Carlo Dossi

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Carlo Dossi

Carlo Alberto Pisani Dossi nasce a Zenevredo, in provincia di Pavia, il 27 marzo 1849. Erede di una famiglia di proprietari terrieri, si trasferisce a Milano nel 1861. Carlo Dossi è molto giovane quando partecipa al movimento della Scapigliatura milanese: scrive articoli sui periodici locali e realizza varie opere.

Collabora per le testate Cronaca bizantina, il Capitan Fracassa, il Guerrin Meschino, La Riforma e La Riforma illustrata. Ma tanto il suo talento è precoce, quanto la sua carriera di scrittore breve: La Riforma presta molta attenzione all’azione politica dello statista Francesco Crispi, grazie al quale Dossi intraprende la carriera diplomatica accantonando l’attività letteraria.

Legato quindi politicamante a Francesco Crispi (presidente del Consiglio dei ministri nei periodi 1887-1891 e 1893-1896) Dossi diviene presto, nel 1870, Console a Bogotá. Sarà poi segretario particolare di Crispi nel 1887, ministro plenipotenziario ad Atene, dove si innamora dell’archeologia, e negli ultimi anni di vita Governatore dell’Eritrea (a cui sembra lo stesso Dossi abbia dato il nome).

Dopo la caduta del governo Crispi (1896) abbandona nel 1901 la carriera diplomatica per ritirarsi con la moglie e i tre figli nella sua villa di Corbetta, ereditata dal commendatore Francesco Mussi, zio della moglie. Qui Carlo Dossi può coltivare la propria passione per l’archeologia, passione che in seguito il figlio Franco Dossi continuerà in forma di collezionismo. Carlo Dossi mette insieme numerosi reperti recuperati ad Atene e Roma, vario materiale risalente ad epoca precolombiana, e numerosi oggetti trovati in scavi eseguiti in Lombardia nelle zone di Corbetta, Albairate, Santo Stefano Ticino, Sedriano e lungo le sponde del Ticino. Progetta quindi il Museo Pisani Dossi che situa nella sua casa di Corbetta e dispone che una serie di reperti vengano inviati dopo la sua morte al museo archeologico del Castello Sforzesco di Milano.

Dal 1902 al 1910 Dossi entra a far parte del Consiglio Comunale di Corbetta.

Profonda e significativa è la sua amicizia con Tranquillo Cremona, artista che per lui dipingerà un ritratto conservato oggi nella villa di Corbetta; lo stesso Dossi avrà modo di affermare che da Cremona avrebbe imparato l’arte dello scrivere.

Anomalo ed estraneo ad ogni corrente, del Dossi scrittore è da ricordare la sua predisposizione per i giochi sintattici e lessicali, sottolineati da bruschi cambiamenti di genere che vanno dall’aulico al popolaresco, mediante l’utilizzo di rimescolamenti di vocaboli latini e lombardi, tecnici e gergali.

Carlo Dossi muore a Cardina, vicino Como, il 19 novembre 1910.

Opere:

– L’altrieri (1868)

– Vita di Alberto Pisani (1870)

– Ona famiglia de cialapponi (1873, con Gigi Pirelli)

– La colonia felice (1878)

– Gocce d’inchiostro (1880)

– Ritratti umani, dal calamajo di un medico (1874)

– Ritratti umani – Campionario (1885)

– Desinenza in A (1878 e 1884)

– Amori (1887)

– Fricassea critica di arte, storia e letteratura, 1906)

– Rovaniana (1944, postumo e incompiuto)

– Note azzurre (1964, postumo, pubblicato solo parzialmente nel 1912)

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