Inglesi già in Libia, Turchia e Israele coi terroristi in Siria

Fonte: http://www.libreidee.org/2016/04/inglesi-gia-in-libia-turchia-e-israele-coi-terroristi-in-siria/

Il Regno Unito ha schierato di nascosto forze speciali in Libia, mentre Israele sta chiudendo un occhio su Al-Nusra in Siria. E la Turchia vuole che gli islamisti radicali abbiano la meglio in Medio Oriente ed entrino in Europa: sono le sconvolgenti informazioni che re Abdullah di Giordania ha confidenzialmente condiviso con i parlamentari degli Stati Uniti. Il sovrano giordano, al potere dal 1999, ha dato questa schietta valutazione ai leader del Congresso, tra cui John McCain e Paul Ryan, in un incontro a porte chiuse durante la sua visita negli Stati Uniti a gennaio. Lo si apprende tramite una fuga di notizie finita sul “Guardian”. Nella rivelazione più importante, il reale ha detto che le forze speciali giordane operanti in Libia sono state incorporate in un contingente britannico di unità “Sas” per aiutare i corpi speciali inglesi a superare le barriere culturali e linguistiche. L’agenzia di intelligence Stratfor conferma: le “Sas” inglesi in Libia starebbero «scortando squadre del Mi6», impegnate ad «incontrare i funzionari libici per la fornitura di armi e addestramento all’esercito siriano e alle milizie in lotta contro lo Stato Islamico».

Sempre secondo la Stratfor, anche i velivoli Sentinel delle forze aeree britanniche hanno base a Cipro per missioni di sorveglianza su Sirte, la città libica controllata dall’Isis, aggiunge “Rt” in un post ripreso da “Voci dall’Estero”. Se David Abdullah di GiordaniaCameron rifiuta di fornire informazioni sull’operazione, si sa che ufficialmente la Gran Bretagna posizionerà 1.000 soldati in Libia per aiutare i locali nell’addestramento e assistere il traballante governo libico nell’immediato futuro, «ma finora apparentemente nessuno è stato inviato nel paese, che è nella morsa di una guerra etnica e settaria da quando Muhammar Gheddafi è stato rovesciato nel 2011». Altre dichiarazioni fatte dal giordano Abdullah indicano profonde spaccature tra gli Stati Uniti e le coalizioni guidate dai sauditi col compito di eliminare lo Stato Islamico e ripristinare lo stato di diritto nella regione. Secondo Abdullah, il presidente-dittatore turco Recep Tayyip Erdogan «crede in una soluzione islamica radicale ai problemi della regione». Sicché, «i terroristi che stanno andando in Europa fanno parte della strategia politica turca».

La rivelazione arriva subito dopo l’annuncio dell’accordo che la Turchia ha concluso con l’Unione Europea sui profughi, in cambio di miliardi di euro. Israele, dal canto suo, è accusato di “guardare dall’altra parte” quando si tratta delle milizie siriane di Al-Nusra, collegate ad Al-Qaeda, che controllano ampie fasce di territorio siriano. Israele proteggerebbe Al-Nusra perché il gruppo è «una opposizione ad Hezbollah», la milizia libanese finanziata dagli iraniani che combatte per il presidente Bashar Assad nel conflitto siriano. In precedenza, sui media c’erano state accuse che sostenevano che Israele stesse anche assicurando cure mediche ai combattenti di Al-Nusra, dopo aver stabilito un canale di comunicazione diretto tra l’esercito israeliano e il gruppo terrorista. Infine, re Abdullah punta il dito contro Al-Shabaab, il gruppo jihadista dell’Africa orientale. Ha un profilo più basso rispetto ad Isis, Boko Haram e altri, ma ha cominciato a «introdursi in Libia». L’esercito di Amman è pronto a intervenire: «Abbiamo una forza di dispiegamento rapido che si schiererà con gli inglesi e il Kenya ed è pronta ad entrare in Somalia», ha detto il sovrano ai membri del Congresso statunitense.

