L’Islam si ribella all’Occidente: 1 morto in Libano, ira al Cairo

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Fonte: http://www.net1news.org/lislam-si-ribella-alloccidente-1-morto-in-libano-ira-al-cairo.html

La rabbia suscitata dal film “L’innocenza dei musulmani” si sta diffondendo a macchia d’olio in tutti i Paesi Islamici. Dal Libano, all’Egitto, passando per l’Afghanistan Indonesia e Malesya il coro è unanime: morte ai blasfemi anti-islamici.

TRIPOLI – Esplode la rabbia anti-americana in alcuni paesi musulmani. Sassaiole al Cairo, proteste in piazza in Indonesia e Malesia, Le conseguenze più gravi della protesta si sono avute in Libano: un morto e 25 feriti il bilancio. E’ successo a Tripoli, nel nord del Libano, durante scontri tra polizia e manifestanti che protestavano per l’ormai famigerato “Innocence of Muslim” il film giudicato offensivo a Maometto e all’Islam. Alcune centinaia di persone hanno dato fuoco a un locale della catena di ristorazione americana Kentucky Fried Chicken (Kfc) di Tripoli, principale porto nel nord del Libano, in segno di protesta. A riferirlo è la televisione panaraba Al Arabiya. Proprio oggi in Libano è giunto papa Benedetto XVI, per una visita storica di tre giorni, che ha iniziato con un discorso in cui ha condannato il fondamentalismo, lanciando invece un appello alla tolleranza.

SUDAN:AMBASCIATE TEDESCHE PRESE D’ASSALTO – Secondo quanto riferiscono i media arabi dei manifestanti hanno fatto irruzione nella sede dell’ambasciata tedesca a Khartum e vi hanno issato la bandiera islamista. Il fatto sarebbe stato confermato da alcuni testimoni. Attaccata anche l’ambasciata britannica. Sul posto è intervenuta la polizia che ha cercato di allontanare circa 5.000 manifestanti con il lancio di lacrimogeni. Nella sede diplomatica della Germania la folla ha ha ammainato la bandiera tedesca e al suo posto ha issato un vessillo islamico. È stato anche rimosso l’emblema della repubblica tedesca e i manifestanti hanno appiccato un incendio davanti all’ingresso principale della rappresentanza diplomatica.

AFGHANISTAN: BRUCIATA FOTO OBAMA – Forte la rabbia anche in Afghanistan, dove è stata pubblicamente bruciata un immagine del presidente Usa Barack Obama. È successo a Ghanikhail, nella provicia di Nangarhar, vicino Kabul. Gli Imam della tribù di Shinwari hanno messo una taglia di 100.000 dollari sull testa del produttore del film

IL CAIRO, SASSAIOLE DAVANTI AMBASCIATA AMERICANA – La tensione rimane forte anche al Cairo, la prima piazza ad esplodere contro il film. Al Cairo è in corso una fitta sassaiola tra manifestanti e forze dell’ordine di fronte all’ambasciata americana. Centinaia di persone protestano davanti l’ambasciata, dove le forze di sicurezza hanno allestito un muro di blocchi di cemento alto 3 metri.

FBI RISCHIO ATTENTATI IN USA –  Non solo allerta in Nord Africa: l’attenzione è rivolta anche negli States. L’Fbi ha infatti reso noto la possibilità che le proteste contro il film anti-Islam possano estendersi negli Stati Uniti tramite gruppi estremisti. “Il rischio di violenza potrebbe aumentare sia in casa che fuori con il film che continua ad attirare attenzione” avvertono – riporta Abc – l’Fbi e il Dipartimento della Sicurezza Nazionale invitando le organizzazioni religiose a “riportare prontamente attività sospette”. In ogni caso, al momento non ci sono informazioni specifiche su specifiche minacce.

CENTINAIA IN PIAZZA IN INDONESIA E MALESIA –Pacifica ma presente la protesta anti-americana anche a Giakarta, dove circa 500 integralisti islamici sono scesi in piazza oggi a contro «la dichiarazione di guerra» contenuta – affermano – nel film anti-islamico girato negli Usa. La folla si è radunata attorno al Consolato Americano. Meno numerosa in Malaysia, altro Paese a maggioranza musulmana dell’Asia, alcune decine di persone hanno manifestato marciando fino all’ambasciata Usa a Kuala Lumpur.

CHIUSO AEROPORTO DI BENGASI – Nella mattinata le autorità libiche hanno chiuso per motivi di sicurezza l’aeroporto di Bengasi, la seconda città del Paese, dove è esploso il violento attacco al consolato Usa dove è morto l’ambasciatore americano: “Da giovedì sera abbiamo ricevuto l’ordine di sospendere immediatamente tutti i voli”, ha riferito una fonte dello scalo.

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