VITE SPERICOLATE…

Scritto da:  Anna Nicoletti
Fonte:  La patatina fritta

F., cosi lo chiameremo, aveva telefonato ai suoi alle cinque di una domenica mattina di inizio primavera. Un paio di anni fa, mentre ritornava da una serata con gli amici, la sua macchina aveva cominciato a muoversi in maniera autonoma , non era possibile mantenerne il controllo, sembrava fosse dominata da un’entità astratta. La macchina aveva deciso di fermarsi dentro un fosso, di sfondare il proprio cofano facendolo rientrare quasi della metà, ma aveva voluto che ad F. non capitasse nulla : quella macchina era una macchina intelligente perché aveva sacrificato se stessa per salvare lui, un ragazzo di 26 anni che quella sera aveva altro per la testa e parecchi bicchieri di vino in corpo.

Per mesi il ricordo di quell’accaduto era stato vivo, tangibile, concreto, poiché la macchina intelligente era stata posta sotto sequestro e lasciata in un angolo del cortile della casa di F. per non dover pagare l’affitto dell’autorimessa della Polizia.

La gente del paese che passava nelle vicinanze la poteva osservare, tutta la famiglia la poteva vedere, anche F. poteva , se voleva, ritornare con la mente a quella sera in cui il destino aveva scelto per lui in maniera diversa.

Ma anche se le immagini passano sotto gli occhi, accade poi che non si fissino nella mente. Anche se le immagini ti vogliono mandare dei messaggi, accade poi  che questi messaggi non vengano colti.

Per un  anno intero  F. aveva dovuto chiedere a suo padre un passaggio per recarsi al lavoro ed agli amici la cortesia di venirlo a prendere per uscire alla sera. Ma F. non aveva smesso di fare la sua vita: non una volta che fosse rientrato a casa ad una ora decente, non una volta che avesse rinunciato all’ultimo bicchiere in più, nonostante la sua prima e fedele macchina intelligente glielo ricordasse essendo ancora parcheggiata nel cortile di casa.

Allo scadere dei dodici mesi F. aveva acquistato una macchina nuova. Nel cortile di casa le due macchine si guardavano in silenzio: quella scassata e piena di polvere era ancora là, perchè la lentezza della burocrazia italiana così aveva voluto.

F. continuava a fare la sua vita tra serate fuori con gli amici e rientri a casa ad orari da crepacuore, mettendoci in mezzo quel poco di energia residua per affrontare la giornata lavorativa. Fino alla sera in cui il destino aveva voluto di nuovo far incrociare il suo percorso con quello della vita di F.: l’ennesimo bicchiere in più, un altro colpo di sonno, un’altra volta dentro un fosso, un’altra macchina intelligente distrutta per la metà e non un graffio al ragazzo.

F. era uscito dall’abitacolo scappando come una lepre in mezzo ai campi, il più lontano possibile dalla scena dell’accaduto, perché la seconda macchina intelligente, che per la seconda volta gli aveva salvato la vita, aveva incorporato un sistema elettronico in grado di avvisare la Polizia . F. aveva chiamato un amico e si era fatto accompagnare a casa. Aveva buttato giù dal letto i suoi che stralunati gli avevano chiesto cosa fosse accaduto. Il padre in fretta e furia aveva svegliato la figlia il cui sonno profondo non le aveva permesso di capire che di li a poco avrebbe dovuto giocare un ruolo in tutta quella brutta faccenda. Il padre le aveva chiesto di recarsi sul luogo dell’incidente e di fingere di essere stata lei al volante di quella macchina intelligente che gli aveva protetto il figlio,come lui ora stava facendo.

E la vita di F. era ripresa con l’auto nuova in carrozzeria, quella vecchia in cortile, la sorella senza cinque punti sulla patente, la madre che stava per fare un infarto, il padre che non diceva nulla. Era ripresa con i ritmi di sempre, i ritmi suoi , quelli che non sono facilmente comprensibili e giustificabili. Perché se cosi fosse allora non ci sarebbe stato bisogno che la madre fosse andata dalla figlia a raccomandarle di stare attenta al fratello nella settimana in cui i genitori sarebbero stati in montagna e non ci sarebbe stato  bisogno che la sorella fosse andata ad intervalli regolari in camera da letto  per vedere se il fratello stesse dormendo ,perché anche la scorsa settimana F. era rincasato alle 6 del mattino.

Della storia vera di F. io che racconto al momento non ho altro da aggiungere. Lascio questa pagina aperta  ai vostri commenti nell’attesa di sapere se qualcosa è cambiato………

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *