Lo Stay Behind e la sovranità limitata dell’Europa

Scritto da: Paolo Teobaldelli
Fonte:
http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/cust6d04-000259.htm

Dedicato a Mario de cuccu’

Premessa: Stay Behind e Democrazia.
1. L’Operazione Gladio: l’Europa a sovranita’ limitata.
2. Gladio e terrorismo nero, il caso Italia: bombe nelle piazze, nei treni, sui binari, e nelle stazioni fra il 69′ e gli anni 90′.
3. Gladio e repressione:la Guerra Preventiva al dissenso intellettuale e politico.

Premessa: Stay Behind.
Scopo di quest’articolo e’ quello di fornire un piccolo contributo per una comprensione piu’ profonda dello Stay Behind, cioe’ il piano segreto statunitense di controllo e stabilizzazione, per l’Europa denominato Operazione Gladio e per l’America Latina denominato Operazione Condor, cerchero’ dunque innanzitutto di delineare le caratteristiche principali, soprattutto quelle piu’ sconosciute, dello Stay Behind.
Rivolgero’ l’attenzione, per una mia maggiore conoscenza specifica, al piano europeo dello Stay Behind cioe’ all’Operazione Gladio (per gli interessati all’Operazione Condor rimando ai dati blibliografici).
1. L’Operazione Gladio: l’Europa a sovranita’ limitata.
Lo Stay Behind inizia sin dal primo dopoguerra. La situazione nel 45′ non e’ quella che gli anglo-americani avrebbero desiderato. E cio’ nonostante la strategia di attesa per un intervento massiccio contro Hitler, attesa che aveva come scopo l’indebolimento dell’Unione Sovietica, aggredita con estrema violenza dal grosso delle armate nazifasciste, circa 3.000.000 di soldati in possesso di armi sofisticate e di mezzi blindati e motorizzati all’avanguardia (vedi l’eccellente articolo di Chiaia: 2006). Nonostante infatti l’attacco violentissimo, l’eroismo del popolo russo e degli altri popoli sovietici, testimonianza della grande fratellanza e solidarieta’ di tutte le componenti sociali ed etniche dell’Unione Sovietica, ha permesso addirittura ai rossi di arrivare per primi a Berlino e di occupare gran parte dell’Europa dell’est e della Germania stessa.
Ecco allora che il capitalismo anglo-americano si affretta a operare un piano di controllo teso ad evitare che in un immediato futuro le masse popolari dell’Europa Occidentale scegliessero anche loro un modello di societa’ non-capitalista. A tal fine gli USA stringono patti segreti con tutte quelle componenti fasciste, naziste e della Massoneria tutte accomunate dall’anticomunismo (Vaticano incluso).
L’Operazione Gladio nasce ufficialmente nel 1949 con la creazione di cellule clandestine nei paesi occidentali, quali Italia, Belgio, Germania dell’ovest, Grecia, Turchia e persino Svezia e Svizzera. Vengono dunque reclutati individui fino a 50 anni di eta’ e la maggior parte di essi provengono dalle file delle strutture nazifasciste ormai scomparse. Sono cioe’ ex Gestapo, ex S.S., ex Ovra (la polizia politica fascista italiana), reparti speciali della Wehrmacht o dei vari eserciti fascisti (italiani e degli altri paesi europei satelliti del nazifascismo alleati di Hitler e Mussolini). Una delle prime rivelazioni del piano Gladio si ebbe in Germania dell’Ovest in seguito alla morte di uno dei membri della Gladio durante un addestramento militare clandestino nel 1952. Georg August Zinn socialdemocratico e Presidente di uno dei Länder della Germania dell’Ovest, reagì e svelo’ pubblicamente l’esistenza di una organizzazione militare clandestina creata dagli USA ufficialmente per constrastare una eventuale invasione dell’URSS.
L’URSS aveva avuto 20 milioni di morti, la distruzione semi-totale di fabbriche, ferrovie, e citta’ e tutto poteva desiderare meno che una continuazione della guerra. In realta’ la giustificazione anti-URSS faceva parte della propaganda anticomunista e serviva a giustificare un clima di emergenza che facilitava il controllo e legittimava anche azioni poco pulite quali la Gladio. Tale organizzazione infatti, che si avvaleva di ex-nazifascisti addestrati in basi militari USA, in realta’ aveva altri compiti, quali quello di provvedere a schedare dirigenti sindacali e socialisti pericolosi, da eliminare nel caso la situazione lo richiedesse, nel caso ad esempio si richiedesse l’attuazione di un colpo di stato se dalle elezioni fossero fuoriusciti governi troppo a sinistra o comunque antiamericani, cosa che invece in America Latina si verifico’ spesso purtroppo, ad esempio in Guatemala con il governo di Arbenz nel 1954, nel Cile di Allende nel 70′, e in Argentina, in Nicaragua ecc.. La lista di persone uccise nei vari golpe e’ lunghissima. L’esistenza in Europa di schedature di politici, sindacalisti e intellettuali della sinistra e’ ormai storia certa; in Germania ad esempio, nel caso appena sopra citato, Zinn rivelo’ che l’organizzazione aveva compilato liste di 200 politici socialdemocratici, 15 politici comunisti e altri personaggi del mondo intellettuale e del sindacato.
