Kosovo, il ritorno dell’Esercito nazionale albanese

Scritto da: Nicola Sessa
Fonte:http://it.peacereporter.net/a

Un’altra complicazione per Pristina e la Kfor nella gestione dell’ordine pubblico e della pace nella ex provincia serba

Dopo un silenzio durato almeno tre anni, l’Esercito nazionale albanese (Aksh) ricompare sulla scena kosovara tramite un comunicato firmato dal portavoce politico Sazan Toplica.

La formazione terroristica – un esercito clandestino che potrebbe contare sulla forza di circa 12 mila uomini – minaccia azioni militari nel nord del Kosovo (dove vive la maggioranza serba) se entro il 30 di settembre il presidente e il premier kosovari non firmeranno il decreto per la formazione di un esercito regolare della repubblica del Kosovo.

Il comunicato-ultimatum irrompe in un momento molto delicato: il territorio a nord del fiume Ibar è in piena crisi, coinvolto in una guerra doganale tra Belgrado e Pristina. Gli incendi, le barricate e gli scontri tra i serbi del Kosovo, gli uomini della Kfor e le forze speciali inviate dal ministro Rexhepi hanno riportato il Kosovo indietro di qualche anno, incapace – dividendone i demeriti con la Serbia – di maneggiare uno status pacifico molto precario. Non è una sorpresa se gli ossevatori internazionali hanno cominciato a catalogare la situazione kosovara – ormai già da qualche anno – come “frozen conflict”, un vulcano dormiente ma pericolosissimo, al pari della Transnistria e del Nagorno Karabakh.

Nato da una costola dell’Uçk, l’esercito di liberazione del Kosovo, la storia dell’Aksh è a dir poco fosca: secondo alcune informazioni l’esercito nazionale (che non disdegna i reclutamenti forzati sfruttando la società clanistica albanese) opererebbe già dal 1999, ma diversi studiosi collocano la nascita della formazione terroristica nel 2001. Nessun dubbio, invece, sugli scopi perseguiti: la costituzione della Grande Albania con l’unificazione di Tirana al nord della Macedonia e della Grecia, del Kosovo, del sud della Serbia e del Montenegro. Ovunque ci sia la presenza albanese, là dovrà sventolare la bandiera rossa con l’aquila bicipite di Tirana.

Negli ultimi anni le azioni e le intenzioni dell’Aksh si sono concentrate soprattutto sul Kosovo: dopo aver rivendicato diversi attentati dinamitardi, soprattutto nelle zone abitate dai serbi, gli uomini incappucciati di nero hanno più volte minacciato Pristina di attaccare e conquistare il nord del Kosovo per scacciare i serbi, se non avesse provveduto a farlo il governo. A seguito della dichiarazione unilaterale di indipendenza del 17 febbraio 2008, l’esercito nazionale albanese aveva proclamato una sorta di tregua, sparendo dalla scena e concedendo un periodo di tempo necessario alle istituzione per la creazione di un esercito regolare (ma la comunità internazionale non è molto propensa sull’argomento per evitare ulteriori attriti con Belgrado). A leggere l’ultimatum firmato da Toplica – e a voler dare credito ai suoi contenuti – il tempo sta per scadere.

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