Toro Seduto (Tatanka Lyotanka)

Fonte: http://www.servadghi.it/torosedu.htm

“Era da poco giunto nella riserva di Standing Rock, quando Toro Seduto ebbe una visione.
Un’allodola, uccello che il grande capo riteneva amico e dispensatore di saggi consigli, gli annunciò che sarebbe stato ucciso da un uomo della sua gente.
Toro Seduto ne fu molto amareggiato, ma la profezia dell’allodola si rivelò esatta.
Durante i tafferugli, a seguito del tentativo di arrestarlo, il capo sioux fu colpito prima da Testa di Toro, e subito dopo Tomohawk Rosso gli sparò alla testa: tutti e due erano poliziotti indiani che un tempo avevano lottato al suo fianco per la difesa della libertà dei Lakota. ”

La sua Vita
Grandissimo capo militare, guida spirituale dei siuox, Toro Seduto è un personaggio complesso e affascinante.
Inscindibile dalla vita di grande condottiero è la storia del suo popolo, i lakota, e della sua della tribù, i Sioux Hunkpapa.
“Era sempre dolce e gentile con la moglie e i figli, e cortese e premuroso con gli altri. Durante la mia permanenza con loro il cibo era a volte scarso e, Toro Seduto e sua moglie, spesso patirono la fame per non farne mancare a me.
Occupano entrambe un posto molto speciale nel mio cuore.”
Fanny Kelly fu fatta prigioniera nel Luglio del 1864 da una banda di Hunkpapa Sioux in Wyoming. Durante i cinque mesi della sua prigionia, fu’ alloggiata nei quartieri di Toro Seduto come “ospite” della famiglia.
Un’insegnante e missionaria tra il popolo di Toro Seduto, Catherine Weldon, lo descrisse cosi’:
“Come amico…sincero e onesto; come patriota, dedicato e incorruttibile. Come marito e padre, amoroso e premuroso. Come ospite, infinitamente cortese e ospitale .”