Il Partito Socialdemocratico Tedesco reagì con estrema veemenza accusando gli USA di volere colpire il Partito Socialdemocratico e di violare la sovranita’ tedesca. Ma il governo federale libero’ gli uomini della Gladio arrestati in seguito alle dichiarazioni di Zinn, e nessuna inchiesta ufficiale fu mai avviata sul caso specifico, ne’ sulla Gladio, e il caso si spense da solo.
Lo stesso caso delle schedature risulto’ anche in Italia, nel 1990, in seguito alle indagini su un attentato operato nel 1972 con esplosivo che fu rivelato appartenere ad un deposito segreto di armi della Gladio. Dai documenti emersi e da quelli declassificati si delineo’ l’esistenza di una strategia stragista detta della Tensione, e di un’attivita’ di spionaggio e controllo del mondo della sinistra. La maggior parte dei dirigenti del Partito Comunista, nazionali e regionali, furono schedati e nel caso il PCI avesse vinto le elezioni essi avrebbero dovuto essere arrestati e deportati in una base militare NATO in Sardegna e eventualmente eliminati.
Per quanto riguarda il funzionamento operativo lo Stay Behind si avvale di un certo numero di agenti che non figurano ufficialmente, essi non sono poliziotti o soldati (per lo piu’ sono membri di organizzazioni di estrema destra e anche preti) ma essi agiscono anche in cooperazione e copertura di agenti delle forze dell’ordine e dei servizi; il loro pagamento viene effettuato attraverso canali in nero. A tal fine viene gestita la vendita di droghe (eroina e cocaina soprattutto), operazioni criminali in collaborazione con settori mafiosi, quali rapine e sequestri (vi ricordate l’Anonima Sequestri?).
Tale organizzazione nel suo essere clandestina e ignota ai vari parlamenti rappresenta senza dubbio una aperta e grave violazione della sovranita’ dei paesi europei dove essa opero’, uno stato nello stato in collaborazione con loggie massoniche (ad esempio la P2 di Gelli), servizi militari e civili, neofascisti e Vaticano (famoso il caso dell’istituto di credito IOR che serviva anche a smistare i fondi CIA per operazioni di golpe o di repressione delle guerriglie in centro e sudamerica).
L’organizzazione della Gladio entro’ in azione massicciamente quando alla fine degli anni 60′, nonostante la massiccia propaganda e i finanziamenti ingenti ai partiti di centro destra, la societa’ spingeva verso cambiamenti in senso sociale e i Partiti socialisti e comunisti erano cresciuti notevolmente ma era gia’ attiva sin dai primi anni 50′.
Essa si avvale’ dopo il 60′ dell’esperienza maturata nella decade precedente dalle operazioni del piano Condor in America Latina. Il piano Condor viene attuato parallelamente al piano Gladio, cioe’ sin dall’immediato dopoguerra, ma data la lontananza dell’America Latina dall’opinione pubblica europea esso sin da subito si spinge al livello estremo di violenza programmata e pianificata a scopi politici, quali l’assassinio di dirigenti comunisti, intellettuali, sindacalisti, ecc. sino ad attentati dinamitardi contro civili tesi a diffamare la resistenza armata dei gruppi di sinistra.
2. Gladio e terrorismo nero in Europa, il caso Italia: bombe nelle piazze, nei treni, sui binari, e nelle stazioni fra il 69′ e gli anni 90′.
