Dopo l’euro, tutti in guerra?

Scritto da: Claudio Messora
Fonte: http://www.byoblu.com/post/author/admin

LaTerzaGuerraMondialeDellaMerkel

Nel 2011, quando sotto i colpi della crisi Monti e Papademos venivano incaricati di avviare l’invasione della Troika in Italia e in Grecia, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy rilasciavano ai posteri due dichiarazioni inquietanti.

Se cade l’euro cade l’Europa. Nessuno prenda per garantiti altri 50 anni di pace in Europa“ [Angela Merkel]

L’Europa è il continente che ha conosciuto le guerre più barbare al mondo, e non sono accadute nel Medioevo, ma nel XX secolo, per ben due volte. […] Lasciare distruggere l’euro è prendersi il rischio di distruggere l’Europa. Colore che vogliono distruggere l’euro si assumeranno la responsabilità di riaccendere i conflitti nel nostro continente“ [Nicolas Sarkozy]

 

La permanenza nell’Euro veniva così legata allo spettro di un nuovo secolo di barbarie. Una minaccia più che velata, concordata e poi ventilata di proposito dalle due maggiori potenze nella UE.
Le grandi crisi sono sempre state foriere di pesanti conflitti armati. Del resto, come avevo ricordato nell’agosto 2012, ci eravamo già passati.

E oggi, che l’euro è più traballante che mai, l’Italia è pronta a modificare la sua Costituzione per attribuire alla sola maggioranza di Governo la facoltà di dichiarare lo stato di guerra. Ad oggi, infatti, l’articolo 78 recita ancora così: “Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari”, mentre l’articolo 87 ribadisce: Il Presidente della Repubblica, che ha “il comando delle forze armate“, “dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere“.

Ma con la riforma del Senato in Camera non elettiva, i consiglieri regionali e i sindaci avrebbero avuto altresì il potere di dichiarare guerra. Così stanno cambiando l’articolo 78, in modo che tale facoltà sia appannaggio della sola Camera dei Deputati. Ma con le leggi elettorali che corrono, le quali di fatto attraverso il premio di maggioranza attribuiscono a una minoranza del Paese il controllo di Montecitorio, questo significa che un solo partito, anche se lontano dall’essere espressione della volontà nazionale, avrà il potere di decidere l’ingresso degli italiani in un conflitto armato. E con la sola maggioranza semplice! Neppure cioè con quella qualificata con la quale ad esempio si vota per l’elezione del Capo dello Stato. La maggioranza qualificata serve infatti a garantire che alcune decisioni di natura estremamente rilevante per l’interesse del popolo vengano prese con un consenso allargato.

Secondo il professor Carlo Galli “se il motivo per cui si mette mano alla legge elettorale è quello di aumentare la governabilità, la guerra è parte delle decisioni del governo? La Costituzione prevede tre attori istituzionali che decidono su un atto considerato di gravità eccezionale: Governo, Parlamento e Capo dello stato, secondo i poteri attribuitigli dall’art. 87 della Costituzione. Questa previsione dei padri costituenti nasce dal fatto che il sistema elettorale proporzionale è previsto come implicito nella nostra Costituzione e quindi vengono conseguentemente richiesti una faticosa mediazione tra le forze politiche e un dibattito politico, parlamentare e pubblico su atti di estrema rilevanza per il nostro Paese, quali sono appunto, la dichiarazione di stato di guerra e l’elezione del Capo dello Stato”.

La prossima modifica la faremo all’Articolo 11? Diventerà: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, ma se sta bene al Presidente del Consiglio… fa niente“?

 

 

 

 

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