L’Aquila dopo tre anni dal terremoto è ancora tra le macerie

Scritto da: Caterina Pometti
Fonte: http://www.italiah24.it

L’Aquila dopo tre anni dal terremoto è ancora tra le macerie.Sono passati 3 anni dal terremoto che il 6 aprile devastò L’Aquila e il circondario, e causò la morte di 309 persone, eppure resta ancora da rimuovere il 95% delle macerie, secondo il report ‘I numeri della ricostruzione’ della Struttura per la Gestione dell’Emergenza (Sge).

Impossibile dimenticare quel 6 aprile quando un terribile terremoto spezzò la vita dell’Abruzzo intero, dove studenti con tanti desideri in cuore, famiglie e piccoli bambini, furono cancellati dalla terra stessa che li coprì tra un cumulo di macerie, che ancora dopo 3 anni, sono lì, sono circa quattro milioni di tonnellate. Ad oggi ne sono state rimosse 211mila.

I mezzi ci sono ma non si vedono. Eccoci tornati alla realtà. Nessun sogno di rinascita almeno per il momento per gli abruzzesi nonostante all’indomani del sisma la Fiat abbia donato alla Protezione Civile 6 mezzi per rimuovere le macerie, circa tre milioni e 800mila tonnellate di detriti. Il tutto suggellato da comunicato stampa del maggio 2009 e dalla cerimonia di firma dell’atto ufficiale nella Caserma della guardia di Finanza di Coppito. Ma i detriti restano ancora là: i mezzi, del  valore di 860 mila euro,  secondo la sezione locale del Co.na.po, il sindacato autonomo dei Vigili del fuoco, non sono mai arrivati nella città fantasma.

Ad oggi, su una popolazione residente di oltre 70 mila abitanti, sono ancora 21.791 i cittadini che vivono in alloggi a carico dello Stato. Oltre 12 mila di loro vivono negli appartamenti del “progetto C.A.S.E.” (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) ossia le 19 new town, costate 2.700 euro al mq, fatte costruire da Berlusconi in tempi record ma che oggi mostrano alcuni problemi di costi e di manutenzione. Sono infatti lontane dall’Aquila e mancano del tutto i servizi.

Oltre 7 mila persone vivono invece nei MAP (Moduli Abitativi Provvisori), nelle case prese in affitto concordato con la Protezione Civile o attraverso il fondo immobiliare. E sono ancora 339 le persone alloggiate in alberghi e nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito. Di fronte ad una aspettativa di 15 anni e più per rientrare nelle case in centro, molti proprietari “esasperati” cominciano a vendere al Comune. La qualità della vita insomma è peggiorata e a risentirne di più sono i giovani e gli anziani.

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