In Europa il piano Gladio inaugura una stagione di violenza terroristica nel 1969 in Italia con la bomba a Piazza Fontana che causa 13 morti e circa 80 feriti. Prima del 69′, grazie al saldo controllo del potere assicurato dalla democrazia cristiana la Gladio fu operativa soltanto a livello di intelligence, di sorveglianza e controllo delle opposizioni. Al calare del consenso per la dc e al montare delle opposizioni si cerco’ piuttosto di rispondere con la repressione statale, attraverso l’operato delle forze dell’ordine. Si puo’ dire che il piano Gladio negli anni 50′ e’ in addestramento e preparazione in attesa dell’evolversi degli eventi. Il personaggio chiave e’ Licio Gelli che ex agente nazifascista riesce nel 43′ a passare le linee e a consegnarsi agli alleati, e grazie ai rapporti personali con i cardinali Montini (poi Paolo VI) e Pacelli (poi Pio XII) legati gia’ alla CIA, Gelli riesce ad arruolarsi per i servizi atlantici, e a collaborare al primo grande progetto fascismo-CIA, quello del salvataggio di ex-ufficiali e gerarchi nazifascisti verso il sudamerica.Gelli partecipa attivamente all’addestramento e all’organizzazione dello Stay Behind (ma la loggia massonica P2 non e’ una relta’ solo italiana bensì e’ un’organizzazione internazionale con legami forti con la massoneria reale inglese; essa partecipa attivamente al piano Condor, ad esempio ai tempi della direzione CIA di George Bush senior la P2 di Gelli organizza l’omicidio del diplomatico cileno Orlando Letelier a Washington; inoltre attraverso lo IOR, l’istituto creditizio del Vaticano, finanzia le varie dittature in America latina, da Somoza a Pinochet). Ma la partecipazione di settori militari e dei servizi (oltre che di fascisti e neofascisti) dello stato italiano e’ ampia e documentata. Vengono approntati piani di golpe in caso di perdita del potere. Il 1965 e’ il caso del Piano Solo, organizzato dalla stazione di Roma della CIA guidata allora da Theodore Shackley e Marc Wyatt, in collaborazione con il generale dei carabinieri De Lorenzo e il responsabile del SISMI, i servizi dell’esercito, il generale Vito Miceli. Del 1970 e’ il tentativo di golpe di Juan Valerio Borghese sempre in collaborazione CIA-GLADIO-servizi, mentre nell’estate del 69′, per preparare le condizioni per il golpe, esplodono 145 bombe in chiese, cinema, banche, stazioni, treni, e in sedi di partiti di sinistra. Nessuna delle bombe e’ mortale, ma e’ sufficiente alla stampa per indicarne la matrice nei comunisti e per paventare l’impressione forte che vi sia un reale pericolo di un’aggressione rossa alle istituzioni democratiche.
Nel dicembre del 69′ ecco la bomba a Piazza Fontana, con numerose vittime; i servizi avevano preparato anche il capro espiatorio, il giovane anarchico Pietro Valpreda e il suo gruppo di giovani anarchici. Valpreda fu rappresentato dalla stampa come un mostro, mentre l’anarchico Pinelli moriva volando da una finestra della Questura durante l’interrogatorio. Purtroppo l’accusa contro Valpreda si smonto’ perche’ il giorno dell’attentato Valpreda era a fare un provino alla RAI come ballerino a Roma, ma non ne aveva parlato a nessuno dei giovani componenti il gruppo anarchico perche’ si vergognava di cio’. Nel gruppo vi erano infiltrati di stato ma avendo Valpreda taciuto, il piano di accusarlo una volta esplosa la bomba, nonostante l’assoluta mancanza di prove, ando’ avanti. La bomba a Piazza Fontana fu seguita da un’altra che esplose poco tempo dopo alla Banca Nazionale del Lavoro a Roma che feri’ 12 persone. Insomma inizia la strategia della tensione, e tutte le poche inchieste avviate, o i pochi dati emersi da inchieste su casi avvenuti per lo piu’ fuori Italia, indicano unanimi la responsabilita’ su base organizzativa dello Stay Behind, chiamando in causa CIA, MI6, servizi segreti italiani ed europei (tedeschi, belga e turchi ad esempio).
E nel 1974 il falso anarchico Bertoli lancia una bomba a mano in una strada popolata della capitale uccidendo 4 persone e ferendone 40. Bertoli, si sapra’ poi e’ in realta’ un appartenente di Ordine Nuovo e membro della Gladio.
Per reazione la sinistra extra-parlamentare si organizza per un accenno di resistenza, politica ma anche armata, ma le strutture dello stato sono piu’ che pronte. Nel 1970 risulta essere numeroso il numero di agenti civili disseminati sul campo dalla Gladio (circa 2.000) e molti altri da forze dell’ordine e servizi (piu’ di 10.000) e dopo aver decapitato il primo nucleo storico delle Brigate Rosse, e’ operazione facile infiltrare l’organizzazione sino ai livelli piu’ alti e decisionali (vedi la testimonianza in proposito del colonnello Le Winter, USA, che era ufficiale di collegamento con la GLADIO, in Blum: cit. p. 107) e spingere tale organizzazione ad eliminare l’unico politico democristiano pericolo, cioe’ Aldo Moro, convinto si dovesse varare un’alleanza di governo con i comunisti, il famoso “compromesso storico”.