Capo degli Hunkpapa Lakota e indiscussa Autorita’ Spirituale nelle lotte per la sopravvivenza delle tribu’ Lakota delle grandi praterie del Nordest, Toro Seduto nacque intorno al 1831 sul Grande Fiume, nell’ odierno Sud Dakota e fu chiamato Tatanka-Iyotanka, nome che descrive un Bisonte intrattabile accovacciato sulle zampe posteriori.
Ancora giovane, Toro Seduto divenne il leader della Societa’ dei Guerrieri Coraggiosi e, piu’ tardi, membro autorevole dei Silent Eaters–Mangiatori Silenziosi–un gruppo responsabile del benessere tribale.
A 14 anni il battesimo del fuoco, in un’azione contro i Crow, e nel Giugno del 1863 il suo primo confronto con i soldati americani, impegnati in azioni di rappresaglia per la rivolta dei Santee in Minnesota, e alla quale il popolo di Toro Seduto non aveva partecipato.
L’ anno seguente ingaggio’ di nuovo i soldati nella battaglia di Killdeer Mountain, e nel 1865 guido’ l’assedio a Fort Rice, da poco insediato nell’odierno Nord Dakota.
Largamente rispettato per coraggio e visione, intorno al 1868 divenne Grande Capo della Nazione Lakota.
Il terreno per un aperto confronto tra Toro Seduto e l’ esercito della Confederazione fu pronto nel 1874, quando una spedizione guidata dal generale George Armstrong Custer confermo’ la presenza di oro nelle Black Hills del territorio Dakota, su un’area sacra a molte tribu’ e preclusa a insediamenti colonici dal Trattato di Fort Laramie del 1868. In barba a quel divieto, i cercatori d’oro invasero le Black Hills provocando la reazione dei Lakota. Quando il successivo tentativo del Governo degli Stati Uniti di acquistare le Black Hills falli’, il Trattato di Fort Laramie fu messo da parte e il Commissario per gli Affari Indiani decreto’ che tutti i Lakota al di fuori delle Riserve dopo il 31 Gennaio, 1876, sarebbero stati considerarsi ostili.
Toro Seduto e la sua gente tennero duro.
In Marzo, mentre tre colonne di soldati guidati dai Generali George Crook e Alfred Terry e dal Colonnello John Gibbon muovevano sul luogo, Toro Seduto riuni’ Lakota, Cheyenne e Arapaho nel suo campo di Rosebud Creek nel Territorio del Montana. La’, li guido’ nella Danza del Sole, offrendo preghiere a Wakan Tanka, il Grande Spirito, e tagliando le sue braccia cento volte in segno di sacrificio. Durante la cerimonia ebbe la visione di soldati che cadevano nel campo dei Lakota, come cavallette che cadono dal cielo.
Ispirato dalla visione, il Capo Guerriero degli Oglala Lakota, Cavallo Pazzo, ando’ in battaglia con una banda di 500 guerrieri, e il 17 Giugno colse di sorpresa le truppe di Crook costringendole alla ritirata nella battaglia di Rosebud. Per celebrare la vittoria, i lakota spostarono il campo nella valle del fiume Little Bighorn, dove furono raggiunti da altri 3,000 Indiani che avevano lasciato le riserve per unirsi a Toro Seduto. Qui, il 25 di Giugno, furono attaccati dal Settimo Cavalleggeri del Generale George Custer, che in grave inferiorita’ numerica prima assalto’ il campo, come a rappresentare la visione di Toro Seduto, e poi si attesto’ su un vicino ponte dove fu’ annientato.
L’ indignazione per la catastrofe militare porto’ migliaia di soldati nell’ area, e un anno di incessante pressione militare costrinse i Capi dei Lakota, che nel frattempo si erano di nuovo divisi, alla resa.
Ma Toro Seduto non fu tra questi e, nel Maggio del 1877, riparo’ con le sue bande in Canada, e quando il Generale Terry gli offri’ il perdono se avesse accettato di stabilirsi in una Riserva, lo caccio’ sdegnosamente.
Quattro anni piu’ tardi, tuttavia, sempre piu’ in difficolta’ nello sfamare la sua gente in un mondo in cui il Bisonte era ormai quasi estinto, decise di arrendersi. Il 19 Luglio del 1881, accompagnato da un giovane figlio consegno’ il suo fucile al Comanfdante di Fort Buford in Montana. Chiese il diritto di attraversare il confine canadese a suo piacimento ed una Riserva sul Little Missouri River presso le Black Hills. In un primo tempo fu invece inviato alla Riserva di Standing Rock, e successivamente, temendo nuove rivolte, a Fort Randall dove trascorse due anni come prigioniero di guerra.
Finalmente, il 10 Maggio del 1883, Toro Seduto pote’ ricongiungersi alla sua gente a Standing Rock.
Nel 1885 gli fu concesso di lasciare la Riserva per lavorare nel Buffalo Bill’s Wild West, dove era pagato 50 $ a settimana per un giro a cavallo dell’ arena, oltre ai proventi di autografi e fotografie. Quattro mesi dopo lascio’ il Circo, incapace di tollerare la societa’ dell’ uomo bianco anche se, in quel periodo, ebbe occasione di stringere la mano al Presidente Grover Cleveland, e considero’ l’ evento come un segno della sua perdurante autorita’ di Grande Capo.
Tornato a Standing Rock, si stabili’ sul Grande Fiume, dove era nato, rifiutando di rinunziare alle sue tradizioni come i regolamenti della Riserva imponevano. Continuo’ a vivere con due mogli e a rifiutare la cristianita’, ma non manco’ di inviare i suoi figli ad una vicina scuola cristiana, conscio dell’ importanza di leggere e scrivere per la successiva generazione Lakota.
Nell’ Autunno del 1890, un Lakota Miniconjou di nome Orso Scalciante, gli porto’ notizia di una Danza degli Spiriti che avrebbe scacciato i bianchi dalle loro terre e ristabilito il loro modo di vivere. I Lakota delle Riserve di Pine Ridge e Rosebud avevano gia’ adotato il rito, e i preoccupati agenti locali avevano mobilitato le truppe per controllare la situazione. Le autorita’ di Standing Rock, temendo che Toro Seduto, tuttora rispettato Capo Spirituale potesse partecipare al rito, inviarono 43 poliziotti Lakota a prelevarlo. Il 15 Decembre 1890, prima dell’ alba, i poliziotti irruppero nella cabina di Toro Seduto e lo trascinarono all’ esterno, dove i suoi seguaci stavano confluendo per proteggerlo. Nel conflitto a fuoco che segui’, un poliziotto Lakota lo colpi’ al capo ferendolo a morte.
Toro Seduto fu sepolto a Fort Yates in Nord Dakota, e nel 1953 i suoi resti furono trasferiti a Mobridge, Sud Dakota, dove riposano sotto un cippo di granito che segna la sua tomba.
Il suo popolo ha sempre ricordato in Toro Seduto non soltanto la grande Guida Spirituale e l’ intemerato Guerriero, ma anche il Padre Amoroso, il Cantante Dotato, L’ Affabile amico la cui profonda religiosita’ aveva conferito visione profetica e speciali poteri alle sue Preghiere.

