Obama si piega: default USA rimandato. Ma davvero davvero?

Scritto da: Pietro Cambi
Fonte:  http://crisis.blogosfere.it/

Obama, alla fine, è venuto a Canossa. Ha appena accettato un piano fatto di SOLI TAGLI, senza nemmeno un dollaro di aumento di tasse per i contribuenti più ricchi.

Gongolano, ovviamente, i Repubblicani, dai moderati che si limitano ad esprimere benevolente apprezzamento, ai tea parties che programmano una larga strage di pasticcini per festeggiare la vittoria campale.

Si, perchè da oggi, con il taglio di 1000 miliardi di dollari, un 7% di PIL o, se volete, circa il 25% del bilancio federale, l’America è ancora più ingiusta ed illiberale.

Basta guardare i capitoli di spesa principali, infatti, mediacare/mediaid: 800 miliardi di dollari, social security: 700 miliardi di dollari, spese militari: 700 miliardi di dollari, income security: 400 miliardi di dollari, pensioni federali: 200 miliardi di dollari, interessi sul debito: 200 miliardi di dollari, per capire dove si andrà a tagliare, visto che gli interessi non sono comprimibili e le spese militari lo sono solo marginalmente ( per ovvi motivi).

Ma, si dirà, almeno è stato scongiurato il default. Diciamo innanzitutto che il default non è mai stato nell’ordine delle cose, visto che il raggiungimento del tetto ( piu’ esattamente lo svuotamento delle casse previdenziali federali, da cui si attinge già da alcuni mesi, da Maggio, per essere esatti, si veda questo contatore) il 2 di Agosto avrebbe solo provocato, ragionevolmente, il ritardo nel pagamento delle partite correnti e non dei titoli in scadenza.

Poi, è bene chiarire, con questa manovra e con l’innalzamento del tetto di circa 900 miliardi di dollari, nell’insieme una operazione che vale oltre il 13% del PIL USA, si è guadagnato tempo solo fino a Febbraio, quando il tetto dovrà essere innalzato nuovamente. Il motivo è presto detto: a parte l’ENORME deficit federale, pari a circa il 40% del budget, esiste anche lo spaventoso deficit (e l’altrettanto spaventoso debito) dei singoli stati, alcuni dei quali già in sostanziale default, ne abbiamo piu’ volte parlato su Crisis. In qualche modo andranno aiutati e lo dovranno essere in fretta, se non si vuole che si mettano a stampare banconote per conto loro.

E’ bene chiarire che i debiti dei singoli stati NON vengono conteggiati nel complessivo del debito federale. Se lo fossero Gli USA sarebbero molto ma MOLTO più statalisti di noi.

Con un debito pubblico ben oltre il 120% del PIL, con una spesa pubblica totale pari a quasi il 50% del PIL, con un deficit complessivo pari al 20% del PIL, molto peggio di qualunque paese porco presente, passato e futuro, gli USA, RESTANO un paese tecnicamente in default già da un pezzo, che si affida esclusivamente alla stampa ed allo spaccio del dollaro, per continuare a sopravvivere.

Ovviamente con un modesto aiutino dalle agenzie di rating, che in modo inverecondo, continuano ad affibbiare alla repubblica delle banane e delle cannoniere, loro se toccasse a noi non ci definirebbero meglio e del resto ci hanno già definito peggio, una bella AAA come pagella per cotanta truffa e fluffa globale.

Per chiudere, giusto per ricordare come stanno REALMENTE le cose, è davvero singolare che si continui a prendere ad esempio di liberistica potenza un paese cotanto inefficiente che, a fronte di una iniezione MASSICCIA di capitali pubblici ( presi in prestito senza obbligo di restituzione da tutto il mondo) pari a circa il 15% del PIL, al netto degli interessi ( che sono bassissimi, meno della metà che in Germania, meno di un terzo che in Italia) esibiscono una crescita tanto bassa. Facemmo meglio persino noi, ai famigerati tempi dell’Italia da bere di Craxiana memoria.

Il motivo di cotanta liberistica ineficcienza in fondo è semplice: pubblico e privato DEVONO essere contemperati in modo attento ed equilibrato; uno squilibrio eccessivo verso il privato ha lo stesso identico risultato di uno squilibrio eccessivo verso il pubblico ed anzi, quando gli interessi privati diventano piu’ forti di quelli pubblici, è il pubblico che soccombe diventando sempre piu’ inefficiente ed avaro di servizi, peraltro sempre piu’ costosi, a vantaggio delle lobbies dominanti del momento.

Se sentite un campanellino suonare, beh, non chiedetevi per chi suona…

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