La Rivolta dei Forconi: Che Diavolo Succede in Sicilia!

Fonte: http://www.rischiocalcolato.it/2012/01/la-rivolta-dei-forconi-che-diavolo-succede-in-sicilia.html

li autotrasportatori della regione Sicilia, per ribellarsi alle iniquità della Manovra Monti si sono riuniti nel “Movimento dei forconi” e sono entrati in sciopero, una vera e propria rivoluzione; la protesta è soprattutto contro le accise che stanno colpendo la Trinacriache per ogni 1000 euro ne paga 596 di tasse allo Stato.

Alla rivolta pacifica ha aderito moltissima gente, nonostante tutte le città siciliane stiano risentendo dei blocchi, che hanno causato notevole rallentamento del traffico.

Agrigento, Palermo, Caltanissetta, Gela, manifestazioni, con blocchi stradali pacifici, che non creano problemi alle forze dell’ordine,  in tutte le maggiori città della regione, di cui le televisioni nazionali e la stampa non hanno fatto parola.

Da ieri in Sicilia è rivoluzione e l’Italia non ne sa nulla, una rivoluzione contro il Governo che, secondo i manifestanti, ha ridottola Sicilia ad un vero e proprio collasso economico.

Soltanto i giornali locali e del Mezzogiorno  hanno reso nota la notizia di quello che sta accadendo in Sicilia.

Il Movimento dei Forconi

Il Movimento dei Forconi aveva come obiettivo quello di paralizzare la Sicilia, bloccando tutti i punti più importanti dell’isola; e così presidi di persone e Tir hanno bloccato le strade principali di tutte la maggiori città della Sicilia.

Il movimento però doveva creare disagi non solo a livello regionale, ma  a tutta Italia, per attirare l’attenzione sui gravi problemi in cuila Siciliaversa dopola Manovra Monti.

A partecipare alla rivolta sono più di 100 mila persone, anche se per i prossimi giorni si spera in una partecipazione molto più massiccia da parte degli abitanti dell’isola; per il  momento tra i manifestanti c’erano agricoltori, autotrasportatori, commercianti, artigiani e pescatori.

La manifestazione di protesta iniziata ieri notte in Sicilia, durerà fino al 20 gennaio 2012, quindi la regione rimarrà bloccata per ben 4 giorni durante i quali, per forza di cose, le conseguenze del blocco toccheranno l’intera nazione.

Canali mediatici oscurantisti

La cosa che però fa porre molte domande è perché di tutto questo fermento, di tutta questa agitazione che ha fermato un’intera regione italiana non sia stata fatta parola dai servizi mediatici del nostro Paese nella giornata di ieri.

Anzi, un totale oscuramento della notizia ha cercato di trascurare la mobilitazione che stava avvenendo in Sicilia.

Così i protestanti si sono rivolti alla rete per divulgare il loro pensiero,  facendo circolare tramite internet le ragioni della protesta,  attraverso Social Network come facebook dove la notizia è rimbalzata da un profilo all’altro riuscendo in qualche modo a far prendere coscienza agli italiani di quello che sta accadendo.

Questo ha provocati i primi accenni di una timida rivolta anche in Calabria.

La rivolta e Forza Nuova

Sta allargandosi a macchia d’olio l’ipotesi che la rivolta sia legata al movimento politico Forza Nuova, ritenuto il vero organizzatore della protesta.

Gli organizzatori ufficiali della rivolta siciliana hanno smentito queste voci, dichiarando le loro manifestazioni assolutamente apartitiche; ovviamente, visto l’intolleranza che l’intera popolazione nutre verso la classe politica nazionale e regionale, sarebbe stata una mossa davvero poco saggia quella di affidare l’organizzazione del “Movimento dei forconi” ad un partito politico, la cosa avrebbe potuto frenare molte persone dall’unirsi alla protesta.

I perché della Sicilia

A spiegare il motivo della manifestazione e dell’indignazione della Sicilia è Giuseppe Richichi, presidente della Aias “Noi stiamo soffrendo di più rispetto al resto d’Italia perché siamo periferici. Abbiamo più volte chiesto l’intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall’Europa, ma non siamo stati ascoltati. Il nostro è uno sciopero spontaneo che non vuole produrre un eccessivo caos e che ci auguriamo vedrà l’adesione di tutti i siciliani. Ma è necessario perché ormai siamo con le spalle al muro”.

Richichi ha poi aggiunto “Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia”.

Invece Mariano Ferro, il leader della rivolta, ha dichiarato “Siamo perché questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti”.

Un autotrasportatore che sta partecipando alla manifestazione, Domenico De Gregorio, ha detto la sua al riguardo, spiegando «Non possiamo più fare finta di niente, il prezzo della benzina è alle stelle e i titolari delle aziende pensano a licenziamenti».

Le accise sui carburanti stanno pesando troppo sul costo dei trasporti delle merci, e questo ovviamente, va a penalizzare le produzioni della Sicilia

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