La dittatura italiana

Scritto da: Monia Benini
Fonte: http://europeanphoenix.com/it/component/content/article/4-politica/194-la-dittatura-italiana

In seguito alle dimissioni di Berlusconi, per superare lo stato di profonda crisi, le speranze degli Italiani si sono riversate sul nuovo governo tecnico.

Il presidente Napolitano si è affrettato a nominare senatore a vita Mario Monti, con il chiaro intento di incaricarlo per il ruolo di Primo Ministro, calcando la mano rispetto a quanto previsto per un simile riconoscimento. Infatti l’articolo 59 della Costituzione consente al Presidente della Repubblica di indicare per tale ambito esclusivamente le persone che abbiano “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Studiando con attenzione il curriculum vitae di Monti è oggettivamente faticoso individuarne meriti in questi settori, dal momento che, insieme all’esperienza svolta in ambito UE, uno dei risultati più importanti della sua attività di ricerca è in campo economico, ovvero il modello di Klein-Monti che descrive il comportamento di una banca in regime di monopolio.

Ogni considerazione in merito rischia comunque di essere superflua visto che Monti, tre giorni dopo la sua nomina a senatore a vita, è stato oggettivamente incaricato di presiedere un governo tecnico.

Tuttavia, nonostante i media abbiano costruito un grande e diffuso consenso attorno al ‘supertecnico’, la reazione dei ‘mercati’ al nuovo governo non si può certo definire entusiasmante. Ma questo diventa addirittura insignificante se si va ad analizzare approfonditamente l’intera squadra messa a reggere le sorti del paese.

Mario Monti, oltre ad essere Presidente del Consiglio, è anche ministro dell’economia e delle finanze. Tra il 2005 e il 2011 è stato international advisor per Goldman Sachs; inoltre tra i suoi ultimi impegni, si annovera la presidenza europea della Commissione Trilaterale, una élite che lavora a porte chiuse e condiziona la geopolitica e l’economia dei paesi del nord America, dell’Europa e del Giappone, fondata nel 1973 da David Rockefeller, Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski, e l’appartenenza al comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, un’altra realtà che opera nella segretezza, costituita da personalità influenti in campo economico, militare, politico e bancario.

Il neoviceministro dell’Economia Vittorio Grilli ha ricoperto dal maggio 2005 la carica di direttore generale presso lo stesso ministero. Dal 2001 al 2002 è stato Managing Director alla Credit Suisse First Boston di Londra e, dal 1994 al 2000, capo della I Direzione – Analisi Economico-Finanziaria e Privatizzazioni – del Dipartimento del Tesoro. È stato chairman dell’Oecd, il network globale che si occupa delle privatizzazioni delle imprese detenute dallo stato, e risulta essere anche presidente dell’Efc, dell’Efsf e ancora membro dell’Esrb e membro del Board del Bruegel (Brussels European Global Economic Laboratory). Una chiara appartenenza dunque a tutti quegli istituti dell’Unione Europea che si occupano della stabilità dei paesi membri e delle misure cosiddette “salva-stati”, che più correttamente dovrebbero essere definite “salva-banche”. Come Monti e numerosi altri uomini del Presidente, è membro dell’Aspen Institute Italia, un’associazione di derivazione statunitense, che “privilegia il confronto ed il dibattito ‘a porte chiuse’“ e che “concentra la propria attenzione verso i problemi e le sfide più attuali della politica, dell’economia, della cultura e della società, con un’attenzione particolare alla business community italiana e internazionale”.

Al fianco di Monti e di Grilli ci sono i sottosegretari Vieri Ceriani, già a capo dei servizi fiscali di Bankitalia, e l’economista Gianfranco Polillo, che si professa ottimista perché l’Italia ”ha superato momenti più difficili di questo.”

Altro Ministero di fondamentale importanza è quello dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, affidato a Corrado Passera. Amministratore e direttore generale del Banco Ambrosiano Veneto (nel 1996), due anni dopo viene nominato amministratore delegato di Poste Italiane. Con lui le Poste entrano nei servizi finanziari attraverso la creazione di Banco Posta. Peccato che il piano d’Impresa 1998-2002 abbia previsto anche il taglio di oltre 20,000 posti di lavoro. Al termine di questo periodo, Passera diventa AD di Banca Intesa, poi Intesa Sanpaolo, socia sostenitrice di Aspen Italia. Diventa inoltre consigliere e membro del Comitato Esecutivo dell’ABI – Associazione Bancaria Italiana, mentre nel 2008 è advisor dell’operazione di ‘salvataggio’ di Alitalia.

