Proiettili per posta e stelle a cinque punte

Scritto da: Comandante Nebbia
Fonte: http://www.mentecritica.net

gold-starLa “Stella A Cinque Punte”, rigorosamente scritta con le iniziali in maiuscolo, ha un ruolo di eccellenza nel coacervo di cazzate che forma l’ossatura portante del sistema culturale/informativo italiano. Insieme al “Proiettile per Posta”, sul quale ci siamo già dilettati (vedi il contributo ad esso dedicato), nelle intenzioni di chi cucina il pastone quotidiano destinato ad alimentare le povere menti dei telelettori ( nell’accezione duplice di tele elettori e tele lettori ), dovrebbe scatenare panico unito al terrore di ripiombare, ed è proprio il caso di dirlo, negli “Anni di Piombo”.

Appena un cazzone che può vantare come unico merito quello di possedere tre euro per comprare una bomboletta di vernice spray scrive una fesseria e ci disegna affianco, malamente direi, una stellina, giornalisti, politici ed opinionisti scattano come se qualcuno gli avesse infilato un bastone arroventato là dove al dolore si unisce l’umiliazione virile. Partono i dibatti, si invocano indagini immediate, riprende ad aleggiare lo spettro cupo del terrorismo.

Ora vorrei capire chi, ragionevolmente, può sostenere che dietro un disegnino o un proiettile mandato per posta celere possa nascondersi una seria Minaccia Alla Democrazia. Se qualcuno avesse intenzione di fare del male al presidente della camera, non sarebbe così coglione da avvisare lei, la sua scorta e la Digos facendo scarabocchi per strada o mandando letterine. A questo punto tanto varrebbe mandare un bigliettino: “Presidente, cortesemente, dorma preoccupata”.

L’Italia nella quale si è sviluppata la lotta armata non esiste più. Se questo sia storicamente un bene o un male è un giudizio personale e ciascuno ha il suo. Mancano la cultura e la sensibilità politica che hanno portato tante persone a trasformarsi in assassini e a perdere le proprie vite oltre che quelle delle vittime credendo, stupidamente, di poter vincere una guerra che era solo nelle loro teste. L’evoluzione tecnologica nel campo delle comunicazioni ha reso impossibile per dei dilettanti scambiarsi informazioni e piani senza essere intercettati, registrati, infiltrati e attenzionati. Chi è del mestiere lo sa. Non esistono più le fonti di finanziamento internazionali, il potere fa cartello e i partiti, aldilà delle chiacchiere, si sostengono reciprocamente. Il mercato delle armi è controllato strettamente dalla malavita organizzata che è organica al sistema e lo difende. Il terrorismo anni 70 è un fenomeno consegnato alla storia come la Carboneria e chi ne evoca lo spettro lo fa scientemente per aumentare la confusione.

Certo, è ancora possibile che un pazzo possa piazzare una bomba in una stazione della metropolitana e uccidere centinaia di persone in un solo colpo, ma questo è un rischio insito in società come le nostre che fanno della libera circolazione delle persone un valore commerciale prima che etico. Questo, in ogni caso, è un’eventualità alla quale siamo esposti tutti, meno che chi la metropolitana non la prende perché riveste un’alta carica, probabilmente.

La Stella a Cinque Punte e la pallottola che arriva col postino, più che il terrorismo, richiamano quelle scritte e quei disegni fatti di nascosto nei cessi degli autogrill: le tette con lo spruzzo sopra, il grosso pisellone con sotto il numero di telefono, l’organo sessuale femminile rappresentato come una sorta di bocca vorace e cannibale. Si tratta di sfoghi onanisti consumati col favore dell’anonimato. Una catarsi dell’impotenza.

I veri pericoli per l’Italia rimangono una classe politica il cui primo obiettivo, a prescindere dagli schieramenti, è perpetuare sé stessa ed un elettorato stanco e disilluso che ha firmato una delega in bianco perenne rinunciando ad ogni forma di controllo.

Dove non c’è politica non esiste lotta politica, nemmeno quella armata.

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