Carceri private, censurare la libertà

Fonte: http://freenfo.blogspot.com/

Qualche anno fa pochi attenti osservatori della politica internazionale, avevano lanciato qualche umile messaggio di allerta circa la situazione generale riguardo la libertà di espressione. Fra i pochi c’era il sottoscritto, che nonostante le teorie poco ortodosse e molto spesso criticate dai soliti beceri col paraocchi, tentava di argomentare notizie fuori dal coro dei così detti contro-informatori (che di contro avevano solo il nome). Oggi la situazione è peggiorata notevolmente. Il carissimo amico, (http://intermatrix.blogspot.com/ ) che consiglio a tutti di leggere, a prescindere dalla vostra struttura mentale, come me avvertiva circa il futuro prossimo e consigliava rimedi molto efficaci per salvaguardare quanto meno la parte più sottile della nostra esistenza. Oggi mentre i padroni legiferano senza bisogno di parlamento e finte autorizzazioni politiche, noi siamo in balia di un’ondata di cambiamenti epocali, tutti indirizzati all’annientamento della libertà dell’individuo. Le carceri stanno per diventare moderne strutture private, finanziate dagli stessi padroni che hanno interesse che molti “dissidenti” facciano una fine silenziosa in qualche cella senza aria. La censura sta poco a poco conquistando il web e i tantissimi social-addicted stanno per essere collegati ad un mega e unico database in grado di valutare, censire e indicare ogni singola opportunità per il futuro dell’uomo. Opportunità che non sarà tuttavia l’uomo a decidere, ma incaricati dei padroni attraverso subdoli e schifosi esecutori dei loro programmi. La parola libertà non esisterà più sul vocabolario, nessuno potrà più essere nel sistema senza dover sottostare alle nuove leggi restrittive. A poco a poco si potrà incorrere in arresti preventivi, accuse di terrorismo e cospirazione, a seconda del volere di chi un giorno sarà in grado di staccarci la spina. L’unica cosa che ci terrà vivi e alla fine prevarrà sul resto è la nostra anima votata e consacrata al Padre, un’anima che sarà l’unica guida per vivere nello Spirito di Verità e indirizzare ogni giorno le scelte secondo un discernimento puntuale e preciso. I tempi sono maturi e tutto è ben definito con compiti e regole precise. A noi come sempre la scelta di essere o non essere pedine del gioco, o quanto meno di non essere pedine inconsapevoli di tutto questo.

Monti: “il posto fisso è una monotonia”. Ma lui, Senatore a vita, il posto fisso ce l’ha… e se lo tiene stretto!

Fonte: http://www.agenziastampaitalia.it/

(ASI) Secondo Mario Monti, il posto fisso è una monotonia e i giovani si devono abituare all’idea che non avranno un posto stabile a vita. Il presidente del Consiglio, intervenendo su Canale 5 nel programma Matrix di ieri sera ha dichiarato: “I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E’ bello cambiare e accettare delle sfide”. Un intervento maldestro che, oltre al tapiro, meriterebbe un premio: “la Laurea (dis) Honoris causa” in Politiche giovanili!

Per i giovani sarebbe davvero bello avere la possibilità di accettare nuove sfide e trovare un lavoro dignitoso, ma forse, Mr. Monti (Goldman Sachs & co),chiude gli occhi davanti all’allarmante percentuale di disoccupazione giovanile che ha superato il 30%.  E’ bene chiarirlo, il Senatore a vita Monti, grazie al Presidente Napolitano, il posto fisso ce l’ha. Per cui sicuramente dimentica che molti giovani, pur di tirare avanti lavorano per poche centinaia di euro al mese e con contratti disumani.

Poi, se a qualcuno venisse la malsana idea di scendere in strada, per protestare contro i parolai inchiodati alla poltrona e contro i contratti da fame, ci ripensi! E’ assolutamente vietato contestare il volere delle Banche & Company… I manganelli “democratici” sono pronti. Le galere privatizzate, anche.

Oscar Luigi Scalfaro,Presidente Emerito?

Scritto da : Antonio Pappalardo
Fonte:http://www.sindacatosupu.it/2012/01/30/oscar-luigi-scalfaropresidente-emerito/

Cari Amici,

“Oggi è morto Oscar Luigi Scalfaro, Presidente emerito della Repubblica. Fu vera gloria, avrebbe detto Manzoni? I posteri lo giudicheranno. Posso sin d’ora dire che vi sono alcune pagine oscure legate al suo settennato di Presidente della Repubblica.

Ve ne vorrei ricordare due:

– il primo, quando non ha mai voluto chiarire come ha impiegato i 4 miliardi di euro che i Servizi segreti gli avevano versato, mentre era Ministro dell’Interno;

– il secondo, quando, mentre ero Sottosegretario di Stato alle Finanze, mi ha invitato, pur dicendomi che avevo ragione, a inghiottire il rospo, dimettendomi dalla mia carica di governo, per una condanna per diffamazione che avevo avuto da un Tribunale militare, per aver detto che il Comandante Generale dell’Arma non poteva essere scelto dalle segreterie dei partiti. Quale grave accusa!

