Militare italiano fa domande sui vaccini, ora rischia il carcere

Fonte: http://www.controcopertina.com/militare-italiano-fa-domande-sui-vaccini-ora-rischia-il-carcere/

Fare domande è importante, vi insegnano a scuola e vi ribadiscono all’Università. Ma nel mondo militare funziona diversamente. E allora fare domande può essere molto rischioso.

Prendete Luigi Sanna, cagliaritano, maresciallo dell’Aeronatutica. Ha chiesto informazioni ai suoi superiori sui tanti vaccini che gli stavano somministrando. Per questa ragione, nonostante i vaccini poi li abbia fatti, è stato giudicato come disobbediente e ora potrebbe essere condannato alla galera. A raccontare la storia di Luigi Sanna è la moglie, di professione avvocato.

“Siamo persone che si documentano, leggono, si informano -spiega Gabriella Casula a Repubblica. – Avevamo saputo dei casi drammatici e degli studi scientifici in corso sui danni provocati dai vaccini. Mio marito è molto attento a queste cose. Il rischio per la salute è altissimo, soprattutto se non vengono rispettate le profilassi, possono svilupparsi tumori, leucemie, malattie autoimmuni, sterilità. Quando si ammala una persona è come se si ammalasse tutta la famiglia”.

Luigi Sanna potrebbe andare in galera per un anno. “Non immaginavamo arrivassero addirittura a denunciarlo per disobbedienza – dice la moglie. – Disobbedienza continuata perché ha fatto due volte le domande, per iscritto, visto che non aveva ricevuto risposta. Dopo 25 anni di servizio rischia ora, oltre le sanzioni disciplinari che però non sono ancora state messe in atto, un anno di carcere. Mi sembra assurdo, se dovessero denunciare tutti i militari che chiedono spiegazioni sarebbe gravissimo. Fra l’altro, dopo le risposte, anche se parziali e non soddisfacenti, mio marito ha fatto i vaccini, non era contrario al farli, voleva sapere cosa gli veniva iniettato”.

Il maresciallo Sanna potrebbe finire in carcere per avere “chiesto che gli si documentasse se i vaccini sono efficaci e sicuri e perché si fanno vaccini plurimi e ravvicinati se è dimostrato che è pericoloso – continua la moglie.
– Ha chiesto del progetto Signum (studio scientifico seguito da quattro università sui danni da vaccini ai militari, improvvisamente accantonato in modo poco chiaro). Si è dichiarato disponibile a fare i vaccini dopo essere stato informato e, visto che non c’era impellenza, a farli dilazionati nel tempo. Abbiamo scoperto che prima ancora che il quesito fosse inoltrato allo Stato Maggiore della Difesa lui era già stato denunciato penalmente”.

Secondo alcuni studi scientifici, i vaccini, eseguiti senza rispettare i protocolli, potrebbero essere alla base delle migliaia di casi di tumore, malattie autoimmuni e sterilità tra i militari.

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