Il suo viceministro alle Infrastrutture e Trasporti è Mario Ciaccia, entrato nel mondo bancario nel 2002, con un ruolo di spicco all’interno di Banca Intesa (sempre collegata ad Aspen Institute), ricoprendo le cariche di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo e di Presidente e AD di Banca OPI. Ciaccia è anche AD e Direttore Generale di Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo.

Il sottosegretario per questo settore è Guido Improta, già vicecapo di gabinetto del Ministro Rutelli nel 2007, in seguito divenuto responsabile delle relazioni istituzionali di Alitalia, con  «l’obiettivo di favorire la tutela degli interessi del Gruppo presso le autorità nazionali, le istituzioni centrali e le amministrazioni locali». Visti i risultati, evidentemente deve essersi inceppato qualche ingranaggio.

Allo sviluppo economico è diventato sottosegretario Claudio De Vincenti, già attivo in passato con diversi incarichi governativi presso il CIPE, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero della Salute. Attualmente è membro del Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco e membro del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale.

Ruolo chiave anche quello di Anna Maria Cancellieri, neo ministro dell’Interno. In competizione con Berlusconi per le gaffes. Ad esempio, mentre era prefetto a Genova, nel 2009, negò l’esistenza dell’emergenza mafia nella città, ma venne smentita non solo dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle mafie, ma anche dall’arresto di Domenico Gangemi, uno dei referenti della ‘ndrangheta a Genova, e di ben 12 persone ritenute affiliate alla mafia calabrese. Altro peccatuccio ‘veniale’ della  Cancellieri  quando, da commissario del teatro Bellini di Catania alla fine del 2009, venne indagata per abuso d’ufficio. Il pm Alessandro La Rosa le contestò consulenze inutili e costose per i bilanci del teatro.

Il sottosegretario Carlo De Stefano (consigliere scientifico della fondazione Icsa, che intende trattare in modo innovativo i temi della sicurezza, della difesa e dell’intelligence, sic!) ha invece rilasciato questa intervista: “Ero tornato all’antiterrorismo il 9 agosto 2001 dopo averci lavorato a lungo in anni caldi. Ci stavamo tutti ‘leccando le ferite’ del G8 di Genova, quando alle tre del pomeriggio dell’11 settembre in pochi minuti ci rendemmo conto che il terrorismo islamico aveva messo a segno qualcosa di enorme. Immediatamente gli apparati italiani capirono che l’obiettivo degli attentati non era solo quello di colpire l’America ma tutti i paesi amici, dunque l’Italia era nel mirino“. Chissà se De Stefano ha mai incontrato il Senatore statunitense Mike Gravel che sta cercando di ottenere una commissione d’inchiesta sull’11 settembre che imponga ai testimoni di rilasciare le proprie dichiarazioni sotto giuramento, dato che in dieci anni ciò non è mai avvenuto. Sempre a proposito dell’11 settembre e delle abnormi menzogne che sono state spacciate come verità ufficiali, il neo sottosegretario potrebbe incontrare il giudice Imposimato, pronto a denunciare la CIA presso la Corte penale internazionale dell’Aja, per concorso nelle stragi dell’11 settembre del 2001, accusandola di  «sapere che nei grattacieli erano stati collocati degli ordigni, così come in un terzo palazzo adiacente alle Torri Gemelle, la torre numero 7, che si piegò su se stessa, senza che in questa ci fosse un impatto con un aereo».

Non meno rilevante il ruolo di Giuliomaria Terzi di Sant’Agata, ministro degli Affari Esteri nominato mentre era ambasciatore italiano negli USA (tanto per tenere fede a quello che il defunto presidente Cossiga indicava come il ‘gradimento’ a stelle e strisce che dovrebbe esserci per le figure che si apprestano ad assumere funzioni vitali nel governo italiano). Terzi è stato anche ambasciatore in Israele tra il 2002 e il 2004, periodo caratterizzato dal rafforzamento delle relazioni tra Unione Europea e Israele.

Interessante la figura di una dei suoi sottosegretari, Marta Dassù – Studiosa di politica internazionale, componente della Fondazione Italia-USA, dirige il settore dei rapporti esteri della sede italiana dell’Aspen Institute, oltre ad essere direttore della rivista di politica estera Aspenia. Ha collaborato come consigliere per la politica estera con il primo e il secondo governo D’Alema, con l’ultimo Amato e con il gruppo di riflessione strategica del Ministero degli Affari Esteri.

Per quanto riguarda la Difesa, per la prima volta abbiamo un ministro militare, Giampaolo Di Paola, che arriva direttamente dalla Presidenza del Comitato militare della NATO.

