’usura, al veneficio ed all’omicidio, sono i peggiori nemici dei cittadini.

Qualcuno è ancora tanto ingenuo da credere che le istituzioni si interessino del bene comune?

Costa d’Avorio, la pace difficile

Scritto da: Alberto Tundo
Fonte: http://it.peacereporter.net

Voci di una ripresa imminente delle ostilità, violenze che continuano e un rapporto di Amnesty che non salva nessuno, nemmeno il nuovo presidente Ouattara

Si può scrivere un capitolo nuovo se si hanno le mani sporche del sangue sparso in quello precedente? E’ questa la domanda che resta alla fine della lettura del dossier intitolato “They looked at his identity card and shot him dead”. Six months of post electoral violence in Cote d’Ivoire. Lo firma Amnesty International, che in 80 pagine ricostruisce in maniera esaustiva, ma soprattutto con obiettività, sei mesi di violenze etniche, politiche e religiose, perpetrate da quelle strane nebulose di gruppi armati che mischiavano forze regolari, paramilitari, ammutinati, mercenari e ribelli, che si sono affrontate per conto e in nome di due presidenti: quello uscente, Laurent Gbagbo, e Alassane Ouattara, vincitore delle ultime elezioni presidenziali. Sui crimini commessi nel sud del Paese dai reparti fedeli a Gbagbo, ai danni dei sostenitori di Ouattara o presunti tali, si è scritto molto. Ora Amnesty illumina anche l’altra metà del campo di battaglia con un report che costituisce anche un atto d’accusa verso il presidente e il suo premier, Guillaume Soro. A pagina 37, il passaggio politicamente più forte: con la creazione delle Forces Republicaines de Cote d’Ivoire, “il presidente Ouattara si è assunto la responsabilità di tutti gli atti commessi o tollerati da queste forze armate”.

Il grosso degli avvenimenti coincide con l’attacco lanciato dall’Frci il 28 marzo, un’offensiva che in pochi giorni le avrebbe portate ad Abidjan, dopo aver preso possesso dell’ovest e del sudovest del Paese, messi a ferro e fuoco. Il 29, le Forze repubblicane entrano a Duekué e passano per le armi molti civili di etnia Bètè e Guère, sospettati di aver votato in massa per il rivale di Ouattara. Il report racconta di persone fatte sdraiare a terra e interrogate sul gruppo etnico di appartenenza e poi sgozzate; di preti uccisi nelle loro chiese. Nei pressi del ponte sul Guèmon, i soldati raccolgono un gruppo di civili. Li dividono per sesso, costringendoli a cantare inni a Ouattara. Lì, gli ispettori di Amnesty troveranno 56 cadaveri. L’assalto al Quartier Carrefour ha lasciato sul terreno 817 persone, scrive Amnesty citando un testimone che ha assistito alla conta dei cadaveri. Le forze dell’Frci avanzano accompagnate da milizie malinkè e  da dozos, cacciatori tradizionali. Seminano morte in tutta la zona: nei villaggi Dahoua, Bahè Bè, Pinhou, Dièhiba. Chi è in grado di fuggire, scappa non appena si sparge la notizia del loro arrivo. Chi non può, ha il destino già scritto. A Dèlobly, una sopravvissuta racconta del padre, troppo anziano per correre: sgozzato da soldati dell’Frci. Stessa sorte toccata Dogo Hervé, un bambino di sette anni trucidato insieme allo zio, nella città di Guiglo. In alcuni casi, i militari utilizzano cani per rintracciare coloro che erano riusciti a nascondersi nella foresta, inseguirli e ucciderli.

Nel sud, intanto, le squadre di Gbagbo da dicembre attaccano il quartiere di Abobo, un satellite a nord di Abidjan abituato in larga parte da ivoriani di fede islamica, provenienti dal nord (Dioula) o originari dei Paesi della sub-regione che comprende Burkina Faso, Guinea, Mali e Senegal. Uccidono imam, attaccano moschee, sparano più volte su raduni di elettori di Ouattara, entrano nelle case, stuprano donne, uccidono ragazzini, sequestrano persone e beni. Riconoscono i loro obiettivi da cognomi poco ivoriani, o da vesti tipiche come i boubou o amuleti propiziatori. Non sgozzano, ma bruciano vive le loro vittime. Al nord gli stessi massacri si ripetono a parti invertite, con i Guère e i Bété come vittime designate. Da dicembre fino ai primi di marzo, sono le Forces Armèes des Forces Nouvelles (Fafn), la guerriglia, a muoversi per prime, affiancate da dozos e da milizie di villaggio. Il loro terminale politico è il premier e ministro della difesa del governo formato da Ouattara, Guillaume Soro. La situazione cambia l’8 marzo, quando il presidente annuncia la nascita delle Frci, che assorbono le Fafn e vengono poste sotto il suo comando. La catena di comando si fa meno opaca ma la violenza, come visto, non cessa. Ouattara ha promesso indagini sui massacri ma dovrà guardare attentamente anche nel suo giardino.

Le violenze degli ultimi sei mesi hanno riaperto vecchie ferite e acutizzato tensioni etniche. Sono centinaia di migliaia gli sfollati interni e i profughi fuggiti oltre confine che testimoniano la forte insicurezza che ancora si respira. Le vendette continuano. Circa 300 i cadaveri ritrovati nel sud ovest del Paese e a Yapugon ai primi di maggio. Tra le decine di corpi trovati in queto distretto, c’era quello di Sylvain Gagnetaud, condirettore di Radio Yapougon, un giornalista molto vicino all’ex presidente. Pochi dubbi sul fatto che sia stato ucciso proprio per questo, dagli stessi macellai che hanno riempito quella fossa comune. Il suo capo, Paule-Benedicte Tagro Guyemane, si nasconde per sfuggire alla morte, come Ferdinand Bailly di Infocotedivoire.net e Florinda basile Bahi di Sport Mag, costretti alla fuga dopo che anonimi delatori li hanno segnalati come “giornalisti di Gbagbo”. Il clima è questo. Circolano poi voci di una controffensiva di quel che resta delle forze armate fedeli a Gbagbo: si sarebbero raccolte al confine col Ghana, e si preparerebbero ad attaccare. E poi ci sono alcuni inquietanti misteri, come l’omicidio di Ibrahim Coulibally, capo dei cosiddetti Commando Invisibili (anche loro responsabili di diversi crimini, ndr), acerrimo nemico di Soro che però con i suoi uomini ha contribuito alla conquista del nord di Abidjan. In un primo tempo ha rifiutato di sottomettersi al nuovo presidente e consegnare le armi, poi ha chiesto un incontro con Ouattara per reclamare un pezzo della torta. E’ stato ucciso durante un attacco a sorpresa dell’Frci in circostanze non ancora chiarite, probabilmente mentre era in vigore un cessate il fuoco tra i due gruppi. Più che un esercito, sostengono i critici, sembra un coacervo di clan, in cui uno dei leader massimi è Issiaka Ouattara, detto Wattao, ritenuto con il cugino Morou Ouattara un signore del traffico di oro, cotone e auto. Un rapporto dell’Onu valuta i suoi traffici intorno al milione e mezzo di euro l’anno. Con loro opera anche Hervé Pélikan Touré che era alla guida del “Battaglione mistico” delle Forces Nouvelles. Per assicurare una reale pace al Paese, Ouattara dovrà faticare molto.