Gli ho risposto che non avevo inghiottito rospi da ufficiale dei Carabinieri; non lo avrei fatto da deputato della Repubblica.

Mi ha replicato che lui in 40 anni di attività politica, aveva inghiottito rospi a tutta forza.

Gli ho continuato a dire di no!

Al mio rifiuto, mi ha detto che, seppur costretto, avrebbe firmato il DPR per revocarmi il mio incarico.

Inaudito! Un fatto senza precedenti! Chi ha costretto Scalfaro a firmare un provvedimento che si poneva contro la norma costituzionale, che dice che tutti i cittadini sono colpevoli a sentenza definitiva, e per altro per un reato di diffamazione militare che si è poi rivelato inesistente?

Pur essendo stato assolto pienamente dalla Corte di Cassazione, Scalfaro non mi ha mai scritto un rigo per scusarsi per il grave errore commesso.

Questa è l’Italia dei prepotenti che noi stiamo combattendo in tutta Italia da oltre 30 anni.

Ho scritto un libro “I racconti del Colonnello” (editore Morrone di Siracusa), in cui sono scritti i vari abusi commessi contro il popolo italiano.

Penso che sia arrivato il momento di alzare la testa contro questo regime che infanga il nome e la dignità delle persone che vi si oppongono e affama gli Italiani.

Ecco perchè è nato il Movimento civico “Dignità sociale”. Per salvare la nostra Patria.

OVRA …

Fonte: http://www.strano.net/stragi/stragi/sigle/ovra.htm

E’ la polizia politica del regime fascista.

L’organizzazione nasceva nel 1927 come Ispettorato speciale di polizia, organo esecutivo della neonata Divisione polizia politica. Emblematica la circolare di Bocchini del luglio 1936 ai questori ed ai prefetti del Regno che regolava i reciproci rapporti tra queste istituzioni e l’OVRA: quest’ultima, vi si ribadiva, rappresentava l’avanguardia nella prevenzione e repressione dell’attività sovversiva ed in particolare di quella comunista (in Archivio Centrale dello Stato, Min. Int., Dir. Gen. di PS, K/R OVRA, b. 6).
Il primo direttore della Divisione Polizia politica fu Ernesto Gulì (1926-1929), seguito da Michelangelo Di Stefano (1929-38) e, infine, da Guido Leto (1938-1945). L’Ispettorato speciale assumeva il nome di OVRA (sigla mai chiarita compiutamente nel suo significato) solo nel dicembre del 1930, all’atto degli arresti che travolgevano gli antifascisti di Giustizia e Libertà milanese.
Il capo della prima zona OVRA, la più importante di tutte, era l¹ispettore generale di PS Nudi (sostituito dal Peruzzi sul finire degli anni 30 a causa di uno scandalo commerciale che rischiava di coinvolgere lo stesso Nudi e suo figlio).
Secondo Mimmo Franzinelli (“I tentacoli dell’Ovra”, Boringhieri, Torino, 1999, pp. 30-31), la Divisione polizia politica rappresentò l’evoluzione dell’ufficio di coordinamento informativo istituito in seno alla segreteria del capo della polizia, con fisionomia propria dall¹inizio del 1928. Essa svolgeva un¹attività essenzialmente conoscitiva e forniva ai governanti e ai comparti repressivi dello Stato notizie di estrema utilità per la stabilità del regime, adempiendo a funzioni di servizio fiduciario della Direzione generale della PS.
L’OVRA estese in Italia, ma anche all’estero, una fitta rete di informatori e delatori con lo scopo di reperire ogni genere di notizie su qualsiasi tipo di attività antifascista. Agiva in stretta collaborazione con il tribunale speciale per la difesa dello Stato.
Nel 1945 viene sciolta la Divisione Polizia politica e l’OVRA.Restano attivi Gli Uffici Politici delle Questure che svolgono funzioni di organi informativi periferici.
Nel dopoguerra, gran parte della rete dell’OVRA veniva riconvertita ai fini della guerra fredda, rinnovandone la funzione di contrasto al comunismo.
Decisiva, in questo senso, era la collaborazione di Guido Leto, contattato nel 1945 dai servizi segreti americani tramite un giovanissimo funzionario di polizia, destinato ad una brillante carriera negli apparati di sicurezza della nuova repubblica democratica italiana: Federico Umberto D’Amato, il futuro capo dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno.