Così nei primi anni 80′ si intensifica l’azione repressiva e terroristica, bombe esplodono ovunque, causando decine di morti e centinaia di feriti. L’atto piu’ clamoroso e’ l’attentato alla Stazione di Bologna che causo’ 86 morti. Ma anche in Belgio, nel 1983, azioni terroristiche dello Stay Behind seminano morte e terrore. Gruppi armati entrano in supermarket e centri commerciali sparando all’impazzata contro la gente inerme (vedi Blum: 1995).
3. Gladio e repressione:la Guerra Preventiva al dissenso intellettuale e politico.
La rete clandestina della Gladio non e’ pero’ solamente limitata alla strategia della tensione o al finanziamento sporco di dittature in centro e sud america, bensì una parte delle sue energie e’ destinata all’eliminazione di quei leaders della sinistra considerati pericolosi dai servizi di intelligence per la loro presa sulle masse (vedi Mattelart: 1991). Sono quelli che la sociologia pragmatica americana definisce opinion leaders e che hanno effetti rilevanti sull’opinione pubblica. Così mentre si cerca di costruire una comunicazione masss-mediatica volta a legittimare e stabilizzare il potere attraverso la creazione di opinion leaders di sicura fede politica (cioe’ di centro destra), allo stesso tempo si provvede a mettere fuori gioco quelli della sinistra. Come abbiamo accennato cio’ e’ piu’ evidente nell’operazione Condor che non deve stare molto attenta a provocare scandali, perche’ tutta l’america Latina e’ posizionata in un accurato cono d’ombra della comunicazione. Lì si provvede con metodi spiccioli all’eliminazione fisica di tali leaders, i cui nomi vengono accuratamente scelti dalla Gladio e dall’intelligence attraverso un’opera di valutazione e di selezione. In Europa invece lo Stay Behind deve stare attento a non sollevare reazioni di condanna morale da parte dell’opinione borghese moderata. Così la guerra preventiva al dissenso intellettuale e politico viene operata con metodi piu’ fini, strategie di vero e proprio stay behind. In particolare e’ l’aspetto economico che viene utilizzato per tartassare tali leaders, rendergli la vita impossibile dal punto di vista finanziario (con multe, sanzioni ecc.), ma si usano anche metodi piu’ pesanti quali sabotaggi che creano incidenti in apparenza casuali, o incriminazione per fatti criminali e/o terroristici le cui prove incriminanti sono accuratamente costruite dalla Gladio.
Nel 1972 ad esempio una delle prime operazioni del genere. A Fiungo, una frazione di Camerino in provincia di Macerata nelle Marche, i carabinieri ritrovano una certa quantita’ di armi in un casolare di campagna. Sul luogo sono presenti anche alcuni oggetti che addebita tali armi alla sinistra. Vengono arrestati il segretario del PCI di Camerino e altri giovani della sinistra locale, mentre la stampa monta subito il caso del terrorismo rosso. Come si sapra’ piu’ tardi (il caso Fiungo e’ emerso addirittura nell’inchiesta sul processo Andreotti) le armi erano state messe dalla Gladio in accordo con la locale stazione dei carabinieri.
A Tolentino, sempre in provincia di Macerata, negli anni 70′ un giovane leader carismatico della FGCI viene arrestato perche’ i carabinieri ritrovano nella sua cantina una certa quantita’ di armi. Il giovane nega la proprieta’ delle armi e dichiara di non saperne la provenienza, ma restera’ a lungo in carcere dove morira’ alcuni anni dopo.
Altri metodi sono conosciuti a tutti coloro che negli anni 70′ militavano in organizzazioni di estrema sinistra, e consistono ad esempio nel ritrovamento di buste contenenti eroina nelle auto dei malcapitati, buste appositamente situate dai soliti agenti, tanto che ad un certo punto si era sparsa nelle organizzazioni la parola d’ordine di controllare attentamente di aver chiuso tutte le portiere dell’auto, e che non vi fossero spiragli o aperture nei finestrini.
L’omicidio Moro poi rendera’ piu’ facile la repressione e decine di giovani vengono arrestati di notte senza prove e sbattuti in carceri speciali, senza la possibilita’ neanche di sapere il motivo degli arresti e di contattare un avvocato.
