Il Veneto al tempo di Palladio

Scritto da: A. Cocchi
Fonte: http://www.geometriefluide.com/pagina.asp?cat=palladio&prod=veneto-tempo-palladio

Gli anni in cui Andrea Palladio trascorse la prima infanzia rappresentano un periodo particolarmente drammatico per il Veneto, poichè il territorio era devastato dalla guerra di Cambrai. In quel periodo la Repubblica di San Marco subiva una doppia aggressione. Da un lato la violenta ostilità della lega antiveneta, rappresentata dal papa Giulio II della Rovere, insieme all’imperatore Massimiliano d’Austria a guida degli eserciti dei principali stati europei, soprattutti i Francesi, aveva messo in gravi difficoltà le città del Veneto. Dall’altro le pesanti pressioni dei nobili veneti, soprattutto vicentini, che miravano a restaurare l’antico sistema feudale, mettevano il pericolo la stabilità della Repubblica. La Pace di Noyon, nel 1516, riportò la normalità e il veneto visse senza guerre fino all’arrivo di Napoleone.
Le vicende drammatiche appena trascorse scossero la popolazione e portarono le principali città venete, soprattutto Padova, uscita da un terribile saccheggio, a dotarsi di mura e fortificazioni più moderne ed efficaci. Vennero chiamati subito architetti esperti come i veronesi Michele Sanmicheli e Giovanni Maria Falconetto, incaricati di ricostruire muri di cinta, torri, bastioni e porte.
Gli anni seguenti segnarono una decisa ripresa, che comportò il consolidamento del potere e delle ricchezze della classe dominante. Le famiglie più influenti si dotarono di nuovi e moderni palazzi cittadini. Ma già negli anni ’40 del Cinquecento in Veneto si verifica un’importante trasformazione del sistema economico. La tradizione commerciale e mercantile, che aveva determinato per secoli la potenza della Repubblica di Venezia e del suo territorio comincia ad entrare in crisi, a causa dell’apertura di nuove vie di traffico e di nuovi mercati. Le potenti famiglie venete quind cominciano a investire spostando le loro ricchezze sulle proprietà terriere e sulla produzione agricola. Vennero quindi bonificati nuovi terreni presso i delta dei fiumi e acquistate grandi proprietà, in modo da garantirsi un’ampia e redditizia produzione. Vengono quindi richieste agli architetti numerose residenze siignorili suburbane, destinate sia allo svago e allo studio, ma soprattutto al controllo e alla gestione delle attività agricole. Andrea Palladio fu uno degli architetti più coinvolti in questo rinnovamento edilizio, lasciando con le sue opere un’impronta particolare nelle città e nelle campagne del Veneto.

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