TOMBE PIENE DI MUMMIE IN PERU’

In Perù sono state studiate dozzine di tombe contenenti ciascuna fino a 40 mummie. Situate su piccole colline intorno al sito di Tenahaha, finora sono state scavate sette tombe contenenti almeno 171 mummie.

“I morti, probabilmente alcune migliaia, dominavano sui vivi”, ha scritto l’archeologo Justin Jennings, curatore del Royal Ontario Museum di Toronto, nel suo nuovo libro “Tenahaha and the Wari State: A View of the Middle Horizon from the Cotahuasi Valley” (University of Alabama Press, 2015).

(Willy Yépez Álvarez)

Pezzi di mummie

Prima del rigor mortis, le ginocchia venivano messe all’altezza delle spalle, mentre le braccia venivano incrociate lungo il torace. I cadaveri venivano quindi legati con corde e avvolti in strati di tessuto. L’età delle mummie varia dai neonati fino agli adulti, con alcune delle più giovani mummie (come bambini) sepolti in vasi.

I resti mummificati erano in cattivo stato di conservazione, a causa di acqua e roditori. Inoltre, alcune delle mummie erano state intenzionalmente fatte a pezzi, e le loro ossa sparse e spostate tra le tombe. In una tomba i ricercatori hanno rinvenuto quasi 400 singoli resti umani, tra cui denti, mani e piedi.

“Sebbene molti individui furono fatti a pezzi, altri furono lasciati intatti”, scrive Jennings nel libro. “Le persone furono spostate tra le tombe, ma a volte rimanevano raggruppate insieme, e persino terra o roccia furono usati per separare alcuni gruppi e individui”. Furono distrutti diversi oggetti funebri, mentre altri furono lasciati intatti.

(Matthew Edwards)

Comprendere la distruzione selettiva delle mummie e dei manufatti è una sfida. “Nelle Ande, la morte è un processo, non è che seppellisci qualcuno e hai finito”, ha spiegato Jennings a Live Science.

Per esempio, lo smembramento e lo spostamento delle mummie potrebbero aver avuto un preciso significato. “Lo smembramento del corpo, così esecrato per molte civiltà andine posteriori, sarebbe stato un potente simbolo di communitas (una comunità di eguali)”, scrive Jennings nel suo libro. Tuttavia, aggiunge, sebbene questa idea spieghi la rottura di alcune mummie, non spiega perché altre mummie furono lasciate intatte.

(Willy Yépez Álvarez)

Una terra in cambiamento

Secondo la datazione al radiocarbonio e l’analisi delle ceramiche indicano, il sito fu in uso dall’800 al 1000 d.C., con gli Inca che ricostruirono parte del sito in età più tarda. Tenahaha, con i suoi magazzini e i suoi spazi per i banchetti, e le tombe per i morti, potrebbe aver aiutato i villaggi della valle di Cotahuasi ad affrontare pacificamente le sfide dell’epoca. La ricerca archeologica indica che i villaggi nella valle fossero in gran parte autonomi, oguno con i suoi propri leader.

Le ricerche hanno anche mostrato che tra l’800 e il 1000 d.C. il Perù stava subendo dei grandi cambiamenti, dovuti alla crescita della popolazione, all’espansione dell’agricoltura e alle maggiori differenze di classe. Jennings fa notare che in alcuni siti sulla costa del Perù, gli archeologi hanno trovato segni di violenza, con molte persone che soffrivano di trauma cranico.

Tuttavia, a Tenahaha, ci sono poche tracce di violenza, e le loro ceramiche sono decorate con quelle che sembrano raffigurazioni di persone che sorridono o “visi felici”, come hanno detto gli archeologi.

Alcuni reperti di ceramica (Willy Yépez Álvarez e Justin Jennings)

(Justin Jennings, disegni di Oscar Huamán López)

(Justin Jennings)

Tenahaha potrebbe insomma aver servito come “terreno neutrale” dove le persone si incontravano, seppellivano i loro morti e banchettavano. Come tale, il sito potrebbe aver alleviato le tensioni causate dai cambiamenti in corso. “È un periodo di grandi cambiamenti, e un modo con cui gli uomini reagiscono è con la violenza”, ha spiegato Jennings. “Riteniamo che Tenahaha fosse stata parzialmente concepita per affrontare questi cambiamenti, per trovare una via non violenta, per far fronte a periodi di radicali cambiamenti culturali”.

Gli scavi nel sito sono stati condotti tra il 2004 e il 2007 e hanno coinvolto un team di oltre 30 persone proveniente da Perù, Canada, Svezia e Stati Uniti.

(Alcides Gavilán Vargas)

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