George Adamski

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adamski_1280588395George Adamski nacque in Polonia nel 1891 ma visse tutta la sua vita negli Stati Uniti. Appassionato e astronomo dilettante, scrutava spesso il cielo con i suoi telescopi, ai quali collegava una macchina fotografica, risiedendo nei pressi dell’Osservatorio astronomico di Monte Palomar.
Il 20 novembre del 1952 nel deserto dell’Arizona il polacco-americano Adamski incontrò un uomo proveniente da Venere. Alto, biondo, bellissimo quest’essere comunica con lui telepaticamente. Quell’incontro fu il primo di una lunga serie. Dopo un mese dal primo contatto, raccontò di aver avuto l’opportunità di viaggiare a bordo di un astronave extraterrestre. Nonostante le incessanti polemiche, Adamski tenne un gran numero di conferenze, presenziate da numerose persone, e scrisse alcuni libri nei quali raccontò le sue esperienze con le creature extraterrestri (“A bordo dei Dischi Volanti”, “I Dischi Volanti torneranno”, “I Dischi Volanti sono atterrati”).
Nel 1954 parlò di una fascia di anelli radioattivi che, nel corso del suo viaggio spaziale, avrebbe visto ruotare attorno al nostro pianeta. La scienza ufficiale ne scoprì l’esistenza solo nel 1958 grazie all’ausilio dell’apparecchiatura tecnica installata a bordo dell’Explorer I, il primo satellite lanciato in orbita dal governo americano. Quello delle cosiddette fasce di Van Allen (che presero il nome dal fisico che le studiò) non rimane però un caso isolato. Adamski descrisse altri fenomeni celesti, a quell’epoca non ancora conosciuti, e girò un buon numero di foto e filmati a ricognitori telemetrici e ad astronavi madre sigariformi.
Ripetute analisi non rilevarono nelle immagini, tracce di contraffazione e alcune delle fotografie da lui scattate furono autenticate dagli autorevoli esperti dell’americana Metro Goldwyn Meier e della Eastman Kodak. Nel corso di uno dei suoi contatti, Adamski ricevette un importante messaggio da un anziano essere extraterrestre, che gli venne presentato come un Maestro il quale si dichiarava profondamente preoccupato per le sorti del nostro pianeta, costantemente compromesso dal pericolo di un olocausto nucleare e dalla grave situazione ecologica che minaccia la sopravvivenza di ogni forma di vita.
Adamski muore nel 1965 e viene sepolto ad Arlington nel Cimitero degli Eroi.

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