Come sottosegretari troviamo due persone in qualche modo legate al governo Berlusconi: Filippo Milone, ex manager del gruppo Ligresti, che avrebbe chiesto a Finmeccanica un contributo per il PDL, e Gianluigi Magri, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze dal 2003 al 2005.

Interessante anche Elsa Fornero, ministro al Lavoro e Politiche sociali con delega alle Pari opportunità. Già Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Vice Presidente della Compagnia di Sanpaolo, membro del Consiglio direttivo della Società Italiana degli Economisti, membro del Comitato Scientifico di Confindustria, è stata anche membro della commissione della Banca Mondiale operante nell’ambito delle riforme previdenziali.

Il viceministro è Michel Martone, figlio di Antonio, ex avvocato generale della Cassazione scelto dal ministro Brunetta per la presidenza della Commissione per l’integrità, la valutazione, la trasparenza delle amministrazioni pubbliche. Mentre il padre veniva incaricato di valutare la pubblica amministrazione, Michel ha ricevuto una consulenza di 40 mila euro dal ministro che doveva essere valutato. Il giovane viceministro è stato, fra l’altro, nominato “Former Aspen Junior Fellows” dall’Aspen Institute Italia ed è stato selezionato per partecipare agli Aspen Seminar for Leaders di Aspen (Usa).

All’Istruzione, Università e Ricerca va Francesco Profumo, omonimo dello ‘scalatore’ di D’Alema e Fassino, ma accomunato con questi da un passato in Unicredit. E’ inoltre membro del comitato di indirizzo di Italianieuropei, la fondazione di Massimo D’Alema, insieme al neo ministro alla Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi.

Sottosegretaria all’istruzione, una donna per tutte le stagioni: Elena Ugolini. Chiamata a collaborare dal ministro Berlinguer nel ’98, nel 2001 fa parte del gruppo di lavoro della Moratti per la predisposizione degli indirizzi concernenti il nuovo sistema di valutazione del sistema scolastico italiano e nel 2008 viene nominata dalla Gelmini membro del Comitato di Indirizzo dell’INVALSI.

Il nuovo ministro ai Beni e Attività Culturali è Lorenzo Ornaghi, allievo di uno dei padri della Lega (Miglio), è dal 1° novembre 2002 rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. E’ componente del comitato esecutivo dell’Aspen Institute Italia.

Un’altra figura estremamente versatile è il nuovo ministro alla funzione pubblica: Filippo Patroni Griffi. Tra gli incarichi istituzionali ricoperti, è stato capo di gabinetto della Funzione pubblica con il Ministro Brunetta, Capo del Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio con Prodi; capo dell’ufficio legislativo della Funzione pubblica con i Ministri Cassese, Frattini, Motzo, Bassanini, nonché capo di gabinetto del ministro Amato. Una figura esperta è anche il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, già sottosegretario al ministero delle Finanze nei governi Dini e D’Alema, dal 1995 al 2001.

Alla Giustizia arriva un pezzo grosso dell’avvocatura: Paola Severino. Consulente di società, associazioni di categoria e banche, ha lavorato nello staff di Flick, ministro della giustizia con il governo Prodi. Rappresentante legale dell’ENI per lo scandalo tangenti in Nigeria (costato 365 milioni di dollari all’ENI), ha difeso Prodi nel processo Cirio, Acampora (legale della Fininvest) nel dibattimento IMI-SIR, uno dei vertici della polizia per l’irruzione alla Diaz durante il G8 di Genova e infine…il capo mafioso Buscemi nel processo per la strage di Capaci.

Anche in questo caso, forse per par condicio rispetto agli esponenti con un passato nell’area di centro sinistra, i sottosegretari sono due uomini legati al precedente governo: Salvatore Mazzamuto, consigliere giuridico del ministro della Giustizia Angelo Alfano, e Andrea Zoppini, Consigliere giuridico di Berlusconi.

Alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali è stato nominato ministro Mario Catania,  con una lunga esperienza nel settore agricolo in quanto ad  ottemperanza alle disposizioni dell’Unione Europea, mentre all’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare siede ora Corrado Clini. Di lui è utile ricordare che, quando nel 1989 vennero riportati in Italia (dalla nave Jolly Rosso) enormi quantitativi di rifiuti pericolosi che venivano sversati in Libano da aziende lombarde, con tono rassicurante disse: “Bruciando due copertoni si provocherebbero danni maggiori all’ambiente di quelli che comporta questa operazione”. Indagato nel 1996 e 1997 per l’inquinamento prodotto da un impianto di incenerimento di rifiuti della società svizzera Thermoselect e difeso dall’avvocato Taormina, ottenne il trasferimento del processo a Roma, dopodichè…la sua posizione venne archiviata. Nel 2007 una società italiana, la Eurafrica, aveva proposto il risanamento di una discarica a Nairobi, progetto pagato 700 mila euro dal ministero. Alex Zanotelli denunciò i moltissimi dubbi legati a quell’operazione e venne accusato, insieme ai padri comboniani, di essere parte dei “benefattori di professione, che vivono sulla miseria dei disperati”.