La sua voce
La vostra gente mostra di stimare gli uomini quando sono ricchi,
perché hanno molte case, molta terra, molte squaw.
Non è così?
Bene, diciamo che il mio Popolo mi stima perché sono povero.
E’ questa la differenza.

…Ma ora, Fratelli, abbiamo davanti un tipo particolare di uomini.
Quando i nostri padri li conobbero erano piccoli e deboli:
ora sono diventati grandi e arroganti.
La bramosia per il possesso è una delle malattie che li affligge.
Possiedono molte leggi che i poveri debbono rispettare, ma non i ricchi.
Le tasse sono pagate dai poveri e finiscono nelle tasche dei ricchi, che comandano sugli altri.
Vogliono la terra, nostra madre, come loro proprietà e costruiscono recinti per tenere distanti i vicini.
Con le loro costruzioni e i loro rifiuti profanano la terra.
I bianchi sono come un fiume che in primavera rompe gli argini e distrugge tutto ciò che incontra.
Noi non possiamo vivere vicino a loro.
Solo sette anni fa hanno firmato con noi un trattato che stabiliva come nostro, e per sempre, il territorio dei bisonti, e ora ce lo vogliono rubare…

Guardate fratelli: è primavera.
Il sole abbraccia la terra.
Tutti i semi si risvegliano, tutti gli animali cominciano una nuova vita.
E anche la nostra stessa vita proviene da questa immensa e misteriosa energia.
Quindi, fratelli, concediamo a tutti, anche agli animali, lo stesso diritto che reclamiamo per noi:
la libertà di vivere in questa terra.

Voglio che si sappia che non accetterò di vendere nessun terreno del mio Paese, e neanche lascerò ai bianchi la facoltà di fare legna lungo i nostri fiumi.
Specialmente non voglio che abbattano le quercie: amo particolarmente i piccoli boschi di quercia.
Amo guardarli: restino al freddo dell’inverno ed al caldo dell’estate e, come noi, sembrano ricavarne forza.     L’amore per il possesso è una malattia di cui soffrono…
Reclamano nostra Madre Terra come loro proprietà e innalzano recinti per tenere lontano i vicini.
Essi profanano la Terra con le loro costruzioni e i loro rifiuti.
Il popolo dei Washicu è paragonabile ad un fiume che straripa dagli argini
distruggendo tutto quello che gli sta attorno!
L’amore per il possesso è una malattia di cui soffrono…
Reclamano nostra Madre Terra come loro proprietà e innalzano recinti per tenere lontano i vicini.
Essi profanano la Terra con le loro costruzioni e i loro rifiuti.
Il popolo dei Washicu è paragonabile ad un fiume che straripa dagli argini
distruggendo tutto quello che gli sta attorno!

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