TRA STORIA E LEGGENDA… Mata Hari

Fonte: http://www.liberamenteonline.info/index.php?option=com_content&view=article&id=366:tra-storia-e-leggenda-mata-hari&catid=68:guerre-segrete&Itemid=106

In molti casi la guerra viene condotta dagli uomini; ma ciò non toglie che anche le donne possano avere dei ruoli interessanti e alle volte fondamentali. Pensando al MI6, il servizio segreto inglese, balza subito agli occhi, ad esempio, che la maggior parte dei suoi capi, lungo la storia, fossero proprio donne, come Q dei film di James Bond. E ovviamente vien da pensare a Mata Hari. Il vero nome di questa coraggiosa donna nata a Leeuwarden (Paesi Bassi) nel 1876 era Margaretha Geertruida Zelle.
La sua infanzia è felice e agiata dal momento che l’estrazione sociale della famiglia è medio borghese. Si sposa nel 1895 con un militare: il capitano MacLeod, con cui si sposta ben presto in Indonesia.

La permanenza in questo paese diviene difficile per la nuova famiglia, a causa delle dure condizioni di vita della regione e dalla tragedia che li colpisce nel 1897, quando uno dei figli della coppia muore avvelenato da una medicina somministratagli.
Ben presto è chiaro che i problemi non sono dovuti solamente all’Indonesia, ma alla coppia in sé e quindi nel 1902 i coniugi divorziano legalmente. Cosa fare adesso? Margaretha decide di tentare l’avventura in una grande città dalle molte possibilità: Parigi.
Elemosinare lavoro non è mai una buona idea e quindi, dopo molti tentativi falliti, decide di calarsi nell’ambiente “in” della città. Prende alloggio in un albergo prestigioso e si presenta a Monsieur Molier, proprietario di un famoso circolo di equitazione e di un circo. Margaretha viene invitata ad esibirsi ad una festa privata a casa di Monsieur Molier dove esegue una danza a cavallo imparata in Indonesia riscuotendo un grande successo e ottenendo così il suo primo lavoro. Da lì la vita artistica procede speditamente fino al raggiungimento del successo internazionale. Nel 1914 però, i venti di guerra stanno già soffiando sull’Europa e il Belgio è già stato invaso dalle truppe Austro-Ungariche.

Ben presto conoscerà numerosi alti ufficiali e ne diverrà l’amante o la confidente fino alla svolta: nel 1915 viene assoldata come spia dal console tedesco Alfred von Kremer che la farà addestrare in Germania da una altra grande spia, Elsbeth Schragmüller. La danzatrice però è sorvegliata anche dai servizi segreti di Francia e Inghilterra e, non appena giunge in Spagna, accetta la proposta di servire la Francia, dietro il pagamento di un milione di franchi, cifra esorbitante per quel periodo.
E’ l’inizio di un doppio gioco fatale: da un lato serve la Francia, dall’altro la potenza austro-ungarica senza privilegiare nell’una né l’altra. Saranno i francesi a scoprire questo inganno e sarà così che, il 2 gennaio 1917, Mata Hari sarà arrestata e rinchiusa nel carcere di Saint Lazare. In seguito al processo, che chiarirà le sue responsabilità, sarà fucilata il 15 ottobre del 1917 e la sua salma sarà sezionata e poi deposta in una fossa comune. L’unica cosa che al momento resta di lei è la testa, trafugata negli anni ’50 e mai più ritrovata, ma forse ciò che resta è anche il ricordo di una donna forte, che poteva avere tutto e tutti, ma che, forse per noia, forse per

La guerra del futuro, coi carri armati invisibili

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/01/10/visualizza_new.html_1642178354.html

In Gran Bretagna arriveranno già tra cinque anni, dotati di ‘mimetizzazione elettronica’

LONDRA – Gia’ tra cinque anni l’esercito britannico potrebbe essere in grado di mettere in campo carri armati capaci di diventare invisibili. Lo riferisce il Daily Telegraph che racconta del progetto della piu’ grossa azienda britannica nel settore della difesa, BAE Systems, che sta lavorando ad un nuovo tipo di carro armato dotato di una tecnologia definita ‘e-camouflage”, una sorta di mimetizzazione elettronica. Si tratta di sensori elettronici, posti sul corpo del veicolo, che proiettano su di esso le immagini dell’ambiente circostante, mimetizzando il carro armato.

Al cambiamento dell’ambiente esterno, cambierebbe quindi di conseguenza anche la proiezione sul carro armato, permettendogli di muoversi e rimanere in sostanza ‘invisibile’. Il progetto rientra in un programma che, dicono gli esperti, cambiera’ il modo in cui si combatteranno i conflitti futuri. Tra gli altri progetti in studio nello stesso programma, c’e’ anche un robot da mandare in avanscoperta, in particolare per cercare mine nascoste e veicoli automatici telecomandati. Secondo il Telegraph, BAE sta anche lavorando a una tecnologia che permetterebbe di analizzare folle per individuare potenziali terroristi suicidi, cercando, tramite una serie di algoritmi, eventuali comportamenti sospetti.