Il sottosegretario Tullio Fanelli è stato responsabile del Nucleo di supporto per la gestione operativa del Piano Energetico Nazionale dell’Enea (sostanzialmente mai applicato in Italia). A suo dire, da almeno un paio d’anni, la crisi è dovuta al petrolio: sarebbe ideale concentrare la domanda europea del petrolio nelle mani di un unico soggetto politicamente ed economicamente forte, garantito dalla Bei, la Banca europea di investimento. Arriveremo dunque presto anche ad un fondo “salva-petrolio”?

Alla Salute è stato nominato un uomo di esperienza: Renato Balduzzi, fino al 2008 presidente del Movimento ecclesiale di impegno culturale, è stato consigliere giuridico dei ministri della Difesa e di quello della Sanità, dove ha ricoperto anche l’incarico di capo ufficio legislativo con il ministro Rosy Bindi. L’attuale sottosegretario è invece Adelfio Elio Cardinale, vice presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, sposato con il magistrato Annamaria Palma, attuale capo di Gabinetto del presidente del Senato Schifani.

Un uomo di fiducia di Monti è stato invece chiamato a presiedere il ministero degli Affari europei. Si tratta di Enzo Moavero, già incaricato nel primo Governo Amato per il risanamento degli enti pubblici e da Carlo Azeglio Ciampi quale sottosegretario agli Affari europei. L’attuale Primo Ministro lo scelse invece a partire dal 1995 quale capo gabinetto; dal 2002 al 2005 fu vice segretario generale della Commissione europea.

Per il Turismo e sport è stato scelto Piero Gnudi, che nel ’94 sedeva nel consiglio di amministrazione dell’IRI, con l’incarico di sovraintendere alle privatizzazioni. Membro del direttivo di Confindustria e della giunta diretta di Assonime, è membro del comitato esecutivo dell’Aspen Institute, nonché consigliere di amministrazione di Unicredito Italiano.

Altro uomo delle banche al ministero della Coesione territoriale è Fabrizio Barca, che ha già ricoperto gli incarichi di Capo del Dipartimento delle Politiche di Sviluppo presso il ministero del Tesoro e Direttore Generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze. E’ capo della divisione ricerca della Banca d’Italia.

Fra i vari esponenti del Governo con legami più o meno diretti con l’area di centro-sinistra, spicca sicuramente uno dei sottosegretari ai rapporti con il Parlamento, Giampaolo D’Andrea. Già sottosegretario alle Riforme Istituzionali ed ai Rapporti con il Parlamento nel secondo governo Prodi, ha partecipato alla fondazione del Partito Democratico, del quale è stato responsabile nazionale del settore Ricerca. L’uomo giusto nel momento giusto è invece il collega di D’Andrea, il sottosegretario Antonio Malaschini, già segretario generale del Senato. Sergio Rizzo scrisse di lui sul Corriere evidenziando che i suoi otto anni erano stati per il Senato “un’epoca felice” perché le spese, già elevatissime, avevano subito “un aumento mostruoso del 28,2%”.

Sempre di area di centro-sinistra, il nuovo sottosegretario all’editoria Carlo Malinconico, che è stato segretario generale della presidenza del Consiglio con Romano Prodi. Infine, medesimo ambito anche per Paolo Peluffo, nuovo sottosegretario all’Informazione e comunicazione, già Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio Prodi, dal luglio 2006 al maggio 2008. E’ vicepresidente della Società Dante Alighieri, che ha per scopo “tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”. Deve essere per questo obiettivo che nel 1889, Ernesto Nathan e numerose personalità legate alla Massoneria, hanno deciso di fondare (come si legge sul sito massoneria scozzese.it) la Società Dante Alighieri.

Questo dunque l’attuale governo italiano, composto da uomini e poteri forti, che hanno già operato in passato in Italia, con risultati ben visibili. La domanda che molti si pongono è se questi ‘tecnici’ siano ora nel governo della grande finanza come garanti degli interessi dei partiti, o se invece – cosa più conturbante – già prima non fossero uomini della grande finanza dentro ai partiti. Si tratta infatti di figure che possono essere inquadrate come esecutrici di lobby, élites internazionali, banche e finanza internazionale, che imprigionano i cittadini, sottraendo loro risorse, diritti e speranze, essendo i reali mandanti della dittatura che si è ormai instaurata nel nostro paese.

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