Il soggetto

Scritto da: Piero Cammerinesi
Fonte: http://www.liberopensare.com/component/k2/1020-il-soggetto

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Il soggetto non appartiene al mondo, ma è un limite del mondo.
Ove, nel mondo, vedere un soggetto metafìsico?
Tu dici che qui è proprio così come con occhio e campo visivo.
Ma l’occhio in realtà non lo vedi.
E nulla nel campo visivo fa concludere che esso sia visto da un occhio.
Il campo visivo non ha infatti una forma cosi:

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Così argomenta Ludwig Wittgenstein nel suo Logisch-Philosophische Abhandlung.

Vero, nel guardare il mondo l’occhio non vede se stesso.
Vede gli alberi, i monti, le persone, il cielo, ma non ciò con cui sta guardando.
È il campo visivo quello che ha dinanzi – e il campo visivo non comprende l’occhio.
Il vedere non può vedere se stesso.

Allo stesso modo il soggetto non percepisce di regola se stesso nello sperimentare il mondo.
Wittgenstein dice giustamente che nella percezione ordinaria che abbiamo della realtà, noi siamo il limite, il confine inosservato del mondo.
Da tale confine si muove la nostra percezione delle cose.
La stanza inizia dalle pareti, ma noi non contiamo le pareti nel misurare la stanza, anche se – senza pareti – essa non sarebbe una stanza.
Io guardo la natura intorno a me, gioisco degli affetti, cerco di capire il senso della mia vita – ma i miei pensieri e i miei sentimenti si rivolgono al mondo esteriore o interiore senza sperimentare se stessi.
Allo stesso modo dell’occhio che, nel campo visivo, non contempla se medesimo.

Ma una attività che possa sperimentare se stessa esiste.
È il pensare.
Solo il pensare può abbracciare se stesso nella sua osservazione del mondo.
Pensare è l’unica attività che può comprendere – nel senso di accogliere, abbracciare – se stessa.
Se il pensare comprende, abbraccia se stesso nella sua osservazione del mondo allora il soggetto metafisico che il grande filosofo austriaco cerca, lo incontra all’interno dei limiti del suo mondo.

È, allora, come se il campo visivo comprendesse, nella sua percezione del mondo, anche l’occhio che guarda.

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