Fonte: http://www.eugeniobenetazzo.com/sofferenze-banche-italiane.htm
Chi non ricorda Gandalf ammonire Frodo e tutta la Compagnia dell’Anello incitandoli a scappare via dopo essere stato sopraffatto da un imponente Balrog nelle Miniere di Moria. La sua esternazione ormai è diventata un tormentone della rete da numerosi anni. Anche in Italia abbiamo avuto in questi ultimi mesi degli operatori istituzionali del risparmio gestito che non hanno detto “fuggite sciocchi” ma con il loro comportamento è come se l’avessero fatto. Sto parlando degli oltre 300 miliardi di euro in titoli di stato italiani che sono stati venduti in silenzio senza tanta pubblicità dai detentori non residenti. Stiamo parlando di una silenzioso smobilizzo di governativi italiani a colpi di oltre 50 milioni al giorno. Circa due anni fa la percentuale di detenzione dei titoli di stato italiano in mano ai non residenti superava il 45%, oggi invece siamo scesi al 30%. In borsa ti devi sempre chiedere da chi stai comprendo e perchè e a chi stai vendendo e perchè. Pertanto chi ha comprato questo 15% di flottante di debito italiano che è girato di mano in meno di 18 mesi ? Tralasciando una piccola parte di italiani che hanno voluto fare i patrioti, il grosso lo hanno comprato le banche italiane (sappiamo anche in che modo hanno foraggiato la provvista), sia le grandi che le piccole.
Sostanzialmente per leggere con maggiore semplicità queste statistiche significa che la percentuale di crediti di dubbia esigibilità in Italia (come dato medio) si attesta quasi al 10%, contro una media europea del 4%, peggio di noi stanno solo i greci (la virtuosa Germania si attesta al 2%). Adesso capite perchè alcuni istituti pagano la raccolta nuova anche al 5% se vincolata a più anni, adesso capite perchè sono necessari programmi di contenimento e ristrutturazione dei costi opertivi con licenziamenti ed esuberi che prima non si erano mai visti. Adesso capite perchè molte banche hanno subito un pesante downgrade che le ha trasformate in banche dal rating “speculative” contro il precedente e rincuorante “investment grade”. Adesso capite, nonostante la nostra proverbiale maestria italiana a trovare soluzioni e risolvere i problemi quando ormai siamo con l’acqua alla gola, perchè vi sono grandi operatori che non si fidano dell’Italia e delle sue banche, o proprio non ci credono. Cosa aspettate allora: fuggite sciocchi.