Ragni invadono villaggio indiano e uccidono due persone.

Fonte: http://articles.timesofindia.indiatimes.com
Traduzione: http://www.ditadifulmine.com/2012/06/ragni-invadono-villaggio-indiano.html

Lo scorso 8 maggio il villaggio di Chaulkhowa Nagaon, nella regione indiana di Assam, è stato invaso da un’orda di ragni nel bel mezzo di una funzione religiosa notturna. Ad alcuni è sembrata una scena uscita direttamente da un horror movie di serie B, ma il fatto pare essere accaduto realmente, costringendo al ricovero diversi abitanti del villaggio morsi dai poderosi cheliceri degli aracnidi invasori.

Il Sadiya Civil Hospital ha dovuto ricoverare diverse persone per morsi di tarantola. Alcuni pazienti sono addirittura arrivati alla struttura ospedaliera portandosi dietro alcuni degli aggressori.
Una delle vittime, Juntu Gogoi, è stata ricoverata all’ospedale Sadiya per via di un dolore lancinante causato dal morso di una di queste tarantole. Ma altre due, come il suo vicino di casa Purnakanta Buragohain, non sono stati così fortunati, morendo dopo qualche ora sul letto d’ospedale.
I ricoveri hanno causato un’ondata di panico tra la popolazione locale, e l’attivazione delle autorità locali del distretto di Tinsukia. Si è pensato a sterminare gli aracnidi con il DDT, ma non è stata giudicata una soluzione effettiva, dato che dopo l’attacco non si aveva alcuna informazione sulla reale provenienza dei ragni, e nemmeno sulla loro esatta specie d’appartenenza.
Due settimane dopo l’incidente, un team scientifico guidato dal dottor L. R. Saikia della Dibrugarh University ha tentato di svelare alcuni degli aspetti più curiosi dell’incidente eseguendo una ricerca sul campo per 48 ore, e catturando alcuni esemplari di tarantola che presumibilmente avrebbero attaccato il villaggio di Chaulkhowa Nagaon.
“Per quanto ne sappiamo ora, non possiamo dare alla specie un nome ben preciso. E’ simile alla tarantola, ma potrebbe essere una specie totalmente nuova. Non ci sono molti esperti di aracnidi nelle regioni nord-orientali, per cui ci vorrà un po’ di tempo per identificarla. Ma qualunque sia la specie, è un ragno molto aggressivo” spiega Saikia.
“Salta addosso a qualunque cosa gli si avvicini. Alcune delle vittime sostengono che il ragno sia rimasto agganciato a loro dopo averli morsi. Se così fosse, bisogna maneggiarlo con molta cura. I cheliceri di questo animale sono molto potenti; ma è troppo presto per chiamarlo ragno assassino. Infatti, non abbiamo ancora testato il veleno e scoperto la sua tossicità”.
Anche se l’aggressione delle tarantole sembra aver causato alcuni decessi, non è ancora possibile collegare le morti con il veleno dei ragni. “Non possiamo dire con certezza che le fatalità sono state causate dal veleno; potrebbe essere stata una reazione allergica al veleno, che ha causato un arresto cardiaco nelle vittime. Ma tutti i pazienti morsi si sono prima recati da un dottore, che ha aperto le ferite con un rasoio, ha risucchiato il sangue al loro interno e le ha cauterizzate. Anche questo avrebbe potuto far ammalare le vittime. Inoltre, non è stata somministrata alcuna dose di siero antiveleno, dato che non eravamo sicuri che il ragno fosse velenoso” afferma il dottor Anil Phatowali, sovraintendente del Sadiya Civil Hospital.
Che si tratti di una nuova specie o di una già nota è ancora troppo presto per dirlo. L’unica certezza è che questo ragno sembra essere una novità nella regione di Assam, sulla quale non c’è alcuna ricerca moderna o documento storico in grado di testimoniare la presenza di un aracnide di questo genere.
“Sadiya non è estranea al terrore. Questa località era nota per i sacrifici umani fino alla metà del XIX° secolo, quando l’Impero Britannico mise fine a questa pratica barbara. La regione ha inoltre sofferto immensamente durante i terremoti del 1897 e del 1950. A quel punto arrivò l’insurrezione. Ci sono state battaglie brutali nel Dibru-Saikhowa National Park pochi anni fa tra l’esercito e i ribelli. Recentemente, quattro sospetti maoisti sono stati uccisi qui. Persone così abituate al terrore non si fanno prendere dal panico per via di alcuni ragni, a meno che non ci sia qualcosa di davvero terrificante nell’episodio”.
Il ragno sembra somigliare al “Black Wishbone” (Aname Atra), una specie australiana nota per la sua aggressività, ma nessuno ha la minima idea di come possa aver raggiungo l’India. Rimane quindi possibile che si tratti di una specie del tutto nuova.
“Ci sono molti animali che devono ancora essere scoperti. Questa potrebbe essere una grossa scoperta. Comunque, rimane preoccupante il modo in cui questi aracnidi sono apparsi all’improvviso mordendo chiunque incontrassero. Il loro comportamento dimostra che non sono abituati alla presenza umana; per questo motivo, c’è la possibilità che questa specie sia stata introdotta accidentalmente o intenzionalmente nel nostro ecosistema”.
Il 28 maggio i ragni sono apparsi a Nalbari, a circa 600 km da Sadiya, aggredendo una donna che ha avuto il sangue freddo per catturare uno degli aracnidi e recarsi all’ospedale più vicino da sola.
Non solo i ragni sono apparsi a centinaia di chilometri di distanza dal primo incidente in neanche 20 giorni, ma sembrano apparire sempre in gruppo, comportamento decisamente anomalo. “Gli sciami di ragni sono rari, anche se abbiamo dei rapporti solitamente dopo le inondazioni, quando gli aracnidi sono alla ricerca di zone elevate e asciutte” spiega il naturalista britannico Vejay K Singh.
“Questo ragno” continua Singh, “è certamente un teraphosidae, comunemente noto come tarantola. Probabilmente appartiene al genere selenocosmia o lyrognathus. Sono notturni, cosa che spiega perchè l’attacco si è verificato di notte. I selenocosmia sono ragni aggressivi e mordono senza preavviso quando provocati. Comunque, non sono ragni sociali come i poecilotheria che vivono in India e Sri Lanka. Per cui l’idea dello sciame è curiosa. Forse, può essere un caso di boom della popolazione nell’area. E anche se aggressivi per natura, questi ragni non sono considerati pericolosi in quanto a tossicità, ed è improbabile che possano causare un morso letale in un individuo sano”.

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