Una collegata strategia piu’ generale e’ stata quella di inondare il mercato di droghe pesanti quali cocaina ed eroina con un duplice risultato; da un lato quello di placare il dissenso trasformando potenziali ribelli in tossicodipendenti, dall’altro quello di avere così a disposizione fondi ingenti in nero per le operazioni sporche (nonche’ da mettersi in tasca). Intanto a livello mass-mediatico si prepara la svolta reazionaria varando un programma studiato proprio per i giovani, cioe’ l’esaltazione dello yuppismo, il giovane ambizioso e capitalista alla sfrenata ricerca della ricchezza e del piacere che deve sostituire gli hyppies e i rivoluzionari nella scelta dei miti a cui i giovani tendono per indole naturale. La svolta e’ significativa ed investe sin dai primi anni 80′ il tessuto sociale. Nelle discoteche si inizia a vietare l’ingresso a chiunque sia solo lontanamente ascrivibile a movimenti alternativi. Non si entra con scarpe da ginnastica, con i capelli lunghi, con i jeans strappati, ecc. ecc. e non viene piu’ suonata la musica rock.
Questo aspetto della Guerra Preventiva tesa a mettere fuori dal gioco potenziali leaders della sinistra politica, sindacale e organizzativa e’ pressoche’ sconosciuto per varie cause.
Una di queste e’ che negli anni piu’ caldi, gli anni 60′ e 70′, il piu’ grande partito di opposizione, il PCI, scelse la linea istituzionale lasciando questi giovani soli di fronte alla violenza clandestina dello stato che figurava come democratico ma di nascosto agiva pero’ con violenza estrema. Il PCI scelse di credere nello stato democratico e rigetto’ la protesta giovanile come estremismo, spesso rifiuto’ persino l’assistenza legale a molti di questi giovani, e semplicemente non ha mai creduto alla tesi della guerra clandestina. L’unico problema, essi pensavano, era la possibilita’ che una parte di neofascisti collegati ad esercito e forze dell’ordine potessero tentare un golpe. In realta’ questa parte nera era soltanto una delle due faccie della democrazia italiana dello stay behind, e sarebbe entrata in gioco con il golpe soltanto se la democrazia cristiana avesse perso il controllo del potere (gestito tra l’altro oltre che con le operazioni di intelligence e spionaggio della sinistra coordinate dalla CIA anche grazie alle collusioni con le diverse mafie del sud). Negli anni 80′ e 90′ invece il calo di consensi della sinistra di alternativa e il suo ammorbidirsi nei confronti del CAF (così veniva chiamata, lo ricorderete, la trojka Craxi-Andreotti-Forlani) lascio’ ancora piu’ mano libera alla guerra preventiva contro l’emergere di possibili nuovi leaders a sinistra, guerra che si e’ svolta nel piu’ assoluto silenzio contro i giovani piu’ promettenti della sinistra di opposizione e anarchica (questi in particolare i piu’ aggrediti perche’ privi di qualsiasi difesa istituzionale). Poi a nasconderne i lineamenti e’ anche la mancata declassificazione dei vari documenti coperti da segreto di stato, ed il fatto che appunto come strategia di Stay behind (cioe’ stai dietro, nasconditi) essa viene applicata veramente in modo chirurgico e talmente individualizzato che spesso neanche coloro che sono piu’ vicini agli interessati se ne accorgono. A questo proposito sarebbe veramente il caso di cominciare a raccogliere testimonianze e statistiche. La raccolta di dati anche solo a livello di indizi generali potrebbe aiutare molti storici e giuristi a far luce su uno degli aspetti piu’ inquietanti dello Stay Behind europeo. E ancor piu’ necessaria si rende una tale attivita’ di inchiesta se si considera che a tutt’oggi nessuno puo’ confermare che l’Operazione Gladio sia conclusa; secondo lo stesso Andreotti nel 1990 c’erano ancora almeno 600 agenti sul libro paga della Gladio. Il che getta sul presente un’ombra inquietante, per cui far luce sul passato potrebbe essere anche il primo passo verso una piu’ profonda comprensione del presente.
 

Bibliografia
BLUM, W.,
1995 – Killing Hope, U.S. Military and CIA Interventions since World War II, Common Courage Press, Monroe, Maine.
Chiaia, A.,
2006 – Memoria e Oblio, in: Jugoinfo, mailing list a cura del Comitato Nazionale Jugoslavia (www.cnj.it)
MATTELART, A.,
1991 – La communication-monde: Histoire des idées et des stratégies, La Découverte, Paris.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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