Fonte: http://www.eni.com/
A partire dai primi ritrovamenti di Caviaga nel 1946 e fino al 1952, Enrico Mattei punta dritto al petrolio, per scoprire molto presto che il tesoro più abbondante della “cassaforte a cielo aperto”, la pianura Padana, è in realtà quel gas metano che in pochissimi anni darà energia alla grande industria del nord Italia. Mattei ha però bisogno di far credere, all’opinione pubblica e alla classe politica, che il petrolio c’è e in abbondanza e che il paese può contare su una propria benzina, finalmente prodotta e raffinata “in casa”. Inizia allora a imprimere una forte accelerazione alla modernizzazione del ramo commerciale di Eni attraverso un’immagine pubblicitaria al passo dei tempi, in grado di coniugare ottimismo, velocità e progresso. La creazione del marchio del cane a sei zampe, legata alla promozione delle benzine prodotte nell’impianto di Cortemaggiore, doveva essere l’esempio di quella realtà italiana “che ce l’aveva fatta”.
L’idea dalla quale partiva Mattei era piuttosto semplice: utilizzare i successi in campo minerario per dare nuova luce all’attività commerciale, mostrando ai consumatori il legame virtuoso tra questi due aspetti. Da qui l’idea dello slogan “la potente benzina italiana” e del naming ad effetto “Supercortemaggiore”, che richiamava, con un efficace neologismo, il rapporto tra innovazione (Super) e affidabilità, impegno, esperienza consolidata (Cortemaggiore). Non sfugge a Mattei che la motorizzazione dell’Italia e’ appena agli inizi e che gli anni della ripresa economica sono un terreno ideale per seminare. Agli inizi del 1952 – quando ormai la nascita di Eni e’ certa – Mattei decide di fare un importante investimento economico per l’epoca: un concorso con un montepremi di dieci milioni di lire per i marchi dei due prodotti di punta (Supercortemaggiore e Agipgas), i relativi cartelloni pubblicitari e la colorazione della colonnina di distribuzione del carburante.
Mattei stabilisce in prima persona – come e’ solito fare – le modalità di svolgimento del concorso, i tempi, i premi, persino la giuria. Nel maggio 1952 il bando viene pubblicato sulla rivista Domus, allora diretta da Gio Ponti, considerata la rivista di architettura e arredamento più importante in Italia. La giuria vanta un parterre di grande qualità: oltre a Gio Ponti compaiono Mario Sironi, Mino Maccari, Antonio Baldini. Tra il maggio e il luglio del 1952 arrivano alla segreteria del concorso oltre 4.000 elaborati e l’8 settembre dello stesso anno, una votazione “a grande maggioranza” ne dichiara i vincitori. Per il cartellone Supercortemaggiore – che di lì a poco invaderà le strade italiane – viene prescelto il cane a sei zampe, realizzato dallo scultore Luigi Broggini ma presentato dal milanese Giuseppe Guzzi.
Molto si e’ detto sulla storia del cane a sei zampe. Nelle numerose biografie dedicate negli anni al presidente di Eni si e’ spesso creato un alone di leggenda attorno al marchio. In realtà i verbali del concorso e la ricostruzione della sua storia sfatano una volta per tutte il racconto che il “cane di Broggini” non avesse vinto alcun premio e che Enrico Mattei l’avesse personalmente ripescato tra gli esclusi. Sfatano anche, una volta per tutte, che il cane avesse originariamente 4 zampe e che Enrico Mattei ne avesse fatte aggiungere altre due, con un sorprendente tocco di fantasia e originalità. Non e’ neanche vero, tuttavia, che Enrico Mattei fosse completamente ignaro rispetto a quanto si andava decidendo sul marchio. Se e’ vero infatti – e molte persone dell’entourage di allora lo confermano – che al presidente di Eni il cane, la sua forma strana e aggressiva, le sei zampe, la colorazione forte, la fiamma rossa piacevano eccome, è altrettanto vero che ebbe una parte per niente marginale nel decidere di utilizzare questa grafica non solo per i cartelloni pubblicitari ma anche per il marchio.
Già alla fine del 1952, il cane a sei zampe rappresenta “la potente benzina italiana” sulle pagine dei principali quotidiani e su molte riviste di vario contenuto, a tiratura nazionale. Ecco che il cane, per il quale a breve Ettore Scola (allora all’ufficio pubblicità dell’Agipgas) conierà il fortunato slogan “il cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote”, andrà rapidamente ad identificare non solo i prodotti ma, più in generale, il modo di essere di Eni. L’Italia ripartirà proprio da qui. Da questa fiamma in grado di riaccendere entusiasmo, ottimismo, voglia di fare.