Il Regno Unito ha schierato di nascosto forze speciali in Libia, Israele sta chiudendo un occhio su Al-Nusra, e la Turchia vuole che gli islamisti radicali abbiano la meglio in Medio Oriente ed entrino in Europa: sono le sconvolgenti conoscenze che re Abdullah di Giordania ha confidenzialmente condiviso con i parlamentari degli Stati Uniti .
Il capo dello stato del Medio Oriente, al potere dal 1999, ha dato questa schietta valutazione regionale ai leader del Congresso, tra cui John McCain e Paul Ryan, in un incontro a porte chiuse durante la sua visita negli Stati Uniti a gennaio. Le minute dell’incontro sono ora state ottenute dal Guardian tramite una fuga di notizie non autorizzata.
Nella rivelazione più importante, il reale ha detto che le forze speciali giordane operanti in Libia erano state incorporate in un contingente britannico di SAS più consistente per aiutare [le SAS] a superare le barriere culturali, inclusa la comprensione del “gergo giordano [che] è simile al gergo libico“.
Il Foreign Office britannico per proprie regole non rilascia commenti su dove si trovino le forze d’elite SAS e altre forze speciali.
L’agenzia di intelligence sulla sicurezza Stratfor aveva già ipotizzato il coinvolgimento del Regno Unito all’inizio di questo mese, affermando che le unità SAS stanno “scortando squadre del MI6 ad incontrare i funzionari libici per la fornitura di armi e addestramento all’esercito siriano e alle milizie in lotta contro lo Stato islamico. Anche gli aerei Sentinel delle forze aeree britanniche hanno base a Cipro per missioni di sorveglianza su [la città libica controllata dall’ISIS di] Sirte“.
Tuttavia, David Cameron ha rifiutato di fornire qualsiasi informazione su questo, anche a commissioni parlamentari ristrette, dicendo all’inizio di questa settimana che le SAS sono già “soggette al diritto internazionale, come lo è chiunque altro nel nostro paese, ma io non propongo di cambiare le modalità in base alle quali operano questi uomini incredibilmente coraggiosi“.
Ufficialmente, la Gran Bretagna posizionerà 1.000 soldati in Libia per aiutare i locali nell’addestramento e assistere il traballante governo libico nell’immediato futuro, ma finora apparentemente nessuno è stato inviato nel paese, che è nella morsa di una guerra etnica e settaria da quando Muammar Gheddafi è stato rovesciato nel 2011.
Il The Guardian sostiene che l’ufficio del primo ministro ha rifiutato di rispondere alle domande della stampa sulle ultime fughe di notizie.
Altre dichiarazioni fatte dal cinquantaquatrenne Abdullah sono per lo più pettegolezzi, ma indicative di profonde spaccature tra gli Stati Uniti e le coalizioni guidate dai sauditi col compito di eliminare lo Stato Islamico e ripristinare lo stato di diritto nella regione.
Abdullah ha detto che il presidente turco Tayyip Recep Erdogan “crede in una soluzione islamica radicale ai problemi della regione“. Ha continuato dicendo che “i terroristi che stanno andando in Europa fanno parte della [strategia] politica turca, e la Turchia continua a bacchettarli, ma sono al sicuro“.
La rivelazione arriva subito dopo l’annuncio di un accordo che la Turchia ha concluso con l’Unione europea all’inizio di questo mese per aiutarla a risolvere il problema dei profughi in cambio di miliardi di euro.
Israele è accusato di “guardare dall’altra parte” quando si tratta di al-Nusra, collegata ad al-Qaeda, che controlla ampie fasce di territorio in Siria incluso quello al confine con Israele, perché il gruppo è “una opposizione ad Hezbollah“, la milizia libanese finanziata dagli iraniani che combatte per il presidente Bashar Assad nel conflitto siriano. In precedenza sui media ci sono state accuse che sostengono che Israele sta anche dando cure mediche ai combattenti di al-Nusra prima di rimandarli di nuovo sul campo di battaglia, e che è stato stabilito un canale di comunicazione diretto tra l’esercito israeliano e il gruppo terrorista. L’IDF  [l’esercito israeliano, NdT] ha però sempre negato queste accuse.
L’avvertimento più serio di re Abdullah riguarda al-Shabaab, un gruppo jihadista dell’Africa orientale con un profilo più basso rispetto ad ISIS, Boko Haram e altri, ma che ha cominciato a “introdursi in Libia“.
“La Giordania sta osservando al-Shabaab perché nessuno sta davvero ponendo attenzione al problema, e non possiamo separarlo [dal resto], e dobbiamo guardare a tutti i punti caldi sulla mappa. Abbiamo una forza di dispiegamento rapido che si schiererà con gli inglesi e il Kenya ed è pronta ad entrare in Somalia“, ha detto ai membri del Congresso.
Le ambasciate giordane negli Stati Uniti e nel Regno Unito si sono rifiutate di validare le affermazioni, mentre un membro del Congresso ha ammesso al The Guardian che la riunione c’è stata, ma non autenticherebbe i punti di discussione trattati.

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